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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Gran premio di Formula Uno all’Eur, Marinelli sarcastico

Il responsabile per il Lazio  dell’Italia dei Diritti: “I cittadini sbagliano a preoccuparsi perché ormai la tragedia della distruzione dell’unica zona di Roma dove sembrava di essere in Europa è già da tempo in essere”

 

Roma – L’ipotesi di far correre un Gran premio di Formula Uno all’Eur continua a suscitare perplessità e polemiche tra cittadini. Questa volta la mobilitazione è partita dal sito internet il respiro ed ha finito per coinvolgere consiglieri municipali ed il Comitato contro la Formula Uno all’Eur. “I cittadini – ha affermato il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti – impostano male le proteste perché dovrebbero pretendere la trasformazione della bella gara da Formula Uno a Rally internazionale urbano. Lo stato scandaloso delle nostre strade, Eur compreso, è invece una manna per quei pazzi scatenati che vediamo nelle belle foto di gare svolte tra mari e montagne. A parte questo i cittadini sbagliano a preoccuparsi perché ormai la tragedia della distruzione dell’unica zona di Roma dove sembrava di essere in Europa è già da tempo in essere. Il bel laghetto dell’Eur progettato dall’architetto De Vico e per il quale la cittadinanza di Tokio aveva regalato centinaia di ciliegi è ridotto alla metà. Tutti i cittadini stanno vedendo lo scempio del fantomatico acquario che è l’escamotage trovato dagli insaziabili Attila per distruggere questo ex piccolo pezzetto di paradiso urbano”.

 

Quello che suscita le maggiori preoccupazioni tra le associazioni ed i comitati di quartiere è che il comune, dietro il progetto della Formula Uno, voglia approvare una variante urbanistica per mettere mano all’intera area dell’Eur e costruire uffici, centri commerciali ed altre cubature. “ Lo sky-line dell’Eur – ha proseguito nel ragionamento il rappresentante del movimento guidato da Antonello De Pierro - con i bei grattacieli del ministero delle finanze un “episodio” brillante dell’architettura italiana post guerra è stato smantellato per far posto alla fantomatica nuvola di Fuksas. L’unitarietà dell’agro romano rappresentata dalla forma di rombo è definitivamente scomparsa a causa di quartieracci pseudo-chic con densità abitativa stile Calcutta. In questo quadro generale di furto sistematico della cosa pubblica il “Gran premio di Rally” appare strumentale e funzionale a tale scellerato divenire”.  

Controlli su rifiuti tossici in discarica a Latina, la Di Marcantonio non si fida

La responsabile provinciale  dell’Italia dei Diritti: “Ora che la città è senza sindaco e non si può agire, vogliono fare le trivellazioni. Questa vicenda sta diventando una barzelletta”

 

Roma – Tre masse metalliche sommerse dalle erbacce e coperte dall’immondizia nella discarica di Borgo Montello, provincia di Latina, potrebbero essere composte da rifiuti tossici provenienti dalla Zanobia, la nave dei veleni misteriosamente scomparsa alla metà degli anni 80 senza lasciare traccia. Per svelare il mistero il comune di Latina sta redigendo un programma di trivellazioni nella zona con lo scopo  analizzare gli ammassi metallici ed identificarne i contenuti. “Questa storia – ha dichiarato Camelia Di Marcantonio responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti – mi sembra veramente assurda e poco chiara. I fondi per procedere alle trivellazioni ed analizzare il materiale erano stati trovati già in passato ma poi, non si sa per quale motivo, il comune non ha mai provveduto a farle. Mi sembra che si stiano prendendo in giro i cittadini ”.

 

Armando Cusani, presidente della provincia di Latina, pur manifestando qualche preoccupazione per il fatto che il comune è senza sindaco dopo le dimissioni di Vincenzo Zaccheo,  ha affermato che l’intenzione dell’amministrazione è quella di procedere in maniera celere sulla vicenda e di offrire la massima collaborazione. “Adesso che il comune è senza sindaco – ha concluso l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e che ogni decisione non può essere presa si decide di procedere con le trivellazioni. Mi sembra di assistere ad una barzelletta e francamente non ho più fiducia in merito a questa faccenda”.

 

A Taranto poliziotto e bancari usurai, l’analisi della Lusi

Il viceresponsabile pugliese dell’Italia dei Diritti: “ La  congiuntura economica negativa e la manovra finanziaria del Governo inevitabilmente favoriscono crimini di questo tipo”

 

Taranto - La Guardia di Finanza di Taranto ha scoperto e smantellato un’organizzazione criminale dedita all’usura che applicava fino al 120% di interessi sui prestiti e che avrebbe preteso prestazioni sessuali da una donna in ritardo coi pagamenti. Tra gli arrestati figurano anche un poliziotto della squadra mobile di Taranto e tre funzionari di banca. La vice responsabile pugliese dell’Italia dei Diritti ha commentato così la notizia: “Il coinvolgimento in queste operazioni di un poliziotto e di funzionari di banca evidenzia la già lampante crisi economica e dunque la necessità per gli imprenditori di ricorrere a prestiti di questo genere. Tale situazione è molto più consistente nel sud del paese, ovvero in quelle regioni già messe in ginocchio da una congiuntura economica globale negativa oltre che da un sistema creditizio bancario non più schierato dalla parte degli imprenditori cittadini ma tendente alla mera realizzazione del profitto. Il coinvolgimento di un rappresentante delle forze dell’ordine può generare la pericolosa convinzione che imprenditori e cittadini siano completamente in balia della crisi economica senza alcun punto di riferimento”. In conclusione la rappresentante pugliese del movimento presieduto da Antonello De Pierro, ha tirato in ballo anche il Governo: “Questa situazione non può che peggiorare a seguito della manovra finanziaria del Governo che ha ridotto sensibilmente le risorse destinate alle regioni meridionali”.

Salvatore Cintola (Udc) coinvolto in storia di droga, lo sdegno di Soldà

Il vicepresidente  dell’Italia dei Diritti: “Siamo di fronte ad un fatto che se venisse confermato sarebbe di una gravità estrema. Certa gente si dovrebbe vergognare”

 

Roma – Salvatore Cintola, ex senatore ed assessore al Bilancio, oggi deputato Udc della regione Sicilia, nel 2004 avrebbe mandato, tramite la sua segretaria, il suo autista con auto blu e mille euro a ritirare 10 grammi di cocaina da un pusher. Cintola nega con forza e grida al complotto, ma la vicenda emerge piuttosto chiaramente da una serie di intercettazioni disposte dalla Procura che la scorsa notte hanno portato ad un blitz antidroga nella città di Palermo. “Siamo di fronte ad un fatto - ha dichiarato Roberto Soldà vicepresidente dell’Italia dei Diritti -  che se dovesse essere confermato sarebbe di una estrema gravità. Non è pensabile che un uomo pubblico utilizzi l’auto blu per affari privati e in questo caso addirittura per andare a comprare la droga. Siamo all’assurdo”.

 

Il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, subito dopo aver appreso la notizia ha disposto l’immediata sospensione di Cintola dal partito e ne ha anche chiesto l’espulsione ritenendo il suo comportamento, al di là dell’accertamento dei fatti che dovrà farsi, incompatibile con i valori dell’Unione di centro. “Si cercano di combattere i privilegi della casta - ha proseguito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - di tagliare le spese per le auto blu, e poi veniamo a conoscenza di fatti come questo. Tali cose sono uno schiaffo in faccia ai cittadini che credono nelle istituzioni e nella legalità. Certa gente si dovrebbe vergognare ”.

 

A Palermo cittadini danno fuoco a rifiuti per protesta, il commento di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Sebbene incivile tale gesto è un atto estremo da parte di chi è esasperato da questa situazione”

 

Palermo, 15 Giugno 2010 – Ennesima notte di rifiuti in fiamme a Palermo, dove l’incendio più grande si è sviluppato attorno al castello arabo della Zisa, uno dei monumenti più famosi della città, che ahimè, era circondato da cumuli di pattume. Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, ha giudicato tale evento preoccupante ed ha dichiarato: “Dopo tanti mesi non si è ancora riusciti a dare una risposta al problema dei rifiuti a Palermo. L’incapacità di organizzare e gestire in modo adeguato la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in una città che ormai da molto tempo denuncia tale situazione è evidente. Sebbene incendiare rifiuti rappresenta un gesto alquanto incivile, è pur vero che tale atto è dettato dalla disperazione di cittadini ormai stanchi di vedere le istituzioni, l’amministrazione comunale e gli enti preposti immobili dinanzi a tale problematica”. Infine, il vicepresidente del movimento presieduto dal  Antonello De Pierro, ha così concluso il suo intervento: “Palermo, piuttosto che tra le città più belle rischia di essere annoverata tra le città più sporche d’Italia".

Tangenti a funzionari del Fisco a Vicenza, lo sdegno di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’avidità di chi è già ricco, danneggia ulteriormente le famiglie in difficoltà”

 

 

Roma –  “In una situazione di crisi economica come quella in cui versa l’Italia, l’evasione e la corruzione di funzionari pubblici hanno quasi del paradossale”. Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà commenta sdegnato la notizia di una operazione della Guardia di finanza di Vicenza che ha tratto in arresto sette commercialisti e un funzionario del Fisco. Corruzione di funzionari pubblici a fini di evasione fiscale, i reati contestati dai finanzieri. Cinquantacinque imprenditori vicentini, attraverso i loro commercialisti, avrebbero pagato tangenti per ottenere favori o evitare controlli fiscali. “L’avidità di imprenditori interessati solo all’arricchimento personale conniventi con impiegati pubblici disonesti e corrotti – prosegue Soldà -  non fa che mettere ancora di più in ginocchio famiglie già economicamente in difficoltà, sulle quali grava l’onere della crisi”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro plaude in conclusione allo straordinario lavoro delle forze dell’ordine, “le quali instancabilmente combattono per la giustizia, lanciando un messaggio a tutti i cittadini onesti”.

 

A Isernia Ecopunto acquista immondizia, il plauso di Vedova

Il responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “Questo tipo di raccolta differenziata dovrebbe essere imitato dall’intera nazione”

Roma – “Dobbiamo fare un plauso a queste organizzazioni, che presentano proposte innovative ed utili come quella di incentivare i cittadini nella realizzazione della raccolta differenziata”. Commenta così Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, l’inaugurazione, a Isernia, di un negozio che acquista immondizia, permettendo agli utenti di vendere carta, plastica e alluminio. Dall’iniziativa si ottiene il doppio vantaggio: mantenere l’ambiente più pulito, riducendo l’inquinamento legato all’accumulo di rifiuti, e recuperare i costi della Tarsu, infatti la spazzatura raccolta viene pesata e, in base alla quantità, viene fornito un corrispettivo in denaro dai gestori. L’Ecopunto molisano, conosciuto come ditta ‘Valerio’, è nato da un’idea dell’azienda piemontese ‘Recoplastica srl’. “Speriamo che non siano solo belle parole -  prosegue l’esponente del movimento che fa capo ad Antonello De Pierro -. Spesso la raccolta non è fatta in maniera corretta oppure i sistemi di riciclo sono diversi per ogni regione, ciò crea dubbi plausibili circa i contenitori in cui porre un rifiuto piuttosto che un altro. La struttura ubicata a Isernia dovrebbe essere un modello per l’intera Italia – conclude Vedova – per tutte le amministrazioni che mettono la testa nella sabbia o che hanno risvolti economici nel non fare la raccolta differenziata. Seguire questo buon esempio vuol dire aiutare l’ambiente, rimpinguare le tasche dei cittadini e dare un’immagine positiva dell’Italia in Europa”.

Un anno di attesa per due esami cardiaci a Bari , il commento della Lusi

La viceresponsabile pugliese dell’Italia dei Diritti: “La malasanità ormai da troppo tempo caratterizza le notizie sulla nostra regione”

 

 

Bari –  “Le lunghe file di attesa per effettuare visite ed esami specialistici si innestano in un percorso di malasanità che da troppo tempo caratterizza le notizie sulla qualità delle prestazioni sanitarie in Puglia”. Questo il commento di Patrizia Lusi, viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti, in merito alla vicenda accaduta ad un’anziana di 77 anni, la quale prenotando due esami cardiaci al Policlinico di Bari, si è vista collocare a Gennaio e Giugno 2011. L’elettrocardiogramma e l’ecodoppler erano stati prescritti dal medico della Asl in quanto la donna da tempo soffre di problemi cardiaci, per i quali è anche sotto terapia farmacologica. Ma per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, la situazione è tutt’altro che in via di miglioramento: “Con i tagli alle regioni stabiliti dal Governo, il settore dei servizi sociali sarà il più colpito. Il nuovo piano regionale, condizionato dalla manovra “lacrime e sangue” e dal debito accumulato dalla sanità pugliese – conclude la Lusi – sarà oggetto specifico del prossimo consiglio regionale che si preannuncia infuocato dalle polemiche riguardanti un governatore, a detta dei capigruppo Idv e Pd, decisionista e che coinvolge troppo poco l’assemblea su questi temi di grande sensibilità”.

Uomo padovano rioperato per una garza dimenticata, lo sconcerto di Smiroldo

Il viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “È  necessario seguire le linee guida in sala operatoria e in tutta la struttura ospedaliera”

Roma – “Casi simili erano frequenti negli anni ’80-’90, perciò proprio in quegli anni si è provveduto a indicare le linee guida nazionali da seguire nelle strutture sanitarie. Esse prevedono il conteggio delle garze prima e dopo l’intervento, così da evitarne la dimenticanza nel corpo del paziente”. Queste le prime parole di Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, riferendosi all’esperienza di un uomo padovano, che 13 anni fa è stato sottoposto ad un intervento di colecistectomia, l’asportazione chirurgica della cistifellea  presso la Clinica chirurgica 1 dell’Azienda ospedaliera della città veneta, e nella primavera di quest’anno ha cominciato ad accusare dolori lancinanti nella parte destra dell’addome. Durante l’operazione d’urgenza, eseguita a maggio 2010 dall'équipe del professor Oreste Terranova della Chirurgia geriatrica, si è scoperta una reazione da corpo estraneo, una garza finita sotto i ferri, e di cui nessuno si era reso conto. Oggi il paziente è in buone condizioni di salute. Spetta a lui decidere se chiedere o meno risarcimenti per quanto accaduto. “Il regolamento per il controllo clinico del rischio è stato approvato dal Ministero della Salute dopo essere stato messo a punto da studi scientifici – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –. Tali controlli, a volte, sono considerati maniacali, ma necessari. Inoltre esiste un registro nelle sale operatorie, su cui segnare tutto quello che viene usato per l’intervento: l’ago, i prodotti, le misure, ma anche il tempo impiegato per operare. La brutta esperienza mette in evidenza quanto sia necessario seguire le direttive sanitarie nazionali in tutta la struttura ospedaliera.

Eroico è stato il paziente – chiosa Smiroldo – nel sopportare il malore. Dunque c’è un’irresponsabilità e sarà la Magistratura ad individuarla”.

Viminale nega programma protezione a Spatuzza, le riflessioni della Del Greco

La viceresponsabile per la giustizia dell’Italia dei Diritti: “Attacco alla libertà di indagine da parte di illegittime intrusioni della politica”

 

 

Roma –  Si dice “sconcertata e amareggiata” la viceresponsabile per la giustizia dell’Italia dei Diritti Lea Del Greco per una decisione da parte della Commissione centrale del ministero dell’Interno, ossia il diniego di ammissione al programma di protezione per il pentito Gaspare Spatuzza, “che si rivela l’ennesimo subdolo e deplorevole attacco alla democrazia, all’amministrazione della giustizia e alla libertà di indagare da parte di illegittime e indebite intrusioni del mondo della politica”. Il provvedimento era stato richiesto dalle procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo, con l’avallo della Procura antimafia ed è stato rigettato perché secondo il Viminale, Spatuzza avrebbe reso le proprie dichiarazioni trascorso il limite legale di 180 giorni dall’intenzione di voler collaborare con la giustizia. Di parere opposto la Del Greco, secondo la quale “non è possibile fissare i tempi della collaborazione di Spatuzza in modo così netto e rigoroso, dato che la molteplicità delle sue rivelazioni ha toccato, in tempi diversi, i temi più disparati, palesandosi come specificazioni di anticipazioni già rese entro il termine stabilito dalla legge. In altri termini – prosegue la Del Greco  – Spatuzza aveva già manifestato la sua disponibilità a collaborare con la giustizia e a rendere dichiarazioni utili ai fini delle indagini prima dei 180 giorni, condizione necessaria ma sufficiente per essere ammesso al programma di protezione. A garantire la genuinità delle dichiarazioni – questa la ratio del limite cronologico imposto dalla legge – sarebbe “il silenzio del pentito dettato dalla paura, più che giustificabile, per l’effetto dirompente della sua testimonianza, tanto raccapricciante quanto scomoda, riguardante alcune delle vicende più drammatiche nella storia del nostro paese ed avente per oggetto nomi del calibro di Silvio Berlusconi e del senatore Marcello Dell’Utri”. Per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, tali rivelazioni “quantunque tardive, dovrebbero comunque essere utilizzate, perché rese nel contraddittorio tra le parti”. Auspicando in conclusione che la questione venga al più presto discussa dalla Commissione parlamentare antimafia, la Del Greco chiede che “si faccia chiarezza sulle recondite motivazioni della decisione, affinché non si tratti solo di un tentativo per intimidire chi collabora con i magistrati per far emergere la verità”.

A Roma sfrattato perché gay, le dichiarazioni della Sassone

La viceresponsabile romana dell’Italia dei Diritti:Auspico una decisa presa di posizione da parte del sindaco Alemanno”


Roma  – Emilio Rez, 25 anni, ha dichiarato ai carabinieri della caserma di viale Libia di essere stato sbattuto fuori di casa con l’unica accusa di essere omosessuale. La denuncia è stata presentata per minacce, appropriazione indebita e violazione di domicilio. Il giovane, cantautore originario di  Torre Annunziata, era già finito sulle pagine di cronaca per aver subìto lo scorso anno un'aggressione a San Giovanni. “L’aria si fa pesante nella Capitale – interviene Antonella Sassone, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti – e non solo per la calura estiva. C’è la percezione che certi atteggiamenti, certe frasi, che poi diventano modo di pensare, possano venire allo scoperto senza paura. È un atteggiamento mentale prima di tutto, costruito sulla legge del più forte, come per gli animali. E come gli animali si fa branco e passa il messaggio per cui ‘o sei come noi o sei contro di noi’. La subcultura dell’illegalità, dell’omofobia e della violenza ha terreno fertile in questi giorni in cui si strizza l’occhio più facilmente ad un pestaggio a sfondo razziale o sessuale piuttosto che ad un povero barbone che ruba una bottiglia di alcolici alla stazione”.

 

Da sei mesi, Rez,  risiedeva nell’appartamentino, seicento euro al mese per 40 metri quadrati, senza riscaldamento, della zona Pigneto. Con i proprietari, due coniugi calabresi settantenni, i rapporti si erano incrinati, stando alle dichiarazioni del ragazzo, successivamente alla sua richiesta di poter prendere visione del regolamento condominiale e di ottenere un disciplinato contratto d’affitto. Da allora, i tenutari l’avrebbero l’tempestato di telefonate, appellandolo come ‘frocio di merda, farabutto’. Il culmine la sera di giovedì scorso quando il cantautore, dopo esser salito al quarto piano ha trovato la serratura dell'abitazione cambiata e tutte le sue proprietà, dischi, pellicce, gioielli, davanti la porta in sei sacchi neri.


“I timidi segnali delle istituzioni non sono sufficienti – continua la Sassone –; non è abbastanza per tutelare una fascia di cittadinanza cui vengono negati diritti, non ultimo, come nel caso di Emilio Rez, quello di abitazione. Tralasciando la problematica delle speculazioni sugli affitti, peraltro tutti a nero, ora è interessante vedere come si muoveranno le istituzioni in questa situazione. Auspico una netta presa di posizione da parte di Alemanno che è sindaco di tutti i romani, senza distinzione di orientamenti sessuali, religiosi o razziali. Ma che sia un intervento deciso, non una pacca sulla spalla che si dà per poi girarsi subito dopo e far finta di niente. Ad Emilio Rez – conclude l’esponente municipale del movimento presieduto da Antonello de Pierro – esprimo tutta la mia solidarietà per l’accaduto e la mia stima per aver avuto ancora una volta la forza di denunciare le vergogne della nostra società”.

 

 

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