Il responsabile ligure dell’Italia de Diritti: “Chiedo all’assessore alla Sicurezza del Comune di Genova Francesco Scidone e al comandante della Polizia Municipale Roberto Mangiardi un’azione decisa per fronteggiare questa grave emergenza”
“Le notizie che arrivano sui morti in giovane età a causa di incidenti stradali, sono peggio di un bollettino di guerra. L’ultimo ragazzo deceduto a Nervi, risultato il tredicesimo a Genova dall’inizio dell’anno, deve far riflettere e mettere tutti in condizione di intervenire immediatamente con opportune soluzioni atte ad arginare questo gravissimo fenomeno”. Queste le prime amare parole del responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, Maurizio Ferraioli, all’ennesima sciagura urbana che fa scattare l’allarme sulla sicurezza delle strade nella città. A tal proposito l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro lancia le sue proposte per fronteggiare quella che ormai è una vera e propria emergenza: “Tra le soluzioni possibili – spiega - è importante l’indispensabile supporto informativo ed educativo da effettuarsi fin dalla giovane età nelle scuole italiane e in particolari strade che inducono i conducenti di autoveicoli o moto a velocità superiori a quelle consentite. Oltre a ciò, molto rilevante è il posizionamento dei rallentatori orizzontali posizionati sull’asfalto, i cosiddetti dossi, il controllo del territorio effettuato dalle forze di polizia comunale, oltre che l’aumento degli impianti semaforici nelle zone ad alto rischio e il loro funzionamento anche nelle ore notturne. Tutte queste misure potrebbero essere un deterrente per avere una discreta prevenzione del fenomeno”. Unitamente ad un pensiero per i congiunti del ragazzo, Ferraioli invoca anche un’azione decisa: “Alla famiglia della giovane vittima vanno le più sentite condoglianze dell’Italia dei Diritti e l’ulteriore speranza è che quest’ultima tragedia sia da monito per tutti. Chiediamo – conclude Ferraioli - all’assessore alla Sicurezza del Comune di Genova Francesco Scidone e al comandante della Polizia Municipale Roberto Mangiardi, un intervento immediato che non sia soltanto temporaneo ma definitivamente risolutivo”.
Il responsabile romano dell’Italia dei Diritti:“Rimango basito di fronte a scelte così scellerate”
Roma - “Il documento di Bilancio 2010 urta contro la situazione disagiata delle famiglie, sulle tematiche ambientali e sui diritti sanciti dalla legge. Sono esterrefatto, le persone stanno rinunciando alle auto per il loro costo eccessivo e si programma un aumento per i mezzi pubblici, i commercianti sono in difficoltà e si aumentano gli oneri per esercitare la professione, gli asili nido diventano l'unica via di uscita per le famiglie che lavorano e gli arriva una stangata economica di grande rilevanza”.
Così Alessandro Calgani, responsabile capitolino dell’Italia dei Diritti, commenta senza mezzi termini la discussione che il Campidoglio si appresta ad avviare fra oggi e domani per l’approvazione del documento di Bilancio 2010, una manovra che contiene aumenti generalizzati per quasi tutti i servizi della città.
I rincari riguarderanno i prezzi dei biglietti per bus e metro, la tariffa sui rifiuti, le rette per gli asili nido e le mense scolastiche e anche la tassa per l’occupazione del suolo pubblico da parte dei commercianti.
“Esistono i mezzi per reperire denaro nel Comune, sono e sarò sempre del parere che i furbi che aggirano, con false autocertificazioni ed escamotage non leciti, le proprie spettanze debbano essere reintegrati nell'adempiere alle casse comunali per la propria disponibilità – sostiene l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e rimango sconcertato che strutture nuove, quali scuole materne e asili nido realizzate con soldi pubblici rimangano con i cancelli sbarrati a causa della mancanza di risorse economiche”.
Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “I cittadini sbagliano a preoccuparsi perché ormai la tragedia della distruzione dell’unica zona di Roma dove sembrava di essere in Europa è già da tempo in essere”
Roma – L’ipotesi di far correre un Gran premio di Formula Uno all’Eur continua a suscitare perplessità e polemiche tra cittadini. Questa volta la mobilitazione è partita dal sito internet il respiro ed ha finito per coinvolgere consiglieri municipali ed il Comitato contro la Formula Uno all’Eur. “I cittadini – ha affermato il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti – impostano male le proteste perché dovrebbero pretendere la trasformazione della bella gara da Formula Uno a Rally internazionale urbano. Lo stato scandaloso delle nostre strade, Eur compreso, è invece una manna per quei pazzi scatenati che vediamo nelle belle foto di gare svolte tra mari e montagne. A parte questo i cittadini sbagliano a preoccuparsi perché ormai la tragedia della distruzione dell’unica zona di Roma dove sembrava di essere in Europa è già da tempo in essere. Il bel laghetto dell’Eur progettato dall’architetto De Vico e per il quale la cittadinanza di Tokio aveva regalato centinaia di ciliegi è ridotto alla metà. Tutti i cittadini stanno vedendo lo scempio del fantomatico acquario che è l’escamotage trovato dagli insaziabili Attila per distruggere questo ex piccolo pezzetto di paradiso urbano”.
Quello che suscita le maggiori preoccupazioni tra le associazioni ed i comitati di quartiere è che il comune, dietro il progetto della Formula Uno, voglia approvare una variante urbanistica per mettere mano all’intera area dell’Eur e costruire uffici, centri commerciali ed altre cubature. “ Lo sky-line dell’Eur – ha proseguito nel ragionamento il rappresentante del movimento guidato da Antonello De Pierro - con i bei grattacieli del ministero delle finanze un “episodio” brillante dell’architettura italiana post guerra è stato smantellato per far posto alla fantomatica nuvola di Fuksas. L’unitarietà dell’agro romano rappresentata dalla forma di rombo è definitivamente scomparsa a causa di quartieracci pseudo-chic con densità abitativa stile Calcutta. In questo quadro generale di furto sistematico della cosa pubblica il “Gran premio di Rally” appare strumentale e funzionale a tale scellerato divenire”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Regolamenti serrati e aumenti saranno inutili se non accompagnati da migliorie strutturali
Roma, 18 giugno 2010 – Controlli antidroga e antialcool a Roma per i conducenti dei mezzi dell’Atac, tassisti e vetturini dei calessi. Questa la direttiva emanata ieri dal Consiglio comunale come norma di comportamento.
“Di certo si tratta di un passo avanti verso un miglioramento auspicabile del servizio – nota il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà – tuttavia va considerato che questo regolamento viene promulgato contemporaneamente alla notizia che presto i biglietti di metro, tram e bus subiranno un aumento del 50%.”
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro chiama in causa un’evidenza sotto gli occhi di tutti gli utenti: “Regolamenti più serrati e aumenti del costo del servizio se non verranno anche accompagnati da migliorie strutturali, come un rispetto maggiore degli orari e una pulizia più radicale delle vetture, saranno uno sforzo vano”.
La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Ora che la città è senza sindaco e non si può agire, vogliono fare le trivellazioni. Questa vicenda sta diventando una barzelletta”
Roma – Tre masse metalliche sommerse dalle erbacce e coperte dall’immondizia nella discarica di Borgo Montello, provincia di Latina, potrebbero essere composte da rifiuti tossici provenienti dalla Zanobia, la nave dei veleni misteriosamente scomparsa alla metà degli anni 80 senza lasciare traccia. Per svelare il mistero il comune di Latina sta redigendo un programma di trivellazioni nella zona con lo scopo analizzare gli ammassi metallici ed identificarne i contenuti. “Questa storia – ha dichiarato Camelia Di Marcantonio responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti – mi sembra veramente assurda e poco chiara. I fondi per procedere alle trivellazioni ed analizzare il materiale erano stati trovati già in passato ma poi, non si sa per quale motivo, il comune non ha mai provveduto a farle. Mi sembra che si stiano prendendo in giro i cittadini ”.
Armando Cusani, presidente della provincia di Latina, pur manifestando qualche preoccupazione per il fatto che il comune è senza sindaco dopo le dimissioni di Vincenzo Zaccheo, ha affermato che l’intenzione dell’amministrazione è quella di procedere in maniera celere sulla vicenda e di offrire la massima collaborazione. “Adesso che il comune è senza sindaco – ha concluso l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e che ogni decisione non può essere presa si decide di procedere con le trivellazioni. Mi sembra di assistere ad una barzelletta e francamente non ho più fiducia in merito a questa faccenda”.
Il responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Le difficoltà sopportate a vario livello da tutti i lavoratori sono testimonianza della scarsa premura delle istituzioni”
Roma – “Episodi come questo mettono in piena luce le difficoltà sopportate a vario livello da tutti i lavoratori e che sono testimonianza della scarsa premura delle istituzioni nei confronti dei cittadini”. Con queste parole il responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, Giuseppe Criseo, esprime il suo rammarico nei confronti della vicenda che ha coinvolto un imprenditore di 46 anni di Ponte della Priula, in provincia di Treviso, che ha deciso di vendere il suo rene per 150 mila euro perché non più in grado di affrontare i debiti contratti a causa del fallimento della sua impresa.
“Accade sempre più spesso di assistere anche nel ricco nord-est d’Italia a situazioni che compromettono gravemente la vita di persone colpite all'improvviso dalla crisi – afferma l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –. Non poter garantire un futuro ai propri cari, perdere il lavoro e la casa, sono tra le cause che possono condurre purtroppo a gesti estremi e non controllabili, ed è per questo che occorre intervenire velocemente prima che sia troppo tardi”.
Criseo in conclusione lancia il suo appello rivolgendosi ai governanti affinché vengano previsti più sussidi: “Auspico maggiori posti di lavoro, corsi di formazione caratterizzanti, meno tasse per chi decide di avviare un’attività, ma anche più sostegno da parte delle associazioni di categoria, che potrebbero certamente fare da garante con le banche per ottenere credito per le aziende. Così, almeno in parte, potremo scongiurare altri gesti di follia e combattere questo mostro che ci affligge”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Siamo di fronte ad un fatto che se venisse confermato sarebbe di una gravità estrema. Certa gente si dovrebbe vergognare”
Roma – Salvatore Cintola, ex senatore ed assessore al Bilancio, oggi deputato Udc della regione Sicilia, nel 2004 avrebbe mandato, tramite la sua segretaria, il suo autista con auto blu e mille euro a ritirare 10 grammi di cocaina da un pusher. Cintola nega con forza e grida al complotto, ma la vicenda emerge piuttosto chiaramente da una serie di intercettazioni disposte dalla Procura che la scorsa notte hanno portato ad un blitz antidroga nella città di Palermo. “Siamo di fronte ad un fatto - ha dichiarato Roberto Soldà vicepresidente dell’Italia dei Diritti - che se dovesse essere confermato sarebbe di una estrema gravità. Non è pensabile che un uomo pubblico utilizzi l’auto blu per affari privati e in questo caso addirittura per andare a comprare la droga. Siamo all’assurdo”.
Il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, subito dopo aver appreso la notizia ha disposto l’immediata sospensione di Cintola dal partito e ne ha anche chiesto l’espulsione ritenendo il suo comportamento, al di là dell’accertamento dei fatti che dovrà farsi, incompatibile con i valori dell’Unione di centro. “Si cercano di combattere i privilegi della casta - ha proseguito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - di tagliare le spese per le auto blu, e poi veniamo a conoscenza di fatti come questo. Tali cose sono uno schiaffo in faccia ai cittadini che credono nelle istituzioni e nella legalità. Certa gente si dovrebbe vergognare ”.
Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Necessaria la mediazione tra Roma e le province per un’opportuna redistribuzione della risorse a disposizione della rete ospedaliera”
Roma – “Prendo atto delle richieste avanzate dai primari dell’ospedale San Camillo di Roma, ma sono convinto che per disporre di un servizio sanitario efficiente, è necessario operare sulla redistribuzione degli organici e dei posti letto, tagliando opportunamente dove si è in esubero”. Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Manlio Caporale, risponde con queste parole all’allarme lanciato in questi giorni da sette primari dell’azienda ospedaliera romana autori di una lettera indirizzata al direttore generale Luigi Macchitella, alla governatrice Renata Polverini e al sub commissario alla Sanità per la Regione Mario Morlacco, nella quale viene denunciata la grave situazione di collasso della struttura. Il documento in questione mette in evidenza la mancanza di infermieri e di anestesisti e la drastica riduzione dei posti letto nelle Unità operative di Neurochirurgia, Neurologia, Neurorianimazione e Neuroradiologia, con conseguenti difficoltà nel rispondere alla crescente affluenza dei ricoveri e codici rossi.
L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro si dice pienamente comprensivo degli ingenti problemi che attanagliano le strutture pubbliche, ma ritiene opportuna un’analisi oggettiva della situazione sanitaria: “Nell’organizzazione della rete ospedaliera a livello nazionale sono previsti 4 posti letto per acuti (pazienti in regime ordinario e day hospital) ogni 1000 abitati. Nei termini, Roma è indubbiamente in sovrabbondanza nel numero di posti letti attribuiti, mentre le province al contrario, ne sono carenti. I cittadini delle periferia sono costretti a recarsi nella Capitale per fare una ecografia e non con pochi disagi. Lo stesso vale per il personale organico preposto, in esubero a Roma e scarso in provincia. L’ipotesi più auspicabile – conclude Caporale – sarebbe quella di una mediazione tra Roma e le altre province laziali, indubbiamente dolorosa a causa dei tagli da fare, ma in grado di assicurare, attraverso la promozione di un tavolo comune d’incontro con tutte le professionalità del Lazio, una più adeguata redistribuzione. Così facendo, a mio avviso, le grandi aziende verrebbero sollevate da un eccessivo carico di lavoro mentre quelle piccole in periferia, opererebbero finalmente a pieno regime”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’avidità di chi è già ricco, danneggia ulteriormente le famiglie in difficoltà”
Roma – “In una situazione di crisi economica come quella in cui versa l’Italia, l’evasione e la corruzione di funzionari pubblici hanno quasi del paradossale”. Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà commenta sdegnato la notizia di una operazione della Guardia di finanza di Vicenza che ha tratto in arresto sette commercialisti e un funzionario del Fisco. Corruzione di funzionari pubblici a fini di evasione fiscale, i reati contestati dai finanzieri. Cinquantacinque imprenditori vicentini, attraverso i loro commercialisti, avrebbero pagato tangenti per ottenere favori o evitare controlli fiscali. “L’avidità di imprenditori interessati solo all’arricchimento personale conniventi con impiegati pubblici disonesti e corrotti – prosegue Soldà - non fa che mettere ancora di più in ginocchio famiglie già economicamente in difficoltà, sulle quali grava l’onere della crisi”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro plaude in conclusione allo straordinario lavoro delle forze dell’ordine, “le quali instancabilmente combattono per la giustizia, lanciando un messaggio a tutti i cittadini onesti”.
La viceresponsabile abruzzese dell’Italia dei Diritti trae le somme di questi 14 mesi: “E’ importante che ora gli enti locali mostrino il pugno duro”
L’Aquila, 18 giugno 2010 – Una mobilitazione spontanea, un corteo pacifico, quello che nella giornata di ieri si è snodato per le vie del capoluogo abruzzese, ferito dal terremoto del 6 aprile 2009 e allo stesso tempo motore di una rinascita che proprio dal basso muove i suoi primi passi. L’Italia dei Diritti, nella persona della sua viceresponsabile per l’Abruzzo Barbara Del Fallo, esprime sentimenti di vicinanza nei confronti della manifestazione aquilana, solidarietà mai venuta meno all’indomani del drammatico sisma. “Sentiamo l’urgenza di mantenere viva l’attenzione sulla difficile quotidianità vissuta dagli abitanti del cratere, vista la latitanza e la serie di promesse non mantenute dell’amministrazione centrale, - dichiara l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – latitanza dannosa che si tramuta in beffa quando il governo provvede a decisioni imperiose sulle modalità di imposizione fiscale che non tengono conto delle reali necessità dei cittadini”. E’, infatti, dei giorni scorsi la mozione del Sottosegretario Gianni Letta che intende dilazionare le imposte di 60 mesi del 100% dell’imponibile a favore degli abitanti del cratere, proposta avversata dalla Del Fallo, che chiede quanto meno, oltre allo spostamento temporale, una decurtazione percentuale dell’imponibile del 60%. “E’ importante in tal senso che anche gli enti locali inizino a mostrare il pugno duro nei confronti dell’Esecutivo nazionale, invece di organizzare fittizi tavoli di concertazione dove non le necessità delle persone che hanno subito gravi perdite vengono favorite, ma il solito comunicare a slogan tipico della maggioranza di governo. – prosegue la Del Fallo – Esprimendo tutta la mia solidarietà al sindaco Cialente, lo esorto a non assecondare questo ritrito copione, tanto più oggi che la congiuntura economica costringe l’intera regione sull’orlo del dissesto”. Italia dei Diritti, pertanto, lancia il suo monito: “Le amministrazioni centrali e locali trovino una convergenza fattiva affinché la situazione attuale di degrado e di menefreghismo in cui versa l’Abruzzo, venga superata con uno slancio nuovo e positivo nel rispetto di chi in quella notte di aprile ha perso affetti, la casa e ha visto annientare il tessuto urbano dell’Aquila. La cura e l’aspetto del centro storico di qualunque città fonda il senso civico e il riconoscimento sociale dei suoi abitanti, per cui bisogna lavorare anche per ricostruire il patto identitario degli aquilani con il proprio territorio”.
La viceresponsabile pugliese dell’Italia dei Diritti: “La malasanità ormai da troppo tempo caratterizza le notizie sulla nostra regione”
Bari – “Le lunghe file di attesa per effettuare visite ed esami specialistici si innestano in un percorso di malasanità che da troppo tempo caratterizza le notizie sulla qualità delle prestazioni sanitarie in Puglia”. Questo il commento di Patrizia Lusi, viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti, in merito alla vicenda accaduta ad un’anziana di 77 anni, la quale prenotando due esami cardiaci al Policlinico di Bari, si è vista collocare a Gennaio e Giugno 2011. L’elettrocardiogramma e l’ecodoppler erano stati prescritti dal medico della Asl in quanto la donna da tempo soffre di problemi cardiaci, per i quali è anche sotto terapia farmacologica. Ma per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, la situazione è tutt’altro che in via di miglioramento: “Con i tagli alle regioni stabiliti dal Governo, il settore dei servizi sociali sarà il più colpito. Il nuovo piano regionale, condizionato dalla manovra “lacrime e sangue” e dal debito accumulato dalla sanità pugliese – conclude la Lusi – sarà oggetto specifico del prossimo consiglio regionale che si preannuncia infuocato dalle polemiche riguardanti un governatore, a detta dei capigruppo Idv e Pd, decisionista e che coinvolge troppo poco l’assemblea su questi temi di grande sensibilità”.