Il responsabile per la Sardegna dell’Italia dei Diritti: “Ora che finalmente si è posto il problema della tutela del sito, non è possibile rimandarlo ulteriormente”
Cagliari – “A Tuvixeddu dove il cemento non è ancora arrivato, sembra stia prendendo piede il degrado, il tutto nell'inerzia di molti degli attori coinvolti” Queste le prime parole espresse dal responsabile per la Sardegna dell’Italia dei Diritti, Federico Gandolfi, in merito all’incontro avvenuto in questi giorni sul “Colle dei piccoli fori” nella città di Cagliari, tra il Comune, la Regione e le Sovrintendenze per fare il punto sullo stato dell'area. Erbacce, voragini e degrado ambientale assediano oramai l’antica necropoli, con il rammarico di molti cittadini.
“Mentre l'azione della Giunta Soru era rivolta all'azione progettuale di respiro internazionale e di tutela – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, la consueta attività di gestione corrente del centrodestra a livello regionale e comunale, non dà ancora risposte per il futuro dell'area”.
Con fermezza Gandolfi continua: “Tuvixeddu è un parco archeologico che ha già sofferto troppe ferite e danni dall'attività umana, sia industriale sia residenziale. Ora che finalmente ci si è posti il problema della tutela e della valorizzazione del sito, non è possibile rimandarlo ulteriormente, anche per il rispetto dovuto ad un luogo sacro di sepoltura, seppur antichissimo”.
La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Avvertimento postelettorale della camorra alle istituzioni”
Napoli. “Si tratta probabilmente di un messaggio che la camorra rivolge alle istituzioni, esibendo il conto dopo la tornata elettorale”. La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti Licia Palmentieri avalla l’ipotesi al momento al vaglio della Dda, sulle sparizioni di cassonetti dell’immondizia nei quartieri napoletani di Fuorigrotta, Pianura e Soccavo. Secondo i magistrati antimafia, che a riguardo hanno aperto un fascicolo d’inchiesta, dietro la scomparsa dei contenitori non ci sarebbero unicamente atti di teppismo e vandalismo isolato, ma la regia della criminalità organizzata interessata ai subappalti e alle speculazioni sul ciclo dei rifiuti. Scopo del disegno criminale sarebbe la creazione di una nuova emergenza rifiuti che, oltre a rappresentare un’opportunità di business per i clan, produrrebbe ulteriore dissenso della cittadinanza nei confronti dello Stato. Per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, una pesante responsabilità è in capo alle Amministrazioni pubbliche: “Il piano di smaltimento del Governo procede tra ritardi e inefficienze. L’inceneritore di Acerra non funziona con continuità, mentre nel giro di un anno i siti individuati per lo sversamento dei rifiuti saranno pieni”. La Palmentieri ravvisa una correlazione tra le difficoltà dello smaltimento, le recenti elezioni regionali e la scomparsa dei cassonetti, definendola “un fenomeno postelettorale tipicamente campano, con cui la camorra ricatta il Palazzo o eventuali candidati favoriti in campagna elettorale, chiedendo di allentare i controlli e ottenere subappalti e finanziamenti pubblici”. Nell’augurarsi che la magistratura faccia piena luce sulla vicenda, la viceresponsabile campana in conclusione mette in guardia dalle conseguenze sociali che un’eventuale nuova emergenza rifiuti potrebbe avere: “Lungi dall’attribuire alla criminalità organizzata la presenza dell’immondizia per le strade, la popolazione aumenterebbe la propria sfiducia e l’avversione nei confronti delle istituzioni statali, il tutto a vantaggio del consenso goduto dai clan camorristici”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Un vero schiaffo a tutti quegli artisti di cui la nostra nazione non è mai stata avara”
Roma – “Se ciò risultasse vero sarebbe senza dubbio sconvolgente. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, cachet così alti potrebbero destare perplessità anche se venissero elargiti ad artisti veri”. Così Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, commenta la notizia apparsa su “Il Secolo XIX”, secondo cui Fabrizio Corona guadagnerebbe 200 euro al minuto per un’ospitata nelle discoteche della riviera ligure. Due foto con le fan, qualche sigaretta, non proprio uno show imperdibile, dunque; eppure, a quanto pare, sufficiente per convincere i gestori dei locali ad assicurarsene la programmazione. “Il fatto che ci siano persone pronte a sborsare tali cifre per avere per poco più di mezz’ora un personaggio delle cronache giudiziarie il cui unico merito sarebbe stato quello di aver ricattato alcuni vip – continua De Pierro – fa capire perfettamente l’humus subculturale in cui proliferano schiere di italiani. Episodi del genere sono stati legati negli ultimi anni ai personaggi ‘usa e getta’ del Grande Fratello, prodotti televisivi confezionati e introdotti nelle abitazioni delle casalinghe di Voghera tramite il piccolo schermo. Un vero schiaffo a tutti quegli artisti di cui l’Italia non è mai stata avara, che magari esprimono il proprio meraviglioso talento nei teatrini di periferia o nei pianobar della Penisola. Del resto tutto ciò è la conseguenza diretta del berlusconismo che ha infettato dal ’94 l’Italia col suo virus, cercando di mantenere sempre basso il livello culturale della popolazione, in perfetto stile borbonico. È chiaro: un popolo d’ignoranti è facilmente addomesticabile, specie con una tv commerciale dal livello decisamente trash e con telegiornali abilmente addestrati alla mistificazione delle notizie. Non è difficile trarre queste conclusioni, basti pensare al disastro delle varie riforme sulla scuola e soprattutto all’ultima di queste, orchestrata da Mariastella Gelmini. È chiaro che in un contesto socioculturale del genere anche un Fabrizio Corona, che purtroppo o per fortuna conosco solo per le cronache giudiziarie, diventi un mito, un divo da emulare. Mi piacerebbe assistere a un suo spettacolo – conclude ironicamente il presidente dell’Italia dei Diritti – nella speranza di poter cambiare idea, magari trovandomi di fronte un vero artista che allora potremo dire essere stato oscurato fino all’esplosione del suo caso giudiziario dal sistema clientelare radicato nel panorama televisivo italiano”.
Il responsabile per la provincia di Milano dell’Italia dei Diritti: “Interventi simili sono un deterrente che serve a disciplinare chi si comporta male”
Milano – “Nei dintorni delle stazioni ferroviarie c’è una grande esasperazione sia da parte degli italiani sia da quella degli stranieri nei confronti degli zingari, perché artefici di numerosi scippi. Tuttavia questo non vuol dire che tutti i rom debbano essere etichettati come borseggiatori”.
Commenta così Claudio Telari, responsabile per la provincia di Milano dell’Italia dei Diritti, l’intervento attuato dal sindaco del PD di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini, che consiste nella costruzione di un muro anti-rom nei pressi della stazione del comune lombardo, con la finalità di tenere lontani i nomadi dai portafogli dei sestesi. Il secondo obiettivo, già ottenuto, grazie all’ubicazione della barriera di cemento armato e rete grigliata, lunga 400 metri e alta tre, è stato l’allontanamento degli abusivi dalla zona in questione, in quanto la loro presenza è sempre stata vista come una minaccia per la sicurezza dei connazionali.
“Questi interventi sono puramente provvisori – continua l’esponente del movimento di cui è leader Antonello De Pierro –, infatti dopo un po’ di tempo vengono eliminati. In questo modo come quando gli scolari vengono puniti dagli insegnanti a causa dei loro comportamenti scorretti, alla stessa maniera si tenta di disciplinare i borseggiatori, attraverso interventi che fungono da deterrente.
Purtroppo oggi si assiste a bande di rom, che si organizzano per commettere atti delinquenziali, a ciò fanno seguito soluzioni, come quella sopra descritta, per arginarli – chiosa Telari –. Dunque ci si aspetta che punizioni, arresti e conseguenti ritorni ai propri paesi possano ridurre l’illegalità e i degradi causati dai rom”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Continui interventi alla macrostruttura comunale evidenziano l’incapacità gestionale della giunta”
Roma – Si terrà mercoledì l’incontro tra i sindacati e Gianni Alemanno che rivoluzionerà per la seconda volta dal 2002 la macrostruttura del Comune di Roma. Meno uffici e più dirigenti: questo, in sintesi, il corpo delle modifiche volute dal sindaco della Capitale, che con la scusa di risparmiare e recuperare efficienza farà salire da due a tre il numero dei vicecapi di gabinetto disposto dal regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi in vigore. Un cambiamento che porterà l’ex direttore analisi del Sisde Alfredo Mantici ad affiancare Profeta e Nardi, i due già in servizio con centoventimila euro di stipendio annuo. Dov’è dunque il risparmio? Semplice, ciò che viene dato con una mano alla voce personale verrà tolto con l’altra alla voce uffici. Primo tra tutti quello della Protezione civile, che verrà soppresso e accorpato al X Dipartimento, quello ambientale, con relativa perdita di autonomia funzionale.
“Sono passati anni dall’insediamento della giunta Alemanno – ha commentato Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – e ancora si lavora sulla macrostruttura; questo dimostra un’incapacità cronica nella gestione degli affari comunali. Aumentare i dirigenti e i vicecapi – incalza Soldà – significa contestualmente ridurre le risorse economiche dei dipendenti che finora hanno garantito con il proprio lavoro l’efficienza della macchina comunale capitolina. I dirigenti già hanno avuto troppo. È ora che l’amministrazione chiuda questo ciclo di interventi alla macrostruttura, soprattutto avendo un maggiore riguardo per la Protezione civile – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, perché riaccorparla al X Dipartimento significa sminuirne il ruolo, non premiarne il lavoro svolto egregiamente finora”.
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Un corpo investigativo ben preparato è l’arma vincente nella lotta alla criminalità organizzata”
Reggio Calabria - “Agli investigatori reggini va il nostro plauso, per un ulteriore importante colpo inferto alla malavita organizzata che, come organismo parassita, drena risorse economiche e avvilisce il tessuto civile di questa regione”. E’ il primo commento di Lilia Infelise, viceresponsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, alla brillante operazione della polizia che nel reggino ha portato all'esecuzione di 52 ordinanze di custodia cautelare in carcere contro presunti affiliati a potenti cosche della 'Ndrangheta, operanti nella zona di Palmi. Le famiglie colpite, nell’ambito delle indagini su presunte infiltrazioni mafiose negli appalti per l’ammodernamento dell'autostrada A3, sono quelle dei Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano e Bruzzise-Parrello. “La criminalità organizzata - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - è un male da estirpare in profondità, in tutte le sue diramazioni, nel tessuto economico, politico, ma anche nelle sue infiltrazioni più subdole, quelle rintracciabili nel mondo culturale e della scuola. Un corpo investigativo ben preparato, adeguatamente sostenuto da risorse economiche, logistiche e strumentali, in grado di agire con rapidità in tutte le fasi del complesso processo giudiziario, che operi di concerto con i responsabili del mondo imprenditoriale, della cultura e della scuola, è l’arma vincente. Tutto ciò - conclude la Infelise - insieme ad una rigorosa trasparenza nell’impiego e nel monitoraggio dei fondi pubblici”.
La viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Piuttosto che puntare il dito verso chi denuncia queste situazioni, si dovrebbero proporre modelli di vita alternativi”
Napoli – Nel 2009, su 266 persone arrestate per spaccio di droga undici erano minorenni. Non solo sedicenni e diciassettenni, ma anche infraquindicenni, con un caso limite, un ragazzino di soli quattordici anni. Secondo Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti “si tratta di situazioni antiche che si protraggono da tempo, che anche Roberto Saviano aveva denunciato”.
“Quando nasci in zone come Secondigliano o Scampia – spiega la Palmentieri –, la camorra si propone quasi come organo assistenziale per i minori, oltre che come fonte di guadagno facile. I ragazzini sono allettati dall’idea di guadagnare molto e spesso sognano di diventare boss, senza in realtà rendersi conto che la camorra li sfrutta”, ha continuato la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro, che ha poi concluso così: “Piuttosto che puntare il dito verso chi denuncia queste situazioni, si dovrebbero proporre modelli di vita alternativi per i ragazzi con una vera e propria azione politica, oltre che con lo stanziamento di fondi destinati a educare gli stessi. È vero che viviamo un periodo di crisi, ma non si può rimandare la vita di questi giovanissimi a quando questa sarà passata, perché ormai loro saranno cresciuti e sarà troppo tardi per recuperarli”.
Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Necessario accertare tutte le irregolarità”
Milano – Saracinesche abbassate, un foglio con sopra scritto ‘Chiuso’. Così appare oggi la ‘Clinica odontoiatrica’ sita in viale Monza 79 a Milano, affiliata in franchising al marchio di centri dentistici ‘Vital Dent’. Uno studio medico che, si è scoperto, era registrato come ‘Milan quattro srl’alla voce: ‘Gestione uffici temporanei e residence’.
Risultano irreperibili dalla fine di maggio i due titolari, gli spagnoli Angel Aranda Gonzalez e Carlos Munoz Penalver, entrambi di 39 anni. Con loro sono scomparsi gli stipendi dei dipendenti e gli acconti degli ignari pazienti, abbandonati con le cure mediche in sospeso e con rate da pagare alle finanziarie che avevano anticipato loro il denaro.
Netto l’intervento sulla vicenda del responsabile per la Lombardia dell’Italia dei diritti Giuseppe Criseo: “E’ davvero molto strano che seimila persone siano passate nelle mani di questa clinica e nessuno si sia accorto dei comportamenti anomali. Non è il primo caso che avviene in questa regione, appare evidente una carenza di controlli alla fonte e non solo”.
Sconcertate le numerose vittime della truffa, tra cui l’intero personale, la responsabile del centro dentistico e la receptionist, che da qualche delucidazione tra le giustificabili proteste degli ex pazienti infuriati, pronti a recarsi alla Guardia di Finanza. Del catalano Aranda Gonzalez e di Munoz Penalver che hanno operato sino alla prima metà di novembre con il marchio ‘Vital dent’ prendendosi un esposto per inadempienze contrattuali dalla stessa società concessionaria, oggi, negli uffici, rimane come unica traccia tangibile ,oltre ai materiali di lavoro, una valigia semivuota. Un trucco, probabilmente, per simulare falsi impegni imminenti e prepararsi alla fuga.
“Sarà necessario rafforzare le indagini - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro - riuscendo a comprendere se siamo in presenza di irregolarità., accertando se la responsabilità sia degli organismi controllori o della volontà politica, perché sovente, in tali situazioni, si nascondono interessi occulti”.
Il viceresponsabile comunale dell’Italia dei Diritti: “Sicuramente si tratta di un gruppo di nostalgici di qualcosa che per un ventennio ha rovinato l’Europa tutta”
Milano – Un compenso monetario per chi va a picchiare i “compagni” del liceo classico Manzoni. L’appello è apparso in internet su un sito di area neofascista. Del mittente, comunque, non si ha traccia e anche Forza Nuova ha preso le distanze, giudicando tale mossa come “l’iniziativa di qualche svitato”.
Secco il commento del viceresponsabile dell’Italia dei Diritti per il comune di Milano, che ha dichiarato: “Sono a tal punto sconcertato che sono senza parole. Un’iniziativa del genere si commenta da sola. Sicuramente si tratta di un gruppo di violenti, nostalgici di qualcosa che per un ventennio ha rovinato non solo l’Italia, ma l’Europa tutta. Tra l’altro in Italia vige una legge che vieta la formazione di tali gruppi, che vanno individuati e fermati”, ha poi concluso il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Aumentano i prezzi per chi usufruisce di auto bianche, questa è una manovra ‘ pro-crisi’ ”
Roma – “Tutti i giorni leggiamo dai giornali e ascoltiamo dalla televisione che l’Inghilterra e la Germania varano manovre anticrisi. Ciò accade anche in Italia dove, in questi giorni, si sta provvedendo all’innalzamento dell’età pensionabile, si chiede sostegno economico ai giocatori di calcio e contemporaneamente, in direzione opposta, la maggioranza vota in Campidoglio l’aumento dei prezzi dei tassì”
Queste le prime parole di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in riferimento al provvedimento messo all’ordine del giorno, in Consiglio Comunale, secondo cui ci saranno aumenti del 10-20% sulle tariffe delle auto bianche a Roma: 45 euro la corsa per Fiumicino, 35 per Ciampino e più 10-20% le altre corse. Accanto a ciò vanno aggiunti 120 euro fissi da Fiumicino a Civitavecchia e misure contro l’abusivismo, infatti la delibera prevede sanzioni piuttosto dure, per esempio in caso di truffa la licenza viene sospesa fino a sei mesi.
“Le cifre proposte sono troppo alte – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, certo i tassisti devono lavorare in cambio di uno stipendio decente, senza per questo però gravare sui consumatori. Parliamo di cifre esorbitanti, nella fattispecie di 120 euro come se fossero soldi del Monopoli – conclude Soldà –, ed invece si tratta di quelli della Banca d’Italia. Aumenti considerevoli per tariffe di tutto rispetto, insomma il rincaro è proprio ingiustificato”.
Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “La soluzione è un’organizzazione vera”
Nel corso della conferenza stampa ‘Manovra. Farmacie a rischio chiusura, italiani senza servizi’, Federfarma Lazio ha annunciato il rischio che la finanziaria varata dal Governo possa portare alla cessazione d’attività di circa 300 farmacie sulle oltre 1400 presenti nel territorio regionale. La denuncia si pone come emblematico esempio della crisi che interessa il settore a livello nazionale, dove di esercizi ne sarebbero a repentaglio circa 3500.
Sulla questione è intervenuto Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “La spesa farmaceutica è un grosso problema. Le multinazionali non investono nella ricerca che richiede tempi e costi notevoli. Sovente, nei laboratori, si parte dall’analisi di molte molecole delle quali pochissime diventano medicinali per il commercio. La ricerca non costituisce motivo d’impresa poiché il brevetto scade in pochi anni. Non possiamo dimenticare tuttavia che, se da una parte la caduta del monopolio e la diffusione dei generici limano gli investimenti, dall’altra recano innumerevoli benefici. Le scoperte diventano patrimonio dell’umanità”.
La Federfarma, che è attiva dal 1969 e rappresenta gli oltre 16.000 esercizi privati convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, si è dichiarata disponibile a fare la propria parte in termini di sacrifici, auspicando uno sforzo condiviso da tutti i protagonisti della filiera del farmaco quali industrie, grossisti e farmacie.
Spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro: “Vi è anche un problema di rimborsi economici, di stoccaggio e accordi con lo Stato, spesso in ritardo nei pagamenti, il quale non restituendo regolarmente pone gli esercenti in una situazione di oneroso scoperto. La soluzione risiede in un nuovo approccio, una differente gestione della filiera del medicinale. In Italia - conclude Caporale – ancora paghiamo la confezione; fornendo invece al paziente, come accade negli Usa, soltanto il dosaggio dei farmaci necessari per la terapia prescrittagli, si avrebbe un notevole risparmio. Occorre una mediazione che integri pubblico e privato.
Non è il caso di gridare allo scandalo. La soluzione è un’organizzazione vera”.