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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Inquinamento da amianto in fiumi italiani, l’indignazione di Vedova

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Inquinamento da amianto in fiumi italiani, l’indignazione di Vedova

 

l responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “L’eternit ha effetti devastanti sull’ambiente e sulle persone. Le autorità fanno molto poco”

 

Roma –“Ancora una volta gli italiani non imparano dagli errori commessi. Sembra ieri la notizia dell'inquinamento del fiume Po, e adesso anche altri fiumi entrano a far parte della lunga lista di arterie inquinate che scorrono lungo lo Stivale.” E’ questo il commento del responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, Alberto Maria Vedova, alla notizia dell’inquinamento da eternit di molti fiumi italiani, rilevazioni fatte dal Wwf per presenziare al processo che si sta svolgendo a Torino e che vede l’associazione di protezione ambientale costituirsi parte civile. Dati che confermano la drammatica situazione di degrado delle “vene blu” del Belpaese, documentati tramite il censimento di 29 corsi d’acqua effettuato dalla più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura nell’ambito della campagna “Liberafiumi”. ”Sono quarant'anni che non si riesce a risolvere questo gravissimo problema. Oltre a danneggiare pericolosamente l'ambiente e minacciare il delicatissimo patrimonio di biodiversità fluviale - continua Vedova -; l'amianto provoca effetti devastanti sulla salute umana”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ” Parliamo di ben 29 fiumi inquinati da questa sostanza cancerogena: un numero altissimo che tende a crescere. Auspichiamo che chi di dovere non permetta più il ripetersi di tali disastri, attivando un piano strategico di controlli mirati e a ciclo continuo”. 

 

 

De Pierro su dimissioni Scajola, che non si accorge che qualcuno ha pagato casa per lui

De Pierro su dimissioni Scajola, che non si accorge che qualcuno ha pagato casa per lui

 

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Se uno è cosi sbadato da non accorgersi di una cosa del genere, non può certo fare il ministro”

 

Roma –“E’una vicenda inquietante, di cui mi auguro vengano delineati al più presto contorni più precisi. Sono troppi i lati oscuri e i legittimi dubbi conseguenti, l’opinione pubblica merita di sapere con certezza il ruolo che ha occupato in tutto questo Claudio Scajola che non è certo il signor Rossi, ma un ministro della Repubblica anche se dimissionario”. E’ questo il primo commento del presidente dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, alla notizia delle dimissioni di Claudio Scajola travolto dalla vicenda della compravendita, con presunti fondi neri, di una casa a Roma in zona Colosseo. ”Anche se attualmente sembra che questi non risulti indagato, spero che riesca presto a dimostrare la sua estraneità ai fatti, che in ogni caso aprirebbe uno scenario incredibile e preoccupante. Indubbiamente non è facile credere che se qualcuno acquista una casa, tra l’altro a un prezzo di gran lunga inferiore a quello di mercato, non si accorga che il resto lo paghi qualcun altro per lui; in questo caso l’ormai ex ministro Scajola andrebbe come minimo etichettato come alquanto sbadato e quindi le dimissioni sono più che mai sacrosante, in quanto è semplicemente assurdo che una persona sbadata fino a questo punto possa continuare a svolgere l’incarico di Ministro della Repubblica, ruolo che investe il titolare di enormi responsabilità. Mi soffermerei inoltre - continua De Pierro - sulle motivazioni esplicitate per giustificare le dimissioni rassegnate: sembra che Scajola voglia essere più tranquillo per difendersi da questa situazione che lo ha investito e quindi preferisca essere più libero dei numerosi impegni che lo hanno assorbito nei due anni di mandato. A tal proposito mi viene spontaneo chiedermi a quali impegni si riferisca, visto che da una disanima, direi piuttosto attenta, non mi sembra di scorgere risultati cosi evidenti da parte del suo dicastero nei due anni in questione”. Il presidente dell’Italia dei Diritti termina aggiungendo: ”Comunque per la credibilità delle nostre istituzioni, e qual’ora venga accertata la sua completa estraneità ai fatti, anche per stroncare pericolose tendenze di ricatti e rapporti affari-istituzioni, auspico che provvedimenti nei confronti di chi in questa vicenda ha avuto un ruolo di rilevanza penale siano duri ed esemplari”. 

 

Disoccupati di Acerra protestano con roghi, Di Mauro teme il peggio

Napoli,  – “Attualmente la disoccupazione è un male italiano., infatti assistiamo sempre più spesso a reazioni forti dovute all’assenza di lavoro”. Commenta così Angelo Di Mauro, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, i roghi di pneumatici effettuati da gruppi di disoccupati in diverse zone di Acerra, in provincia di Napoli, per ottenere un incontro con il vescovo Giovanni Rinaldi che solleciti lo stato a un sostegno a reddito. “Le aziende private sono costrette a chiudere, creando disagi sia ai datori di lavoro che ai lavoratori – continua l’esponente del movimento di cui è leader Antonello De Pierro –. Pur riducendo al minimo i costi, le famiglie non riescono a vivere in maniera decente, poiché non ci sono opportunità professionali. Dunque il lavoro è una necessità impellente. Lo stesso vale per gli interventi assistenziali. Il problema è che anche se venissero aumentati, l’esistenza di un individuo non si può reggere solo su di essi. Lo dice la Costituzione: il lavoro è un diritto; eppure non c’è attenzione sulla sua carenza – termina Di Mauro –. In giro vedo segni di forte insofferenza e scene di questo genere saranno sempre più frequenti. Temo che nel futuro prossimo si verificheranno proteste dovute al ‘panico sociale’ che spero non siano mai armate”.

Crisi artigianato in Toscana, la Ferrari denuncia le Amministrazioni morose

La responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti: “Il ritardo nei pagamenti costituisce la principale causa di fallimento”

 

Firenze  – “La situazione è davvero insostenibile, in quanto il ritardo nei pagamenti  costituisce una delle principali cause di fallimento e perdita di posti di lavoro”. Emanuela Ferrari, responsabile per la Toscana dell’Italia dei Diritti, si associa all’allarme lanciato da Alessandro Mazzochi, presidente della Federazione edilizia di Confartigianato, riguardante migliaia di piccole imprese e lavoratori in proprio, che rischiano di scomparire a causa delle difficoltà economiche. La crisi ha infatti sensibilmente ridotto la domanda da parte dei privati, mentre per quanto riguarda la pubblica Amministrazione i rinvii nei pagamenti slittano di mesi, spesso costringendo gli imprenditori ad indebitarsi, pur di pagare i contributi e mantenere i propri dipendenti. Un rinvio che la Ferrari quantifica in 150/180 giorni, contro una media europea di 68 e che “di fatto finanzia l’amministrazione pubblica con capitale aggiuntivo proprio o richiesto alle banche. Sicuramente una concausa è rappresentata dalla dipendenza degli enti locali dai trasferimenti statali e da una gestione dell’erogazione poco innovativa, ma è inaccettabile che questa anomala deriva finanziaria sia strutturata e radicata nella prassi amministrativa”. Per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro a rimetterci in questo caso e su molteplici fronti sono solo le aziende, “dal momento che il fornitore non può comunque interrompere il servizio anche a fronte di un mancato pagamento, mentre in sede di appalto la certezza del ritardo dissuade le imprese più piccole dal partecipare, favorendo i gruppi più grandi. Per evitare di essere tagliati fuori da un mercato delle commesse pubbliche che in Italia muove circa 160 miliardi di euro l’anno – prosegue la Ferrari – solo il 4% delle imprese dichiara di ricorrere all’azione legale nei confronti delle amministrazioni inadempienti”. La ricetta della responsabile toscana è lo sblocco immediato dei crediti dovuti da parte della p.A., “ che oltre a dare un po’ di ossigeno alle piccole e medie imprese in stato di asfissia, avrebbe anche il merito di rilanciare l’occupazione e i consumi”.

A Napoli blocco delle attività portuali, l’appunto di Di Mauro

Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Tra l’Ammiragliato e i lavoratori si costruirà un nuovo equilibrio”

 

 

 

Napoli – “Come tutti i porti anche quello di Napoli vive una situazione delicata. È infatti evidente una rottura degli equilibri degli ammiragli e dei lavoratori”. Esordisce in questo modo il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, in riferimento al blocco delle attività portuali nel Napoletano, con una manifestazione degli operatori della cantieristica che ha messo in tilt il traffico della città nella zona di via Marina. I manifestanti contestano la decisione presa dall’Autorità Portuale, che, senza consultare il comitato e con effetti retroattivi sulle cessioni demaniali, ha favorito un’altra filiera produttiva paralizzando così il lavoro di 1500 persone circa. “Gli operatori portuali sono sempre pronti alla protesta – continua l’esponente del movimento che fa capo ad Antonello De Pierro –, è evidente però che ci sia un vizio all’origine. L’ammiraglio non ha obblighi, può consultare i lavoratori, i quali ora hanno tirato troppo la corda. Di conseguenza le strutture esistenti hanno provocato molto e da ciò sono state generate le reazioni di protesta. Ovviamente – chiosa Di Mauro – questo è solo un atteggiamento  provocatorio, a seguito del quale si cercherà di mantenere un equilibrio più calmo e tranquillo”.

Case da sogno in centro a Roma e capitali di dubbia liceità, l’analisi di Ferraioli

Il responsabile per la Casa e l’Edilizia Privata dell’Italia dei Diritti: “La grande disponibilità di liquidità rischia di determinare aumenti senza fine”

 

Roma -  “ I prezzi stellari delle case nel centro di Roma sono un effetto della grande disponibilità di denaro liquido, ma il rischio è quello di aumenti senza fine”.  L’analisi economica del responsabile per la Casa e l’Edilizia Privata dell’Italia dei Diritti Maurizio Ferraioli, è riferita al mercato delle case nel centro di Roma, dove le quotazioni sono formulate più che dai venditori, dai potenziali acquirenti. Compravendite che non conoscono prezzi impossibili e tetti massimi, perché l’unica intenzione di chi compra è possedere un affaccio su uno dei tanti luoghi da cartolina della Città Eterna. E così i prezzi al metro quadro tendono sempre al rialzo. Un conto però è la grande disponibilità di liquidità, un altro, secondo Ferraioli “è verificarne la lecita provenienza, in quanto spesso si tratta di cifre recuperate dallo scudo fiscale o proventi della criminalità organizzata da riciclare”. Un altro problema legato al rialzo, per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, è la valutazione dei professionisti: “Pur avendo una legislazione seria che stabilisce precisi criteri per la stima del valore dell’immobile, questi vengono spesso disattesi da architetti geometri e ingegneri, che effettuano previsioni difformi costringendo le agenzie a rivolgersi ad operatori stranieri”. La grande iniezione di capitali esteri è comunque un segnale di preoccupazione per Ferraioli, poiché “oltre a rendere più complicata o impossibile la compravendita per gli italiani, rischia di innescare una spirale domanda – offerta destinata ad un lievitare dei prezzi senza fine”.

In Molise liste d’attesa di cinque mesi negli ospedali, il consiglio di Caporale

Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Le strutture sanitarie pubbliche sono insufficienti, necessitano una riprogrammazione”

 

 

 

Roma – “Bisogna realizzare una riprogrammazione sanitaria. Purtroppo le strutture ospedaliere sono insufficienti e ciò costringe gli utenti a rivolgersi a quelle private”. Queste le parole di Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, a seguito delle odissee vissute dai pazienti degli ospedali di Termoli Larino, in provincia di Campobasso, i quali per una semplice risonanza magnetica o per un elettrocardiogramma devono veder trascorrere dai quattro ai cinque mesi, poiché le liste d’attesa sono di una lunghezza infinita. “È stato fatto tanto per migliorare il funzionamento delle strutture sanitarie pubbliche – continua Caporale –, quindi non le si può accusare di carenza in questi termini. Tuttavia la domanda che richiede visite o cure è tanta e i tempi per ottenerle sono lunghi, dunque chi non può o non intende aspettare è costretto a pagare il medico privato. In Italia – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro – il 60-70% delle risonanze magnetiche sono inutili, perché sono fatte dal medico di base, ma poi si ha bisogno di quello specialista per leggerle, e quindi ci si presenta con un esame in mano. Bisogna apportare altri cambiamenti migliorativi nella sanità – conclude Caporale –, c’è ancora tanto da modificare”.

Bufera sui condoni a Roma, indagati assessori Corsini e Morassut, il commento di Girlando

Il viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti: “Il connubio politica-affari è malcostume ormai radicato”

 

Roma – “Una vicenda che evidenzia un malcostume diffuso nella Seconda Repubblica e l’esistenza di una questione morale fondamentale”. Questo il commento a caldo di Giuliano Girlando, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, circa la notizia di un avviso di garanzia pervenuto all’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma Marco Corsini, al suo predecessore Roberto Morassut e ai vertici della Gemma spa, società che gestisce per conto dell’ente le operazioni riguardanti concessioni edilizie in sanatoria per abusi. Concorso in corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio e concussione, i reati contestati dalla procura di Roma a Corsini, mentre solo per il primo è indagato l’ex assessore Morassut. I due avrebbero contrattato con il presidente e l’amministratore delegato della Gemma, l’assunzione di personale segnalato, in cambio di una rinegoziazione degli obiettivi trimestrali e dell’aumento del corrispettivo d’appalto oltre il limite legale. Per questo secondo scopo Corsini avrebbe costretto, minacciandolo di rimuoverlo dall’incarico, il direttore dell’Uce (Ufficio condono edilizio) Paolo Cafaggi, ad autorizzare il pagamento alla società di tre milioni di euro e a firmare lo stato di avanzamento dei lavori senza che fossero stati raggiunti gli obiettivi del contratto d’appalto. Per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro “non c’è alcuna strumentalizzazione politica e nessun accanimento da parte della magistratura. Attendiamo l’esito delle indagini, lasciando lavorare serenamente i magistrati, ma è evidente – conclude Girlando – che la classe dirigente accetta il connubio con imprenditori e uomini d’affari”.

 

 

Ancora roghi di rifiuti a Palermo, l’indignazione di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Chi paga lo scotto dell’inefficienza dei servizi sono i cittadini

 

 

Palermo - Continua l’emergenza rifiuti a Palermo e in provincia. Da settimane ormai  la raccolta va a rilento causando l’accumulo di spazzatura e il proliferare di minidiscariche.

L’esasperazione dei cittadini del capoluogo siciliano si è scatenata la scorsa notte in ore di tensione e incendi nel quartiere Guadagna a Villagrazia e in viale Francia. A fuoco anche una minidiscarica a Partinico, nel Palermitano.

Sulla questione è intervenuto Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Non si riesce a mettere una pietra sopra l’emergenza rifiuti a Palermo; chi paga lo scotto dell’inefficienza dei servizi sono i cittadini che devono tutti i giorni respirare i miasmi puzzolenti dell’immondizia e sopportare la visione delle microdiscariche. Gli amministratori si mettano una mano sulla coscienza, se hanno realmente interesse per il territorio, mettendo in atto sinergie per affrontare il fenomeno”.

 

Oggi il sindaco Diego Cammarata incontrerà  Giuseppe Romano, Salvatore Sorbello e Paolo Lupi,  i tre commissari chiamati dal ministero alla guida di Amia per fare il punto sulla questione.


“Siamo nel pieno di un’emergenza, di una non-raccolta” – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –: non riferendoci alla differenziata, ma proprio alla mancata raccolta del pattume. In un momento in cui proponiamo il nostro Paese per ospitare le Olimpiadi e altre manifestazioni internazionali tutto ciò è decisamente anacronistico, ci fa regredire a livelli da Terzo Mondo”.

Senato sconta punti patente alle auto blu, il suggerimento di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “La soluzione è un documento di servizio ad hoc”

 

 

 

Roma – “In questo caso suggerisco di istituire la ‘patente di servizio’ di modo che qualora si infranga il codice stradale durante e per motivi di lavoro, si penalizzi questa e non quella usata nella vita privata”. Commenta in questa maniera Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, l’emendamento al disegno di legge sulla sicurezza stradale approvato dalla Commissione Lavori Pubblici del Senato secondo cui gli autisti delle ‘auto blu’ che infrangono le norme della strada, non devono vedersi sottratti i punti dalla patente, bensì da un permesso di guida speciale. “Perché non istituire le CQC? – domanda Soldà –. Anche in questo caso ci si può avvalere di immunità, come in tante altre professioni – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –.  Sarebbe la soluzione più facile da adottare ma anche quella più giusta ed equa nei confronti di tutti quanti gli altri conducenti. Evitando favoritismi per alcune categorie piuttosto che per altre”.

Caporale sul decesso al centro Sdn di Napoli durante una Tac

Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Va accertato che tutte le norme siano state rispettate”


Napoli – Continuano gli accertamenti sul caso di Carlo Sansiviero, l’uomo di 69 anni deceduto lo scorso 3 maggio in seguito ad un malore occorsogli durante una Tac,  cinque minuti dopo che gli era stato iniettato il liquido di contrasto. Sulla vicenda, avvenuta presso il centro di diagnostica nucleare "Sdn" di via Gianturco, a Napoli, la magistratura, come accade in simili casi, ha aperto un’inchiesta.

Oggi il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha inviato gli ispettori presso l'istituto per verificare l'appropriatezza delle procedure nella gestione clinico-assistenziale.

 

Intervenendo sulla questione, il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Manlio Caporale, ha dichiarato: “La prassi prevede che l’esame di contrasto possa dare effetti di anafilassi. Bisognerebbe garantire la presenza dell’anestesista in ogni struttura, eseguire accertamenti preliminari affinché il paziente possa effettuare l’esame in sicurezza garantendogli la presenza o almeno la reperibilità dell’anestesista”. Interrogandosi sul rispetto delle norme già esistenti, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro ha continuato: “Chiaramente ogni procedura chirurgica e farmacologica contiene in sé una componente di rischio. Questo tipo di esami sono gravati da incidenza bassissima ma quei casi, purtroppo, sono spesso mortali; ciò fa capire come i livelli di sicurezza debbano essere sempre accuratamente  seguiti”.

Riguardo la tragedia accaduta al signor Sansiviero: “Se norme e protocolli previsti fossero stati rispettati si tratterebbe di fatalità,  altrimenti, non sarebbe più una fatalità ma un errore e a pagare, purtroppo, sarebbe stato il paziente”.

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