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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

La Scoleri esalta le donne a ribellarsi al Ddl sulle intercettazioni

La viceresponsabile per le pari opportunità dell’Italia dei Diritti: “Le compatriote del passato possono e devono ispirare le donne che hanno a cuore il presente e il futuro della nazione”

 

 

Milano  - “Le riforme tanto auspicate dai nostri governanti, non prevedono passi avanti nel sostentamento alle famiglie italiane, fortemente piegate dal perdurare della crisi economica. La scuola è stata la prima vittima di tagli e provvedimenti che la stanno rendendo accessibile a pochi privilegiati. Perché nella scuola c'è il ‘sapere’ tanto ostile a chi arde di spadroneggiare con metodi dittatoriali”. Queste le parole di Francesca Scoleri la viceresponsabile per le pari opportunità dell’Italia dei Diritti a commento della riforma della legge sulle intercettazioni che prevede in modo ignobile l'ennesimo bavaglio all'informazione.“Mi rivolgo allora alle donne - continua la Scoleri - alle madri, alle coraggiose della nazione, perché non possono non avere a cuore il presente e il futuro con maggiore sensibilità ed attenzione. Un tempo che sembrava lontano, le nostre valorose italiane, hanno avuto un ruolo importante nella resistenza antifascista. E’, infatti, un’esigenza civile e un dovere ricordare le nostre compatriote impegnate nella Resistenza, la loro partecipazione e il loro coraggio. Oggi non dobbiamo impugnare armi, ma dobbiamo affidarci solo alla giustizia, perché venga dato un nuovo volto alle donne, perché di pari opportunità, presso questo modo di governare non ne troveremo così come non troveremo uguaglianza, ne per noi, ne per i nostri figli. Siano le donne - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - ad alzare per prime la testa e dire basta a tutte le censure e a tutte le prepotenze. Questo è l'appello che si rende necessario per ribellarsi dall‘attuale condizione che ci impone di vivere sotto regime”.

A Torino è polemica sui posti letto per la Ru486, lo sdegno di Smiroldo

Il viceresponsabile per la sanità dell’Italia dei Diritti: “Dopo mesi di polemiche e dibattiti nelle strutture sanitarie mancano spazi sufficienti”

 

 

Torino - “Una struttura sanitaria degna di questo nome per esercitare seriamente l‘attività per la quale è preposta deve possedere i requisiti minimi per l‘assistenza ai pazienti”. Queste le dure parole di Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la sanità dell’Italia dei Diritti in merito alla polemica sulla mancanza di posti letto all’ospedale Sant’Anna di Torino dove ieri per la prima volta è stata somministrata la pillola abortiva. “Dopo mesi di polemiche e dibattiti sulla Ru486 - continua Smiroldo - non c‘è stata una sufficiente organizzazione sul piano pratico. La necessità di posti letti riservati alla donne che decidono di sottoporsi all’aborto chirurgico è prioritaria negli ospedali, viste le possibili complicazioni che potrebbero subire le pazienti che decidono di sottoporsi a questo trattamento. La legge - conclude il rappresentante del movimento guidato da Antonello De Pierro - pur consentendo a chiunque di firmare ed andare a casa sotto la propria responsabilità, deve in primis tutelare quelle donne, aventi diritto, che richiedono e necessitano del ricovero”.

Ipotesi accordo Lombardo-Elkann per Termini Imerese, la Silipigni attacca

COMUNICATO STAMPA

 

Ipotesi accordo Lombardo-Elkann per Termini Imerese, la Silipigni attacca

 

La responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti: “I problemi della Fiat li devono risolvere il governo centrale e non gli enti locali”

 

Roma, 21 aprile 2010 –“Visto che la Fiat è stata sempre a fianco del governo. Il governo si dovrebbe interessare delle logiche del Lingotto: le amministrazioni locali non dovrebbero finanziare direttamente gli stabilimenti della casa torinese”. E’ questo il commento della responsabile per le Attività Produttive e l’Industria dell’Italia dei Diritti, Antonella Silipigni, alla speranza espressa dal governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, che il neopresidente di Fiat, John Elkann, tenga fede a quanto già dichiarato rispetto allo stabilimento di Termini Imerese e cioè che vuole rafforzare il legame della multinazionale piemontese con l'Italia. Inoltre il presidente della regione Sicilia si impegna a stanziare 350 milioni di euro per mantenere aperta la fabbrica locale. ”E’ troppo benevolo Lombardo, che pur di mantenere i posti di lavoro dei suoi concittadini promette soldi per sventare la chiusura dello stabilimento nel palermitano. Preferirei - continua la Silipigni – che il governatore costruisse un tavolo di concertazione tra la Fiat, il Governo e le amministrazioni locali dei territori in cui sorgono gli stabilimenti. Non dimentichiamo, infatti, che questi ultimi sono presenti in quasi tutta Italia: quindi non è un problema locale, ma nazionale”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ” Come in Germania in cui il governo sta vicino alle aziende che hanno un rapporto proficuo con il territorio, dovremmo evitare che la Sicilia si indebiti ulteriormente per risolvere un problema che deve essere affrontato più a livello nazionale che locale”.

 

 

Ufficio Stampa Italia dei Diritti

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Fabio Pilastrini –  Andrea Caruso

Capo Ufficio Stampa

Fabio Bucciarelli

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Per riforma Gelmini 800 maestri in meno a Milano, il commento di Ragone

Il viceresponsabile cittadino dell’Italia dei Diritti: “Le scelte del Governo penalizzano i nostri ragazzi che rappresentano il futuro del paese”

 

 

Milano- “La scuola pubblica è un diritto costituzionale che deve essere garantito e difeso e invece continua a subire tagli”. Queste le parole di Luca Ragone, viceresponsabile milanese dell’Italia dei Diritti in merito alle costanti riduzioni inflitte alla scuola pubblica dalla riforma Gelmini. Per il prossimo anno sono previsti in tutta la regione duemila alunni e un ulteriore ridimensionamento del personale che porterà i presidi a rivedere l’orario e far ruotare i docenti fra le classi. “Non solo - continua Ragone - il modello didattico del maestro unico, tanto voluto dal Ministro dell’Istruzione, non è stato adottato da alcuna famiglia lombarda, ma paradossalmente i numerosi tagli da parte dell’esecutivo e la diminuzione delle ore tra i docenti rimasti in servizio porteranno a un continuo spostamento degli insegnanti da una classe all‘altra. Il governo deve rendersi conto che queste scelte continuano a penalizzare i nostri ragazzi. Il cambio repentino degli insegnanti - conclude il rappresentante territoriale del movimento guidato da Antonello De Pierro - disorienterà i bambini e la riduzione dell’organico porterà ad un notevole aumento del numero di alunni per classe danneggiando ed impoverendo l‘istruzione dei singoli”.

 

Sindaco Mogliano Veneto vieta di suonare «Bella ciao», la reazione di Soldà

Il Vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Mi associo allo sdegno dell’Anpi”

 

Roma – “Non mi meraviglio che il sindaco leghista sbeffeggi il canto partigiano, dopo il precedente provvedimento del sindaco di Adro che ha negato i pasti ai figli delle famiglie in ritardo con il pagamento delle rette. Questi comportamenti non sono altro che la conclusione di un percorso politico sbagliato”.

Commenta così Roberto Soldà, Vicepresidente dell’Italia dei Diritti, il diktat del sindaco leghista Giovanni Azzolini, che ha impedito alla banda comunale di Mogliano Veneto di eseguire «Bella ciao» in occasione del giorno della Liberazione, imponendo che sia la «Canzone del Piave» la giusta colonna sonora per la manifestazione. Per il sindaco di Mogliano Veneto, «Bella ciao» è poco istituzionale e non rientra tra gli inni nazionali. L’iniziativa  ha suscitato lo sdegno dell’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, che ha protestato contro la direttiva del primo cittadino sottolineando l’importanza del motivo popolare, poiché è una canzone di tutti.

Dito puntato sul nuovo asfalto per tragedia di Ventotene, l’intervento della Di Marcantonio

La responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti: “Inutile parlare ora, alla politica spetta il compito di prevenire”

 

Roma - “Sono davvero sconcertata di fronte a quanto è accaduto e all’assoluta incapacità del potere politico di preservare l’incolumità dei cittadini”. E’ la prima reazione di Camelia Di Marcantonio, responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti, alle parole di alcuni consiglieri comunali dell’isola pontina, secondo i quali, i lavori di sistemazione della rete viaria, eseguiti nel 2005 senza alcuno studio di fattibilità, avrebbero aggravato il dissesto idrogeologico della zona costiera. “Credo - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che non sia giusto giungere a conclusioni affrettate nelle ore immediatamente successive ad una tragedia immane come quella in cui hanno trovato la morte due quattordicenni. Certo che nel nostro paese non si contano più le mancanze nella gestione del territorio della classe politica. Possibile che i nostri governanti non abbiano ancora chiaro il concetto di prevenzione? E’ evidente che le pareti di tufo sono assai friabili, mi chiedo come mai nessuno abbia pensato, prima che ci scappasse il morto, all’installazione delle reti di contenimento”.

 

 

Aumenti tassa rifiuti a Napoli, perplessità di Di Mauro

Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Provvedimento che colpisce tutti e non risolve il problema”
Roma, 21 aprile 2010 - “Non si può pensare di risolvere il problema dei rifiuti in Campania, adottando queste decisioni che colpiscono indistintamente tutti”. Critico il parere di Angelo Di Mauro, viceresponsabile campano dell’Italia dei Diritti, sulla decisione della Provincia di Napoli di alzare il prezzo dello smaltimento dei rifiuti. Il provvedimento comporterà per i napoletani un aumento della Tarsu di circa l’8% ed ha scatenato un duro botta e risposta tra Provincia e il Comune, che lamenta il ritardo con cui l’atto è stato comunicato, a dieci giorni dall’approvazione del bilancio.
Nulla di nuovo per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, secondo il quale “promesse e proclami fatti durante la campagna elettorale, sono stati rapidamente accantonati per lasciare spazio a direttive “dall’alto”, volte a mascherare il problema dei rifiuti, tutt’altro che risolto. In tutto ciò il passaggio di consegne tra Comune e Provincia in materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti - conclude Di Mauro -  costituisce un aggravante perché quest’ultima non riesce a garantire il medesimo capillare controllo rispetto alla prima. E ciò a discapito della raccolta differenziata che nelle periferie e nell’hinterland resta sconosciuta”.
Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Provvedimento che colpisce tutti e non risolve il problema”
Roma, 21 aprile 2010 - “Non si può pensare di risolvere il problema dei rifiuti in Campania, adottando queste decisioni che colpiscono indistintamente tutti”. Critico il parere di Angelo Di Mauro, viceresponsabile campano dell’Italia dei Diritti, sulla decisione della Provincia di Napoli di alzare il prezzo dello smaltimento dei rifiuti. Il provvedimento comporterà per i napoletani un aumento della Tarsu di circa l’8% ed ha scatenato un duro botta e risposta tra Provincia e il Comune, che lamenta il ritardo con cui l’atto è stato comunicato, a dieci giorni dall’approvazione del bilancio.
Nulla di nuovo per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, secondo il quale “promesse e proclami fatti durante la campagna elettorale, sono stati rapidamente accantonati per lasciare spazio a direttive “dall’alto”, volte a mascherare il problema dei rifiuti, tutt’altro che risolto. In tutto ciò il passaggio di consegne tra Comune e Provincia in materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti - conclude Di Mauro -  costituisce un aggravante perché quest’ultima non riesce a garantire il medesimo capillare controllo rispetto alla prima. E ciò a discapito della raccolta differenziata che nelle periferie e nell’hinterland resta sconosciuta”.

Bossi jr contro il tricolore italico, la reazione della Piredda

La viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti:”Sono parole gravi da parte di un consigliere regionale pagato con i soldi di tutti gli italiani”

 

Renzo Bossi, figlio del leader della Lega Nord Umberto, e neoeletto al Consiglio regionale della Lombardia, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al settimanale Vanity Fair che ai prossimi Mondiali di calcio in Sudafrica non tiferà per l’Italia, che il tricolore per lui rappresenta solo un sentimento di cinquant’anni fa e di non essere mai sceso a sud di Roma.

“Francamente – ha commentato Maruska Piredda viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti – non so se prendere le dichiarazioni di Renzo Bossi come delle provocazioni o piuttosto come segno di ignoranza, nel senso etimologico del termine. Credo non si possano dare giudizi su quello che non si conosce e per questo le sue affermazioni sono doppiamente fuori luogo. È grave poi che una persona eletta al Consiglio regionale della Lombardia,  pagato da tutti gli italiani si lasci andare a simili esternazioni”.

 

Le frasi di Bossi junior hanno suscitato numerose polemiche, sia nel mondo della politica che in quello dello sport:”Mi rammarica - ha proseguito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che siano parole di un ragazzo giovane, che può permettersi questa libertà di espressione anche grazie al contributo che tanti meridionali hanno dato alla lotta di resistenza. Stiamo vivendo tempi difficili in cui gli italiani più che in passato hanno bisogno di sentirsi uniti e solidali gli uni con gli altri, per cui credo che non si dovrebbe dare spazio a certe affermazioni che non meritano nessuna pubblicità”.

Governo autorizza scempio ambientale alle Tremiti, il no della Belantuoni

La responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “L’Esecutivo non può decidere da solo”
Roma, 21 aprile 2010 - “Con questa operazione, il Governo autorizza l’ennesimo scempio ambientale ai danni della Puglia”. Aspro commento di Manuela Belantuoni responsabile per stessa regione  dell’Italia dei Diritti, sulla vicenda dell’autorizzazione concessa dal Governo alla società irlandese Petroceltic Elsa, per trivellare al largo delle isole Tremiti. Il provvedimento ha scatenato la protesta della giunta Vendola, preoccupata delle ripercussioni negative che una piattaforma petrolifera installata a 12 km dalle coste del Gargano, può avere su ambiente e turismo.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, ricordando come già in passato si sia tentato di autorizzare le compagnie petrolifere a trivellare al largo di Monopoli, esprime “totale dissenso sia per l’iniziativa sia per i modi in cui è stata attuata. Decisioni del genere - conclude la Belantuoni - dovrebbero essere prese dal Governo coinvolgendo anche gli enti locali, in primis la Regione”.
La responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “L’Esecutivo non può decidere da solo”
Roma - “Con questa operazione, il Governo autorizza l’ennesimo scempio ambientale ai danni della Puglia”. Aspro commento di Manuela Belantuoni responsabile per stessa regione  dell’Italia dei Diritti, sulla vicenda dell’autorizzazione concessa dal Governo alla società irlandese Petroceltic Elsa, per trivellare al largo delle isole Tremiti. Il provvedimento ha scatenato la protesta della giunta Vendola, preoccupata delle ripercussioni negative che una piattaforma petrolifera installata a 12 km dalle coste del Gargano, può avere su ambiente e turismo.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, ricordando come già in passato si sia tentato di autorizzare le compagnie petrolifere a trivellare al largo di Monopoli, esprime “totale dissenso sia per l’iniziativa sia per i modi in cui è stata attuata. Decisioni del genere - conclude la Belantuoni - dovrebbero essere prese dal Governo coinvolgendo anche gli enti locali, in primis la Regione”.

Nuovo condono edilizio in Campania, Di Mauro alza la voce

COMUNICATO STAMPA

 

 Nuovo condono edilizio in Campania, Di Mauro alza la voce

 

Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Il Governo legittima gli abusi e poi piange sulle sciagure che accadono”

 

Napoli, 21 aprile 2010 – “Sicuramente i termini per il condono edilizio saranno nuovamente riaperti. In campagna elettorale si fanno tante promesse: spesso queste non vengono mantenute e le richieste che invece sono esaudite sono quelle più sbagliate”. E’ questo il commento del viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, Angelo Di Mauro, alla notizia che l’abbattimento delle costruzioni abusive nella regione è stato bloccato dopo la vittoria alle regionali della coalizione del centrodestra e che il governo emanerà un decreto di condono edilizio per il territorio napoletano già martoriato dall’abusivismo. “Il Governo, ogni volta che accade una sciagura parla di dissesto idrogeologico, piange sul latte versato, e continua a finanziare condoni edilizi. Tali provvedimenti possono essere presi – continua Di Mauro – ma sempre seguendo una condotta irreprensibile, invece anche stavolta sarà emanato un decreto che non seguirà un criterio preciso”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ”Quando poi ci saranno situazioni di pericolo e di catastrofi idrogeologiche in queste zone spero che il Governo si assumi le sue responsabilità, condanni la solita edilizia spregiudicata e mandi in galera gli speculatori”.

 

 

 

 

Ufficio Stampa Italia dei Diritti

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Fabio Pilastrini –  Sara Rotondi

Capo Ufficio Stampa

Fabio Bucciarelli

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Disegno di legge sulle intercettazioni, Girlando chiede il ritiro

Il responsabile per la giustizia dell’Italia dei Diritti:”Provvedimento incostituzionale ed illegittimo”
Roma, 21 aprile 2010 - “Chiediamo l’immediato ritiro di questo disegno di legge, che riteniamo incostituzionale e illegittimo”. Questa l’unica soluzione prospettabile per Giuliano Girlando, responsabile per la giustizia dell’Italia dei Diritti, in merito al provvedimento sulle intercettazioni approdato ieri in Commissione Giustizia al Senato. Dodici gli emendamenti presentati dalla maggioranza. Modificato il testo in merito ai requisiti per la richiesta di intercettazioni: non più “evidenti indizi di colpevolezza”, ma “gravi indizi di reato”; previsto inoltre un inasprimento delle pene per i giornalisti che pubblicheranno le intercettazioni.
“Il Governo ha cambiato la formulazione della legge, ma la sostanza resta la stessa - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - e cioè un pesante bavaglio messo sul lavoro di magistrati e giornalisti. Esprimiamo vicinanza all’Associazione Nazionale Magistrati e - conclude Girlando -  sosterremo la protesta organizzata dal sindacato dei giornalisti, perché questo ddl rappresenta una palese violazione del diritto di informare i cittadini”.
Il responsabile per la giustizia dell’Italia dei Diritti:”Provvedimento incostituzionale ed illegittimo”
Roma - “Chiediamo l’immediato ritiro di questo disegno di legge, che riteniamo incostituzionale e illegittimo”. Questa l’unica soluzione prospettabile per Giuliano Girlando, responsabile per la giustizia dell’Italia dei Diritti, in merito al provvedimento sulle intercettazioni approdato ieri in Commissione Giustizia al Senato. Dodici gli emendamenti presentati dalla maggioranza. Modificato il testo in merito ai requisiti per la richiesta di intercettazioni: non più “evidenti indizi di colpevolezza”, ma “gravi indizi di reato”; previsto inoltre un inasprimento delle pene per i giornalisti che pubblicheranno le intercettazioni.
“Il Governo ha cambiato la formulazione della legge, ma la sostanza resta la stessa - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - e cioè un pesante bavaglio messo sul lavoro di magistrati e giornalisti. Esprimiamo vicinanza all’Associazione Nazionale Magistrati e - conclude Girlando -  sosterremo la protesta organizzata dal sindacato dei giornalisti, perché questo ddl rappresenta una palese violazione del diritto di informare i cittadini”.

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