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Isernia e Campobasso bocciano quote rosa, la Aurisano alza la voce

La responsabile molisana dell’Italia dei Diritti: “Basta pregiudiziali e chiusure precostituite”

 

 

Campobasso – È di oggi la notizia che in Puglia su quattordici consiglieri regionali ben sette saranno donne. Un dato del 50% che promuove la Regione governata da Nichi Vendola come esempio da imitare riguardo le cosiddette “quote rosa”. Altrettanto non si può dire per il Molise, ancora avulso da una logica paritaria tra i sessi, come denunciato dalla responsabile regionale dell’Italia dei Diritti Anna Aurisano: “Lo scorso dicembre il Tar regionale ha dichiarato l’illegittimità del Decreto del presidente della Provincia di Isernia nella parte in cui escludeva di fatto dall’organo di governo la rappresentanza femminile – spiega la Aurisano – ma se la Provincia di Isernia da poco si è adeguata, a tutt’oggi quella di Campobasso non presenta quote rosa nel relativo direttivo. Il presidente D’Ascanio sostiene di aver istituito corsi di formazione politica da destinare alle donne, dacché la loro impreparazione sarebbe l’unica ragione per la quale non si trovano all’interno delle istituzioni, ma io non posso credere che non si riescano a trovare in tutto il Molise delle persone di sesso femminile che abbiano un curriculum professionale e politico adeguato a poter ricoprire l'agognato incarico. È curioso – incalza ironicamente la Aurisano – come gli uomini, al contrario, sembrerebbero avere, per così dire, una capacità politica innata, visto che non credo che i presidenti delle province molisane abbiano frequentato un corso di formazione specifica per diventare tali. In realtà – conclude la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – occorrerebbe che le donne siano messe in condizione di fare politica in maniera adeguata, senza pregiudiziali e chiusure precostituite”.

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