La responsabile per i Beni culturali dell’Italia dei Diritti: “La cultura lirica è un patrimonio che andrebbe tutelato”
Bari, 3 maggio 2010 - “E’ una situazione paradossale, ma in linea con i continui tagli che questo governo riserva alla cultura”. E’ il primo commento di Anna Nieddu, responsabile per i Beni culturali dell’Italia dei Diritti, relativo allo stop, imposto dal Ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, alle assunzioni nelle fondazioni liriche, che rischia di paralizzare l’attività del Teatro Petruzzelli di Bari che non ha ancora un organico definito. “Non solo vi è una politica di tagli – continua la Nieddu – ma le risorse sono comunque distribuite male. Il decreto emanato in questi giorni, impedendo di espletare assunzioni a tempo indeterminato, finirà per paralizzare sul nascere l’attività della Fondazione Petruzzelli. La cultura lirica - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è un patrimonio della nostra nazione, che un governo serio dovrebbe impegnarsi a tutelare nel tempo”.
Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “I magistrati facciano al più presto luce sulla vicenda”
Genova- “E’ paradossale che in un organo preposto alla tutela dell’ambiente e quindi dei cittadini, vi siano persone coinvolte in situazioni poco chiare”. Interviene così Maurizio Ferraioli responsabile per la regione Liguria dell’Italia dei Diritti sugli ulteriori sviluppi dell’inchiesta dei Carabinieri del Noe di Genova che coinvolge alcuni dipendenti dell’Arpal, i quali avrebbero favorito alcune società, operanti sul territorio ligure, presentando una situazione ambientale meno grave di quella reale. L'inchiesta è entrata nella seconda fase e presto, non è escluso questa settimana, scatteranno i primi interrogatori. Gli indagati sfileranno in procura per rispondere di accuse pesanti che spaziano dalla corruzione, al falso ideologico, all'abuso d'ufficio, all'omissione in atti d'ufficio. “Auspichiamo che i magistrati facciano al più presto luce sulla vicenda e che, se saranno accertate eventuali responsabilità, i colpevoli paghino. Soltanto in questo modo - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – l’ente potrà riacquistare la fiducia e il rispetto dei cittadini”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Alemanno dovrebbe essere capace di approntare un piano strategico migliore per i problemi della Capitale”
“L’amministrazione comunale guidata da Alemanno che oggi festeggia due anni di mandato, dovrebbe occuparsi della viabilità con un piano strategico migliore, che rassicuri e restituisca al cittadino romano un’immagine da cartolina”. Questa l’opinione di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in merito alle buche stradali di cui è costellata la città e ben visibili ai cittadini capitolini. Un’emergenza che, secondo le promesse del Campidoglio, dovrebbe essere presto risolta. Infatti, a due anni dal suo mandato Alemanno ha annunciato un piano straordinario da 50 milioni di euro. Soldà si domanda: “Come saranno investiti questi soldi chi supervisionerà il risultato dei lavori?”. Questi i quesiti abbastanza dibattuti, data la qualità della manutenzione sui 5500 chilometri di viabilità comunale. Guardrail fatiscenti, curve della morte, incroci rischiosi, segnaletica incompleta e per concludere le famose buche e crepe nell’asfalto. Questo è l’attuale quadro della viabilità pericolosa messo in evidenza dall’Ania, l’associazione delle società di assicurazione, battezzata sotto il nome ‘mappa dei black point’. Nella mappa dell’Ania, che è stata realizzata grazie al contributo dei cittadini della Capitale, le buche costituiscono la maggior parte dei pericoli. Erano 215 nel 2009, sono 243 oggi. Una stima che rende la Capitale una delle città più pericolose del Paese, quinta classificata secondo i dati censiti dall’Ania, in un elenco che vede prima Napoli e ultima Ferrara. “La giunta attuale – l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro – non deve soltanto fare demagogia, ma piuttosto deve rendere questa città più vivibile e sicura dal punto di vista della viabilità”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Se tale prassi è legittima facciamo sì che sia a conoscenza di tutti ma sarebbe meglio cambiare le regole”
“Se non c’è nulla di strano che le società di produzione legate a Berlusconi abbiano contratti milionari con la Rai è bene che si sappia, la trasparenza è un obbligo, invece certe cose vengono fuori solo scavando”. Questo il sarcastico commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, alla dichiarazione di Italo Bocchino all’indomani delle accuse mosse verso sua moglie circa il suo contratto di produzione con la Rai. Le polemiche, partite dall’articolo del quotidiano Il Giornale, hanno scatenato la reazione di Bocchino che ha dichiarato che finché non c’è una legge che vieta ai parenti dei politici di avere rapporti di lavoro con la Rai, è tutto in regola e che comunque lui stesso sarebbe d’accordo nel vagliare un codice morale basato su tale principio. “Ben venga allora questo codice etico – continua il vicepresidente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, per i concorsi pubblici vale la regola che i candidati non devono avere legami con i politici, estendere tale vincolo a coloro che hanno rapporti con settori strategici come quello della comunicazione legata al servizio pubblico, sarebbe un segnale di chiarezza e legittimità verso i cittadini”.
Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Troppe parole e pochi provvedimenti seri in una regione ignorata dalla politica nazionale”
“Il problema della disoccupazione in Sardegna è da sempre uno degli argomenti critici che interessano la nostra regione, a mio parere mai effettivamente affrontato come meriterebbe. Non si può pensare di risolvere con la bacchetta magica un così impegnativo disagio senza affrontarlo non solo nei molteplici e vari fattori che lo causano ma nemmeno nella sua globalità”. Queste le amare parole del viceresponsabile per la Sardegna dell’Italia dei Diritti, Franco Carta, in seguito all’allarmante dato, diffuso dall’Istat, dell’elevato tasso di disoccupazione nella regione, ben superiore alla media nazionale, che in alcune province raggiunge addirittura il 19%. La percentuale regionale è del 13,3%, la più elevata, insieme con Campania e Sicilia, rispetto al resto del Paese. “Purtroppo – spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - l’indirizzo generale che i nostri attuali governi, sia nazionale che regionale, hanno impostato nel loro ‘navigatore satellitare’ sembra condurre palesemente più a un voler disquisire sull’argomento, elargendo zollette propagandistiche per tener buoni i cittadini, piuttosto che affrontarlo sul serio. I dati di questa indagine sono più che chiari e di certo non imprevedibili. Non c’è da stupirsi sul fatto che man mano che si sale lungo l’isola il problema disoccupazione incrementi le proprie percentuali: a mio parere da sempre si è fatta distinzione fra figli e figliastri, avendo prioritariamente molto a cuore la zona del cagliaritano rispetto al resto dell’isola. E questo – conclude Carta –, sempre ragionando parallelamente al ‘si è fatto e si sta facendo comunque poco’, rende alcune province sarde bistrattate due volte, in quanto snobbate in una regione già ignorata dalla politica nazionale”.
Il responsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Si agisca seguendo i principi di eguaglianza sanciti dalla Costituzione e non secondo criteri di convenienza”
“Quanto accaduto è l’emblema dell’eterna contraddizione degli uomini della Lega che agiscono nelle realtà locali basandosi più su principi di convenienza che su un generale senso di equità”. Queste le prime crude parole del viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti, Antonino Lo Verde, sulla vicenda avvenuta nella provincia del Torrazzo, nel cremonese, dove il vicepresidente leghista della provincia ha negato il permesso di costruire una chiesa cristiano-ortodossa per consentire alla comunità romena di esercitare i propri riti religiosi. A generare ancora più polemiche, la presenza di un tempio Sikh per la comunità indù e di una moschea per i musulmani, nonché la posizione del sindaco Oreste Perri, del PdL, che invece è favorevole a concedere alla comunità romena la chiesa richiesta visto che è stato eletto anche con i loro voti. Prosegue perplesso l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Questa è la dimostrazione di come i leghisti mettano in atto diversi pesi e misure mediante simpatie e antipatie individuali basandosi più sulle opinioni personali che su concreti principi di uguaglianza. Così facendo arrivano al paradosso di favorire più la costruzione di una moschea piuttosto che luoghi di culto per i cristiano-ortdossi che sono europei e in teoria più vicini a noi in quanto seguaci di Gesù. Ogni religione, in base ai principi della Costituzione, ha pari dignità e diritti e non debbono essere fatte distinzioni per nessuna etnia, vicina o lontana dalla nostra cultura. In virtù di tale imprescindibile principio – conclude Lo Verde -, mi auguro che venga rispettato il diritto di queste persone e che la comunità romena abbia presto il suo luogo di culto al pari delle altre etnie presenti nella zona”.
Anna Aurisano, viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione del movimento: “Sugli assenti di lusso nessuno può fare la morale, servono provvedimenti decisi contro questo malcostume”
“L’assenteismo in aula è un fatto grave che non ha colorazioni politiche. Esso va stigmatizzato a prescindere con dure prese di posizione e provvedimenti seri ed efficaci”. Questo il duro commento della viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti Anna Aurisano in seguito alla sconfitta del Governo, battuto in aula alla Camera per un solo voto a causa delle numerose assenze degli esponenti del PdL, durante l’esame del disegno di legge sulla possibilità di ricorrere all’arbitrato per risolvere le controversie di lavoro che in precedenza non era stato firmato dal presidente della Repubblica Napolitano. Visti i lauti compensi dei politici, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro lancia un duro attacco al malcostume dell’assenteismo: “In un momento di generale crisi economico-sociale, in cui la gente normale perde il posto di lavoro e nella migliore delle ipotesi non arriva più neanche alla terza settimana del mese, bisognerebbe che ai deputati assenti senza giustificato motivo, oltre un certo numero di volte, non fosse più consentito di portare a termine il proprio mandato elettorale. E’ una questione morale e di rispetto dell’incarico fiduciario che i parlamentari ricevono dal loro elettorato. Venuta meno la fede nel rapporto elettore-eletto – conclude la Aurisano -, dovrebbe cessare anche il consistente flusso di denaro che gli italiani versano mensilmente ai loro onorevoli”.
Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità del movimento: “Strumentalizzare i malanni del paziente in base a quanto possono far guadagnare è scandaloso, i medici sono professionisti, non venditori a provvigione”
“E’ evidente che esiste una speculazione sanitaria che affiora dalla gestione della Sanità lombarda”. Questo il primo commento di Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, in seguito a quanto emerso dall’inchiesta del programma televisivo Report che ha messo in evidenza le ombre del tanto acclamato modello sanitario lombardo mostrando come al centro ci sia la logica del profitto anziché la salute dei cittadini. Persone sottoposte a interventi chirurgici non necessari, cartelle cliniche false o gonfiate, tutto ciò per ottenere rimborsi dalla Regione più cospicui. Prosegue sdegnato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Tutto ciò parte dal presupposto che un imprenditore come Rotelli ha in mano gran parte della Sanità della regione Lombardia perché proprietario di varie cliniche convenzionate. I privati come lui non mettono al centro la persona ma la capacità del paziente di far guadagnare l’ospedale e questo, oltre a non essere appropriato, è scandaloso. Se al centro ci fosse l’individuo – spiega Smiroldo - non ci sarebbero elevati guadagni né per la clinica, né per i medici, ricattati da contratti a provvigione o simili. Infatti, se la retribuzione di uno specialista non è più basata sul principio di colui che cura la persona, il dottore perde di vista il suo compito principale, i malati diventano solo un mezzo per arricchirsi e ci si dimentica che dietro c’è un essere umano che ha bisogno di aiuto, richiesta che viene così strumentalizzata. La malattia viene quindi quantizzata in termini economici. Per tutelare cittadini – chiosa amaramente Smiroldo - sarebbe opportuno rimettere al centro la persona e i suoi bisogni, non i compensi. Occorre poi fare contratti simili a quelli dei dipendenti pubblici vietando pagamenti a provvigioni o altri inquadramenti atipici. E’ assurdo considerare i medici come dei venditori, la Salute non è un business qualunque. Il problema è che se chi governa la sanità privata è d’accordo con i politici si crea l’anomalia che il controllato e il controllore sono concordi quindi viene meno la funzione di vigilanza delle istituzioni. Le parole di Rotelli sui rimborsi della Regione sono per me un pugno allo stomaco. Quelli - conclude Smiroldo - sono soldi nostri e dovrebbero essere usati per potenziare il pubblico e una Sanità che pone al centro l’individuo. Quello lombardo per me non è un modello da esportare perché non c’è vera competizione tra pubblico e privato come ad esempio avviene in Germania, Austria e altri paesi europei. Non vedo nessuna nota di merito se mezza Italia va a curarsi in Lombardia perché mancano strutture altrove, potremmo parlare di qualità se ci andassero i tedeschi, gli austriaci o gli svizzeri”.
Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Sono sempre i passeggeri a pagare le inefficienze, meno inaugurazioni e interventi concreti”
“Non e' possibile che le stazioni citate siano perennemente abbandonate mentre si impegnano cifre importanti per imponenti operazioni di marketing”. Questo l’aspro commento del responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti Giuseppe Criseo alla denuncia di molti cittadini milanesi, fatta al quotidiano il Corriere della Sera, sul pessimo stato di degrado di alcune stazioni ferroviarie del capoluogo lombardo tra cui quella di Porta Vittoria, l’ultima inaugurata. Gli abitanti nei pressi delle fermate lamentano la presenza di tossicodipendenti che si iniettano la dose, luoghi destinati a negozi abbandonati, corridoi lunghi e bui meta di disperati, risse frequenti e conseguenti disagi per cittadini e pendolari. Duro l’affondo dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Inutile organizzare pompose inaugurazioni con tanto di slogan mentre mancano o sono rotti addirittura i tabelloni che dovrebbero informare i passeggeri su arrivi, partenze e destinazioni. Purtroppo – conclude Criseo - sono sempre gli utenti che pagano le inefficienze, servono interventi concreti che rendano la vita di pendolari e residenti sicura e funzionale”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Massima chiarezza per il giovane pestato a sangue”
“Una brutta pagina della nostra storia. Bisogna punire queste orribili nefandezze commesse da chi dovrebbe ufficialmente servire lo Stato e quindi vanno individuate le responsabilità, per dare giustizia e dignità a tutte quelle persone che hanno subito delle gravi ingiustizie come questa”.
Questo il commento di Roberto Soldà, vicepresidente del movimento Italia dei Diritti, in riferimento al rinvio a giudizio per i sei medici dell’ospedale Pertini dove Stefano Cucchi, arrestato il 15 ottobre scorso, è deceduto sei giorni dopo di reclusione, picchiato e disidratato, con varie fratture al corpo provocate da maltrattamenti e lesioni. Per loro l’accusa è di omissioni e negligenze sotto il profilo della colpa professionale e l’abbandono di incapace. Inoltre la Procura ha disposto il rinvio a giudizio anche per le tre guardie carcerarie imputate di aver malmenato il giovane trentunenne provocandogli le ferite che lo hanno portato prima nel reparto ospedaliero, poi al decesso. La posizione degli agenti carcerari potrebbe alleviarsi a seguito delle perizie dei medici legali delegati dalla Procura. Infatti secondo fonti non confermate l’accusa di omicidio preterintenzionale sembra cadere per far posto a quella delle lesioni gravi. “Episodi come questo – conclude Soldà – ledono e offendono il decoro del nostro Paese”.
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “E’ giusto non continuare a sottrarre terreni coltivabili ma sfruttare le potenzialità del territorio”
Roma – “Con la netta opposizione al nucleare e alla ricerca di idrocarburi mediante trivellazione del parco marino delle Tremiti si prediligerà lo sviluppo dell’energia prodotta dalle biomasse”. Queste le parole di Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, in merito al discorso delle energie rinnovabili tenuto dal governatore Nichi Vendola all’inaugurazione della 61esima Fiera internazionale dell’Agricoltura di Foggia.
“La Puglia ad oggi – continua la Lusi – produce più del 50% dell’energia rinnovabile di tutto il Mezzogiorno e lo sviluppo delle biomasse affida un ruolo centrale all’agricoltura regionale. Ritengo infatti giusta la scelta del governatore di non continuare a sottrarre terreni coltivabili per l’impianto delle torri eoliche, ma di sfruttare le potenzialità del territorio quali agricoltura, sole e turismo. Il sogno condiviso da tutti i corregionali – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – è la solarizzazione della città con l’utilizzo dei pannelli solari per avere ospedali, scuole ed uffici pubblici che non paghino più la bolletta”.