Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità del movimento: “Strumentalizzare i malanni del paziente in base a quanto possono far guadagnare è scandaloso, i medici sono professionisti, non venditori a provvigione”
“E’ evidente che esiste una speculazione sanitaria che affiora dalla gestione della Sanità lombarda”. Questo il primo commento di Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, in seguito a quanto emerso dall’inchiesta del programma televisivo Report che ha messo in evidenza le ombre del tanto acclamato modello sanitario lombardo mostrando come al centro ci sia la logica del profitto anziché la salute dei cittadini. Persone sottoposte a interventi chirurgici non necessari, cartelle cliniche false o gonfiate, tutto ciò per ottenere rimborsi dalla Regione più cospicui. Prosegue sdegnato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Tutto ciò parte dal presupposto che un imprenditore come Rotelli ha in mano gran parte della Sanità della regione Lombardia perché proprietario di varie cliniche convenzionate. I privati come lui non mettono al centro la persona ma la capacità del paziente di far guadagnare l’ospedale e questo, oltre a non essere appropriato, è scandaloso. Se al centro ci fosse l’individuo – spiega Smiroldo - non ci sarebbero elevati guadagni né per la clinica, né per i medici, ricattati da contratti a provvigione o simili. Infatti, se la retribuzione di uno specialista non è più basata sul principio di colui che cura la persona, il dottore perde di vista il suo compito principale, i malati diventano solo un mezzo per arricchirsi e ci si dimentica che dietro c’è un essere umano che ha bisogno di aiuto, richiesta che viene così strumentalizzata. La malattia viene quindi quantizzata in termini economici. Per tutelare cittadini – chiosa amaramente Smiroldo - sarebbe opportuno rimettere al centro la persona e i suoi bisogni, non i compensi. Occorre poi fare contratti simili a quelli dei dipendenti pubblici vietando pagamenti a provvigioni o altri inquadramenti atipici. E’ assurdo considerare i medici come dei venditori, la Salute non è un business qualunque. Il problema è che se chi governa la sanità privata è d’accordo con i politici si crea l’anomalia che il controllato e il controllore sono concordi quindi viene meno la funzione di vigilanza delle istituzioni. Le parole di Rotelli sui rimborsi della Regione sono per me un pugno allo stomaco. Quelli - conclude Smiroldo - sono soldi nostri e dovrebbero essere usati per potenziare il pubblico e una Sanità che pone al centro l’individuo. Quello lombardo per me non è un modello da esportare perché non c’è vera competizione tra pubblico e privato come ad esempio avviene in Germania, Austria e altri paesi europei. Non vedo nessuna nota di merito se mezza Italia va a curarsi in Lombardia perché mancano strutture altrove, potremmo parlare di qualità se ci andassero i tedeschi, gli austriaci o gli svizzeri”.