Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Va accertato che tutte le norme siano state rispettate”
Napoli – Continuano gli accertamenti sul caso di Carlo Sansiviero, l’uomo di 69 anni deceduto lo scorso 3 maggio in seguito ad un malore occorsogli durante una Tac, cinque minuti dopo che gli era stato iniettato il liquido di contrasto. Sulla vicenda, avvenuta presso il centro di diagnostica nucleare "Sdn" di via Gianturco, a Napoli, la magistratura, come accade in simili casi, ha aperto un’inchiesta.
Oggi il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha inviato gli ispettori presso l'istituto per verificare l'appropriatezza delle procedure nella gestione clinico-assistenziale.
Intervenendo sulla questione, il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Manlio Caporale, ha dichiarato: “La prassi prevede che l’esame di contrasto possa dare effetti di anafilassi. Bisognerebbe garantire la presenza dell’anestesista in ogni struttura, eseguire accertamenti preliminari affinché il paziente possa effettuare l’esame in sicurezza garantendogli la presenza o almeno la reperibilità dell’anestesista”. Interrogandosi sul rispetto delle norme già esistenti, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro ha continuato: “Chiaramente ogni procedura chirurgica e farmacologica contiene in sé una componente di rischio. Questo tipo di esami sono gravati da incidenza bassissima ma quei casi, purtroppo, sono spesso mortali; ciò fa capire come i livelli di sicurezza debbano essere sempre accuratamente seguiti”.
Riguardo la tragedia accaduta al signor Sansiviero: “Se norme e protocolli previsti fossero stati rispettati si tratterebbe di fatalità, altrimenti, non sarebbe più una fatalità ma un errore e a pagare, purtroppo, sarebbe stato il paziente”.