Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “La soluzione è un documento di servizio ad hoc”
Roma – “In questo caso suggerisco di istituire la ‘patente di servizio’ di modo che qualora si infranga il codice stradale durante e per motivi di lavoro, si penalizzi questa e non quella usata nella vita privata”. Commenta in questa maniera Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, l’emendamento al disegno di legge sulla sicurezza stradale approvato dalla Commissione Lavori Pubblici del Senato secondo cui gli autisti delle ‘auto blu’ che infrangono le norme della strada, non devono vedersi sottratti i punti dalla patente, bensì da un permesso di guida speciale. “Perché non istituire le CQC? – domanda Soldà –. Anche in questo caso ci si può avvalere di immunità, come in tante altre professioni – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –. Sarebbe la soluzione più facile da adottare ma anche quella più giusta ed equa nei confronti di tutti quanti gli altri conducenti. Evitando favoritismi per alcune categorie piuttosto che per altre”.