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In Italia 3500 farmacie a rischio chiusura, l’analisi di Caporale

Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “La soluzione è un’organizzazione vera”

 

Nel corso della conferenza stampa ‘Manovra. Farmacie a rischio chiusura, italiani senza servizi’, Federfarma Lazio ha annunciato il rischio che la finanziaria varata dal Governo possa portare alla cessazione d’attività di circa 300 farmacie sulle oltre 1400 presenti nel territorio regionale. La denuncia si pone come emblematico esempio della crisi che interessa il settore a livello nazionale, dove di esercizi ne sarebbero a repentaglio circa 3500.

Sulla questione è intervenuto Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “La spesa farmaceutica è un grosso problema. Le multinazionali non investono nella ricerca  che richiede tempi e costi notevoli. Sovente, nei laboratori, si parte dall’analisi di molte molecole delle quali pochissime diventano medicinali per il commercio. La ricerca non costituisce motivo d’impresa poiché il brevetto scade in pochi anni. Non possiamo dimenticare tuttavia che, se da una parte la caduta del monopolio e la diffusione dei generici limano gli investimenti, dall’altra recano innumerevoli benefici. Le scoperte diventano patrimonio dell’umanità”.

La  Federfarma, che è attiva dal 1969 e rappresenta gli oltre 16.000 esercizi  privati convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, si è dichiarata disponibile a fare  la propria parte in termini di sacrifici, auspicando uno sforzo condiviso da tutti i protagonisti della filiera del farmaco quali industrie, grossisti e farmacie.

Spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro: “Vi è anche un problema di rimborsi economici, di stoccaggio e accordi con lo Stato, spesso in ritardo nei pagamenti, il quale non  restituendo regolarmente pone gli esercenti  in una situazione di oneroso scoperto. La soluzione risiede in  un nuovo approccio, una differente gestione della filiera del medicinale. In Italia - conclude Caporale – ancora paghiamo la confezione; fornendo invece al paziente, come accade negli Usa, soltanto il dosaggio dei farmaci necessari per la terapia prescrittagli, si avrebbe un notevole risparmio. Occorre una mediazione che integri pubblico e privato.

Non è il caso di gridare allo scandalo. La soluzione è un’organizzazione vera”.

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