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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Italia da Terzo Mondo per numero donne manager, il commento della Lusi

La responsabile per le Pari Opportunità  dell’Italia dei Diritti: “Nel nostro paese c’è una discriminazione nascosta, figlia di retaggi culturali che vedono il ruolo della donna più legato alla famiglia che non al mondo del lavoro ”

 

Roma – Secondo quanto emerso dalla ricerca "Donne: motore per lo sviluppo e la competitività" effettuata da Gea - Consulenti Associati, e svolta su un campione di 1.800 medie e grandi aziende italiane per la Fondazione Belisario, nelle imprese italiane le donne manager sono soltanto il 6,9 % contro il 35 % dei paesi più avanzati. “Nonostante anni di lotte femministe e la presenza sempre più numerosa delle donne nel mondo del lavoro – ha detto Patrizia Lusi responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti – in Italia i ruoli di responsabilità continuano ad essere degli uomini. Il dato che emerge dalla ricerca fatta dalla Gea – Consulenti Associati, tuttavia, contraddice altre percentuali che ci dicono ad esempio che le donne con un istruzione medio alta sono più numerose degli uomini”.

 

Delle regioni italiane l’Abruzzo è il fanalino di coda con soltanto l’1,9 % di donne manager presenti nelle sue aziende, dietro alla Sicilia (2,5%), al Trentino Alto Adige (2,7%) e alla Calabria (3,9%), che la precedono nelle ultime posizioni. La maglia rosa per presenza femminile spetta al Piemonte  con l’8,4%, seguito dal Lazio e dalla Toscana con l’8,2%. “Nel nostro paese – ha proseguito la responsabile del movimento guidato Antonello De Pierro – esiste una discriminazione nascosta nei confronti delle donne dovuta, ritengo, a vecchi retaggi culturali, che assegnano alle donne un ruolo specifico più legato alla famiglia e meno al mondo del lavoro”.

 

Per le famiglie del Lazio mare sempre più salato, l’indignazione di Marinelli

Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “I cittadini sono costretti a pagare quello che appartiene alla collettività

Roma – Trascorrere una giornata sul litorale laziale ogni anno ha un costo maggiorato per i cittadini della Capitale. Stando alle ultime inchieste, una famigliola media, di tre componenti, assicurandosi a malapena il minimo indispensabile per passare un giorno al mare, arriva a spendere circa 40 euro.

Sul piede di guerra le associazioni dei consumatori che denunciano aumenti complessivi di oltre il 2 % , fino quasi al 5 % per un ombrellone. Ironiche, che non nascondono indignazione le parole di Vittorio Marinelli responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti : “Fanno bene gli stabilimenti balneari ad aumentare i prezzi, così finalmente i poveri gestori riusciranno perlomeno a sopravvivere. Sembra infatti dalle ultime dichiarazione dei redditi che i poveri esercenti, che tanto fanno par la collettività, guadagnano poi solamente 10900 euro, non al giorno, come a chiunque verrebbe da pensare, bensì all’anno.10900 annuali, facendo le varie operazioni aritmetiche da un reddito per questi benefattori dell’umanità di 30, 27 euro al giorno. Rimane quindi il dubbio di capire come mai queste imprese sembrino floride quando, visti gli incassi scandalosi, il percepire un reddito così modesto porterebbe qualsiasi amministratore all’obbligo di consegnare i libri in tribunale per le dichiarazioni di fallimento”.

 

Scegliere una soluzione spartana sembra l’unico modo di arginare gli aumenti, più l’impianto è elegante e maggiore è il rischio di trovarsi di fronte a sorprese sgradevoli. I clienti possono difendersi osservando i tariffari, sebbene non tutti gli esercenti rispettino le regole, ben 59 infrazioni sono infatti state segnalate per mancata esposizione dei prezzi, oppure optando  per i giorni feriali e le ore pomeridiane, quando i prezzi subiscono un calo, scelta però  difficilmente praticabile per gran parte dei nuclei famigliari romani.

 

“Il concetto di bene comune – prosegue Marinelli –  sempre più s’affievolisce fino a sparire nella nostra società , a partire dall’acqua passando anche per la privatizzazione del demanio i cittadini sono costretti  a pagare quello che appartiene invece alla collettività. Nello specifico ci si stupisce di come le spiagge libere non siano ancora più affollate di quanto già dovrebbero essere. Arenili dove si entra e , come è giusto che sia, non si spende una lira, anzi un euro. Farebbero bene quindi, i consumatori – conclude con una punta di sarcasmo, l’esponente laziale del movimento presieduto da Antonello de Pierro –   a scegliere solo queste spiagge onde consentire ai gestori di evitare lo sforzo di andare in tribunale, permettendo il fallimento automatico delle imprese di balneazione”.

 

 

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Dell’Utri condannato a 7 anni per associazione mafiosa, il commento di Girlando

Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Dopo questa sentenza non può esserci più dubbio sui rapporti mafia-poltica”

 

Roma – “Una sentenza che rappresenta un capitolo importante degli ultimi venti anni di storia del paese”. Così Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, commenta la notizia della sentenza, da parte della Corte d’Appello di Palermo, che condanna a sette anni di carcere il senatore Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. In secondo grado la pena detentiva è stata ridotta di due anni, dal momento che il parlamentare del Pdl è stato assolto per le condotte contestate, commesse dopo il 1992, “perché il fatto non sussiste”. Per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, la pronuncia del giudice rappresenta senz’altro un punto di svolta per le inchieste riguardanti la stagione delle stragi di mafia: “E’ la dimostrazione inequivocabile delle connivenze che vi sono state tra criminalità organizzata e politica, gestite e mediate dal fondatore di un partito garante degli interessi della cupola mafiosa”. Esprimendo perplessità circa il non utilizzo delle importanti rivelazioni fatte da Massimo Ciancimino e Gaspare Spatuzza e chiedendo pronte dimissioni di Dell’Utri dall’incarico di senatore della Repubblica, il responsabile per la Giustizia conclude auspicando che la condanna di Dell’Utri “sia di impulso per le procure di Firenze, Palermo e Caltanissetta a proseguire le inchieste, affinché emerga finalmente la verità che manca da vent’anni”.

Italia dei Diritti saluta Aldo Giuffré, il ricordo della Nieddu

La responsabile per i Beni Culturali del movimento nazionale: “Una grave perdita per il panorama teatrale e cinematografico italiano”

 

 

Roma – Si è spento a Roma all’età di 86 anni Aldo Giuffré, attore teatrale e cinematografico deceduto dopo un’operazione per una peritonite all’ospedale San Filippo Neri. Italia dei Diritti, nella persona della responsabile per i Beni Culturali Anna Nieddu, intende manifestare la propria vicinanza a tutta la famiglia Giuffré, in particolare al fratello Carlo, con il quale Aldo, di cui intendiamo fornire un ricordo sentito, lavorò per tanti anni: “Quella di Aldo Giuffré – commenta la Nieddu – è una grave perdita per il panorama teatrale e cinematografico italiano, specialmente in un momento in cui per motivi anagrafici tanti grandi personalità ci stanno lasciando orfani di figure di alta levatura. Di Aldo Giuffré voglio ricordare non solo la carriera più nota, che ha toccato picchi incredibili come le collaborazioni con Visconti, De Filippo, Strehler, De Sica o Sergio Leone, ma anche i suoi inizi radiofonici.  Non molti sanno che fu proprio Giuffré ad annunciare alla radio la fine della Seconda Guerra Mondiale il 25 aprile 1945, e anche l’inaugurazione della seconda rete Rai venne presentata da lui. A renderlo così grande è stato anche il basso profilo con cui ha vissuto la sua invidiabile carriera teatrale; dichiarava di non essere mai voluto entrare nei salotti buoni del teatro italiano, come testimoniano le critiche che mosse nei confronti di Eduardo De Filippo, che considerava un drammaturgo non proprio eccellente, nonostante fosse tra i nomi con cui collaborò per più tempo. Dopo aver lasciato il teatro si dedicò alla scrittura e all’insegnamento, che riteneva importantissimi perché fonti di trasmissione della nostra cultura alle nuove generazioni. Voglio concludere citando uno dei suoi romanzi che ricordo con piacere: ‘I Coviello’, in cui parla del dopoguerra nella provincia italiana, di cui mette in luce paure e speranze evidenziando la malinconia dell’essere un teatrante puro e l’impossibilità, quasi fosse una condanna, di uscire dalla provincia intesa non solo come luogo fisico ma anche come forma mentis. Una grave scomparsa – conclude la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – a cui Italia dei Diritti non può che guardare con rammarico”.

Diventano legge i tagli alla lirica, l’indignazione della Nieddu

La responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti: “I tagli del ministro Bondi sono inaccettabili”

 

Roma – Dopo una seduta durata circa due ore, ieri è definitivamente passato al Senato il contestato decreto Bondi, divenuto legge, che si prefigge di aggiustare i bilanci delle fondazioni Liriche che gestiscono 14 teatri e concretamente opererà numerose restrizioni tra cui quelle alle assunzioni. Con 150 voti favorevoli , Pdl e Lega, e l’impossibilità di fare ostruzionismo, per chi come l’Idv, si dichiara contrario al provvedimento.
“Senz’altro è una cosa deprecabile,- commenta Anna Nieddu la responsabile per i Beni Culturali dell’Italia dei Diritti – gravissima, che purtroppo si allinea nella linea politica generale dei tagli alla cultura. Ritengo si dovrebbero individuare altri settori in cui tagliare, non certo nel welfare e nei beni culturali, tutto sommato la cultura è la trasmissione di un patrimonio alle future generazioni, della nostra identità. Andrebbero riviste molte situazioni per evitare sprechi nel settore, come provvedere al monitoraggio e valutare il reale impatto nel settore di molte manifestazioni e premi di vario genere prima di erogare fondi. I tagli del ministro Bondi sono inaccettabili.”

Continuano anche le proteste dei lavoratori de "La Scala", che hanno suonato in piazza, a Milano sotto i portici, arie famose, esponendo striscioni contro il sindaco Moratti, accusata di non aver preso posizione sui fatti. Cartelloni polemici con scritte come "No alla cosca, si alla Tosca" oppure "E' l'ennesima Traviata del Governo” anche dal partito di Antonio di Pietro.
“Le reazioni sono giustificate, - prosegue la Nieddu – , la cosa macroscopica è che non possono portare a nulla. L’attuale maggioranza di governo va, talvolta, sotto in parlamento, sovente sugli stessi decreti, evidentemente c’è una maggiore partecipazione e convergenza da parte delle opposizioni su precisi temi. La protesta – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro – va fatta soprattutto politicamente nelle istituzioni. Un senso di impotenza ci arriva da questo Governo, deciso anche se il paese si fermasse, a non rivedere in nessun modo le proprie decisioni. I partiti e i loro esponenti devono rendere concreto il malcontento della gente”.

Italia dei Diritti saluta Aldo Giuffré, il ricordo della Nieddu

La responsabile per i Beni Culturali del movimento nazionale: “Una grave perdita per il panorama teatrale e cinematografico italiano”

 

 

Roma – Si è spento a Roma all’età di 86 anni Aldo Giuffré, attore teatrale e cinematografico deceduto dopo un’operazione per una peritonite all’ospedale San Filippo Neri. Italia dei Diritti, nella persona della responsabile per i Beni Culturali Anna Nieddu, intende manifestare la propria vicinanza a tutta la famiglia Giuffré, in particolare al fratello Carlo, con il quale Aldo, di cui intendiamo fornire un ricordo sentito, lavorò per tanti anni: “Quella di Aldo Giuffré – commenta la Nieddu – è una grave perdita per il panorama teatrale e cinematografico italiano, specialmente in un momento in cui per motivi anagrafici tanti grandi personalità ci stanno lasciando orfani di figure di alta levatura. Di Aldo Giuffré voglio ricordare non solo la carriera più nota, che ha toccato picchi incredibili come le collaborazioni con Visconti, De Filippo, Strehler, De Sica o Sergio Leone, ma anche i suoi inizi radiofonici.  Non molti sanno che fu proprio Giuffré ad annunciare alla radio la fine della Seconda Guerra Mondiale il 25 aprile 1945, e anche l’inaugurazione della seconda rete Rai venne presentata da lui. A renderlo così grande è stato anche il basso profilo con cui ha vissuto la sua invidiabile carriera teatrale; dichiarava di non essere mai voluto entrare nei salotti buoni del teatro italiano, come testimoniano le critiche che mosse nei confronti di Eduardo De Filippo, che considerava un drammaturgo non proprio eccellente, nonostante fosse tra i nomi con cui collaborò per più tempo. Dopo aver lasciato il teatro si dedicò alla scrittura e all’insegnamento, che riteneva importantissimi perché fonti di trasmissione della nostra cultura alle nuove generazioni. Voglio concludere citando uno dei suoi romanzi che ricordo con piacere: ‘I Coviello’, in cui parla del dopoguerra nella provincia italiana, di cui mette in luce paure e speranze evidenziando la malinconia dell’essere un teatrante puro e l’impossibilità, quasi fosse una condanna, di uscire dalla provincia intesa non solo come luogo fisico ma anche come forma mentis. Una grave scomparsa – conclude la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – a cui Italia dei Diritti non può che guardare con rammarico”.

La Piredda boccia gli aumenti autostradali previsti nella manovra

La responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti: “Misure che colpiscono solo chi ha già sofferto a causa della crisi economica”

 

Roma – “Ennesima dimostrazione di come questa manovra economica, lungi dal tagliare in maniera intelligente, colpisca solo i ceti medio – bassi su cui già grava il peso della recente crisi economica”. La responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti Maruska Piredda lancia l’allarme in merito all’aumento dei pedaggi autostradali previsto nella legge finanziaria. I rincari scatteranno il 1 Luglio e saranno di due tipi: il primo prevede una maggiorazione forfettaria di 1 euro per auto e motoveicoli, e 2 euro per camion; nel secondo caso invece l’aumento sarà da 1 a 3 millesimi di euro per chilometro per le classi di pedaggio A e B e le classi 3, 4 e 5, su tutte le autostrade d'Italia. Non saranno oggetto di pedaggio il Grande Raccordo Anulare di Roma e la Roma – Fiumicino, ma il rialzo dei prezzi colpirà chi vi transiterà in entrata e in uscita dalla capitale utilizzando uno dei raccordi autostradali di collegamento. “Un aumento palesemente penalizzante nei confronti dei tanti pendolari che ogni giorno si recano a Roma per lavoro – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – a cui si somma anche il taglio dei fondi al trasporto ferroviario nell’ambito degli accordi tra Regioni e Ferrovie dello Stato; senza contare poi che tale provvedimento avrà effetti anche sui prezzi dei generi alimentari trasportati su gomma. Il delicato momento economico sicuramente impone una certa austerità – conclude la Piredda – ma questi ulteriori balzelli non aiuteranno il paese ad uscire dalla crisi, serviranno solo a mettere in ginocchio le famiglie già in difficoltà”.

Italia dei Diritti fa asfaltare via di Dragone a Roma

Il presidente del movimento nazionale Antonello De Pierro non si accontenta: “Necessario estendere i lavori a tutta la zona in questione”

 

 

Roma – L’Italia dei Diritti porta a casa l’ennesima vittoria. Il movimento nazionale guidato da Antonello De Pierro, che tempo fa si era mosso insistentemente al fine di ottenere il rifacimento del manto stradale di via di Dragone e di diverse vie del XIII Municipio, ha visto ripagare i propri sforzi. La strada succitata il 22 giugno è stata totalmente riasfaltata, con somma soddisfazione di tutti i residenti che a dispetto di un dislivello dei tombini ancora eccessivo, possono finalmente percorrere una via priva di buche e toppe. Positivo il commento di Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti: “Meglio tardi che mai – ha dichiarato –. È assurdo che quanto dovrebbe essere di normale amministrazione per una giunta municipale e in particolar modo per un assessorato ai lavori pubblici, debba vedere prima l’intervento di noi dell’Italia dei Diritti affinché i cittadini riescano finalmente a ottenere quello che dovrebbe essere un diritto sacrosanto, ossia il poter camminare in tranquillità sulle strade senza incorrere in incidenti causati dal manto stradale dissestato. Per qualche tempo, dopo aver ricevuto tante segnalazioni da parte dei residenti della zona e nostri sostenitori, abbiamo sperato che l’assessore Amerigo Olive prendesse i dovuti provvedimenti per far sì che via di Dragone, ridotta ormai a un colabrodo come la grande maggioranza delle strade del XIII Municipio,  fosse messa in sicurezza; poi – continua De Pierro –, visto che dal municipio giungeva soltanto il solito immobilismo, siamo dovuti intervenire per far sì che l’opinione pubblica fosse informata sullo stato delle cose. Circa un mese e mezzo fa siamo venuti a conoscenza del prossimo rifacimento del manto stradale di via di Dragone, ma prima di poter gridare alla vittoria abbiamo preferito aspettare che il tutto fosse realizzato. Naturalmente continueremo a vigilare, dacché quella è una strada che viene percorsa quotidianamente da centinaia di bambini che si recano a scuola, e ci auguriamo soltanto che il materiale usato garantisca una buona tenuta per un accettabile lasso di tempo, sperando così di non doverci ritrovare presto a lanciare gli stessi allarmi. Approfitto dell’occasione per ricordare  all’assessore Olive che l’opera non può limitarsi solo a via di Dragone, perché se ci si addentra nelle relative traverse ci si accorge immediatamente del pericolo a cui sono esposti pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti. Ci auguriamo pertanto che quello di via di Dragone non sia stato solo un intervento per salvare la faccia e auspichiamo il rifacimento del manto stradale di tutta la zona di Dragona, una delle più dissestate del XIII Municipio, anche a giudicare dalle segnalazioni che ci pervengono quotidianamente. Se ciò non fosse – conclude ironicamente il presidente del movimento nazionale – si potrebbe sostituire l’infelice proposta di ospitare il Gran Premio di Formula1 nella pineta di Ostia, avanzata da Alessandro Onorato, con un più coerente e appassionante rally tra le strade in questione”.

Regione Abruzzo taglia 8 Comunità Montane, la critica della Del Fallo

La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Che ne sarà di tutti i servizi sociali prima garantiti dagli enti montani?”

 

Pescara – “Una ridefinizione territoriale senza alcuna logica”. Telegrafico e polemico il commento di Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, circa la decisione del Consiglio regionale di abolire otto comunità montane, portandone il numero da 19 a 11. Il provvedimento, votato in assemblea favorevolmente da Pdl e Pd, è stato invece aspramente criticato dall’Idv, in quanto ritenuto un escamotage formale, buono per attuare le linee guida del Governo centrale, ma che non risolve il problema del taglio degli enti territoriali e la razionalizzazione economica. Un’opposizione cui si associa la Del Fallo: “ C’è un’assoluta mancanza di logica nei criteri stabiliti per ridefinire l’assetto territoriale e l’accorpamento dei Comuni. Ci ritroveremo con enti formati da paesi montani e marittimi anche molto distanti, e che pertanto avranno poche possibilità di interagire tra loro”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro giudica “superficiale, frettoloso e a senso unico” l’operato della Regione Abruzzo: “Preoccupati di mettere al più presto in atto le linee dettate da Roma, gli amministratori regionali non hanno neanche ritenuto opportuno convocare i rappresentanti delle Comunità montane o quantomeno valutare le loro istanze. Da membro di un movimento a difesa del cittadino quale l’Italia dei Diritti – conclude la viceresponsabile per l’Abruzzo – non posso fare a meno di chiedermi che fine faranno tutti quei servizi, in primis nel campo dell’assistenza sociale, prima garantiti dalle comunità montane”

 

A rischio 112 posti di lavoro nei canili comunali romani, Di Cosmo lancia l’allarme

Il responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti:“Siamo al fianco dei lavoratori”

 

Roma - “La convinzione politica dell’amministrazione Alemanno prosegue imperterrita verso il vicolo cieco che sta delineando giorno dopo giorno. Nel caso specifico poi, non solo si va a colpire la fascia dei lavoratori socialmente utili, mettendo intere famiglie per strada, ma addirittura l’incoscienza è oramai tale che si sta creando un allarme cani che non ha precedenti in questa città. Basta fare un semplice giro fra i canili romani per notare le strutture fatiscenti  nelle quali sono ospitati i poveri animali. Cani e gatti che non hanno cibo a sufficienza per sopravvivere degnamente, e si assiste senza battere ciglio alla loro travagliata fine”.

 

Queste le parole con cui il responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti, Marco Di Cosmo, ha voluto dare il proprio sostegno all’Associazione Volontari Canile di Porta Portese (AVCPP) che gestisce 4 strutture comunali di accoglienza degli animali (Muratella, ex Poverello, Valle dei Cuccioli ed alcuni servizi presso l’ex Cinodromo).

Lo scorso gennaio, l’Ufficio Tutela e Benessere degli Animali del comune di Roma ha tagliato del 20% la Convenzione in essere con l’AVCPP, ridotta ora a 280 mila euro.

Immediata l’apertura da parte dell’associazione dello stato di crisi. In mancanza di un accordo sindacale per la possibilità di concordare contratti di solidarietà, e in mancanza di un intervento da parte del Comune per rivedere le proprie posizioni, lo stato di crisi si concluderà con il licenziamento collettivo di 101 dipendenti a tempo indeterminato e di 11 a tempo determinato.

 

 

“A nome di tutto il movimento esprimo piena solidarietà ai volontari dell’associazione in questione – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – Per quanto complicato possa essere invito loro a stringere i denti di fronte a questi soprusi quotidiani per il bene degli animali. Siamo al loro fianco nel sostenere questa causa dai risvolti inquietanti e in merito alla quale qualcuno dovrà fare i conti con la propria coscienza”.

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