La viceresponsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Sono fermamente convinta che Pisanu abbia gli elementi validi per pronunciare simili affermazioni”
Roma - “Anche se non esistono le prove penali in grado di certificare le responsabilità, tuttavia se ne parla da tempo immemore e ci sono seri professionisti che se ne occupano, su tutti i magistrati e le procure di Palermo e Caltanissetta, per esempio, che hanno riaperto inchieste e processi sui crimini della mafia”. Lo ha affermato Manuela Bellantuoni, viceresponsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, auspicando che “il cerchio si stringa il più possibile al fine di fare piena luce sui fatti”. Le sue parole fanno riferimento alla relazione storico-politica presentata ieri da Giuseppe Pisanu, presidente della Commissione parlamentare antimafia, in cui si fa riferimento a “qualcosa di simile” a una trattativa tra Stato e Cosa Nostra. Infatti, secondo la dettagliata ricostruzione del senatore Pisanu, basata su indagini e inchieste relative ai delitti e alle stragi di mafia del biennio ‘92-‘93, “è ragionevole ipotizzare che si sia verificata una convergenza di interessi tra Cosa Nostra, altre organizzazioni criminali, logge massoniche segrete, pezzi deviati delle istituzioni, mondo degli affari e della politica”.
Sempre in tema di pericolosi e inquietanti legami tra istituzioni e criminalità organizzata, la Bellantuoni ritiene che la recente condanna in appello di Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa “sia un’ulteriore conferma degli intrecci con la politica, sebbene il senatore del PdL sia stato assolto per i fatti successivi al 1992, quasi a voler dire che si può essere mafiosi ‘a singhiozzo’, cioè in tempi determinati ma non continuativi”.
Quanto alle dichiarazioni di Pisanu “sono fermamente convinta che, al di là di tutto, abbia gli elementi validi per pronunciare simili affermazioni che dovrebbero indurre tutti a riflettere”, ha scandito ancora l’esponente del dipartimento Giustizia dell’organizzazione extraparlamentare che fa capo ad Antonello De Pierro.