Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Dopo questa sentenza non può esserci più dubbio sui rapporti mafia-poltica”
Roma – “Una sentenza che rappresenta un capitolo importante degli ultimi venti anni di storia del paese”. Così Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, commenta la notizia della sentenza, da parte della Corte d’Appello di Palermo, che condanna a sette anni di carcere il senatore Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. In secondo grado la pena detentiva è stata ridotta di due anni, dal momento che il parlamentare del Pdl è stato assolto per le condotte contestate, commesse dopo il 1992, “perché il fatto non sussiste”. Per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, la pronuncia del giudice rappresenta senz’altro un punto di svolta per le inchieste riguardanti la stagione delle stragi di mafia: “E’ la dimostrazione inequivocabile delle connivenze che vi sono state tra criminalità organizzata e politica, gestite e mediate dal fondatore di un partito garante degli interessi della cupola mafiosa”. Esprimendo perplessità circa il non utilizzo delle importanti rivelazioni fatte da Massimo Ciancimino e Gaspare Spatuzza e chiedendo pronte dimissioni di Dell’Utri dall’incarico di senatore della Repubblica, il responsabile per la Giustizia conclude auspicando che la condanna di Dell’Utri “sia di impulso per le procure di Firenze, Palermo e Caltanissetta a proseguire le inchieste, affinché emerga finalmente la verità che manca da vent’anni”.