Il responsabile per la Provincia di Salerno dell’Italia dei Diritti: “Questo dramma mi desta preoccupazione, poiché anche altri esponenti politici potrebbero seguire la stessa sorte”
La responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti: “Sono indignata. La Cattolica è una risorsa per tutto il territorio regionale”
Campobasso – E’ di qualche giorno fa la notizia che il Governatore del Molise Michele Iorio vorrebbe ridurre del 45% il budget assegnato alla struttura ospedaliera dell’Università Cattolica con sede a Campobasso, poiché sostiene che i costi di gestione della sanità molisana sono eccessivi e occorre quindi mettere in campo un piano drastico di revisione e di contenimento dei costi. Se il Centro dovesse chiudere si tornerà ai cosiddetti viaggi della speranza per curarsi fuori Regione.
Anna Aurisano, la responsabile del Molise dell’Italia dei Diritti lancia un appello a Iorio: “Presidente, ascolti i cittadini molisani tutti, che vedono nel centro medico della Cattolica di Campobasso un polo d’eccellenza per il Molise, e per tutto il centro sud e un presidio altamente specializzato in determinate patologie, tra cui un centro medico oncologico rivolto alle donne”.
La rappresentante dell’Italia dei Diritti sposa le richieste formulate dal comitato spontaneo Pro cattolica e annuncia: “Scenderemo insieme in piazza a Campobasso martedì 14 settembre alle ore 17.30 per chiedere a Iorio di revocare le disposizioni del Decreto 2 agosto n. 53, che assegna alla struttura un budget complessivo di soli 33, 896 milioni di euro ed una riduzione drastica delle prestazioni erogabili. Chiediamo la formulazione di un piano sanitario che preveda una corretta integrazione tra tutte le strutture sanitarie del territorio, che tuteli esclusivamente gli interessi del paziente”. Sono certa - sottolinea e conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che Iorio ascolterà le voci dei molisani e tornerà indietro sui suoi passi”.
Appello del responsabile romano dell’Italia dei Diritti a «agire insieme alle amministrazioni locali, anche per evitare emergenze umanitarie»
Roma – Bibbidi-bobbidi-bu: si può risolvere un problema vecchio decenni nell’arco di sette giorni, parola di Gianni Alemanno, sindaco. Entro una settimana Roma non ospiterà più campi nomadi abusivi. A pochi giorni – era il 27 agosto – dal tragico rogo nel campo di Via Morselli in cui è morto un bambino di tre anni, il primo cittadino della Capitale annuncia il repentino sgombero di circa 200 insediamenti irregolari.
«Queste sono sparate di impatto mediatico che poi finiscono col creare enormi problemi alle amministrazioni locali – commenta Alessandro Calgani, responsabile romano dell’Italia dei Diritti – perché costringono ad azioni che non vengono preliminarmente concordate come dovrebbero».
Per primi saranno sgombrati i campi ritenuti più pericolosi, anche (ma non solo) dal punto di vista igienico – sanitario.
«Non abbiamo nulla in contrario alla messa in sicurezza di strutture precarie – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – purché non si creino agglomerati – ghetto, inutili ed inumani».
Alla politica dei muscoli si contrappone quella della testa, del dialogo. «Spesso le polemiche circa il tasso di criminalità nei quartieri che ospitano i campi sono strumentali – continua Calgani – la verità è che spesso nascono per mancanza di dialogo e concertazione con le amministrazioni dei municipi e con la popolazione residente».
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Finalmente siamo all’epilogo di una compassionevole legislatura, che anziché risolvere i problemi del Paese è abituata a perseguire il proprio tornaconto”
Roma – Al termine del lungo vertice notturno nella villa di Arcore, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi hanno deciso all’unanimità che chiederanno un incontro con il capo dello Stato per chiedere formalmente che il presidente della Camera lasci immediatamente la sua carica istituzionale. In riferimento all’attuale crisi di maggioranza e alle varie schermaglie politiche arrivate ormai al limite dell’indecenza, è intervento Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Finalmente siamo all’epilogo di una compassionevole legislatura, che anziché risolvere i problemi del Paese è abituata a perseguire il proprio tornaconto, poiché è evidente che l’odierna classe politica è viziata e vogliosa di potere. Vorrei porre l’accento piuttosto sui problemi reali del Paese, quali la disoccupazione o il debito pubblico”. Secondo i leader Pdl e Lega, il presidente della Camera sarebbe incompatibile e non più super partes. L’esponente del Carroccio sicuro di stravincere al nord chiede inoltre un immediato ritorno alle urne, proponendo una scadenza a fine novembre, idea questa non condivisa dal Cavaliere, il quale vorrebbe far ricadere interamente su Fini la responsabilità di un ritorno alle urne. “Spero che si arrivi al più presto a una decisione sensata - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - da parte del Governo in carica, e lo chiedo non soltanto come membro di un movimento che si batte quotidianamente alla difesa e alla tutela dei cittadini, ma come onesto elettore che pretende di essere rappresentato in maniera decorosa”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti parla di «attacco antidemocratico» da parte del servizio pubblico
Roma – «Ma che bella idea di servizio pubblico ha Minzolini – tuona Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – fregatene dell’informazione e sbatti il mostro in prima pagina. Purtroppo il direttore ha già dato prova di simili atteggiamenti, cosa ci si può aspettare?».
Primo canale della televisione di Stato, prima serata. In luogo del telegiornale va in onda una fiction: Marcello Dell’Utri, già condannato per mafia, va giù duro contro Antonio di Pietro. Senza contraddittorio, senza replica, senza interruzione. «è inammissibile – rincara la dose Soldà – una tale spocchia, una così incredibile prosopopea nei confronti del presidente di un partito che da sempre è in prima fila nella difesa dei diritti di tutti i cittadini, senza eccezioni. Di Pietro, però, sembra non avere grande spazio sulla televisione di Stato. Invece non ha problemi a trovarlo un personaggio sul quale sono state scritte, in negativo, pagine e pagine di cronache giudiziarie».
Pancho Pardi, capogruppo Idv in commissione Vigilanza, e il portavoce del partito Leoluca Orlando hanno annunciato un esposto. «Non può essere concepita una così assoluta mancanza di democrazia nel servizio pubblico – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – si tratta di un servizio dei contribuenti, pagato dai contribuenti. E deve rappresentare tutti, a prescindere dal credo politico».
La viceresponsabile Pari Opportunità Italia dei Diritti: “E’fuori da ogni logica civile accettare ciò”
Roma – Non si ferma la protesta civile per chiedere all’Iran di annullare la condanna alla lapidazione per Sakineh Ashtiani , che in queste ore sta avendo luogo in molte città d’Italia.
Una presa di posizione ferma è stata assunta dalla viceresponsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, Francesca Scoleri: “Il dramma che sta vivendo questa donna è la risposta migliore che il mondo civile può dare al colonnello Gheddafi secondo il quale nell'Islam è trattata coi guanti bianchi. E' fuori da ogni logica umana anche il solo concepire la possibilità – continua l’esponente del movimento extraparlamentare presieduto da Antonello De Pierro - che questa donna subisca questa condanna, figuriamoci il verificarsi di ciò. Bisogna infrangere le porte del barbaro accanimento che nell'Iran e in gran parte nel mondo islamico celano violenza, soprusi e umiliazioni a carico delle donne. Dobbiamo invocare libertà, dobbiamo invocare 'rispetto' per il genere femminile”. In tempi in cui il “Re d’Africa” Gheddafi è ricevuto in pompa magna dal nostro Premier, la Scoleri ci offre un valido spunto di riflessione: “Quale Paese può sedere intorno ad un tavolo dove si parla di diritti umani quando nel retrobottega della sua realtà permette simili azioni?".
In conclusione, la Scoleri fa notare l'incoerenza esistente tra le dimostrazioni di dissenso delle parlamentari del Popolo della Libertà e quelle sconsolanti di Gheddafi che tiene simposi sul Corano a giovani, avvenenti e stipendiate ragazze.
Il responsabile per la Tutela dei Consumatori del’Italia dei Diritti:”La sentenza del Consiglio di Stato mi sembra ben poca cosa rispetto all’atavica carenza di servizi pubblici con cui i romani devono fare i conti tutti i giorni”
Roma – Il Consiglio di Stato ha confermato la sospensione dei rincari dei pedaggi sui caselli autostradali d’immissione al Gra disposta dal Tar del Lazio, respingendo il ricorso presentato dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dall’Anas. Il balzello era stato già sospeso dal 5 agosto scorso a seguito del ricorso presentato dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti, che per primo si era mosso contro la decisione del Governo di aumentare i pedaggi ricorrendo al tribunale regionale.”Siamo di fronte al condannato a morte a cui si dà la possibilità di scegliere come farla finita – ha detto Vittorio Marinelli responsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti – perché il pedaggio sul Gra sarebbe stato l’ennesima vessazione per quei dannati che ogni giorno impiegano due o tre ore del loro tempo per recarsi a lavoro. Purtroppo a differenza degli antenati amministratori, che avrebbero creato una rete ferroviaria adeguata, gli attuali saccheggiatori della cosa pubblica hanno lasciato alle greggi dei trattori di campagna, tra cui anche il raccordo anulare, definito addirittura grande”.
La decisione oltre al plauso del presidente Zingaretti ha riscosso il consenso delle associazioni dei consumatori e dei comuni dell’hinterland romano che fin dall’inizio si erano dichiarati contrari al provvedimento che sarebbe andato a pesare sulle tasche dei pendolari.”Chiunque faccia un confronto con le altre capitali europee come Madrid – ha proseguito nella polemica l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – si rende conto di quanto questo risulti essere impietoso. Basti pensare alle 11 linee della metropolitana, ai tre raccordi anulari, e alle autostrade urbane presenti nella capitale spagnola. Ciò premesso, poca cosa appare la conferma del Consiglio di Stato della sentenza del Tar, quando qualsiasi pendolare baratterebbe il pedaggio in cambio delle 11 linee metropolitane che i romani si possono anche sognare”.
“Quelle del sindaco sono parole al vento, appaiono come un contentino per i cittadini”
Roma – Il sindaco di Roma Alemanno e l’assessore al Commercio Bordoni avrebbero trovato l’accordo sullo stanziamento necessario affinchè il 50% dei maxi cartelloni abusivi venga rimosso. Si ricorda, tuttavia, analoga promessa risalente a tre mesi fa. Sarà la volta buona o si tratta di una mossa tattica per prendere tempo?
Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Vittorio Marinelli, esprime un’opinione molto chiara al riguardo: “Dopo il tentativo di privatizzazione dell’acqua sarà la volta del vento perché proprio quest’ultimo, il vento, è un altro bene comune prossimo ad essere devastato dai novelli Attila che trovano in Alemanno un esemplare eclatante. Non solo l’acqua infatti o il vento o altri beni comuni, - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – subiscono le aggressioni di queste mani rapaci, ma anche il 'guardo' che tanto aveva entusiasmato Leopardi, il quale se si trovasse oggi a mirare il famoso colle, potrebbe decantare le bontà dell’ultima mutanda o dell’utilitaria che fa diventare leone l’ultimo 'meschino' e le altre idiozie che i sedicenti esperti di marketing elaborano ogni giorno. Parole quindi al vento quelle di Alemanno che nell’economia globale necessita di bombardare le coscienze collettive con i famigerati loghi. Nell’economia deviata, o meglio nella diseconomia – continua Marinelli – le facezie dell’Attila capitolino, la cui immagine continua ancora a rinvenirsi sui muri della Capitale a distanza di due anni dalle ultime elezioni appare semplicemente un contentino ai cittadini infuriati che forse ricordano come, per buttarla in retorica, la grandezza di Roma, duemila anni fa, si basava proprio sul bene pubblico che era quel qualcosa che appartiene collettività e non dei palazzinari e 'mutandari' di oggi”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“Mi auguro di cuore che queste persone siano presto ricompensate. Il rispetto per l’anziano è essenziale, in una società in cui domina una forte crisi di valori.”
Roma - Il Comune di Roma ritarda il rimborso spese per 2.000 nonni-vigili aderenti al progetto Un amico per la città, il servizio di vigilanza volto al controllo del traffico davanti alle scuole durante il periodo scolastico e promosso dall’assessorato capitolino alle politiche sociali, il quale prevede come ricompensa buoni pasto per i pensionati volontari. In merito all’ennesima vicenda a danno delle fasce più deboli, incalza Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’amministrazione comunale guidata da Alemanno dovrebbe porre rimedio a questi spiacevoli episodi a danno di persone oneste che tutelano l’incolumità dei bambini, ed è vergognoso che il progetto in questione venga vanificato per colpa di chi viene meno al suo dovere”.
A pochi giorni dalla ripresa delle attività scolastica, i volontari senior promettono a malincuore di abbandonare il progetto sopra citato, in quanto lamentano la mancata erogazione dei buoni pasto di maggio e di giugno. “Mi auguro di cuore – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che queste persone siano presto ricompensate. Il rispetto per l’anziano è essenziale, in una società in cui domina una forte crisi di valori e in un momento di forte regressione economica.”
La Responsabile Scuola e Istruzione dell’Italia dei Diritti: “E’ una manovra inaccettabile e inefficace”
Roma – Nella conferenza stampa di ieri il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha dichiarato che la Scuola non riuscirà ad assorbire i duecentomila precari attuali, gelando così le speranze dei supplenti che nei giorni scorsi si sono resi protagonisti di manifestazioni a Roma, di fronte al Ministero e in tutta Italia presso le Prefetture. Aggiunge inoltre la Gelmini che questi esuberi sono causa delle scellerate politiche sull’assunzione ereditate dalle precedenti Gestioni, e non dal Governo in carica.
“Tutto ciò è inaccettabile – tuona Annalisa Martino Responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti – i precari in lista d’attesa sono stati previsti perché ce n’è realmente necessità. Bisogna ricordare che non sono stati assunti per beneficenza in quanto sono vincitori di concorso pubblico oppure hanno frequentato l’ormai abolita SSISS”.
Un invito viene lanciato dall’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro a ponderare con attenzione il problema di un’informazione televisiva univoca che lancia i comunicati ministeriali come diktat senza garantire un onesto contradditorio con l’opposizione e le categorie sociali interessate. Non esente da colpe, sarebbe, inoltre, inteso il comportamento latitante dei sindacati.
“Il problema della non assunzione di precari comporta – aggiunge la Martino – una cattiva distribuzione del monte ore assegnato alle principali materie di studio, pur di non assumere un’unità docente in più, causando nella continuità didattica evidenti interruzioni”.
“La scuola deve, nella sua missione sociale fondamentale, garantire il rispetto dei principi costituzionali di efficacia e meritocrazia, cosa che con l’attuale Esecutivo non abbiamo e non avremo”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“Mi auguro di cuore che queste persone siano presto ricompensate. Il rispetto per l’anziano è essenziale, in una società in cui domina una forte crisi di valori.”
Roma - Il Comune di Roma ritarda il rimborso spese per 2.000 nonni-vigili aderenti al progetto Un amico per la città, il servizio di vigilanza volto al controllo del traffico davanti alle scuole durante il periodo scolastico e promosso dall’assessorato capitolino alle politiche sociali, il quale prevede come ricompensa buoni pasto per i pensionati volontari. In merito all’ennesima vicenda a danno delle fasce più deboli, incalza Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’amministrazione comunale guidata da Alemanno dovrebbe porre rimedio a questi spiacevoli episodi a danno di persone oneste che tutelano l’incolumità dei bambini, ed è vergognoso che il progetto in questione venga vanificato per colpa di chi viene meno al suo dovere”.
A pochi giorni dalla ripresa delle attività scolastica, i volontari senior promettono a malincuore di abbandonare il progetto sopra citato, in quanto lamentano la mancata erogazione dei buoni pasto di maggio e di giugno. “Mi auguro di cuore – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che queste persone siano presto ricompensate. Il rispetto per l’anziano è essenziale, in una società in cui domina una forte crisi di valori e in un momento di forte regressione economica.”