La viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti:”Attendo fiduciosa le indagini della magistratura ma chi ha sbagliato dovrà pagare. Certi episodi non sono ammissibili”
Roma – A Policoro in provincia di Matera una donna di 32 anni è morta di parto dopo aver dato alla luce due gemelli. L’azienda sanitaria di Matera ha avviato prontamente un’inchiesta per ricostruire tutti gli accadimenti della vicenda, mentre il ministro della Salute Ferruccio Fazio, e l’assessore regionale lucano alla sanità Attilio Martorano hanno concordato un’ispezione congiunta presso l’ospedale per fare chiarezza sull’accaduto. “Attendo fiduciosa le indagini della magistratura – ha detto Antonella Aprile, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti – ma è evidente che mi aspetto che chi ha sbagliato paghi. Non è ammissibile che ancora oggi un evento lieto come la nascita di un bambino debba trasformarsi in una tragedia”
In attesa che tutti gli elementi vengano chiariti, il direttore generale dell’Azienda sanitaria di Matera, Vito Gaudiano, ha disposto la sospensione in via cautelare del medico che ha eseguito l’intervento ed ha incontrato i familiari della vittima, assicurando loro il massimo impegno per accertare al più presto i fatti, e le eventuali responsabilità per il decesso della donna. “Purtroppo – ha concluso l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – negli ultimi tempi si stanno verificando diversi casi di mala sanità, e questo non fa che minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle strutture sanitarie del paese, generando nelle persone paura e sconforto. Le risorse a disposizione non sono molte, la crisi si fa sentire, e questi episodi negativi finiscono purtroppo per gettare un ombra su tutto il sistema”.
La responsabile cittadina dell’Italia dei Diritti:”Il continuo passaggio di competenze alla protezione civile sta togliendo ai vigili le risorse necessarie per agire sul territorio”
Roma – Il giorno dopo il nubifragio che martedì sera ha messo in ginocchio la città di Genova, è arrivato il grido d’allarme del comandante regionale dei vigili del fuoco, Michele Ferraro, il quale ha affermato che in caso di alluvione la Liguria non ce la farebbe da sola a far fronte all’emergenza ed avrebbe bisogno dell’aiuto di uomini e mezzi provenienti da altre regioni. “Nelle situazioni di pericolo – ha detto Antonella Silipigni la responsabile cittadina dell’Italia dei Diritti – si verifica puntualmente un problema di competenze tra la protezione civile, a cui secondo il comune spetterebbe di dovere d’intervento, e i vigili del fuoco, chiamati a risolvere le emergenze e a soccorrere i cittadini che hanno bisogno di aiuto. Questo a mio avviso genera confusione ed inficia la capacità d’azione sul territorio”.
Negli ultimi dieci anni, secondo quanto emerge dai dati in possesso del sindacato regionale della Cgil, le squadre dei vigili del fuoco di Genova sono state ridotte quasi della metà con un decremento complessivo su base provinciale di 100 unità, e un numero di effettivi che è sceso da 650 a 550 uomini. “Il passaggio di competenze che si è avuto negli ultimi anni dai vigili del fuoco alla protezione civile – ha concluso la responsabile del movimento guidato da Antonello de Pierro – ha pesantemente ridotto la capacità d’intervento e di azione dei vigili che nel tempo hanno visto diminuire le risorse a loro disposizione, e quindi i loro effettivi, e il loro raggio di azione. Penso, che sarebbe stato molto meglio creare una sinergia tra i due corpi invece di togliere costantemente professionalità ad uno a discapito dell’altro”.
La viceresponsabile Pari Opportunità Italia dei Diritti: “E’fuori da ogni logica civile accettare ciò”
Roma – Non si ferma la protesta civile per chiedere all’Iran di annullare la condanna alla lapidazione per Sakineh Ashtiani , che in queste ore sta avendo luogo in molte città d’Italia.
Una presa di posizione ferma è stata assunta dalla viceresponsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, Francesca Scoleri: “Il dramma che sta vivendo questa donna è la risposta migliore che il mondo civile può dare al colonnello Gheddafi secondo il quale nell'Islam è trattata coi guanti bianchi. E' fuori da ogni logica umana anche il solo concepire la possibilità – continua l’esponente del movimento extraparlamentare presieduto da Antonello De Pierro - che questa donna subisca questa condanna, figuriamoci il verificarsi di ciò. Bisogna infrangere le porte del barbaro accanimento che nell'Iran e in gran parte nel mondo islamico celano violenza, soprusi e umiliazioni a carico delle donne. Dobbiamo invocare libertà, dobbiamo invocare 'rispetto' per il genere femminile”. In tempi in cui il “Re d’Africa” Gheddafi è ricevuto in pompa magna dal nostro Premier, la Scoleri ci offre un valido spunto di riflessione: “Quale Paese può sedere intorno ad un tavolo dove si parla di diritti umani quando nel retrobottega della sua realtà permette simili azioni?".
In conclusione, la Scoleri fa notare l'incoerenza esistente tra le dimostrazioni di dissenso delle parlamentari del Popolo della Libertà e quelle sconsolanti di Gheddafi che tiene simposi sul Corano a giovani, avvenenti e stipendiate ragazze.
Il responsabile per l’informazione dell’Italia dei Diritti commenta le esternazioni del presidente Rai:« Minzolini, ha espresso una sua opinione». Valicando i limiti del buon gusto
Roma – La domanda è di quelle che difficilmente avranno risposta nel tutto sommato breve periodo della storia dell’uomo. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove siamo diretti? «Quante volte i direttori della rete pubblica hanno valicato non solo i limiti dell’informazione, ma anche i limiti della decenza e della morale? E con essi altri direttori e conduttori?» Brunetto Fantauzzi, responsabile per l’informazione dell’Italia dei Diritti, interviene nel vivo delle polemiche tra il presidente Rai Paolo Garimberti ed il direttore del tg1 Augusto Minzolini, accusato di non garantire adeguatamente il pluralismo politico. In un editoriale durante l’edizione di prima serata di ieri sera Minzolini sottolineava – in polemica politica con il cosiddetto gruppo dei finiani – la necessità di tornare alle urne per evitare logoramenti politici, e si appellava al capo dello Stato al fine di evitare «ribaltoni» istituzionali.
«Garimberti è un politico che fa politica – ribadisce l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – rispetta la propria fazione attaccando il direttore del tg1. Certo, con l’ultima esternazione di Augusto Minzolini si pone un grave problema di opportunità politica, e di buon gusto. Essendo il direttore della più seguita testata nazionale, ha il dovere di pesare le parole che dice».
Informazione e politica seguono rotte diverse, traiettorie distinte. Differenti stelle polari. «La dignità dei giornalisti, da un lato. Il rispetto dei cittadini dall’altro – sottolinea fortemente Fantauzzi – devono coesistere. L’eventuale censura al direttore del tg1 equivale a mortificare la libertà di informazione. La stessa libertà così pesantemente compromessa dai referenti politici ai quali fa evidentemente riferimento Augusto Minzolini».
“Quelle del sindaco sono parole al vento, appaiono come un contentino per i cittadini”
Roma – Il sindaco di Roma Alemanno e l’assessore al Commercio Bordoni avrebbero trovato l’accordo sullo stanziamento necessario affinchè il 50% dei maxi cartelloni abusivi venga rimosso. Si ricorda, tuttavia, analoga promessa risalente a tre mesi fa. Sarà la volta buona o si tratta di una mossa tattica per prendere tempo?
Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Vittorio Marinelli, esprime un’opinione molto chiara al riguardo: “Dopo il tentativo di privatizzazione dell’acqua sarà la volta del vento perché proprio quest’ultimo, il vento, è un altro bene comune prossimo ad essere devastato dai novelli Attila che trovano in Alemanno un esemplare eclatante. Non solo l’acqua infatti o il vento o altri beni comuni, - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – subiscono le aggressioni di queste mani rapaci, ma anche il 'guardo' che tanto aveva entusiasmato Leopardi, il quale se si trovasse oggi a mirare il famoso colle, potrebbe decantare le bontà dell’ultima mutanda o dell’utilitaria che fa diventare leone l’ultimo 'meschino' e le altre idiozie che i sedicenti esperti di marketing elaborano ogni giorno. Parole quindi al vento quelle di Alemanno che nell’economia globale necessita di bombardare le coscienze collettive con i famigerati loghi. Nell’economia deviata, o meglio nella diseconomia – continua Marinelli – le facezie dell’Attila capitolino, la cui immagine continua ancora a rinvenirsi sui muri della Capitale a distanza di due anni dalle ultime elezioni appare semplicemente un contentino ai cittadini infuriati che forse ricordano come, per buttarla in retorica, la grandezza di Roma, duemila anni fa, si basava proprio sul bene pubblico che era quel qualcosa che appartiene collettività e non dei palazzinari e 'mutandari' di oggi”.
Il responsabile per la Provincia di Salerno dell’Italia dei Diritti: “Questo dramma mi desta preoccupazione, poiché anche altri esponenti politici potrebbero seguire la stessa sorte”
La Responsabile Scuola e Istruzione dell’Italia dei Diritti: “E’ una manovra inaccettabile e inefficace”
Roma – Nella conferenza stampa di ieri il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha dichiarato che la Scuola non riuscirà ad assorbire i duecentomila precari attuali, gelando così le speranze dei supplenti che nei giorni scorsi si sono resi protagonisti di manifestazioni a Roma, di fronte al Ministero e in tutta Italia presso le Prefetture. Aggiunge inoltre la Gelmini che questi esuberi sono causa delle scellerate politiche sull’assunzione ereditate dalle precedenti Gestioni, e non dal Governo in carica.
“Tutto ciò è inaccettabile – tuona Annalisa Martino Responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti – i precari in lista d’attesa sono stati previsti perché ce n’è realmente necessità. Bisogna ricordare che non sono stati assunti per beneficenza in quanto sono vincitori di concorso pubblico oppure hanno frequentato l’ormai abolita SSISS”.
Un invito viene lanciato dall’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro a ponderare con attenzione il problema di un’informazione televisiva univoca che lancia i comunicati ministeriali come diktat senza garantire un onesto contradditorio con l’opposizione e le categorie sociali interessate. Non esente da colpe, sarebbe, inoltre, inteso il comportamento latitante dei sindacati.
“Il problema della non assunzione di precari comporta – aggiunge la Martino – una cattiva distribuzione del monte ore assegnato alle principali materie di studio, pur di non assumere un’unità docente in più, causando nella continuità didattica evidenti interruzioni”.
“La scuola deve, nella sua missione sociale fondamentale, garantire il rispetto dei principi costituzionali di efficacia e meritocrazia, cosa che con l’attuale Esecutivo non abbiamo e non avremo”.
La responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti: “Sono indignata. La Cattolica è una risorsa per tutto il territorio regionale”
Campobasso – E’ di qualche giorno fa la notizia che il Governatore del Molise Michele Iorio vorrebbe ridurre del 45% il budget assegnato alla struttura ospedaliera dell’Università Cattolica con sede a Campobasso, poiché sostiene che i costi di gestione della sanità molisana sono eccessivi e occorre quindi mettere in campo un piano drastico di revisione e di contenimento dei costi. Se il Centro dovesse chiudere si tornerà ai cosiddetti viaggi della speranza per curarsi fuori Regione.
Anna Aurisano, la responsabile del Molise dell’Italia dei Diritti lancia un appello a Iorio: “Presidente, ascolti i cittadini molisani tutti, che vedono nel centro medico della Cattolica di Campobasso un polo d’eccellenza per il Molise, e per tutto il centro sud e un presidio altamente specializzato in determinate patologie, tra cui un centro medico oncologico rivolto alle donne”.
La rappresentante dell’Italia dei Diritti sposa le richieste formulate dal comitato spontaneo Pro cattolica e annuncia: “Scenderemo insieme in piazza a Campobasso martedì 14 settembre alle ore 17.30 per chiedere a Iorio di revocare le disposizioni del Decreto 2 agosto n. 53, che assegna alla struttura un budget complessivo di soli 33, 896 milioni di euro ed una riduzione drastica delle prestazioni erogabili. Chiediamo la formulazione di un piano sanitario che preveda una corretta integrazione tra tutte le strutture sanitarie del territorio, che tuteli esclusivamente gli interessi del paziente”. Sono certa - sottolinea e conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che Iorio ascolterà le voci dei molisani e tornerà indietro sui suoi passi”.
Appello del responsabile romano dell’Italia dei Diritti a «agire insieme alle amministrazioni locali, anche per evitare emergenze umanitarie»
Roma – Bibbidi-bobbidi-bu: si può risolvere un problema vecchio decenni nell’arco di sette giorni, parola di Gianni Alemanno, sindaco. Entro una settimana Roma non ospiterà più campi nomadi abusivi. A pochi giorni – era il 27 agosto – dal tragico rogo nel campo di Via Morselli in cui è morto un bambino di tre anni, il primo cittadino della Capitale annuncia il repentino sgombero di circa 200 insediamenti irregolari.
«Queste sono sparate di impatto mediatico che poi finiscono col creare enormi problemi alle amministrazioni locali – commenta Alessandro Calgani, responsabile romano dell’Italia dei Diritti – perché costringono ad azioni che non vengono preliminarmente concordate come dovrebbero».
Per primi saranno sgombrati i campi ritenuti più pericolosi, anche (ma non solo) dal punto di vista igienico – sanitario.
«Non abbiamo nulla in contrario alla messa in sicurezza di strutture precarie – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – purché non si creino agglomerati – ghetto, inutili ed inumani».
Alla politica dei muscoli si contrappone quella della testa, del dialogo. «Spesso le polemiche circa il tasso di criminalità nei quartieri che ospitano i campi sono strumentali – continua Calgani – la verità è che spesso nascono per mancanza di dialogo e concertazione con le amministrazioni dei municipi e con la popolazione residente».
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Finalmente siamo all’epilogo di una compassionevole legislatura, che anziché risolvere i problemi del Paese è abituata a perseguire il proprio tornaconto”
Roma – Al termine del lungo vertice notturno nella villa di Arcore, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi hanno deciso all’unanimità che chiederanno un incontro con il capo dello Stato per chiedere formalmente che il presidente della Camera lasci immediatamente la sua carica istituzionale. In riferimento all’attuale crisi di maggioranza e alle varie schermaglie politiche arrivate ormai al limite dell’indecenza, è intervento Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Finalmente siamo all’epilogo di una compassionevole legislatura, che anziché risolvere i problemi del Paese è abituata a perseguire il proprio tornaconto, poiché è evidente che l’odierna classe politica è viziata e vogliosa di potere. Vorrei porre l’accento piuttosto sui problemi reali del Paese, quali la disoccupazione o il debito pubblico”. Secondo i leader Pdl e Lega, il presidente della Camera sarebbe incompatibile e non più super partes. L’esponente del Carroccio sicuro di stravincere al nord chiede inoltre un immediato ritorno alle urne, proponendo una scadenza a fine novembre, idea questa non condivisa dal Cavaliere, il quale vorrebbe far ricadere interamente su Fini la responsabilità di un ritorno alle urne. “Spero che si arrivi al più presto a una decisione sensata - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - da parte del Governo in carica, e lo chiedo non soltanto come membro di un movimento che si batte quotidianamente alla difesa e alla tutela dei cittadini, ma come onesto elettore che pretende di essere rappresentato in maniera decorosa”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti parla di «attacco antidemocratico» da parte del servizio pubblico
Roma – «Ma che bella idea di servizio pubblico ha Minzolini – tuona Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – fregatene dell’informazione e sbatti il mostro in prima pagina. Purtroppo il direttore ha già dato prova di simili atteggiamenti, cosa ci si può aspettare?».
Primo canale della televisione di Stato, prima serata. In luogo del telegiornale va in onda una fiction: Marcello Dell’Utri, già condannato per mafia, va giù duro contro Antonio di Pietro. Senza contraddittorio, senza replica, senza interruzione. «è inammissibile – rincara la dose Soldà – una tale spocchia, una così incredibile prosopopea nei confronti del presidente di un partito che da sempre è in prima fila nella difesa dei diritti di tutti i cittadini, senza eccezioni. Di Pietro, però, sembra non avere grande spazio sulla televisione di Stato. Invece non ha problemi a trovarlo un personaggio sul quale sono state scritte, in negativo, pagine e pagine di cronache giudiziarie».
Pancho Pardi, capogruppo Idv in commissione Vigilanza, e il portavoce del partito Leoluca Orlando hanno annunciato un esposto. «Non può essere concepita una così assoluta mancanza di democrazia nel servizio pubblico – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – si tratta di un servizio dei contribuenti, pagato dai contribuenti. E deve rappresentare tutti, a prescindere dal credo politico».