Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Il mio auspicio è che ora il Parlamento abolisca anche le Province, considerate la massima espressione dell’ente inutile”
Roma – Dopo la notizia che il Consiglio regionale pugliese ha approvato la chiusura definitiva di tutte le comunità montane, predisponendo un fondo di oltre due milioni di euro per il 2010, volto a pagare gli stipendi dei dipendenti in attesa di una ricollocazione presso altre strutture, Luciano Pisanello, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, commenta così: “Si tratta di un primo atto importante che deve essere accompagnato da altri, cercando di ridurre al minimo gli sprechi dell’intero apparato amministrativo. Le comunità montane sono enti farraginosi che si accavallano ai Piccoli Comuni, i quali permettono ai loro amministratori di ricoprire doppie e triple cariche con conseguenti benefici ai loro portafogli. Ovviamente – prosegue l’esponente regionale del movimento creato da Antonello De Pierro –, visto che la legge 3 dicembre 1971, n. 1102, concede la possibilità ai Comuni di costituirsi in comunità montane anche se sono in zona ‘parzialmente montana’, in alcuni casi è bastata la presenza sul territorio di conformazioni simili ad un cavalcavia per giustificarne l’appartenenza, come è successo a Palagiano, situato a soli 39 metri sul livello del Mar Ionio. È bene ora effettuare per i lavoratori di tali comunità una ricollocazione seria all'interno di altre strutture pubbliche, che forniscano veri servizi alla cittadinanza rendendo la Pubblica amministrazione una macchina più efficiente in grado di dare risposte più celeri al cittadino”.
L’iniziativa del Governatore Nichi Vendola di sopprimere le comunità montane pugliesi, in alcuni casi sorte a causa della partitocrazia e della lottizzazione del potere, e spesso fonti di sperpero di denaro pubblico, può fungere da volano per tutta una serie di altri provvedimenti. “Il mio auspicio – chiude Pisanello – è ora quello di vedere l’eliminazione effettiva da parte del Parlamento anche delle Province, considerate la massima espressione dell’ente inutile”.
La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti:“ Controlli più rigorosi sui professionisti selezionati”
Catanzaro - Sono scattate a Cosenza le manette per Francesco Niglio, psichiatra incaricato dal giudice del lavoro del Tribunale del capoluogo calabrese di curare le pratiche per l’ottenimento dell’indennità di accompagnamento. L’analista è stato fermato dalla Guardia di Finanza dopo che l’ultima delle sue pazienti, trovatasi di fronte alla richiesta di 5000 euro per l’esito positivo della domanda, ha deciso di denunciarlo alle forze dell’ordine e in seguito collaborare affinché venisse colto sul fatto.
“Siamo ancora costretti a sopportare la vergogna per un nuovo episodio di malasanità, questa volta inserito in un contesto dove la legalità deve essere a ogni costo preservato dal malcostume”. Queste le parole della responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti Pamela Aroi, che aggiunge: Il ruolo del medico arrestato è di arbitrare e garantire l’aiuto pubblico agli onesti cittadini, nonché di rappresentare una «longa manus» del giudice senza ovviamente approfittare del ruolo gettando ombre sulla validità dello Stato
Mi aspetto controlli più rigorosi sui professionisti selezionati creando magari albi più rigorosi e – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – proponendo ai cittadini una doverosa dimostrazione di una politica sociale onesta e per questo finalmente utile”.
La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Servono più controlli nei pubblici uffici”
L’Aquila – “Quanto accaduto conferma come un maggior controllo all’interno di tutti gli uffici pubblici sia doveroso, perché è risaputo che viga un regime di ‘laissez-faire’ che può dar vita a episodi analoghi”. Così Barbara Del Fallo, responsabile per la Regione Abruzzo dell’Italia dei Diritti, commenta l’arresto di una sessantatreenne di Chieti, dipendente di Poste Italiane, che in pochi anni è riuscita a sottrarre oltre 750.000 euro a ignari risparmiatori attraverso un sistema sofisticato che l’impiegata metteva in atto a contabilità chiusa, evitando così di modificare il bilancio di cassa di fine giornata.
Le vittime della frode fortunatamente sono già state risarcite da Poste Italiane, verso cui la responsabile abruzzese del movimento presieduto da Antonello De Pierro esprime il dovuto plauso: “Non posso che essere contenta di quest’azione tempestiva da parte di Poste Italiane – conclude la Del Fallo –, ma credo che si dovrebbe agire a monte con un regime di controllo più capillare, perché aver accumulato un capitale così oneroso significa aver agito indisturbati per anni”.
Il responsabile per la provincia di Salerno dell’Italia dei Diritti attacca l’immobilità della politica nel non affrontare il gravissimo problema
Napoli, 10 febbraio 2010 – Dopo l’ennesimo incidente avvenuto sulla statale 18, meglio nota come “Cilentana”, costato la vita a due uomini, l’Italia dei Diritti interviene ancora una volta per denunciare l’estrema pericolosità della via attraverso le parole indignate del suo responsabile per la provincia di Salerno Aniello D’Angelo: E’ una situazione vergognosa per la quale accuso direttamente l’assessore provinciale alla Viabilità Marcello Feola che già qualche settimana fa, dopo un altro sinistro letale aveva messo a disposizione 400 mila euro per la messa in sicurezza di questo cimitero a cielo aperto. Tutt’oggi, come evinto dalle cronache locali, la situazione e’ invariata
Io stesso - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - ho fatto un appello al ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli ma nulla è accaduto. Chiedo ora al presidente Napolitano l’immediata chiusura di questa strada che sembra”non esser mai stata collaudata”. I veri responsabili di queste morti – conclude amaramente D’angelo - sono i politici che si permettono il lusso di non metterla in sicurezza".
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Si trasformerà in una nicchia lobbistica”
Roma – Dopo l’approvazione in Senato del decreto legge che dà il via libera alla trasformazione della Protezione Civile in una società per azioni a capitale interamente pubblico, il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà alza la voce: “La Protezione Civile, per sua struttura, in questi anni ha già utilizzato l’ordinanza relativa ai casi di emergenza con una facilità incredibile. E’ vero che il territorio italiano è in molte zone a rischio idrogeologico, ma negli ultimi anni l’utilizzo dell’ordinanza di protezione civile è stato smisurato rispetto a quelli precedenti; questo significa che c’è spreco di risorse pubbliche. Il personale, tra l’altro, è assunto in emergenza, non per pubblici concorsi, secondo una logica volta a utilizzare le risorse umane in maniera non trasparente. Non si sa perché si debba creare questa nicchia lobbistica – incalza il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – tramutando la Protezione Civile in una società per azioni che, in barba agli oneri di trasparenza di tutti gli uffici pubblici d’Italia, godrà di privilegi ad hoc”.
Intanto le proteste dilagano su tutta la penisola e in particolar modo all’Aquila, dove è stato indetto per sabato il “No Bertolaso Day” contro il decreto legge che, qualora fosse approvato definitivamente anche in Parlamento, affiderà al capo della Protezione Civile sia le responsabilità amministrative, sia quelle politiche, fino al 31 dicembre 2010.
Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti:“ Non mi appare così complesso distinguere l’effetto benefico dall’ abuso privato”
L’Aquila -Via libera dal tribunale di Avezzano alla somministrazione gratuita della marijuana per la cura della sclerosi multipla. Secondo il giudice Elisabetta Pierazzi, vista l’inefficacia dei farmaci prodotti in Italia proposti dai dottori, e in rispetto all’articolo 32 della Costituzione che sancisce il diritto del cittadino alla salute, è nei diritti del malato assumere senza costi alcuni un farmaco ricavato dalla cannabis e per questo prodotto al di fuori dai confini nazionali, per scopo medico e soprattutto per alleviare i dolori derivanti dalla malattia cronica.
A tal proposito il responsabile per la Sanità del’Italia dei Diritti Manlio Caporale commenta: ”La marijuana è comunemente considerata una droga, ma più precisamente lo sono anche il valium e la morfina. Quando però da essa è ricavato un farmaco che permette la cura di un degente, allora rientra perfettamente nella tipologia delle erbe medicinali. Lo scopo della scienza medica – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - sta nel testare e proporre le sostanze idonee alla salvaguardia della persona nella pienezza della dignità e dei diritti personali. Non mi appare così complesso – conclude – distinguere l’effetto benefico in relazione all’efficacia farmacologica dall’abuso privato, aspetto opinabile che non può essere considerato quale deterrente per il progresso sanitario”.
Roma – I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Grosseto hanno messo sotto inchiesta 61 persone nell’ambito dell’operazione “Golden rubbish”, grazie alla quale è stato scoperto un maxi traffico di rifiuti tossici in tutta la Penisola. Oltre un milione di tonnellate tra scarti di produzione industriale contaminati dal mercurio, terra proveniente da bonifiche di distributori di carburanti e bombolette contenenti gas propano che veniva stoccato e smaltito in Emilia, Toscana e Trentino come rifiuti ordinari. A organizzare il sistema era un'azienda grossetana, l'Agrideco, che falsificava le analisi modificando la natura dei rifiuti per poi accordarsi con gestori dei siti e trasportatori. Tra i suoi venti clienti anche la multinazionale Procter&Gamble e i gruppi industriali Lucchini e Marcegaglia, fondato, quest’ultimo, dal padre della numero uno di Confindustria Emma, ora indagato.
“Come al solito siamo davanti all'ennesimo scandalo all'italiana”, ha commentato Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti. “Episodi come questo – spiega – si susseguono ripetutamente nel nostro Paese, a dimostrare come gli errori commessi in passato non siano serviti a nulla. Gli interessi economici continuano a essere la preoccupazione principale di industriali e imprenditori che non capiscono la pericolosità delle loro azioni e le conseguenze gravissime per la salute del nostro pianeta e di chi ci vive. Il fatto appare ancora più grave se si considera l'operato di questo governo che ha più volte affermato la diligenza e la completa riuscita delle operazioni di bonifica durante l'emergenza rifiuti. Dopo le navi dei veleni non ci sorprende più sapere della presenza di personalità legate al potere imprenditoriale di un governo ipocrita e doppiogiochista in uno scandalo del genere. Ormai è routine in un Paese che deve confermare la sua nomea di intrallazzatore mondiale. A ogni modo – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – non posso esimermi dal fare il doveroso plauso alle forze dell'ordine”.
La responsabile per la provincia di Pisa dell’Italia dei Diritti:“ Classica tragi-commedia all’italiana”
Firenze - L’amministrazione comunale di Montopoli Valdarno, cittadina nella provincia pisana, per 2 anni ha ricevuto ripetute richieste per l’acquisto di uno scuola-bus capace di trasportare bambini diversamente abili. In tutto questo tempo, infatti, i genitori hanno sperato che i loro figli potessero anche mediante l’uso del mezzo vivere in pieno l’integrazione senza barriere architettoniche e psicologiche. Accontentati nella primavera del 2009 si sono trovati di fronte ad una beffa: il tanto sospirato pulmino è omologato come da richiesta ma solo per bimbi delle elementari lasciando paradossalmente a terra i piccoli portatori d’handicap in questione, iscritti invece alle medie o comunque in procinto di passarvi.
“Ci troviamo di fronte alla classica tragi-commedia all’italiana che riempie le pagine di cronaca dei giornali”, commenta la responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti Sara Attanasio, che aggiunge: “L’acquisto di un bus attrezzato per il viaggio dei disabili è una pratica che richiede oculatezza e serietà. Non solo: in questo frangente entrava in ballo anche l’equilibrio psichico di fanciulli che neanche lontanamente avrebbero dovuto provare sensazioni quali diversità, emarginazione e delusione. Con sommo dispiacere – conclude - penso a come un piccolo cittadino possa vivere la sua difficoltà entrando in contatto per la prima volta con la nostra tipica imperizia burocratica”.
Bari - I lavori per l’approvazione del disegno di legge «Omnibus» per il riassetto della sanità pugliese rappresenta l’ultima attività concreta della legislatura del Consiglio regionale prima dello scioglimento in vista delle elezioni. La seduta, iniziata alle 12 di ieri mattina e sospesa oggi alle 3.30, ha registrato l’accordo della maggioranza e dell’opposizione solo per uno dei 48 articoli del testo, ossia quello riguardante la stabilizzazione degli 8000 lavoratori precari del settore, molti dei quali presenti durante lo svolgimento dell’iter amministrativo. Sempre in giornata è prevista la ripresa delle attività dell’assemblea al fine di raggiungere l’intesa sull’intero provvedimento.
Sulla questione interviene Patrizia Lusi, viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, che dichiara: “Il risultato, seppur parziale, vede la positiva salvaguardia dei diritti dei lavoratori, nonché un ottimo punto d’inizio per la riqualificazione dell’apparato sanitario pugliese, il cui sbandamento ha caratterizzato l’ultimo anno della gestione Vendola.
La riforma del sistema e’ un atto dovuto per la questione delle nomine, per l’istituzione di un albo professionale attraverso il quale verrebbe certificata l’attendibilità e la serietà dei candidati alla dirigenza dei nosocomi, e – termina l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – per un generale miglioramento di una importantissima risorsa della società civile”.
La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti commenta la liberazione di decine di schiave a opera delle forze dell’ordine
Catanzaro - Nelle prime ore del giorno gli agenti del commissariato di Castrovillari hanno posto sotto arresto 14 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Il gip del comune cosentino, coordinatore delle indagini, pone così fine all’inferno di decine di ragazze provenienti dall’Europa orientale costrette a percorrere nelle ore notturne le strade della Sibaritide, subire violenze nel caso non avessero portato il denaro sufficiente e addirittura abortire ripetutamente.
“E’ stato importantissimo riuscire ad acciuffare i criminali”, commenta la responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti Pamela Aroi, che aggiunge: ”Ancora una volta è dimostrata la perizia degli inquirenti nel fronteggiare un cancro della vita sociale, in cui sono coinvolti sia gli spietati aguzzini, sia una macabra domanda delle prestazioni che rende il fenomeno ancor più complesso e da non sottovalutare.
Mi chiedo se la clientela ignori del tutto la reale condizione delle povere ragazze oppure giri cinicamente la testa da un’altra parte purché venga soddisfatta l’impellente libido. Qualunque sia la risposta - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – resta comunque una desolante amarezza”.
Il viceresponsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti: “Provo molto dolore quando i media ci trasmettono notizie di drammatici incidenti stradali che, in larga misura, potrebbero essere contenuti”.
Roma – “Altre morti, altri lutti, altre famiglie distrutte” è il commento costernato del viceresponsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti Tullio Galassetti, in riferimento agli incidenti stradali avvenuti la scorsa notte nei pressi di Roma: quattro le persone coinvolte di cui due decedute e due che versano in gravissime condizioni, travolte da auto pirata sulle strade di Artena e Pomezia.
“Nel nostro Paese si fa molta prevenzione sia attraverso corsi nelle scuole, sia attraverso opere di sensibilizzazione promosse dai vari enti locali ma, – afferma Galassetti – non si spendono soldi per risistemare le strade, i marciapiedi, l’illuminazione nei quartieri periferici. Il taglio dell’ICI, per altro mai completamente rimborsato dal Governo centrale, ha causato enormi problemi erariali agli enti locali che, talvolta, si sono trovati in deficit proprio nei capitoli di bilancio riguardanti i lavori pubblici. L’ipocrisia del sistema politico italiano, e in particolar modo dell’attuale governo di centro destra, raggiunge il suo apice nel momento in cui si lanciano grandi campagne di prevenzione sulla sicurezza stradale e poi si tagliano i fondi dal bilancio nazionale per le forze dell’ordine. Forse non tutti si ricorderanno dello sciopero indetto dai sindacati di polizia che si è concretizzato nella manifestazione tenutasi a Roma lo scorso 28 ottobre. In quella occasione l’allarme lanciato, soprattutto dal Segretario Generale del Siulp Felice Romano, fu quello del rischio del collasso di un sistema. In Italia, chi si occupa di sicurezza si trova talvolta privo delle risorse necessarie per riparare i veicoli o, più semplicemente, per rifornirli di carburante. Per non parlare poi della carenza di organico nella quale i distretti sono costretti ad operare”.
“Sono convinto – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che talvolta la follia umana, o lo sballo di una serata con gli amici, possa condurre a tragici epiloghi, ma sono altresì certo che molto spesso, questi eventi, potrebbero essere evitati se ci fossero più controlli e se, congiuntamente, vi fosse più manutenzione pubblica”.
“Mi domando – conclude Galassetti – se sia possibile presidiare le strade senza mezzi né agenti. E ancora: è immaginabile riparare le strade, curarne l’illuminazione e la manutenzione senza fondi in bilancio? Più semplicemente: si può fare sicurezza senza essere convinti di poterla fare?”.