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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Soldà denuncia la situazione dei lavoratori precari privi di alcun diritto

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Le modalità di occupazione devono essere adeguate ai tempi, ma non deve essere messa in secondo piano la stabilità del posto di lavoro”


“I contratti di lavoro che si avevano venti o trenta anni fa non sono più adeguati alla situazione finanziaria odierna. Nonostante questo, il trattamento economico sul posto di lavoro deve continuare a garantire ai lavoratori un minimo di sicurezza”. Questa è la dichiarazione del vicepresidente del’Italia dei Diritti Roberto Soldà riguardo alla situazione odierna dei giovani nel panorama dell’occupazione. “Il lavoro può essere flessibile – continua Soldà – ma deve continuare a garantire la sicurezza economica delle persone tramite le tredicesime, il versamento del TFR, i giorni di malattia pagati e il pagamento dei contributi”. Soldà denuncia poi: “E’ inutile fare proclami a favore delle famiglie se poi le leggi sul lavoro non ne facilitano la costruzione: per tale scopo sarebbero ideali asili nido all’interno delle aziende e leggi in favore delle madri lavoratrici”. Infine il vice presidente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, conclude: “Il principio della flessibilità del lavoro non deve essere distorto in favore di una precarietà perenne, in cui i giovani sono ora coinvolti”.

Indifferenza su sciopero fame per matrimoni gay, il commento di Girlando

 

 

Il viceresponsabile romano dell’Italia dei Diritti: “Si dia il via ai registri municipali per coppie di fatto”.

“La disobbedienza civile è uno strumento fondamentale a disposizione dei cittadini nel caso vengano meno le garanzie indispensabili alla tutela dei diritti più elementari”. Giuliano Girlando, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, commenta così la notizia relativa alla conclusione dello sciopero della fame da parte di Francesco Zanardi che, per sollecitare l’avvio di una discussione parlamentare sulle unioni civili tra gay, ha manifestato davanti a Montecitorio per ben trentacinque giorni. Il digiuno, come lo stesso Zanardi ha denunciato, è stato accompagnato dalla più totale indifferenza da parte delle istituzioni italiane. La protesta ha, invece, attirato l’attenzione dell’Unione Europea i cui richiami nei confronti del nostro paese sono caduti nel vuoto. “Voglio ribadire - continua Girlando - la mia vicinanza a chi lotta per rivendicare un diritto sacrosanto. Certo è, che dovrebbe essere il Governo centrale ad occuparsi di tali questioni. In ogni caso – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – si potrebbe partire con l’adozione dei registri municipali per le coppie di fatto”. 

 

Nucleare, De Pierro attacca le decisioni del Governo schierandosi con le Regioni

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Il fatto di impugnare l’iniziativa legislativa di Basilicata, Campania e Puglia è l’ennesima conferma delle contraddizioni che caratterizzano da sempre l’attuale esecutivo”


Roma – “Intendiamo ribadire il nostro secco no al nucleare ed esprimiamo solidarietà alle regioni Basilicata, Campania e Puglia, che hanno avuto il coraggio di sfidare con legge regionale un provvedimento legislativo altamente discutibile. Mi auguro che altre regioni italiane seguano questo esempio per contrastare una legge che, oltre a mettere in pericolo la sicurezza e la salute dei cittadini, mortifica e calpesta anche l’istituto democratico della consultazione referendaria, tramite il quale gli italiani, nel 1987, avevano già espresso il loro pensiero sul tema. I signori al governo della nazione che hanno più volte già dimostrato di non legiferare a favore della popolazione, ma spesso addirittura contro, non devono dimenticare che secondo la Costituzione il popolo è sovrano, almeno fino a quando qualcuno non riuscirà anche a cambiare questo concetto”. È decisamente critico il giudizio di Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, sulla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare dinnanzi alla Corte costituzionale le normative regionali di Puglia, Campania e Basilicata che vietano installazioni nucleari sul loro territorio. L’iniziativa è stata promossa dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, secondo il quale si sarebbe creato un conflitto di competenza poiché le leggi regionali avrebbero invaso l’autorità esclusiva dello Stato in materia di tutela ambientale, di sicurezza interna e di concorrenza. La battaglia su questo tema tra governo centrale e governi locali sembra appena all’inizio.

 

“Il fatto di impugnare l’iniziativa legislativa delle tre ‘regioni coraggio’ – rincara la dose De Pierro – è l’ennesima conferma delle contraddizioni che caratterizzano da sempre l’attuale esecutivo, che ha mostrato più volte di non avere le idee chiare su come si amministra uno stato. Da un lato, questo Governo, per assecondare le idee secessioniste, poi ammorbidite nelle espressioni verbali ma non certo nella sostanza, avanzate da sempre dalla Lega, si attesta su posizioni volte a provvedimenti in chiave federalista; dall’altro lato, impugna immediatamente una normativa locale che ha osato sfidare uno sciagurato disegno nazionale”.


Quanto alla presa di posizione assunta dal titolare del Dicastero dello Sviluppo Economico, il leader dell’Italia dei Diritti non ha dubbi: “Chiederei al ministro Scajola semmai, solo per un istante, abbia pensato di costruire una centrale nucleare nella sua Imperia o dintorni, visto che si continuano a prendere in giro i cittadini sulla sicurezza di tali impianti. Tutto ciò viene smentito sia dalla storia, che ha purtroppo dovuto registrare immani tragedie, sia dal fatto che le assicurazioni si rifiutano categoricamente di stipulare polizze assicurative a favore di stabilimenti nucleari. E questo – chiosa caustico De Pierro – fa pensare che in effetti non siano poi tanto sicure, come demagogicamente i nostri governanti vorrebbero farci credere per mascherare la loro assoluta incapacità nel cimentarsi in investimenti e iniziative su forme di energia alternativa”

Discariche abusive sequestrate a Brindisi, il commento di Pisanello

 

Il viceresponsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “E’ solo il sintomo di un’illegalità dilagante”.

 

 “E’ l’ennesima dimostrazione di quanto in Puglia e più in generale nel Mezzogiorno d’Italia sia diffusa l’illegalità”. Interviene così il viceresponsabile pugliese dell’Italia dei Diritti Luciano Pisanello sulla notizia riguardante il maxi sequestro, da parte della Guardia di Finanza, di ben quattro discariche abusive nel territorio della provincia di Brindisi. Un’area di oltre 48 mila metri quadrati, all'interno della quale erano state smaltite diverse tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, tra cui: materiale da risulta edile, compreso l'eternit, apparecchiature elettriche fuori uso, pneumatici e materiale plastico. Quattro le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria. Dall’inizio dell'anno le Fiamme Gialle pugliesi hanno sequestrato oltre 200 mila metri quadrati di discariche abusive e in cinquantanove sono finiti sul registro degli indagati. “Di fronte all’impegno costante delle Forze dell’Ordine, volto a sradicare la criminalità dalla nostra terra – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – non si può non esprimere soddisfazione”.

Aumento stranieri residenti a Roma, per la Sassone occorre favorire l’integrazione

La viceresponsabile romana dell’Italia dei Diritti: “Le istituzioni italiane non devono assolutamente contemplare politiche sull’immigrazione avverse che poi si rivelano poco costruttive e inefficaci”

 

Roma – “Roma è una città multietnica, questo è un dato di fatto che si inscrive all’interno di un più ampio processo irreversibile di globalizzazione. Per tale motivo è doveroso puntare su politiche di integrazione che favoriscano l’immigrazione regolare. Purtroppo, invece, le misure adottate dall’attuale governo sono talmente inadeguate da creare clandestinità. Basti pensare all’ultima iniziativa del ministro Maroni che prevede un permesso di soggiorno a punti per gli stranieri. In questo modo anche gli immigrati regolari rischiano di diventare clandestini”. Antonella Sassone, viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti, il movimento a tutela dei cittadini presieduto da Antonello De Pierro, commenta così alcuni dati sulle migrazioni in Italia forniti dalla Caritas diocesana della Capitale. Sono 293.948 gli stranieri residenti nel comune romano, con un aumento dei flussi in entrata pari a circa il doppio rispetto a dieci anni fa. Soltanto nel I municipio un terzo dei residenti appartiene alla popolazione straniera (34.697 unità). In generale, sull’intero territorio capitolino le comunità più numerose sono quelle di origine romena (57 mila), filippina (31 mila), polacca (14 mila).

 

“Le istituzioni italiane – spiega la Sassone – non devono assolutamente contemplare politiche sull’immigrazione avverse che poi si rivelano poco costruttive e inefficaci sia per il Paese sia per Roma. Infatti, solo se si garantiscono i diritti essenziali e inalienabili è poi possibile pretendere il rispetto dei doveri e quindi delle nostre leggi. Noi dell’Italia dei Diritti – conclude l’ esponente romana del movimento – continueremo a monitorare attentamente queste situazioni, opponendoci con fermezza ai ghetti, al lavoro nero, alle norme che tendono ad escludere piuttosto che a includere, perché è indispensabile agire su diversi fronti e controllare che mai vengano meno il rispetto per l’uomo e per la legalità”.

Congresso IdV, De Pierro approva la nuova linea di Di Pietro

 

 

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Va bene l’avvicinamento al PD, ma prima Bersani si liberi delle zavorre”.

 

“Un evento importante nell’attuale panorama politico del nostro paese”. E’ il commento di Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, all’indomani della conclusione del primo congresso nazionale dell’Italia dei Valori. “Una forza di opposizione - sostiene De Pierro - che in pochi anni ha compiuto il miracolo della moltiplicazione esponenziale dei consensi, raggiungendo un grado di maturità politica che la pone come punto di riferimento per una larga fetta di italiani”. La riconferma di Antonio di Pietro alla guida del partito è salutata con soddisfazione da De Pierro. “Come Italia dei Diritti - dice - ci riconosciamo in larga parte nella mozione che ha portato il leader storico dell’IdV ad essere acclamato nuovamente presidente del partito con un rinnovo di fiducia totale. In un’era - continua De Pierro - in cui gli steccati ideologici sono stati abbattuti, bisogna pensare soprattutto ad un governo del paese volto a migliorare le condizioni di vita della popolazione. Ormai, d’altronde, i recinti dell’ideologia di destra, di sinistra o di centro che sia servono solo strumentalmente alla casta per orientare i consensi, facendo leva sulle corde emotive di chi crede nel valore delle idee. Riconosciamo all’IdV il grande merito di aver tenuto accesi i riflettori sulla questione morale da sempre ignorata da un nutrito gruppo di politicanti che cercano di occupare il potere politico o i vertici istituzionali per interessi propri e non certo per quelli del paese”. Il plauso all’Italia dei Valori per le battaglie condotte in questi anni è al centro del ragionamento di De Pierro: “L’IdV - prosegue - è riuscito a contrastare la martellante disinformazione che poneva i magistrati come carnefici e gli artefici del malaffare come teneri agnellini sacrificali. Come dire che la colpa è di chi scopre l’illecito e non di chi lo commette. La presenza del partito di Di Pietro, bisogna riconoscerlo, ha fatto sì che alcune menti libere, rimaste immuni all’anestetico informativo, sprigionato dalla mistificazione delle notizie, abbiano potuto risvegliare da un lungo torpore una buona parte di cittadini, che a loro volta sono riusciti ad elaborare quel sentimento reattivo meglio conosciuto con il nome di resistenza. Auspichiamo - puntualizza De Pierro - che quanto emerso dal congresso e cioè la consapevolezza di una nuova forza che si possa candidare con tutti i crismi alla guida del paese avvenga il prima possibile per spazzare via non solo il premier Silvio Berlusconi, ma, soprattutto, quel virus invasivo che va sotto il nome di berlusconismo e che ha fatto passare il concetto dell’inconsistenza di reati gravi contro la pubblica amministrazione tra leggi ‘ad personam’ e provvedimenti vari per impedire a qualcuno di farsi processare. Il tutto con l’umiliazione continua dell’Articolo 3 della Costituzione italiana che recita, ormai solo in teoria, che la legge è uguale per tutti. Condividiamo il fatto che per poter governare il paese c’è bisogno di un’alleanza con il PD, ma bisogna puntare a far sì che il partito di Bersani si liberi da alcune zavorre interne, legate ad una politica clientelare e di interessi soggettivi”. L’ultimo pensiero di De Pierro è rivolto alle prossime consultazioni elettorali. “Qualche perplessità la nutriamo sulla scelta di appoggiare la candidatura a presidente della Regione Campania dell’attuale sindaco di Salerno Vincenzo De Luca al quale, essendo imputato in diversi processi, potrebbe essere chiesto di dimettersi in caso di condanna definitiva. Non dimentichiamo che eventuali dimissioni significherebbero elezioni anticipate e quindi denaro pubblico sperperato. Pur augurando a De Luca di essere assolto nei procedimenti giudiziari che lo riguardano - conclude il presidente dell’Italia dei Diritti - per noi sarebbe più giusto non rischiare e magari convincere a candidarsi Luigi De Magistris che certamente porterebbe ad una regione con gravi problemi una ventata moralizzatrice e legalitaria”.

Arresti per vendita falsi permessi di soggiorno, lo sdegno di Soldà

 

 

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Condanno duramente chi si approfitta della disperazione altrui”.

 

Roma 5 febbraio 2010 - “Il mio plauso va in primis alle forze dell’ordine che hanno dimostrato, ancora una volta, attenzione ed impegno nello sventare questo articolato tentativo di truffa ai danni dello Stato, attuato tramite l’ingresso illegale di cittadini extracomunitari in Italia”. Queste le parole di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in merito all’operazione guidata dai Carabinieri di Cuneo che ha visto aprire le porte del carcere nei confronti di 2 italiani e 20 marocchini, accusati di favorire l’immigrazione clandestina, vendendo permessi di soggiorno per la cifra di tremila euro.

 

“E’ davvero giunto il tempo di fermarsi a riflettere – continua Soldà – mettendo un punto fermo e condannando duramente chi, nel macchiarsi del grave reato di immigrazione clandestina, si approfitta della disperazione altrui”.

 

“La gravità di ciò che  è accaduto  ritengo sia il creare una vana illusione in persone disperate, che vengono nel nostro Paese con la speranza di costruirsi un futuro dignitoso, investendo in questo sogno i loro soldi e tutte le loro speranze. Il mio sdegno - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è rivolto soprattutto alla crudeltà di persone  che, facendo leva sullo stato di bisogno, sfruttano gli extracomunitari per arricchirsi in una maniera illegale ed estremamente vile”.

 

 

Caro-acqua a Canicattì, l’ira della Cardella

Caro-acqua a Canicattì, l’ira della Cardella

 

Alla vigilia della manifestazione contro l’aumento delle bollette, l’attacco della responsabile per la Sicilia dell’Italia dei Diritti: “Ma i politici della provincia di Agrigento con quale acqua si lavano? Propongo un’interrogazione parlamentare sul problema”

 

 

“Bene ha fatto il sindaco di Canicattì a sospendere il pagamento delle bollette, ma questo è il cerotto su una ferita da intervento chirurgico”. Questo il primo crudo commento di Lara Cardella, responsabile per la Sicilia dell’Italia dei Diritti, che sintetizza in modo chiaro l’annosa questione delle reti idriche siciliane riportata sotto i riflettori dai cittadini che martedì 9 febbraio protesteranno contro il caro-bollette della Girgenti acque, società subentrata in seguito alla privatizzazione dell’acqua nella regione. Alla manifestazione ha già aderito quasi tutto il consiglio comunale e i consiglieri provinciali del collegio di Canicattì. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro descrive i disagi di una realtà complessa e spiega: “Non riesco a ricordare un solo periodo della mia vita in Sicilia in cui non si guardasse al rubinetto dell'acqua con speranza e timore. E si parla di acqua per lavarsi, non di quella potabile, quella devi andartela a comprare. Quindi il problema esiste da sempre: un'isola, per definizione circondata dall'acqua, è costretta a subire i capricci dei politici di turno per aver diritto a qualcosa che è come l'aria, necessaria. Ora che si decide di fare per risolvere la questione? Genialità: si prende l'acqua e la si privatizza, secondo l'assunto noto che il privato ha interesse a far funzionare l'azienda. Vero. Fin troppo interesse. Un interesse che arriva ad essere il doppio e perfino il triplo di quello dello Stato. Questo succede alle bollette, infatti: raddoppiato il prezzo, triplicato perfino. Perché se sono io a fornirti un bene, decido io a quali condizioni erogartelo. Ovvio, no? Anche un ragazzino alle elementari non particolarmente sveglio sarebbe arrivato alla medesima conclusione; ma ‘Lorsignori’ no, non ci arrivano. E allora – conclude adirata la Cardella - la domanda è: ma i politici della provincia di Agrigento si lavano? Se sì, con quale acqua? Proporrei un'interrogazione parlamentare sul problema e una disquisizione filosofica: è possibile parlare di pulizia morale quando i corpi sono costretti ad essere sudici? Ed è per questo che non si toglie il fetore insopportabile di mafia?”.

Alemanno propone riforma Polizia Municipale, la risposta di Soldà

 

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “È di fondamentale importanza che la polizia locale svolga il proprio lavoro in strada”.

 

 

Roma  - “Negli anni ’50 e ’60 esisteva una diversa figura di Polizia Municipale: i Vigili Urbani. Era un organo di sicurezza vicino alle persone che svolgeva il suo compito principalmente tra le strade e  nel traffico cittadino”. Questo il commento di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in merito alla proposta sollevata dal primo cittadino romano Gianni Alemanno di riformare, in tempo breve, la Polizia Municipale con l’emanazione di una legge ad hoc che ne qualifichi le funzioni.

 

“Ritengo che quella della polizia locale, sia stata, ed è ancora oggi una figura molto importante per la collettività. Poter incontrare agenti e vigili tra le strade della  propria città – continua Soldà –  rassicura i cittadini, i quali apprezzano la possibilità di poter avere delle figure specializzate che si occupino di far rispettare i piccoli regolamenti civici e stradali”.

 

“È un dato di fatto che di agenti in servizio ve ne siano molti ma sono troppo pochi quelli con i quali quotidianamente le persone possono entrare in contatto. Oggi purtroppo assistiamo ad una sovrapposizione delle loro funzioni e dei loro compiti. Ritengo però – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che il primo strumento per garantire la sicurezza debba essere l’aumento dell'organico degli agenti per le strade, dei vigili urbani e  della polizia locale, soggetti ai quali è richiesto di conoscere da vicino e tramite un lavoro attivo sul campo i problemi della realtà urbana, così da garantire la legalità”.

 

 

 

 

 

 

Già noto l’accoltellatore del buttafuori di Ostia, aggredì anche De Pierro

Già noto l’accoltellatore del buttafuori di Ostia, aggredì anche De Pierro

 

L’aggressore e il suo mandante tentarono d’intimidire il presidente dell’Italia dei Diritti dopo una denuncia per abusi edilizi. L’analisi di Marinelli sul degrado sociale a Roma

 

“L’ennesimo episodio di follia urbana riporta all’attenzione generale lo scadimento dei rapporti e dei valori connotanti la civile coabitazione”. Queste le prime parole del responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli in riferimento all’accoltellamento di un addetto alla sicurezza in una discoteca sita in zona Infernetto a Roma. Il buttafuori ha solo negato l’ingresso al malvivente sia perché questo era ubriaco e sia perché il locale era prossimo alla chiusura. L’aggressore, A.S., è un pregiudicato già noto alle forze dell’ordine della zona di Ostia e sembrerebbe trattarsi dello stesso uomo che tempo fa aggredì a scopo intimidatorio il presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro e suo fratello. Il leader del movimento aveva denunciato degli abusi edilizi, commessi dal mandante di A.S. ed entrambi già rinviati a giudizio, favoriti dal comportamento omissivo di alcuni tra vigili urbani e dipendenti dell’ufficio tecnico del XIII Municipio. “Tanti anni fa – prosegue Marinelli - Rousseau parlò di contratto sociale e qui pare che l’inadempimento è all’ordine del giorno e quel che è peggio è che non c’è nessun ‘giudice’ atto a far rispettare i termini dell’accordo. Tante volte infatti chi dovrebbe intervenire, per esempio le forze dell’ordine, si voltano dall’altra parte e fanno addirittura finta di non vedere. Allo stesso tempo i valori imperanti sono quelli della sopraffazione e della prepotenza: dalla guida degli arroganti conducenti d’ingombranti Suv sulle corsie preferenziali e nei parcheggi in doppia fila, fino ad arrivare al bullismo nelle scuole, al mobbing sui posti di lavoro e addirittura nelle relazioni più intime, nello stalking e nella violenza tra le mura domestiche. In questo fosco quadro – conclude Marinelli - di scadimento generale piccoli mostri crescono: dal piccolo sopruso fino ad arrivare all’accoltellamento”.

Allarme polveri sottili in Lombardia, Graziano commenta il flop del blocco del traffico

Il viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Rispettare il prossimo significa anche permettere a tutti di vivere in una città pulita”


Roma  – “Il blocco del traffico nel weekend, è una misura palliativa che risolve temporaneamente l’emergenza, ma non il problema dello smog in Lombardia ed in particolare a Milano”. Enzo Graziano, viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, critica con queste parole il provvedimento-tampone dello scorso weekend per arginare il livello di inquinamento dell’aria. In settimana tuttavia, la quantità di polveri sottili nell’ambiente è tornata oltre il livello soglia fissato dall’Unione Europea. Tra i capoluoghi lombardi Sondrio è l’unico a norma, mentre negli altri il livello di Pm 10 è quasi pari al doppio del tetto massimo.

Per Graziano il blocco del traffico imposto dalla giunta Moratti “non è una valida alternativa per eliminare la piaga dello smog. Occorre una politica seria e cosciente dei danni che l’inalazione di queste sostanze tossiche provoca, specialmente nei bambini”.

“Bisogna insistere con l’energia derivante da fonti rinnovabili - conclude l’esponente lombardo del movimento presieduto da Antonello De Pierro -  che oltre a rappresentare una possibile soluzione al problema dello smog, può essere un utile volano per rilanciare l’industria e l’occupazione in questo periodo di crisi economica”.

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