Il responsabile per la Provincia di Milano dell’Italia dei Diritti: “Serve più disciplina in tutto il sistema istituzionale”
Milano – E’ stato arrestato insieme con altre tre persone Tiziano Butturini, ex sindaco di Trezzano sul Naviglio, nonché marito dell’attuale prima cittadina. Secondo l’accusa, Butturini avrebbe ricevuto, durante il mandato da sindaco, cinquemila euro e la promessa di altre somme di denaro per privilegiare due imprese di ingegneria nell’aggiudicazione di alcuni appalti. In cella, oltre a Butturini, sono finiti Michele Iannuzzi, assessore ai Lavori Pubblici ed Ecologia di Trezzano nel periodo preso in esame dalle indagini e ad oggi consigliere comunale; Gino Terenghi, geometra comunale responsabile dell'ufficio Area Territorio del Comune di Trezzano, e Andrea Madaffari, presidente della Kreiamo spa, una delle società che sarebbero state favorite dai funzionari pubblici.
“Ormai le notizie di corruzione non destano più tanta sorpresa, basti pensare al caso della Protezione Civile”, ha dichiarato Claudio Telari, viceresponsabile per la Provincia di Milano dell’Italia dei Diritti. “Episodi del genere – spiega – possono accadere per una carenza di controlli o per una povertà di ordine morale. Penso sia più questo il problema: serve più disciplina in tutto il sistema – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, specialmente nell’amministrazione comunale, che è il riferimento istituzionale più diretto che hanno i cittadini”.
La viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “La politica deve dare risposte concrete, è necessario sensibilizzare i giovani”
Genova – “E’ un’emergenza che è già venuta alla luce da parecchio tempo, tanto che nell’ambito dei servizi delle Asl che si occupano delle dipendenze è stato fatto un lavoro capillare affinché fossero fatte le giuste campagne di prevenzione”. Così Patrizia Muratore, viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti commenta i dati diffusi dalle unità ospedaliere circa il sempre crescente numero di alcolisti tra gli adolescenti di Genova. Il capoluogo ligure, infatti, è al quarto posto a livello nazionale per numero di degenze specifiche, con circa dieci minorenni al mese ricoverati per abuso di alcol al San Martino e oltre venti ogni anno al Gaslini.
La rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro individua nelle campagne di sensibilizzazione e prevenzione il mezzo migliore per affrontare un fenomeno che ha ormai assunto tratti allarmanti: “Io stessa – spiega – ho partecipato a un convegno in cui erano presenti medici, rappresentanti delle associazioni dei consumatori, gruppi di studenti e i titolari di due tra le più grandi discoteche della città, che hanno aderito a un’iniziativa contro l’incitamento al consumo di bevante alcoliche. Penso sia questo il modo migliore per contrastare quella che è diventata una vera e propria emergenza giovanile – conclude la Muratore – ma credo che anche il mondo della politica debba dare risposte concrete”.
Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Al di là delle logiche promozionali, un locale non dovrebbe incentivare i clienti a bere”
Genova – Dopo aver verificato la somministrazione gratuita di cocktails alcolici a minorenni, i carabinieri della compagnia San Martino di Genova hanno denunciato il titolare e un barista del locale Albikokka, sito in zona Quarto, presso cui sabato scorso ha avuto luogo il “leggings party”, una serata a tema durante la quale le ragazze che si fossero presentate con i pantaloni aderenti tanto in voga avrebbero potuto usufruire di un omaggio alcolico. L’evento, pubblicizzato attraverso Facebook e per mezzo di volantini distribuiti davanti ai licei, ha visto la partecipazione di diverse adolescenti di età inferiore ai sedici anni, violando così la legge relativa alla somministrazione di alcol, nonché quella che vieta ai locali di ammettere minori di sedici anni in discoteca di notte.
“E’ evidente che la promozione commerciale di un evento o di un’attività non può non tener conto delle vigenti leggi in materia di distribuzione di bevande alcoliche”, ha commentato Maurizio Ferraioli, responsabile ligure dell’Italia dei Diritti. “Non trovo nulla di strano riguardo a serate che promuovono un determinato tipo di abbigliamento – continua – ma diverso è se queste incitano al consumo di alcol, a maggior ragione se si sa che tali eventi, adeguatamente pubblicizzati attraverso la rete, si indirizzano verso gli adolescenti, cui per legge ne è precluso il consumo. Chiediamo all’autorità giudiziaria – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che siano accertate le responsabilità del barista e del proprietario del locale, al quale ci sentiamo di suggerire di trovare promozioni differenti, che possibilmente evitino di incentivare il consumo di bevande alcoliche”.
Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Questo episodio non fa che denotare la decadenza totale della nostra società. Mi auguro che si faccia giustizia”
Bologna – Malasanità unita a razzismo. Quanto di più negativo la società italiana possa produrre ha fatto la sua comparsa all’ospedale di Ravenna, dove una famiglia di Afragola trasferitasi da anni a Cervia avrebbe sentito pronunciare da un dipendente in camice “soliti meridionali piagnoni” per la sola colpa di nutrire preoccupazione per la figlia di tre anni portata nella struttura ospedaliera con febbre alta e sangue che le usciva dalla bocca. I medici avrebbero scambiato un grave malore per una tonsillite, col risultato che la piccola Luigia è deceduta a causa dell’ennesimo caso di malasanità. I genitori della bimba hanno presentato un esposto in procura a Ravenna e il pm ha già disposto l’autopsia.
“E’ un fatto gravissimo – ha commentato, indignato, Massimo Cascone, responsabile regionale dell’Italia dei Diritti –, sia per la frase che cela un’intolleranza a sfondo razzista, sia per la cattiva diagnosi del problema sanitario. Non mi sentirei di fare di tutta un’erba un fascio, ma l’autorità giudiziaria dovrà essere quanto più dura e severa possibile, perché è un episodio deplorevole. Indubbiamente negli ultimi anni, e questo è un fatto, si è andata accentuando anche in Emilia Romagna una forma di razzismo che prima non c’era, e ciò è sintomo di un clima di intolleranza preoccupante. Questo ulteriore episodio – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – non fa altro che denotare la decadenza totale della nostra società. Mi auguro che si faccia giustizia”.
La viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Sono stati persi tanti posti di lavoro senza una riconversione degli stessi”
Genova – Secondo i dati forniti dal Ministero delle Finanze circa il reddito pro capite medio dichiarato nei 119 capoluoghi di provincia italiani, al primo posto spicca Milano con oltre 30.000 euro medi di reddito, seguita da altre tre città lombarde: Bergamo, Monza e Pavia. Sorprende vedere Genova slittare in trentaseiesima posizione, con 21.277 euro di reddito medio dichiarato, dietro a capoluoghi di provincia come Treviso (settima), Siena (ottava), o Modena (quindicesima).
“Genova, secondo un recente sondaggio, ha perso moltissimo in questi anni anche in termini di qualità della vita”, ha commentato Patrizia Muratore, viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti, che spiega: “Sono stati persi tantissimi posti di lavoro, credo che anche la percentuale di disoccupazione in Liguria sia notevolmente più alta rispetto a quella di molte altre regioni. Genova era un polo industriale ma non ha saputo recuperare i posti perduti con una riconversione e questo è ovvio che abbassi il reddito. Sono stati persi 800 posti di lavoro nel campo dell’edilizia e su questo hanno battuto molto le associazioni costruttori quando è stato proposto il piano casa, che non deve dare risposte con la cementificazione ma con la riqualificazione delle periferie”.
La rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro non ha dubbi sugli interventi da attuare per ovviare a una situazione che si fa sempre più preoccupante: “Bisogna sicuramente muoversi da subito con quello che si ha – spiega la Muratore –; parlano tutti di infrastrutture, che sono certamente necessarie, ma assieme a esse dobbiamo assolutamente avviare un circolo virtuoso con le cose che abbiamo. Le responsabilità di questo immobilismo vanno divise tra tutti, ma credo che sia veramente giunto il momento di riavviare in sinergia la ruota, perché questa regione merita sicuramente di più”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: ”Ennesimo fatto increscioso commesso in una nicchia di società ove latitano legalità, Stato e regole”
Roma - “E’ purtroppo l’ennesimo fatto increscioso”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, commenta la triste vicenda di una donna di 40 anni stuprata e picchiata perché non sarebbe stata consenziente alle richieste sessuali di uno degli occupanti dell’ex scuola in via dell’Impruneta, zona Magliana, il quale avrebbe preteso la prestazione in cambio del permesso di alloggio nello stabile. “Questa è una notizia dal duplice risvolto: da una parte l’infamia della violenza sulla dignità di una donna, dall’altro, se realmente avvenuto per il motivo denunciato alle forze dell’ordine, l’efferata fotografia del malaffare compiuto in una nicchia della società dove la legalità, lo Stato e le regole latitano”, conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Non basta accertare i cattivi lavori stradali, bisogna punire chi li fa”
Roma – “I lavori di ripristino del manto stradale non devono essere pagati se non sono svolti bene”. Queste le prime parole di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, viste le innumerevoli voragini presenti lungo le strade romane.
Il problema in questione è affrontato dal sindaco della città, Gianni Alemanno, con due provvedimenti: il primo consiste nell’intervento dei tecnici comunali che devono prima verificare e poi sanzionare le violazioni delle ditte che eseguono lavori stradali. Il secondo provvedimento prevede che, in caso di buche, le società di pubblici servizi rifacciano l’intera carreggiata o la singola corsia di marcia, se le dimensioni della strada lo permettono.
“Già in passato non sarebbero dovuti mancare controlli sulle opere di Acea, Telecom, Italgas – continua il vicepresidente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ed inoltre oggi l’ispettore comunale non dovrebbe remunerare chi rattoppa la strada piuttosto che rifarla, perché un lavoro fatto male produce solo danni ai cittadini che si spostano in auto o moto e al Comune che poi deve pagarli”.
La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti solidale con la popolazione insorta
L’Aquila - “Un grido unanime e compatto scaturito da una situazione intollerabile”. Così Concetta Alfieri, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, commenta la protesta di un migliaio di cittadini aquilani che, dopo aver varcato la zona rossa del capoluogo devastato dal sisma del 6 aprile, ha appeso le chiavi degli appartamenti ancora in fase di ristrutturazione su alcune transenne. Lo sdegno degli abitanti ha assunto poi maggiore concretezza una volta entrati in contatto con una troupe del Tg1 presente per uno speciale, rea di avere in cura solo i risvolti propagandistici sulla tragica vicenda. “L’Aquila è una gemma che stenta a rifiorire per colpa di politiche di recupero a dir poco superficiali. E’ stata vergognosamente abbandonata e – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - probabilmente verranno abbattuti palazzi storici del centro piuttosto che salvaguardarli attraverso doverosi lavori di ripristino. Non trovo francamente deprecabile neanche la rabbia dei manifestanti, - conclude la Alfieri – alla luce dello scandalo che ha coinvolto la tanto lodata Protezione Civile”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti chiede maggiori garanzie per il personale impiegato nelle prossime consultazioni elettorali
Roma - “Non si può continuare in questo modo, il problema va risolto, anche alla luce delle elezioni politiche del 2013”. Interviene così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in seguito alla denuncia di Alessandro Marchetti del Sulpm. Il segretario del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale, infatti, ha riferito che il sindaco Gianni Alemanno avrebbe precettato cinquecento agenti della polizia municipale per ricoprire i ruoli di presidenti, scrutatori e segretari di seggio alle prossime elezioni regionali. Compiti che, anche all’interno dello stesso comune, sempre meno persone intendono svolgere a causa della scarsa retribuzione, che per giunta arriva in tempi molto lunghi. “La rinuncia da parte di queste persone è comprensibile a fronte della grande responsabilità, competenza e precisione richieste che spesso non vengono ricompensate in modo adeguato, soprattutto nei seggi elettorali più grandi. Inoltre – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, il corpo dei vigili urbani troppo spesso viene utilizzato per far fronte ad evenienze di qualsiasi tipo”. Considerando che la decisione di Alemanno si scontrerebbe con la legge che impedisce anche alle forze dell’ordine di portare armi dentro i seggi, Soldà incalza: “Non si può agire in modo approssimativo, poiché così gli agenti non saprebbero dove lasciare le loro armi. In ogni caso – conclude Soldà – stiamo parlando di mansioni che richiedono molta professionalità, per questo le istituzioni dovrebbero impegnarsi al fine di garantire al personale presente nei seggi le migliori condizioni per assolvere i compiti richiesti”.
Il responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti si congratula con le forze dell’ordine per il lavoro svolto
Napoli - “Un sincero plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura”. Così Antonio D’Auria, responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, commenta l’operazione di polizia che ha visto l’esecuzione di 30 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti esponenti del clan Farina – Martino, organizzazione criminale operante nel comune casertano di Maddaloni.
“Con immenso piacere apprendo che la lotta alla criminalità continua con vigore e intransigenza e nutro la comune speranza – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che si giunga a concreti risultati. Per una regione che estremamente necessita di regole universalmente rispettate e che ripetutamente diviene protagonista della cronaca più nera – conclude D’Auria – questa vittoria della legalità non può che essere vista come una rigenerante boccata d’ossigeno”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Il Campidoglio non può decidere da solo. È necessario coinvolgere tutti gli organi competenti con la massima trasparenza”
Roma - “L’Acea è una società storica, da anni quotata in borsa. Ciò implica che, senza entrare nel merito del discorso sulla privatizzazione, il Comune assicuri la massima trasparenza nella vendita delle azioni, rispettando al tempo stesso le esigenze dei cittadini che usufruiscono dei servizi offerti”. A dirlo è Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, condividendo le recenti dichiarazioni di Emma Bonino in merito alla questione della privatizzazione dell’Acea da parte del Comune di Roma. La candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio ha infatti spiegato che il Campidoglio non può decidere autonomamente, poiché esiste un problema di competenze che, per quanto riguarda l’acqua e i rifiuti, coinvolge rispettivamente la Provincia e la Regione. Inoltre, la Bonino ha avanzato l’idea di creare una “authority” volta a garantire un servizio di monitoraggio per la gestione economica dell’azienda capitolina.
Quanto alla vicenda delle competenze istituzionali in materia, il numero due del movimento che ha in Antonello De Pierro il suo leader sottolinea: “La situazione dell’Acea richiede necessariamente un discorso di coerenza, in modo tale da coinvolgere tutti gli organi competenti nella maniera più cristallina possibile, specie se dietro questi giochi finanziari a ‘scatole cinesi’ ci sono comunque i soldi dei pubblici contribuenti”.