Il viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Questa caccia alle streghe contro gli immigrati non fa altro che alimentare paure tra chi ha più bisogno di aiuto”
Roma – “Episodi come questo sono solo la punta dell’iceberg di una caccia alle streghe contro la clandestinità che alimenta paure a 360 gradi”. Con queste parole il viceresponsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti Antonino Lo Verde commenta la notizia che vede coinvolta una ragazza africana di ventidue anni salvata per miracolo presso l’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone dopo essersi procurata un aborto. La donna si rifiutava di rivolgersi al personale medico specializzato in quanto sprovvista di documenti in regola per soggiornare in Italia e, terrorizzata all’idea di essere rimpatriata, ha rischiato di perdere la vita. A salvarla un medico straniero che l’ha convinta a raggiungere l’ospedale per ricevere le cure necessarie. “A Milano le forze dell’ordine si sono organizzate per effettuare maggiori controlli nei confronti degli stranieri irregolari. Questo di fatto ha creato un mondo ancor più sommerso di quello esistente un anno fa. Gli immigrati – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – non sono certo diminuiti e ragazzine rischiano la vita perché terrorizzate all’idea di essere condotte con forza alla frontiera. Mi rattrista il fatto che la collettività non tenga conto dei problemi che accomunano la maggior parte degli extracomunitari. Sempre più spesso la solidarietà si ravvisa solo nelle singole persone, nei medici di turno, nei poliziotti più comprensivi. Questo – conclude Lo Verde – dovrebbe farci riflettere”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Una maggiore dialettica tra istituzioni e famiglie è fondamentale per bloccare sul nascere tali fenomeni”
Roma – “L’inserimento scolastico non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli centri può risultare spesso problematico”. Questo ha affermato il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà commentando una recente notizia riguardante un episodio di bullismo avvenuto nella scuola media di Giulianova, in provincia di Teramo. Secondo la ricostruzione fornita dai carabinieri, uno studente di 13 anni dopo una discussione, ha minacciato con un taglierino un suo compagno di 11. Le forze dell’ordine hanno subito allertato il Tribunale dei minori e inviato la segnalazione ai servizi sociali della Asl di competenza. “Fondamentale in questi casi è il dialogo che si deve creare tra le istituzioni e le famiglie dei ragazzi – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –. Dobbiamo indagare a fondo su problemi del genere per avere una risposta adeguata in grado di bloccare fenomeni delinquenziali che potrebbero degenerare. Sono convinto – conclude Soldà – che un maggior stato di allerta anche tra i banchi di scuola non può che fare bene”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Andremo avanti con gli altri incatenamenti annunciati in caso di persistenza del silenzio di Alemanno”
Roma, 5 Marzo 2010 – Come preannunciato nei giorni scorsi, è iniziata questa mattina davanti alla sede romana del quotidiano “La Repubblica”, la serie di incatenamenti di protesta da parte del presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro. Motivo dell’eclatante gesto del fondatore e leader del movimento, la campagna contro la corruzione di alcuni, tra membri del Corpo della Polizia Municipale e dipendenti degli uffici tecnici comunali del Comune di Roma. Una problematica, sulla quale da tempo il movimento a difesa del cittadino interroga le istituzioni, chiedendo la rotazione intermunicipale dei vigili urbani e degli impiegati delle U.O.T. dei Municipi. Duro l’attacco di De Pierro alla giunta capitolina:” Occorre prestare più attenzione nei confronti di un problema che oltre a ledere i diritti dei cittadini, minaccia l’imparzialità e la trasparenza nell’espletamento delle funzioni della Pubblica Amministrazione, principi sanciti costituzionalmente dall’articolo 97”. Numerose le iniziative portate avanti dall’Italia dei Diritti di fronte al reiterato silenzio del sindaco Gianni Alemanno e alla mancata convocazione di un tavolo di discussione con le istituzioni. Trentamila le firme raccolte a sostegno della battaglia, mentre un apposito gruppo sul social network Facebook ha raggiunto circa quattromila iscrizioni. Ma il presidente De Pierro annuncia altri incatenamenti nelle prossime settimane, davanti a siti istituzionali e sedi di altri giornali e televisioni, non escludendo in caso di persistenza di silenzio e immobilismo da parte delle autorità competenti “il ricorso a forme più radicali di lotta non violenta, per sradicare questo malcostume”.
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La responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “Un ulteriore colpo non solo alla scuola pubblica, ma anche al principio di mobilità sociale”
Roma – Gli oltre quattromila genovesi che ogni sera tornano sui banchi di scuola per recuperare gli anni persi e ottenere il diploma potrebbero presto vedere eliminati molti dei corsi serali che si tengono in oltre dieci scuole del capoluogo ligure. A causa dei colpi di scure della Finanziaria, infatti, questi verranno limitati a tre poli da mille studenti ciascuno : il Rosselli per il ponente, la scuola media Lomellini per il centro, e un istituto a Lavagna.
La notizia ha suscitato l’immediata reazione di Annalisa Martino, responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, che individua nei tagli ai C.T.P. una minaccia per la realizzazione di una mobilità sociale adeguata: “Questa politica – spiega la Martino – sembra voler decimare il sistema scolastico pubblico per favorire quello privato, ma il risultato è ancor più grave se si considera che eliminando ulteriori risorse alla scuola pubblica si manterrà una divisione netta tra lavoratori destinati a fare i dirigenti e altri relegati a posti subalterni. Questi corsi mirano all’emancipazione sociale delle persone che li frequentano. Il loro ridimensionamento, dunque, è un ulteriore colpo non solo alla scuola pubblica, ma anche a quella possibilità di spostarsi da una classe sociale all’altra che dovrebbe essere elemento fondante di uno Stato libero e liberista. Infine – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – viene minato anche il processo d’integrazione, dacché i C.T.P. sono molto frequentati da stranieri che utilizzano queste occasioni per apprendere meglio la lingua italiana e inserirsi adeguatamente nel nostro contesto sociale”.
Vittorio Marinelli, responsabile per la Tutela dei Consumatori del movimento: “La rintracciabilità? Una presa in giro: se tali alimenti vengono usati come cibo per animali le sostanze dannose entrano nella catena alimentare”
“Lo stratega degli Ogm ha più di 2.500 anni e davvero non li dimostra. E’ stato infatti Ulisse con il cavallo di Troia a buggerare i troiani in modo analogo a quanto oggi fanno le multinazionali hi-tech”. Questo il primo sarcastico commento del responsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli alla notizia dell’autorizzazione della Commissione europea alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora e il suo utilizzo per uso industriale e come mangime per animali. Tale patata conterrebbe un gene che dà resistenza agli antibiotici e quindi sarebbe pericoloso per la salute umana. Approvate anche le colture di nuove varietà di mais Ogm. Chiosa sdegnato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Stupisce, ma neanche tanto se magari si approfondiscono gli interessi economici sottesi, che proprio chi a parole declama ai quattro venti la sacralità della vita - il Vaticano – si schieri con chi scardina il delicato equilibrio in ultima analisi della vita stessa. Simultaneamente la stessa Chiesa è contro le cellule staminali che non servono per aumentare i profitti delle multinazionali ma a guarire i malati. Allo stesso tempo viene da pensare inoltre che a nulla è valsa la terribile lezione impartita proprio da ultimo dalla natura con le alluvioni in Francia e in Nord Europa. Alcuni scienziati avevano elaborato la teoria del cosiddetto battito delle ali di una farfalla che avrebbe avuto ripercussioni a duemila chilometri di distanza. Qui invece si avverte il ticchettio dei contatori di cassa delle multinazionali impegnate per l’ennesima volta a utilizzare i consumatori come cavie: amianto, inquinamento elettromagnetico, Ogm, farmaci pericolosi, mucca pazza, influenza aviaria sono tutte manifestazioni dell’applicazione immediata finalizzata al profitto delle cosiddette invenzioni senza rispettare il principio precauzionale che dovrebbe invece dettare legge”. Marinelli pone anche l’accento sulle difficoltà relative all’identificazione dei prodotti industriali animali e vegetali che adoperano derivati della patata Amflora o del mais Ogm e spiega: “La rintracciabilità inoltre è una presa in giro perché nel momento in cui il granturco e domani anche la patata vengono utilizzati per l’alimentazione animale, le sostanze dannose alla salute entrano subito nella catena alimentare con impossibilità pratica d’etichettatura o similari. Allo stesso tempo – conclude Marinelli - c’è il concreto rischio della contaminazione ricordando come queste piante sono spesso dominanti rispetto a quelle selezionate in natura. E’ vero che i Maya avevano previsto l’apocalisse nel 2012 ma non sembra proprio il caso che Ulisse acceleri ancora di più detta data”.
Il viceresponsabile provinciale dell’Italia dei Diritti plaude alla costruzione di un parcheggio multipiano antistante l’ospedale Maggiore: “La nostra battaglia ha portato a dei risultati”
Parma – Dopo la denuncia dell’Italia dei Diritti circa l’insufficienza di posti auto nell’area antistante l’ospedale Maggiore di Parma, il viceresponsabile provinciale Paolo Leporati commenta con orgoglio il successo ottenuto dal movimento nazionale presieduto da Antonello De Pierro nella lotta per la costruzione di un parcheggio multipiano: “L’amministrazione comunale – spiega Leporati –, nel consiglio tenutosi il 1° marzo, ha dato ragione all’Italia dei Diritti. Avevamo già denunciato l’insufficienza di aree di sosta per operatori e visitatori del comparto sanitario, e abbiamo riscontrato che la proposta da noi avanzata in merito alla costruzione di un parcheggio a piani è stata recepita dall’assessore ai lavori pubblici Aiello, in luogo del progetto che voleva una struttura di sosta sotterranea in viale Osacca”.
Il responsabile per la Provincia di Parma dell’Italia dei Diritti non è però soddisfatto a pieno della politica del sindaco in tema di viabilità e già dalla prossima settimana annuncia una nuova raccolta firme in opposizione alla costruzione di una rotatoria nell’area antistante l’ingresso dell’ospedale Maggiore: “Il quartiere Pablo – spiega Leporati – ha subìto politiche negative in materia di cementificazione del territorio, con conseguente riduzione di spazi pubblici e linee di servizio. Viale Osacca, da strada di quartiere, per volontà di Vignali si è trasformata in by-pass per il traffico veicolare che deve attraversare la città da nord a sud. Con il senso unico in viale Pasini e senza aver creato il sottopasso in piazzale Santa Croce, viale Osacca deve assorbire una mole di traffico sostenutissimo. E’ quindi intollerabile che per realizzare una circolare a pochi metri dagli uffici di direzione del Maggiore venga abbattuta la storica cinta, con relativo aggravio dell’inquinamento nell’area dell’ospedale. Saremmo più favorevoli all’idea di un viale e un controviale con pista ciclabile sullo stile di quelli che abbiamo già a Parma – conclude Leporati –, ma non si è ancora capito bene perché questo progetto non si debba perseguire”.
Il responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Duro colpo allo Statuto, normativa scavalcata se a decidere sui licenziamenti saranno gli arbitri e non più i giudici”
“L’arbitrato è una soluzione che potrebbe funzionare in un paese normale ma qui di regolare non c’è più nulla, le norme vengono applicate e cambiate ad uso e consumo del Principe. Il giudizio sarà secondo equità e non secondo le norme del codice civile, questo è il nocciolo del problema. La legge verrà bypassata dall’arbitro”. Queste le prime amare parole del responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti Giuseppe Criseo alla notizia dell’ormai prossima approvazione del disegno di legge 1167-B che, modificando l’articolo 412 del codice di procedura civile, consentirebbe la risoluzione delle controversie tra datore di lavoro e dipendente tramite un arbitro evitando così il ricorso al giudice del lavoro. L’arbitro deciderebbe secondo il suo principio di equità e non secondo la legislazione, inoltre si parla di aggiramento dell’articolo 18 poiché già nella stipula dell’atto di assunzione, in barba ai contratti collettivi, potrebbe essere stabilito con quale procedura risolvere le controversie future. Tuona sdegnato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Questo è un duro attacco ai lavoratori e alla Magistratura. Il Governo non si fida degli organi di giurisdizione e propone gli arbitri. Così però si va incontro alle aziende e non ai lavoratori. Le sentenze lasciano una traccia indelebile e possono essere impugnate dai dipendenti, la stessa cosa non può avvenire per le controversie risolte dai mediatori che così restano questioni isolate e private tra datore di lavoro e personale subordinato. In tal modo si va a svuotare di fatto il potere del lavoratore perché non interviene più la legge. Oltre che ai dipendenti – conclude Criseo -, questo rappresenta un duro attacco alla Magistratura che non può disporre dei suoi strumenti e operare in un campo di sua stretta competenza perché di fatto tale compito viene svolto da altri senza preparazione né dispositivi a tutela delle persone”.
Decreto Legge salva Pdl, l’attacco furioso di De Pierro
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “E’ un attacco senza precedenti alla democrazia Ancora non si era giunti a tanto”
Oggi pomeriggio a Roma, nella piazza antistante il Pantheon, si è tenuta la manifestazione di protesta contro l’approvazione del decreto legge che permetterà al Pdl di sanare la situazione della sua lista candidata alle Elezioni Regionali in Lazio e Lombardia. Convocati dal popolo viola, gran parte dei partiti e dei movimenti appartenenti all’area di centrosinistra hanno occupato la famosa piazza capitolina fino al tardo pomeriggio. Ha partecipato all’evento anche l’Italia dei Diritti con il suo presidente Antonello De Pierro, il vicepresidente Roberto Soldà, il responsabile per la Giustizia Giuliano Girlando, con numerosi sostenitori e simpatizzanti.
“Oggi si è consumata l’ennesima pagina triste e direi sconcertante nella gestione politica dell’attuale esecutivo”. È quanto ha dichiarato il presidente De Pierro che ha poi continuato: “Un attentato senza precedenti allo stato di diritto che di fatto da oggi non esiste più. A tanto ancora non si era arrivati. L’arroganza e il senso di onnipotenza che i signori del governo Berlusconi hanno mostrato nel frangente è altamente preoccupante per le fondamenta stesse della nostra democrazia, sancita dalla Carta costituzionale. Un messaggio gravissimo e pericolosissimo che autorizza chi lo riceve a non rispettare le regole che invece andrebbero rispettate da tutti. Il fatto che in Italia ormai vigesse una deregulation totale l’avevamo intuito, ma ora questo concetto si è materializzato in una granitica, quanto assurda, certezza.” Ha incalzato il leader del movimento: “Un atto degno del più bieco fascismo, che quando si tratta di risolvere un proprio problema se ne frega dei principi democratici e del rispetto per gli altri. Noi dell’Italia dei Diritti non staremo di certo a guardare, ma ingaggeremo, mi auguro insieme ad alcune forze politiche, tutte le battaglie possibili nei limiti della lotta democratica, che purtroppo devo ammettere che per quanto impegnata e sentita indubbiamente è più debole di fronte all’assalto dirompente di siffatte svolte arroganti e autoritarie. Un precedente che addirittura ha superato i provvedimenti dittatoriali del regime del ventennio: Mussolini aveva cambiato la legge elettorale prima a suo uso e consumo, Berlusconi è intervenuto con un decreto per sanare un clamoroso pasticcio creato dal suo partito”. Ha continuato poi De Pierro: “È incredibile come nessuno si sia almeno degnato di chiedere scusa agli italiani per un errore tutto interno al Pdl. Il provvedimento è stato varato solo per mettere le loro liste nel Lazio e in Lombardia, mi chiedo perché non si è intervenuti allora per tutte le altre liste che sono rimaste escluse in altre regioni? È lapalissiano che con questo esecutivo la legge garantisce solo chi vive sotto l’egida del potere. Da oggi invitiamo il governo a intervenire anche per i cittadini che quotidianamente lottano, spesso da soli, contro soprusi e farraginose trafile burocratiche. Chiediamo poi di emettere – ha concluso ironizzando - un decreto per i giovani disoccupati che consegnano oltre il termine previsto la domanda di partecipazione ai concorsi, chiediamo di intervenire per decreto per tutte quelle persone spesso anziane o portatrici di handicap che per un ritardo, o a volte solo perché alcuni impiegati decidono di anticipare la chiusura, non riescono a pagare in tempo un bollettino postale. Dulcis in fundo vorrei dire alla Polverini, che ha dichiarato di volere introdurre nel suo programma elettorale il concetto di democrazia, che ci dispiace che questa parola l’abbia scoperta solo adesso e non ci abbia pensato prima, anche se sono certo che del vero significato non ne sia a conoscenza.”
La responsabile locale dell’Italia dei Diritti: “Soddisfatta dell’esito della vicenda, Poste Italiane ha finalmente dato ascolto ai cittadini”
La battaglia caparbiamente sostenuta da Antonella Aprile, responsabile per l’VIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, è stata vinta. Infatti dal primo marzo, in Piazza Erasmo Piaggio, è attiva la sede temporanea della filiale numero 120 dell’ufficio postale di Villaggio Breda fortemente voluta dai residenti, contrari al suo spostamento, a causa dei numerosi disagi che avrebbe provocato per le persone con più difficoltà di locomozione come ad esempio gli anziani. Sottolinea appagata l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Mettere le persone al primo posto vuol dire costruire un’azienda capace di sostenere i bisogni di tutti e questo Poste Italiane l’ha intuito. Esprimo soddisfazione per l’esito positivo dell’intera vicenda che ho sostenuto assieme ai cittadini, al Comitato di quartiere e ad alcune forze politiche del Municipio”. Ottima la sinergia e la collaborazione dei residenti visto che non occorrerà neanche trovare un’altra sede definitiva poiché l’ente Poste entro tre mesi ristrutturerà i vecchi uffici e ne amplierà i locali grazie alla disponibilità del gestore del bar confinante che trasferirà la propria attività poco lontana, sempre nella stessa piazza. Antonella Aprile, fiera dell’unità e della collaborazione dimostrata dai cittadini, lancia un ultimo sentito appello: “Proporrei di intitolare l’ufficio postale ristrutturato ad Annamaria Bombelli, sessant’ anni, che il 30 dicembre era anche lei in strada a protestare contro la chiusura nonostante un tumore l’avesse relegata su una sedia a rotelle. Il mese dopo Annamaria non c’era più. Sarebbe un bel modo per ricordare una battaglia legittima per la difesa dei diritti essenziali”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Non accettiamo il silenzio istituzionale e continuiamo con le nostre azioni estreme”
Roma – Continua la battaglia dell’Italia dei Diritti contro il silenzio, con cui ha risposto il sindaco Gianni Alemanno alla proposta del leader del movimento, Antonello De Pierro, a favorire la rotazione intermunicipale dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali romani, per assicurare la massima trasparenza e legalità nello svolgimento delle funzioni pubbliche. Il presidente, che oggi si è incatenato dinanzi alla sede del Messaggero, ha dichiarato: “Chiedo una tavola rotonda sul tema del trasferimento dei vigili, per evitare i continui tentativi di corruzione e concussione che ledono l’art. 97 della Costituzione Italiana secondo cui si garantisce l’imparzialità e la trasparenza nell’espletamento della funzione amministrativa. Nell’attesa di una decisione manifesta e tangibile, vogliamo portare a conoscenza dell’opinione pubblica un problema da non sottovalutare”. Nonostante gli innumerevoli incatenamenti passati e la raccolta di 30.000 firme oltre alla costituzione di un gruppo di circa 4.000 persone sul social network Facebook a sostegno della lotta, il problema non è stato risolto. De Pierro ha continuato: “Continueremo le proteste estreme intraprese fino a quando il Sindaco risolva innanzitutto la questione con l’assessore al Personale Enrico Cavallari a cui aveva demandato la risoluzione del problema, il quale finora ha fatto orecchie da mercante. Se Alemanno pensa che ci fermeremo ha fatto male i suoi calcoli. Per quanto ci riguarda è l’unico modo per arginare tale odioso fenomeno, che non solo lede i diritti dei cittadini, ma inficia altresì l’immagine dell’intero apparato degli uffici comunali e quindi se egli tiene davvero alla legalità, al di là dei meri proclami elettoralistici, non potrà esimersi dall’accettare di discutere le nostre proposte”.
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Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Bisogna dare a tutti la possibilità di esprimere la propria fede”
“Uno Stato laico come l’Italia deve permettere a tutti di professare ed esprimere liberamente la propria fede”. Questo il parere del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà in riferimento all’accoglimento, da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, del ricorso presentato dall’Italia contro la sentenza che giudicava contraria alla libertà di religione la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche. In attesa che la Grande Camera della Corte di Strasburgo stabilisca in maniera definitiva se tale simbolo religioso può restare nelle classi o deve essere rimosso, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro analizza i risvolti della vicenda. “La questione – evidenzia Soldà - mette a nudo l’incapacità della politica di raccogliere gli input dalla società civile e fornire poi delle risposte idonee. Non si tratta di voler togliere aprioristicamente il crocifisso ma di contemperare le necessità e le rivendicazioni derivanti dall’avere classi scolastiche con bambini di culture e religioni diverse. La politica – conclude Soldà – deve essere in grado di raccogliere la sfida dell’integrazione e fornire soluzioni adeguate”.