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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Operazione dei carabinieri contro la ‘Ndrangheta, la Aroi commenta

La responsabile dell’Italia dei Diritti per la Calabria: “La criminalità organizzata nella nostra regione è un fenomeno importante da contrastare”

 

 

 

Catanzaro – “Ancora una volta siamo di fronte ad un fenomeno importante che si manifesta nel cuore di una città dal carattere mafioso. L’esistenza di questa Cosca è però da confermare o smentire, siamo in una fase prematura per dire se esiste veramente”.  Queste le prime parole di Pamela Aroi, responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, circa l’arresto di sei persone e sette avvisi di garanzia per omicidio contro la ‘ndrangheta nell’ambito di un’indagine condotta dai Carabinieri di Reggio Calabria. Le accuse nei confronti delle 13 persone coinvolte, ritenute esponenti del clan Ursino, sono associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsioni, traffico di droga e trasferimento fraudolento di valori. “In questo caso si aggredisce il patrimonio economico, impossessandosi di beni materiali che consentono di delinquere, si deve perciò intervenire con attività collaterali di indagini -. chiosa l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – Il contrasto alla ‘ndrangheta si fa sempre più intenso soprattutto quando si cerca di contrastare quella criminalità organizzata che in materia di estorsioni e intimidazioni dimostra di essere un gruppo talmente forte da non rendere la comparazione con la criminalità individuale”.

Ragazzo costretto a lavorare 15 ore al giorno senza paga, l’indignazione di Cascone

Il responsabile dell’Italia dei diritti per l’Emilia Romagna: “Gli immigrati asiatici sono bravi a tirare l’economia mondiale ma non lo sono a difendere i propri diritti”

 

 

Bologna – “Abbiamo una situazione complessa causata dal dilagare del commercio. Gli immigrati che arrivano da: Bangladesh, Cina, India aprono negozi contro terzi, lavorano tutto il giorno, senza manodopera, con una manifattura che deve ancora crescere. I prezzi si pongono a metà strada tra il negozio e la grande distribuzione e i negozi sono aperti sette giorni alla settimana, lavorando senza limiti e in maniera disumana”. Manifesta così Massimo Cascone, responsabile dell’Italia dei Diritti per l’Emilia Romagna, la sua indignazione per quanto accaduto ad un ragazzino, costretto a calci e a pugni  da un commerciante del Bangladesh a lavorare nella sua bottega alimentare in via Castiglione, non ricevendo in cambio alcuna retribuzione. La Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha condannato lo sfruttatore a cinque anni e quattro mesi di reclusione per riduzione in servitù.  “Questo è un problema diffuso, purtroppo non solo a Bologna, ma in tutte le grandi città d’Italia e in molti settori: agro-alimentare, oggettistica, telefonia -. prosegue l’esponente del movimento che fa capo ad Antonello de Pierro -  Il punto è che questi cittadini sono abituati allo schiavismo più estremo nel loro paese e quando arrivano in Italia si sentono liberi di agire come meglio credono. Di sicuro sono bravi a tirare l’economia, ma non lo sono a difendere i propri diritti. Succedono avvenimenti incredibili ogni giorno, con molta onestà spero che qualcosa cambi da un punto di vista amministrativo, visto che siamo anche senza sindaco e quindi il disordine sociale è all’ordine del giorno”.

Ennesimo stop a lista Pdl nel Lazio, la risposta di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“La sentenza del Tar è l’ennesima conferma che la lista romana del partito di Berlusconi non può essere riammessa”

 

Roma  - “La giustizia va rispettata, il Pdl si arrenda, la lista candidata alle Regionali nel Lazio non parteciperà alla prossima competizione elettorale”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, commenta l’ennesima risoluzione, questa volta emessa dal Tar del Lazio sull’esclusione della lista romana del Pdl. Dopo la pronuncia dell’ufficio centrale regionale, anche i giudici del Tar hanno bocciato il ricorso per la riammissione del listino Polverini nella provincia di Roma. A tal proposito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro afferma: “Basta con i ricorsi, è ormai chiaro che le pretese del centrodestra non hanno fondamento di giustizia”. Secondo la sentenza Tar, infatti, il decreto salva-liste non può essere applicato al Lazio, inoltre, non ci sarebbero prove della permanenza dei delegati Pdl all’interno dell’ufficio elettorale. Intanto, il prossimo sabato, il Popolo della Libertà scenderà in piazza per continuare a far valere le proprie ragioni, al riguardo Soldà commenta:“È un ulteriore vano tentativo per chiedere la riammissione di un listino fuori legge”.

 

 

Cucchi ucciso dalla disidratazione, l’accusa di Girlando


Il responsabile per la giustizia dell’Italia dei Diritti: “Chiediamo la legge sia uguale per tutti e più tutela nelle carceri”

 

 

 

 

Roma – “La notizia di oggi conferma quanto avevamo già sostenuto sulla condizione di Cucchi e cioè la mancanza di responsabilità da parte di chi affronta la giustizia”. Queste le prime parole di Giuliano Girlando, responsabile per la giustizia dell’Italia dei Diritti,  riguardo alla notizia che la disidratazione sia stata la causa del decesso di Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre 2009 presso l’ospedale Pertini della capitale. “Come si legge nella relazione finale della commissione parlamentare d’inchiesta il tentativo di rianimazione è stato fatto quando ormai non c’erano più speranze -. prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -  Rivendichiamo lo stato di diritto a fronte di una simile violazione, inoltre chiediamo maggiore tutela nelle carceri e giustizia più responsabile per chiunque, senza alcuna differenza”.

 

 

 

 

 

 

Ennesimo stop a lista Pdl nel Lazio, la risposta di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“La sentenza del Tar è l’ennesima conferma che la lista romana del partito di Berlusconi non può essere riammessa”

 

Roma  - “La giustizia va rispettata, il Pdl si arrenda, la lista candidata alle Regionali nel Lazio non parteciperà alla prossima competizione elettorale”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, commenta l’ennesima risoluzione, questa volta emessa dal Tar del Lazio sull’esclusione della lista romana del Pdl. Dopo la pronuncia dell’ufficio centrale regionale, anche i giudici del Tar hanno bocciato il ricorso per la riammissione del listino Polverini nella provincia di Roma. A tal proposito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro afferma: “Basta con i ricorsi, è ormai chiaro che le pretese del centrodestra non hanno fondamento di giustizia”. Secondo la sentenza Tar, infatti, il decreto salva-liste non può essere applicato al Lazio, inoltre, non ci sarebbero prove della permanenza dei delegati Pdl all’interno dell’ufficio elettorale. Intanto, il prossimo sabato, il Popolo della Libertà scenderà in piazza per continuare a far valere le proprie ragioni, al riguardo Soldà commenta:“È un ulteriore vano tentativo per chiedere la riammissione di un listino fuori legge”.

 

 

Possibili ronde contro la criminalità a Fiumicino, il parere di Fantauzzi

Il responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti: “La Prefettura intervenga a garanzia della pubblica sicurezza”

 

Roma - “I cittadini non possono sostituirsi alle forze dell’ordine, le istituzioni devono essere garanti della pubblica sicurezza”. E’ questo il commento di Brunetto Fantauzzi, responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti, alla lettera inviata dal sindaco di Fiumicino Mario Canapini al Prefetto di Roma. Il primo cittadino, infatti, a fronte dei vari episodi di microcriminalità accaduti negli ultimi mesi, lamenta l’annosa mancanza di forze dell’ordine sul litorale laziale. Di conseguenza, sembrerebbe che sempre più persone si stiano associando in ronde non autorizzate. “In questo modo – spiega Fantauzzi -  si rischia di creare ulteriori episodi di caos”. Considerando che ci sono solo settanta unità di vigilanza per settantamila abitanti, Fantauzzi conclude:“Siamo di fronte ad un situazione generata dalla carenza di personale e dalla pigrizia legislativa che impedisce di prendere provvedimenti al riguardo, sollecito le istituzioni, in particolare la Prefettura di Roma, ad intervenire a garanzia della sicurezza del cittadino”. 

Ennesimo stop a lista Pdl nel Lazio, la risposta di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“La sentenza del Tar è l’ennesima conferma che la lista romana del partito di Berlusconi non può essere riammessa”

 

Roma  - “La giustizia va rispettata, il Pdl si arrenda, la lista candidata alle Regionali nel Lazio non parteciperà alla prossima competizione elettorale”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, commenta l’ennesima risoluzione, questa volta emessa dal Tar del Lazio sull’esclusione della lista romana del Pdl. Dopo la pronuncia dell’ufficio centrale regionale, anche i giudici del Tar hanno bocciato il ricorso per la riammissione del listino Polverini nella provincia di Roma. A tal proposito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro afferma: “Basta con i ricorsi, è ormai chiaro che le pretese del centrodestra non hanno fondamento di giustizia”. Secondo la sentenza Tar, infatti, il decreto salva-liste non può essere applicato al Lazio, inoltre, non ci sarebbero prove della permanenza dei delegati Pdl all’interno dell’ufficio elettorale. Intanto, il prossimo sabato, il Popolo della Libertà scenderà in piazza per continuare a far valere le proprie ragioni, al riguardo Soldà commenta:“È un ulteriore vano tentativo per chiedere la riammissione di un listino fuori legge”.

 

 

Il sindaco di Coccaglio fonda un gruppo razzista sul web, il commento della Serra

La responsabile per la provincia di Brescia dell’Italia dei Diritti: “I politici spendano le loro energie in tematiche più importanti, nell’interesse dei cittadini”

 

 

Brescia - “ Si tratta di un episodio molto triste, siamo di fronte al fallimento di una figura politica che dovrebbe concentrarsi su problemi ben più gravi, negli interessi della maggioranza dei cittadini e non solo di un’ esigua minoranza di essi”. Queste le parole di Marzia Serra, responsabile per la provincia di Brescia dell’Italia dei Diritti, in merito alla nuova caccia all’immigrato promossa da Franco Claretti primo cittadino del Comune di Coccaglio. Questa volta la ‘persecuzione’ avviene a mezzo Internet, il sindaco infatti ha fondato sul social network ‘Facebook’, il gruppo ‘Lega Nord Coccaglio’ interamente dedicato alla lotta contro l’immigrazione. Tra i primi messaggi apparsi in bacheca, slogan che invitano a silurare le barche degli immigrati ed insulti di vario genere. “Bisogna essere molto cauti nella divulgazione di comunicazioni di questo tipo, - spiega la Serra -  potrebbero innescarsi disordini non indifferenti e reazioni da parte di masse di immigrati”. Considerando che lo stesso Claretti, nel dicembre scorso, incaricò i vigili urbani di scovare gli extracomunitari casa per casa, l’esponente del movimento guidato da Antonello De Piero conclude: “Sono atti intollerabili, soprattutto da parte dei politici che dovrebbero risolvere problematiche ben più gravi che affliggono la nostra provincia come i disagi del trasporto pubblico, l’inquinamento e la disoccupazione”.   

In carcere l’ex vicepresidente della Puglia, il commento di Pisanello

Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “L'ennesimo arresto di un'esponente del centrosinistra dimostra l'imparzialità della magistratura

Bari“La magistratura deve continuare senza interferenze nel suo lavoro. L’arresto di oggi è la prova che la giustizia italiana è super partes e che cerca solo di accertare se sono stati commessi illeciti”. Sono queste le parole del viceresponsabile dell’Italia dei Diritti per la Puglia, Luciano Pisanello, circa l’arresto, avvenuto questa mattina, dell’ex vicepresidente della Giunta regionale pugliese, Sandro Frisullo.

L’accusa è quella di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta. Le indagini sono scattate nei mesi scorsi, quando l'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, dichiarò di aver offerto a Frisullo escort e denaro in cambio di vantaggi nell'aggiudicazione di appalti presso la Asl di Lecce.

 

“Tutto questo dimostra la dilagante corruzione nella nostra società – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Inoltre i gravi indizi si fondano sulle intercettazioni telefoniche ed ambientali, spesso necessarie per arrivare alla verità, ma che questo governo vorrebbe eliminare”.

 

Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti sottolinea anche come questo caso smentisca i soliti attacchi denigratori nei confronti della magistratura da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.  “Bisogna far pulizia dall'interno stesso dei partiti altrimenti questo berlusconismo diffuso anche a sinistra porterà il nostro Paese alla disfatta assoluta – conclude -. Bisogna quindi candidare gente che non abbia condanne penali e, chi riveste cariche istituzionali, non deve avere processi pendenti per reati contro la pubblica amministrazione”.

Sequestro di falsi ‘Made in Italy’a Prato, il commento di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“Chi raggira le leggi va condannato”

 

 

Roma - “Alla base del commercio devono esserci fondamenti di legalità e chi trasgredisce le regole deve essere punito”. Questo il monito di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, alla notizia del sequestro di capi d’abbigliamento nella città di Prato. La guardia di Finanza ha scovato un’intera filiera cinese dedita al commercio di prodotti tessili contraffatti. Oltre un milione gli articoli sequestrati, appena giunti dalla Cina e pronti per essere venduti in Italia con il marchio ‘Made in Italy’. “Tali episodi – spiega Soldà - sono ricorrenti in una zona dove storicamente è insediata una minoranza cinese, ma è giusto che i responsabili paghino”. “La contraffazione, - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - soprattutto in questo periodo di crisi, va a scapito delle piccole e medie imprese, degli artigiani locali e di tutti i cittadini onesti che scelgono di rispettare la legge”.       

 

 

 

 

 

De Pierro incatenato al Municipio di Ostia contro la corruzione dei vigili urbani capitolini

Il presidente dell’Italia dei Diritti::“Pretendiamo una risposta dal sindaco Alemanno. La nostra battaglia andrà comunque avanti”

Roma – Continua la protesta del leader dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, contro la corruzione dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali, fenomeno per la cui risoluzione il movimento chiede una rotazione triennale intermunicipale del personale. Il presidente, incatenatosi dinanzi alla sede del Municipio di Ostia, è ancora in attesa dell’apertura di un tavolo di confronto con gli organi competenti per evitare che politiche collusive possano in qualche modo interagire col alcuni appartenenti al corpo di polizia municipale e agli uffici predetti.

“Il silenzio non fermerà la nostra causa. Chiedo un incontro per parlare del tema del trasferimento dei vigili, per evitare i continui tentativi di corruzione e concussione che ledono l’art. 97 della Costituzione Italiana secondo cui si garantisce l’imparzialità e la trasparenza nell’espletamento della funzione amministrativa”, ribadisce De Pierro.

L’iniziativa, portata avanti dal movimento nato a difesa e tutela dei cittadini, vuole sollevare all’attenzione dell’opinione pubblica un problema reale e tangibile, alla luce delle troppe denunce pervenute. “Chiediamo che ogni tre anni vi sia una rotazione intermunicipale dei vigili urbani e degli impiegati delle U.O.T. dei Municipi per assicurare la massima trasparenza e legalità nello svolgimento delle funzioni pubbliche e per evitare omissioni e illeciti durante l’espletamento dei compiti d’istituto”, continua De Pierro.

Nonostante gli innumerevoli incatenamenti passati, la raccolta di 30.000 firme e un gruppo di circa 4.000 persone sul social network Facebook, il problema sembra non interessare né al sindaco Alemanno né all’assessore al Personale, Enrico Cavallari a cui il primo cittadino aveva demandato la risoluzione. Per questo motivo il presidente De Pierro annuncia altri incatenamenti “non escludendo, in caso di persistenza di silenzio e immobilismo, di ricorrere a forme più radicali di lotta non violenta, per sradicare un malcostume che lede i diritti dei cittadini e scredita l’immagine dell’intero apparato degli uffici comunali”.

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