Main menu

Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Sequestrati beni per 20 milioni alla ‘ndrangeta nel varesotto, il commento di Criseo

Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Servono più controlli per impedire alla criminalità di accumulare ricchezze”

 

“Com’è possibile che si arrivi ad accumulare una fortuna senza che a monte vi sia alcun controllo di tipo bancario?” Commenta così Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, la notizia del sequestro nel territorio della provincia di Varese da parte del locale Comando dei Carabinieri di ben 20 milioni di euro, tra beni di lusso, attività commerciali e soprattutto contanti, appartenenti alla ‘ndrangheta. Le indagini patrimoniali di questi giorni seguono i 39 arresti del 23 aprile del 2009, nell'operazione denominata ‘Bad Boys’, che si concluse con l’arresto di 11 persone per associazione per delinquere di stampo mafioso e altre 28 per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di tentato omicidio, estorsioni, usura, rapina e riciclaggio. “Quando la criminalità organizzata arriva ad accumulare così ingenti fortune - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è ipotizzabile una connivenza di apparati istituzionali che dovrebbero mettere in atto maggiori controlli. Possibile che nessuno si accorga dell’esistenza di così importanti economie sommerse? Vuol dire che abbiamo bisogno di maggiore prevenzione”.

Arrestato il maniaco degli ascensori a Roma, il commento di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Alla famiglia spetta l’insegnamento dei principi basilari della legalità e della civile convivenza”.

 

“E’ da premiare il lodevole e celere lavoro effettuato dalle nostre forze dell’ordine nella cattura dell’aggressore”. E’ il primo commento di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, alla notizia dell’arresto a Roma del giovane maniaco che infilandosi negli ascensori abusava sessualmente delle sue vittime.

“Questa  volta - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - il molestatore è un ragazzo italiano di buona famiglia, dall’aspetto perbene ed abitante nello stesso quartiere in cui puntava e abusava delle sue vittime. Il comportamento della madre che ha tentato fino all’ultimo di coprirlo e proteggerlo, seppur comprensibile, è comunque da considerarsi deplorevole. La famiglia - conclude Soldà -, in quanto nucleo primario ed essenziale dell’insegnamento e dell’educazione civica, deve riappropriarsi dell’onere di insegnare i principi basilari della civile convivenza e della legalità ai giovani membri che la compongono

Nel Lazio crolla l’affluenza alle urne, l’analisi della Nieddu

La  viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “La pessima condotta fornita ultimamente dalle istituzioni ha generato un prevedibile clima di sfiducia”

 

Roma - “È stata una delle peggiori campagne elettorali di sempre, da bocciare sotto ogni punto di vista e ulteriormente avvelenata dalle dichiarazioni di odio post esclusione delle liste del Pdl. Gli annunci di Sgarbi e del cardinal Bagnasco non hanno fatto altro che demoralizzare gli animi. La gente si è ormai resa conto che viene manipolata, il voto che esprime ha poca importanza, poiché le decisioni che contano vengono decise ad hoc altrove”.

 

Così Anna Nieddu, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, commenta i bassi dati di affluenza dei cittadini laziali alle urne.

Il Lazio risulta essere la regione italiana con il più alto tasso di astensionismo.

Rispetto alle elezioni regionali del 2005 si segna un 9,56% in meno.

 

“Ovvio che questo clima di sfiducia ha portato i cittadini a scegliere di trascorrere una giornata al mare, anziché recarsi alle urne a votare. Ciò è un vero peccato – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ho seguito personalmente alcuni candidati del centrosinistra non provenienti dal mondo politico e posso affermare che si tratta di persone valide e concrete. Invito chi di dovere a riflettere sulla questione ”.

Stupro durante la lezione nel bresciano, lo sdegno della Serra

La responsabile per la provincia di Brescia dell’Italia dei Diritti: “Inquietante è l’omertà dei compagni di classe e la disattenzione dell’insegnante”.

 

 

“Quello in questione è un episodio gravissimo da denunciare duramente, sia perché perpetrato da minorenni ai danni di una dodicenne, sia perché accaduto indisturbato tra le mura di una classe dove si presume che i ragazzi siano sottoposti al controllo vigile di un insegnante”. Questo il primo commento di Marzia Serra, responsabile per la provincia di Brescia dell’Italia dei Diritti, alla notizia della violenza di gruppo compiuta da due ragazzi di quindici anni ai danni di una loro compagna di classe durante l’ora di lezione e alla presenza del professore . “Quello che mi spaventa maggiormente - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - non è solo l’omertà della classe che ha assistito tacitamente alla violenza, ma soprattutto la disattenzione e la distrazione non giustificabile da parte del docente che non si è accorto di niente. Questo - conclude la Serra - non è accettabile da parte di una figura che ha, tra gli altri, anche il compito di vigilare sull’incolumità degli studenti”.

 

 

Bambino costretto dalla maestra a denudarsi in classe, la critica della Martino

La responsabile dell’Italia dei Diritti per la Scuola e l’Istruzione: “È  la maestra e non  l’alunno a soffrire di un grave disagio”

 

Roma – “Questo è un caso di pura follia. È la maestra che deve farsi curare da uno psichiatra  non il bambino”. Comincia così la dichiarazione di Annalisa Martino, responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, in riferimento alla notizia di un bambino di sei anni, costretto dalla maestra a denudarsi in classe e a subire punizioni dai compagni perché irrequieto. Le conseguenze di quanto accaduto in un asilo pubblico in provincia di Ferrara sono che il bambino sarà seguito da un neuropsichiatra e la maestra si è dimessa. “Un fatto simile è molto grave – prosegue l’esponente del movimento con a capo Antonello De Pierro –. Non è riconducibile a un disagio dell’alunno, ma ad un serio problema dell’insegnante, che in quanto educatrice non può rispondere con punizioni simili, soprattutto se i comportamenti scorretti del piccolo erano abitudinari. Eventi così purtroppo accadono ovunque – conclude la Martino –, l’aspetto sociale è  che questi fenomeni di estremo disagio dei lavoratori sono ravvisabili in diversi ambienti e non solo nella scuola”.

Berlusconi e la sanità Toscana, il commento di Caporale

Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Il problema sanitario non deve venire politicizzato”

 

“Vi sono specifiche commissioni ad hoc che si occupano della sanità italiana, monitorandone i progressi e i problemi. E’ troppo facile in un periodo di campagna elettorale politicizzare i problemi sanitari pubblici per colpire l’opposto schieramento politico”. Commenta così Manlio Caporale, responsabile per la sanità dell’Italia dei Diritti, le affermazioni rilasciate da Silvio Berlusconi sulla malasanità in Toscana, dichiarazioni però prontamente smentite dal ministro della salute Fazio.

“Il problema - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – per essere risolto andrebbe affrontato esulando dagli interessi degli opposti schieramenti politici. Se non si conoscono realmente i dati, non si può esprimere un parere così denigratorio ai  danni di una regione che, al contrario, si dimostra essere un fiore all’occhiello nel nostro Paese. Non si può non considerare che la Toscana, pur avendo attuato delle importanti restrizioni economiche sanitarie - conclude Caporale - ha di contro centralizzato numerosi servizi e razionalizzato la spesa portando egualmente soddisfazione agli utenti”.

 

Indagato senatore Pdl per tangente su farmaco, lo stupore di Smiroldo

Il viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Se Cesare Cursi è veramente colpevole deve essere espulso dall’Italia al pari di uno straniero illegale”

 

Roma – “Che contraddizioni mostruose. Se è vero che ha commesso questa illiceità deve essere estradato dall’Italia al pari di uno straniero illegale”. Esprime in questo modo il suo stupore il viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Luigino Smiroldo, a seguito dell’indagine condotta a Milano su Cesare Cursi, responsabile nazionale per la Sanità del Pdl, il quale sarebbe coinvolto in  una tangente di 100.000 €, stanziata dal colosso farmaceutico Ferring nel 2005, per alzare di 3 € il prezzo di ogni fiala del farmaco anti-infertilità Meropur. Il tutto accompagnato da innumerevoli corruzioni di medici col fine di aumentare le prescrizioni del suddetto ormone ai pazienti.

 

“Sostanzialmente non mi meraviglia l’atto compiuto dal senatore, ma piuttosto il fatto che uno stesso farmaco ansiolitico usato anche dai bambini, di cui non dico il nome per evitare di fare pubblicità, in Italia costa 20 €, prezzo corrispondente ad una scatola contenente sette pastiglie, mentre nei paesi dell’est europeo 1,50 € un pacchetto di 30 pastiglie, quindi 10 volte in più, nonostante abbia lo stesso principio attivo e la stessa quantità, quello che cambia è solo la fabbrica che lo produce. Ci sarà qualche motivo dato che il mercato farmaceutico registra un giro di affari stratosferico – continua l’esponente del movimento di cui è leader Antonello De Pierro –. In Italia tre sono i business che raggiungono elevati risultati in termini economici: l’edilizia, il farmaceutico e il consumabile. Questo avviene perché le competenze di ogni settore sono diverse, tuttavia il governo è sempre lo stesso, quindi gli interessi politici crescono sempre più”.

 

Feltri sospeso per sei mesi dall’Ordine, l’opinione di Fantauzzi

Il responsabile per l’Informazione dell’Italia dei Diritti: “Decisione contraddittoria che denota falle da entrambe le parti chiamate in causa”

 

Milano - “Strana la libertà di informazione che vige in Italia, un paese dove Vittorio Feltri può arrogarsi del diritto di denigrare un suo collega, salvo poi scusarsi perché il fatto non  sussiste. Altrettanto paradossale è la decisione di sanzionare un giornalista perché pubblica il vero”.

 

Con queste considerazioni Brunetto Fantauzzi, responsabile per l’Informazione dell’Italia dei Diritti, commenta la sospensione di sei mesi inflitta dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia a Vittorio Feltri.

Il direttore del Giornale era finito sotto procedimento disciplinare per gli articoli sul caso Boffo, per le accuse a Gianfranco Fini e per aver consentito a Renato Farina di continuare a firmare articoli dopo la sua radiazione dall’albo.

 

“Non è dato sapere come i fatti siano realmente andati – sottolinea l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ma è singolare che si sia creata una situazione per certi versi paradossale in cui da una parte c’è un Ordine dei Giornalisti che non rispetta alla lettera i dettami costituzionali in materia, e dall’altra un giornalista che si sente in diritto di diffamare dei personaggi. A Feltri deve essere riconosciuta una certa discrezionalità in virtù della posizione che ricopre – conclude Fantauzzi – ma al tempo stesso egli è chiamato a rispettare un codice etico e  morale che gli vieti determinati atteggiamenti”.

‘Raiperunanotte’, per Soldà finalmente Santoro libero di informare

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Dopo lo stop alla Rai il conduttore di Annozero contro il fascismo berlusconiano”

 

Roma – “Non sono d’accordo con titoli di giornale che parlano di un Santoro  libero di insultare, ma piuttosto libero di informare, così da opporsi, giustamente, alla burrascosa iniziativa di bloccare i talk show, che offrono i dovuti confronti tra i programmi politici dei candidati alle elezioni”. Queste le prime dichiarazioni di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, dopo ‘Raiperunanotte’, la trasmissione andata in onda ieri sera dal Paladozza di Bologna, condotta da Michele Santoro, che con un filmato ha rappresentato il parallelismo tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Benito Mussolini. “L’informazione televisiva è stata bloccata per tutti i partiti, tranne che per il Pdl – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, dato che il premier quotidianamente ha comunicato a e ha parlato con i suoi elettori. Tutti i giorni si è scritto di lui e dei sui dati statistici che lo facevano vincere già all’inizio della campagna elettorale. Insomma si può parlare di stop all’informazione della sola opposizione, costretta a tacere per volontà di Berlusconi – chiosa Soldà –.  Non aver accettato i confronti politici è stato come tappare le orecchie e chiudere gli occhi dei cittadini italiani, che nei prossimi giorni si recheranno alle urne per votare, senza gli strumenti utili per farlo”.

Stop in Puglia alle energie rinnovabili, le accuse di Vedova

Il responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “Perché salvaguardare l'ambiente, rilanciare l'economia e uscire dalla crisi se c'è ancora qualcuno che può mangiare e trarre vantaggio dal sistema attuale?”

 

Roma, 29 marzo 2010 - “Come abbiamo avuto più volte modo di osservare si sta facendo di tutto per ostacolare lo sviluppo di fonti pulite. L'esempio lampante è dato dal cosiddetto decreto milleproroghe. Nella Finanziaria 2008, il governo Prodi prevedeva che i regolamenti edilizi comunali contemplassero l’obbligo di integrare fonti di energia rinnovabile nei nuovi edifici a partire dal 1 gennaio 2009. L'attuale governo ha prima rinviato a gennaio 2010 e ora ancora al 2011. Osserviamo inermi a queste decisioni dissennate come di fronte ad una partita truccata.
Con la legge regionale 31/08, d'altronde, la Puglia stava per diventare l'eldorado delle rinnovabili in Europa. Un rischio troppo grande per la conservatrice Italia, ancora affezionata alle vecchie abitudini, troppo indaffarata ad inquinare i fiumi e ad imbottire i sui campi di rifiuti”.

 

Con queste parole Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, commenta la decisione della Corte Costituzionale di porre fine alla produzione di energie rinnovabili in Puglia, giudicando come incostituzionale la legge regionale 31/08.

 

“L’Italia dei Diritti – dichiara l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – chiede a gran voce che la Corte Costituzionale riveda immediatamente la legge e che, tenendo conto dei doverosi controlli relativi all'impatto ambientale e al limite di potenza massima degli impianti, capisca che accedere ai  finanziamenti pubblici, collegati alla produzione delle eco-energie semplificando ai minimi termini gli iter autorizzativi, non può far altro che rilanciare l'economia e dare spazio alla progressiva sostituzione di impianti inquinanti ad altri sostenibili per l'ambiente”.

Rienzi minacciato dai tassisti chiede protezione, Marinelli perplesso

La provocazione del responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Proteggiamo tutti i romani, ognuno di noi ha imprecato contro la categoria almeno una volta nella vita”

 

 

Roma, 25 marzo 2010 –  “La protezione dovrebbe essere disposta su circa due milioni e ottocentosettantamila persone, ossia quanti sono i residenti di Roma. Si pensa infatti sia opera ardua trovare una persona, una, che non abbia pensato peste e corna nei confronti della casta più potente d’Italia che non è quella dei notai o dei farmacisti come a molti verrebbe da pensare, bensì quella dei tassinari romani”. Questo il commento del responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli alla richiesta di protezione del presidente del Codacons Carlo Rienzi in seguito alle minacce circa la sua battaglia contro il caro-taxi nella Capitale. Al di là della provocazione, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro è comunque critico nei confronti degli elevati costi delle corse: “Già molti sono intervenuti sul tema, tra i tanti gli amministratori  delle compagnie aeree low cost evidenziando come sia più economico andare a Parigi o a Casablanca rispetto al recarsi da Fiumicino a Torpignattara. Tralasciando l’assurdità di chi decide di prendere il taxi per rimanere poi imbottigliato in mezzo al traffico anziché il trenino, rimane il problema di un gruppo di prepotenti che impediscono al meccanismo della concorrenza di funzionare. Se quest’ultimo – conclude Marinelli - avesse possibilità di essere la categoria dei tassinari, dovrebbe procedere a dei pestaggi analoghi a quelli delle squadre nere del ventennio mussoliniano e forse tra braccia tese, celtiche e altre scemenze non si troverebbero neanche male”.

 

FacebookTwitter