COMUNICATO STAMPA
Tunnel tra viale Libia e la stazione Nomentana, il commento di Nota
Il responsabile per il II municipio di Roma dell’Italia dei Diritti: “L’idea è buona, ma bisogna valutare i costi”
Roma – “L’idea è buona. Ovviamente bisogna valutare i costi di tale opera. Questo tunnel può essere molto importante per il quartiere, ma non deve oscurare le spese necessarie che la circoscrizione dovrà effettuare per le altre situazioni da sanare.” E’ questo il commento del responsabile per il II municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, Danilo Nota, alla notizia della richiesta, da parte dei residenti, di costruzione di un percorso di tapis roulant sotterranei per collegare viale Libia alla stazione Nomentana, sottopasso che risolverebbe gran parte dei problemi di trasporto del quartiere Trieste-Salario. “Pur considerando questa galleria pedonale fondamentale per il miglioramento del traffico locale, - continua Nota – esistono lavori più urgenti da iniziare e completare: il rifacimento del manto stradale, che è un colabrodo, e la cancellazione di tutte le scritte dai muri, ad esempio.” L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ”Le grandi opere da attuare nel quartiere Trieste Salario devono essere necessariamente valutate in relazione al bilancio a disposizione della giunta territoriale. Quindi il lavoro è fattibile se non necessita per la sua realizzazione di troppi milioni di euro. Per le casse municipali la spesa potrebbe essere onerosa e inoltre c’è il rischio che vengano sottratti soldi alle spese di gestione ordinaria della zona.”
COMUNICATO STAMPA
Fuga e disordini al Cie di Ponte Galeria, l’attacco di Marinelli
Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “I Cie sono stati costruiti da menti a cui piace il sadomaso”
Roma – “Occorre ripensare al tipo di assistenza dato agli “ospiti” dei Cie. Le persone che hanno costruito tali centri sono forse dedite a pratiche “sadomaso”, solo uno che fa uso di tali consuetudini trarrebbe gioia dall’essere trattato come un immigrato nei CIE.” E’ questo il commento del responsabile del Lazio dell’Italia dei Diritti, Vittorio Marinelli , alla notizia della notte di disordini al Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria, a Roma. A quanto riferiscono i collaboratori del Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, durante un tentativo di evasione gli ospiti del Centro hanno dato vita a manifestazioni di protesta culminate con il rogo di materassi e suppellettili. “L’ipocrisia nel definire quei luoghi non come carceri - continua Marinelli – ma come centri di accoglienza è assurda. In realtà, già i carcerati italiani vengono considerati cittadini di serie B; gli immigrati clandestini vengono considerati cittadini di serie D.” L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ”In Italia, non a caso patria di Cesare Beccaria, tali episodi di rivolta sono spesso accaduti come risposta a atti di tortura, avvenuti per esempio anche a Bolzaneto, che diventa un albergo a cinque stelle rispetto a Ponte Galeria. La fuga o la rivolta in questo caso non è una violazione, ma un atto di difesa.”
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Il partito di Bersani ha commesso un imperdonabile errore di strategia”
Napoli - “Quella di Caldoro è stata una vittoria annunciata. Il piano del Partito Democratico di imporre un candidato interno alle proprie file si è rilevata una tattica sbagliata. La scelta di una guida regionale con procedimenti giudiziari a carico non poteva avere altro esito. Rifacciamoci al modello vincente di Vendola”.
Così Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, analizza la vittoria del candidato presidente del Pdl alle elezioni regionali, Stefano Caldoro.
“Anche se abbiamo appoggiato De Luca, il Pd all’indomani delle elezioni deve fare autocritica, la scelta di un nome da proporre non deve necessariamente ricadere all’interno del partito stesso, piuttosto sarebbe stato più ovvio ricorrere ad un nome forte, ad una persona trasparente e pulita, capace di contare su un proprio bacino elettorale, come magari De Magistris – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – È stata una svista imperdonabile non servirsi delle primarie per la scelta del nominativo più idoneo”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “È suonata l’ora del risveglio da un torpore durato troppo a lungo che sta disegnando scenari apocalittici al nostro orizzonte”
Roma – “Quello che ci hanno restituito le urne è un risultato da analizzare con grande attenzione sia per quanto concerne gli aspetti positivi che quelli negativi. È chiaro che il Pd, che ancora riesce a intercettare consensi considerevoli, debba far capire da che parte sta. È proprio questa la fetta di rappresentanza partitica con la sua opposizione vacanziera che ci ha regalato la deleteria piaga del berlusconismo, non intesa come legata alla figura del premier in se ma a concetti secondo cui alcuni comportamenti deprecabili sono leciti, e dipingendo come demonio chi invece li persegue e li reprime.” Queste le prime parole a caldo che il presidente del movimento Italia dei Diritti Antonello De Pierro esprime in merito all’esito delle ultime elezioni regionali. “Sono tante le responsabilità del partito di Bersani in questi risultati che purtroppo aprono scenari apocalittici al nostro orizzonte – continua De Pierro –. Fortunatamente il successo di alcuni validi e coraggiosi politici come Nichi Vendola ha limitato le dimensioni della disfatta, ma è chiaro a tutte le persone di buon senso che bisogna cambiare rotta prima che sia troppo tardi per non giungere al punto di non ritorno, costruito sull’illecito e che possa addirittura confondersi con condotte moralmente impeccabili. È suonata l’ora del risveglio da un torpore durato troppo a lungo – tuona ancora il leader del movimento a tutela dei diritti dei cittadini –, bisogna contrastare l’invasione mediatica e l’agitazione sconsiderata e irresponsabile dello scettro del potere da parte di chi attualmente ci governa. Il Pd dovrebbe fare un po’ di pulizia al suo interno per cercare di mettere in campo forze limpide e scevre da qualsiasi ombra o macchia per fare crescere nuovamente fiducia in una fetta di popolazione disillusa e che ormai non si sente più rappresentata. L’astenzionismo registratosi presso i seggi ne è la prova più evidente e concreta. Quest’opera di rinnovo mi sembra l’unico modo – continua De Pierro – per scongiurare il pericolo, da sempre sottovalutato ma che è un dato di fatto maledettamente reale, rappresentato dal periglioso avanzamento della Lega Nord, con la sua cultura xenofoba, omofoba nonché secessionista anche se convenientemente ammorbidita in federalista. Non dobbiamo poi sottovalutare in merito alla crisi del Pd – conclude De Pierro –, il grande successo fatto registrare dalle liste del comico Beppe Grillo che poteva indubbiamente essere coinvolto in una schieramento compatto e vincente piuttosto che essere snobbato e che ha dimostrato di essere determinante specialmente in Piemonte. Non rinuncerò mai ad insistere sul grande errore che ha contraddetto in maniera eclatante l’aggettivo che identifica il Partito Democratico, quando solo per paura, fu rifiutata l’iscrizione e la candidatura del comico genovese con una decisione che con la democrazia aveva ben poco a che vedere”.
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Il partito di Bersani ha commesso un imperdonabile errore di strategia”
Napoli - “Quella di Caldoro è stata una vittoria annunciata. Il piano del Partito Democratico di imporre un candidato interno alle proprie file si è rilevata una tattica sbagliata. La scelta di una guida regionale con procedimenti giudiziari a carico non poteva avere altro esito. Rifacciamoci al modello vincente di Vendola”.
Così Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, analizza la vittoria del candidato presidente del Pdl alle elezioni regionali, Stefano Caldoro.
“Anche se abbiamo appoggiato De Luca, il Pd all’indomani delle elezioni deve fare autocritica, la scelta di un nome da proporre non deve necessariamente ricadere all’interno del partito stesso, piuttosto sarebbe stato più ovvio ricorrere ad un nome forte, ad una persona trasparente e pulita, capace di contare su un proprio bacino elettorale, come magari De Magistris – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – È stata una svista imperdonabile non servirsi delle primarie per la scelta del nominativo più idoneo”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Ora il buco della Sanità si allargherà ulteriormente. Chi non è capace di presentare una lista non può governare una regione”
Roma - “Sono seriamente preoccupato della vittoria ottenuta da Renata Polverini in una corsa all’ultimo voto. Sono certo che l’enorme buco che la giunta uscente aveva ereditato da Storace, e che pur costringendo i cittadini a enormi sacrifici non era riuscita a colmare, ora purtroppo si allargherà irrimediabilmente. Infatti, non riesco più a vedere coloro i quali si apprestano a prendere in mano le redini della regione Lazio come dei validi amministratori, in quanto considero gran parte di questi signori una massa di incapaci, come dimostrato dalle recenti vicende che li hanno coinvolti nella presentazione delle liste. Mi chiedo, trovando agevolmente risposta, come si faccia a governare una Regione così complessa se non si è capaci neppure di ottemperare a regole così semplici come quelle da osservare nella presentazione delle liste. Il tutto tra l’altro condito dallo svarione giuridico di un decreto arrogante, autoritario e dittatoriale, quanto perfettamente inutile, poiché non applicabile nella fattispecie. Una figura da perfetti dilettanti, che potrebbero, pur con qualche dubbio sul risultato, iniziare un percorso di apprendistato politico ma non certo dedicarsi alla gestione della cosa pubblica. Mi auguro solo che la Polverini abbia il buon senso di non lasciarsi coinvolgere in alchimie partitocratiche e peschi i componenti per la sua squadra di governo tra quei pochi elementi validi che campeggiano su una schiera di inetti. Per la Sanità, ad esempio, visto che è il settore che ritengo più importante, mi permetterei di suggerirle Gigliola Brocchieri, che sicuramente potrebbe gestirne le problematiche molto meglio di altri vista la comprovata esperienza”.
Così Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, tuona sulla vittoria alla regione Lazio di Renata Polverini.
Il leader del movimento per la difesa del cittadino si sofferma poi ad analizzare le cause che hanno decretato la sconfitta del centrosinistra: “Sugli elementi che hanno determinato questa disfatta non possono passare inosservate le responsabilità di un Partito Democratico che non ha saputo individuare un candidato valido, ma si è affidato a una scelta di ripiego come quella di Emma Bonino, che pure essendo un personaggio di grande e indubbia capacità, nonché di inoppugnabili qualità morali, non era certo rappresentativo per l’ampio ventaglio di pensiero caratterizzante le formazioni di centrosinistra. Tra l’altro la stessa Bonino ha fornito lo spunto a una chiesa, che invece di guardare con più rigore fra le proprie file, si arroga il diritto di ingerire sempre più nella vita politica italiana per strumentalizzare la sua candidatura a favore di uno schieramento che invece molto lontano è da quel concetto di famiglia indissolubile tanto decantato, ma che molti rappresentanti calpestano in realtà con i fatti visto l’alto numero di separati presenti”.
In ultima analisi De Pierro sostiene: “È necessario che il Pd riveda con più attenzione i suoi quadri di partito, che faccia capire meglio da che parte sta e se i suoi esponenti siano più attaccati all’avanzamento delle forze democratiche, oppure, a deleteri protagonismi di potere. Non può passare inosservata infatti la blindatura di alcune candidature in qualche collegio provinciale dove si è preferito, per favorire l’eventuale elezione di pochi, candidare persone di scarsa competitività. Addirittura nella provincia di Frosinone un candidato classe ’91, che ha racimolato un’innocua manciata di preferenze. Ma nel quadro disastroso che ho tratteggiato – conclude il presidente dell’Idd – non si può non cogliere un elemento importantissimo, la sconfitta lapalissiana della politica di Gianni Alemanno nel comune di Roma. Non è un caso infatti che nella capitale la Bonino abbia stravinto”.
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Il partito di Bersani ha commesso un imperdonabile errore di strategia”
Napoli - “Quella di Caldoro è stata una vittoria annunciata. Il piano del Partito Democratico di imporre un candidato interno alle proprie file si è rilevata una tattica sbagliata. La scelta di una guida regionale con procedimenti giudiziari a carico non poteva avere altro esito. Rifacciamoci al modello vincente di Vendola”.
Così Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, analizza la vittoria del candidato presidente del Pdl alle elezioni regionali, Stefano Caldoro.
“Anche se abbiamo appoggiato De Luca, il Pd all’indomani delle elezioni deve fare autocritica, la scelta di un nome da proporre non deve necessariamente ricadere all’interno del partito stesso, piuttosto sarebbe stato più ovvio ricorrere ad un nome forte, ad una persona trasparente e pulita, capace di contare su un proprio bacino elettorale, come magari De Magistris – prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – È stata una svista imperdonabile non servirsi delle primarie per la scelta del nominativo più idoneo”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “I dati sono indiscutibili, mea culpa per il Partito Democratico”
Roma – “I risultati delle elezioni sono indiscutibili, è necessario che il Partito Democratico rifletta seriamente sugli errori commessi e sulle reali esigenze dei cittadini, dal Piemonte sino alla Sicilia”. Con queste parole il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà commenta l’esito delle elezioni regionali piemontesi che vedono il candidato Roberto Cota del partito della Lega Nord vittorioso contro la presidente uscente Mercedes Bresso del Partito Democratico. “La Lega ha ottenuto ottimi risultati, dal Piemonte alla Lombardia, sino in Veneto – afferma l’esponete del movimento guidato da Antonello De Pierro – il Pd ha perso parecchi voti e l’astenzionismo di molti cittadini è un dato sconcertante. Indubbiamente questi risultati ci parlano di una necessaria inversione di marcia ad opera del partito di centrosinistra. Sono convinto – conclude Soldà – che solo con nuovo impegno e nuova determinazione si possa riconquistare la fiducia dei cittadini. A partire da queste elezioni”.
La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti:“Sono felicissima per il nostro presidente, i pugliesi confidano in lui”
Bari – “I pugliesi si sono fidati di lui e continuano a farlo. A nulla sono valse le illazioni e gli scandali di quest’ultimo periodo. Vendola ce l’ha fatta perché ama i suoi cittadini e sono convita che il suo apprezzabile impegno ripagherà quanti lo hanno votato”. Con queste parole la responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti Manuela Bellantuoni esprime la sua felicità riguardo all’inequivocabile vittoria del candidato Nichi Vendola alle elezione regionali pugliesi, ottenuta grazie ad un vantaggio sul suo avversario, il candidato di centrodestra Rocco Palese, pari a più di sette punti percentuali. “Vendola – afferma l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è riuscito a vincere le sue battaglie contro la stessa coalizione di centrosinistra e contro le polemiche sulla sanità che avrebbero potuto influire sull’esito delle elezioni. I pugliesi lo hanno favorito nuovamente a pieni voti e sono convinta – conclude la Bellantuoni - che ‘la fabbrica’ di Nichi non deluderà le nostre aspettative”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Dati in calo per la pena di morte nel mondo, ma anche la Cina deve conformarsi agli altri paesi e rinnegare questa pratica barbara”
Roma – “Non posso che essere sollevato nell’apprendere i dati relativi alla diminuzione delle esecuzioni capitali avvenuta nell’ultimo anno. Non è ammissibile che ancora oggi nel mondo venga attuata la più alta forma barbarica di inciviltà”. Con queste parole il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà commenta quanto emerso dal rapporto annuale condotto da Amnesty International sui numeri attinenti alla pena di morte. Secondo l’indagine del 2009 sono state giustiziate 714 persone in 18 paesi contro le 2390 registrate in 25 stati nel 2008. L’organizzazione a difesa dei diritti umani ha però dichiarato la non completezza dei dati forniti in quanto non tengono conto delle migliaia di esecuzioni probabilmente avvenute in Cina, dove le informazioni sulla pena capitale rimangono ancora un segreto di Stato.
“In merito alla condanna di Amnesty International sui dati approssimativi prodotti dalla Cina – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, esprimo il mio sconcerto nei confronti di una nazione che lotta con la pretesa e la volontà di superare economicamente e non solo una potenza come gli Stati Uniti ma che, nello stesso tempo, continua ad operare pratiche così arcaiche e condannabili come quella della pena di morte”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Inaccettabile dare ai turisti un’immagine di assoluto degrado”
“Siamo arrivati al punto che i moltissimi turisti in visita in una terra meravigliosa sono costretti a fotografare e a portarsi a casa l’immagine di un degrado assoluto, frutto dell’incapacità gestionale della classe dirigente siciliana”. Commenta così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, la notizia della nuova emergenza rifiuti in Sicilia. La notte scorsa in quel di Palermo sono stati incendiati quattro cassonetti ubicati in Via Pazienza. Sul luogo è stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco. Nelle strade, anche in centro, sono ben visibili montagne di immondizia e contenitori per la raccolta stracolmi. A far degenerare la situazione, in queste ultime ore, il fatto che alcuni autocompattatori dell'Amia, l'azienda che si occupa di raccolta e smaltimento, sono guasti. Piene all’inverosimile anche le campane della raccolta differenziata, tanto che il materiale riciclabile occupa in alcune strade l'intero marciapiede. “Non è tollerabile - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - l’ennesimo scivolone su una buccia di banana da parte degli amministratori siciliani. Situazioni di questo tipo derivano dalla mancanza di una programmazione seria nella gestione dei rifiuti. La memoria torna all’emergenza nel napoletano, speriamo di non trovarci nuovamente in quella catastrofe”.