Il viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti: “L’iniziativa mi sembra buona, ma esprimo i miei dubbi in merito alla validità dei controlli sulle famiglie affidatarie”
Milano – “Sono tendenzialmente favorevole ad una iniziativa di questo genere, ma non dobbiamo dimenticare che le persone non sono delle merci e vagliare attentamente le modalità di controllo e di scelta delle famiglie affidatarie”. Con queste parole il viceresponsabile per la città di Milano dell’Italia dei Diritti Luca Ragone esprime la sua opinione in merito alla proposta sperimentale promossa dal comune di incentivare, attraverso l’erogazione di un contributo mensile medio di duecento euro, l’assistenza a distanza di anziani da parte delle famiglie milanesi. Secondo quanto previsto dal progetto, prima di dare avvio all’affido, gli uffici comunali provvederanno ad effettuare i necessari colloqui con le famiglie, a predisporre test psicologici, e a pianificare un primo periodo di prova. “Preparare pranzi, occupare il tempo libero con un film al cinema o uno spettacolo a teatro, prenotare un appuntamento dal parrucchiere, sono certamente attività che contribuiscono alla felicità dell’anziano, solitamente ridotto in solitudine – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, ma mi chiedo se il progetto di affido valuta anche la possibilità di riempire le ore più critiche per queste persone, ossia quelle serali. E come verranno effettuati i controllo sull’andamento dell’assistenza?”.
Il responsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Il traffico di immigrati è una realtà denunciata più volte, ma dove sono le leggi che ostacolano tali nefandezze?”
“Venezia – “Le pratiche illegali per il rilascio di permessi di soggiorno falsi, il traffico di clandestini, le promesse di lavoro non mantenute, il giro di ragazze per la prostituzione, quanti altri titoli ancora dovremo leggere sui giornali prima che si faccia qualcosa per risolvere tali questioni?”. Con questo parole il responsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti Emmanuel Zagbla esprime il suo disappunto in merito alla notizia sul traffico di clandestini, soprattutto di origine curdo-irachena, smantellato dalla polizia di Brindisi. Trenta le ordinanze di custodia cautelare eseguite: gli arresti sono stati compiuti oltre che nel brindisino e nel Veneto, anche a Roma e Foggia. “Queste organizzazioni criminali che operano in Italia ma anche in Africa e in Russia, devono essere al più presto smantellate – afferma l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro. “A nulla è valsa la legge Bossi-Fini, l’ignoranza e la delinquenza non si affrontano eludendo il problema. Intanto – conclude Zagbla – tantissimi stranieri con la disperazione negli occhi continuano a cadere nelle mani di criminali lasciati a piede libero”.
Il vice responsabile per Milano dell’Italia dei Diritti: “Questo ragazzo è un’artista, ma comunque deve poter esercitare la sua arte nella legalità”
Milano – “Se non hanno spazio dove manifestare la propria creatività, è normale che i graffitari usino gli spazi pubblici per darle sfogo”. E’ questo il commento del vice responsabile per Milano dell’Italia dei Diritti, Luca Ragone, alla notizia del processo al famoso writer Daniele Nicolosi, in arte Bros, nel quale il Comune di Milano si è costituito parte civile. A Bros vengono contestati diversi reati di imbrattamento di edifici pubblici, privati e di fermate della metro. Da sottolineare che Nicolosi in passato ha esposto le sue opere al Pac e a Palazzo Reale. “Questo writer – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è riconosciuto come artista visto che ha fatto alcune mostre, quindi bisognerebbe organizzare spazi adatti per lui e per i ragazzi che hanno la sua stessa passione. Magari si potrebbero mettere a loro disposizione dei muri non curati come quelli del carcere di San Vittore oppure organizzare spazi di performance dove fare i loro graffiti su tele per poi trasferirli sulle pareti di fabbriche abbandonate. Senza autorizzazione – conclude Ragone - il graffito, per quanto possa essere considerato arte, non può essere legale poiché tale attività non ha ricevuto il permesso da parte del Comune e dei proprietari dei palazzi su cui sono state dipinte queste scritte”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Massimo rispetto per Napolitano ma non possiamo non dissentire sulla promulgazione dell’ennesima legge ad personam”
“Devo prendere atto che gli sforzi di questa maggioranza impegnata a risolvere i guai giudiziari del premier Silvio Berlusconi sono stati premiati. E’ dall’inizio della legislatura che si cerca di mettere a punto provvedimenti atti a tenere lontano il presidente del Consiglio dalle aule dei tribunali e ora a quanto pare è stata imboccata la giusta strada”. Questo il primo duro commento del presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro in seguito alla firma del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del disegno di legge sul legittimo impedimento che in tal modo viene così promulgato. Il testo prevede il congelamento dei processi per diciotto mesi per il premier e i ministri per consentire loro di espletare le rilevanti funzioni governative nell’interesse del paese e dei cittadini. Prosegue sdegnato De Pierro: “In un paese normale chi sta al governo dovrebbe pensare ai problemi reali della nazione e a quelle che sono le difficoltà e le esigenze dei cittadini ma purtroppo siamo in Italia dove chi gestisce il potere calpesta e mortifica la dignità del popolo e gran parte dell’opposizione sembra pensare ad altro. E’ semplicemente una vergogna: mentre la gente affonda nella palude che una crisi senza precedenti ha prodotto, il potere politico con arroganza si permette di non fare assolutamente nulla di quanto aveva promesso durante una tambureggiante, quanto propagandistica, campagna elettorale. Anzi, quei pochi provvedimenti non riguardanti il premier sono stati addirittura contro gli interessi della massa. Con tutto il rispetto che abbiamo nei confronti del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accettiamo con assoluta considerazione istituzionale del ruolo rivestito la sua decisione ma non possiamo non dissentire dall’avallo dell’ennesimo provvedimento ad personam. Qualora dovessero prendersi per buone le motivazioni addotte per giustificare tale legge, sarebbe necessario che questo principio venisse esteso anche a numerosi altri soggetti con alte responsabilità istituzionali. Mi riferisco – affonda polemicamente De Pierro - a presidenti di Regione, assessori, sindaci, prefetti e così via. Oppure devo pensare che i ruoli rivestiti da questi ultimi non abbiano grossa importanza nella macchina amministrativa e sociale? E’ fin troppo chiaro che la norma è stata varata pretestuosamente a vantaggio e godimento di una sola persona, l’estensione ai ministri sembra alquanto strumentale. Si sostiene che il premier debba beneficiare del legittimo impedimento in quanto eletto dai cittadini per governare e non possa essere distolto da tale compito. Si dà il caso che i ministri comunque non sono scelti dal popolo, come invece lo sono alcune delle categorie che ho citato poc’anzi. La nostra opposizione extraparlamentare e movimentista sarà dura e intransigente di fronte a quella che riteniamo l’ennesima violazione di un principio costituzionale”. De Pierro conclude con duro attacco al centrosinistra: “Non riusciamo proprio a comprendere come mai qualcuno debba sottrarsi alla giustizia al contrario della maggior parte dei cittadini. Sosterremo politicamente a spada tratta chi in parlamento farà resistenza vera contro un provvedimento immorale e mi auguro che chi fino a oggi è stato un turista dell’opposizione, cominci a svegliarsi e reagisca all’ennesimo colpo di mano della maggioranza che pare non fermarsi nemmeno di fronte alla logica e al buon senso per raggiungere i suoi opinabilissimi obiettivi a vantaggio solo di pochi”.
La responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti: “Sì alla scelta personale ma con dei limiti, la Chiesa non interferisca sul percorso legislativo di uno stato laico”
“Le dichiarazioni rilasciate dalla prima donna che ha sperimentato su se stessa gli effetti della pillola abortiva sottolineano quanto sia estremamente importante essere informati sulle conseguenze della scelta di questo metodo abortivo”. Queste le prime parole della responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti Patrizia Lusi all’indomani dell’avvio in Italia, in una clinica di Bari, della Ru486 e in seguito all’intervista rilasciata dalla cosiddetta ‘paziente zero’, la prima italiana che ha usufruito di questo nuovo procedimento per interrompere la gravidanza. “In ogni caso – chiarisce l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è opportuno rilevare che si tratta di un farmaco le cui controindicazioni non sono ancora del tutto state accertate dal punto di vista medico e scientifico per cui sarebbe opportuno seguire attentamente le prescrizioni indicate dalle strutture ospedaliere. Sul piano etico la scelta di utilizzare o meno questo metodo si ritiene debba essere lasciata alla valutazione personale atteso che comunque si tratta di un’interruzione di gravidanza che dovrebbe essere fatta solo in circostanze estremamente pericolose per la salute della mamma e per quella del bambino. Per cui pillola abortiva sì ma in primo luogo sotto controllo medico, secondo, con la dovuta e opportuna attenzione all’assistenza psicologica che le strutture ospedaliere pubbliche e i consultori dovrebbero prestare a chi decide di operare questa scelta”. Con una vena critica sul peso dei condizionamenti degli esponenti ecclesiastici nelle scelte personali e politiche, la Lusi così conclude: “Dal punto di vista religioso, lo stato italiano è uno stato laico ed è opportuno che la Chiesa ne rispetti la natura intervenendo con consigli e/o suggerimenti sulle questioni etiche o morali senza però influenzare il percorso legislativo fatto dal parlamento italiano, composto da deputati cattolici e non, nel pieno rispetto della Costituzione”.
Il vice presidente dell’Italia dei Diritti: “Il governo dovrebbe esaminare le riforme nei luoghi in cui si può discutere più ampiamente delle leggi”
Roma –“Calderoli così facendo, probabilmente voleva fare il capopopolo delle riforme. Ma si è preso la rimbrottata di Berlusconi. Sarà dura arginare la Lega d’ora in poi.” E’ questo il commento del vice presidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, alla notizia del rimprovero di Berlusconi a Calderoli circa la sua fuga in solitaria sul Colle, dove ha presentato a Napolitano le venti pagine della sua bozza sulle riforme. Il Cavaliere ha precisato che al momento opportuno al Quirinale ci andrà lui stesso.”Al di là del fatto specifico, quando i nostri governanti parlano di riforme lo dovrebbero fare in luoghi adatti e non sempre in casa dei leader. Questo potrebbe portare a una minor condivisione delle riforme sia con gli alleati che con l’opposizione. Il risultato elettorale delle ultime Regionali – continua Soldà – ha portato a una pressione sempre più importante della Lega sulla coalizione di governo.” L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ”Il Premier Silvio Berlusconi e i suoi alleati più coscienziosi si dovrebbero mettere una mano sulla coscienza e capire che se vogliono essere il più corretti possibili dovrebbero condividere le decisioni circa le leggi riformiste in Parlamento, in modo tale da arrivare a una quanto più ampia e profonda condivisione dei provvedimenti.”
Giuseppe Criseo, responsabile regionale del movimento: “Necessario rivedere le regole del patto di stabilità per evitare la riduzione dei servizi”
“Ci sono temi su cui occorre ragionare superando le barriere partitiche, come nel caso della richiesta di rivedere i limiti del patto di stabilità. La proposta dei sindaci lombardi è ragionevole e appoggiata da entrambi gli schieramenti, in particolare dal presidente dell’Anci Lombardia Attilio Fontana”. Questo il primo commento di Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, alla manifestazione di protesta bipartisan dei sindaci della regione che si sono radunati oggi in piazza San Babila a Milano per contestare contro i tagli finanziari destinati ai Comuni che prevedono una riduzione di risorse pari circa 22 milioni di euro in meno nel corso del 2010. Prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Il problema sono le spese deliberate e i mancati introiti dall’Ici. Occorre intervenire compensando con maggiori risorse statali, altrimenti il rischio è la cementificazione del territorio lombardo per reperire risorse tramite incassi dagli oneri di urbanizzazione. I mancati investimenti dei Comuni – conclude Criseo - sono scesi del 18 per cento e questo porterà grossi problemi alle amministrazioni che avranno come conseguenza quella di tagliare servizi utili ai cittadini. Per scongiurare questa orribile prospettiva, è necessario rivedere le regole del patto di stabilità”.
Il vice presidente dell’Italia dei Diritti: “Il governo dovrebbe esaminare le riforme nei luoghi in cui si può discutere più ampiamente delle leggi”
Roma –“Calderoli così facendo, probabilmente voleva fare il capopopolo delle riforme. Ma si è preso la rimbrottata di Berlusconi. Sarà dura arginare la Lega d’ora in poi.” E’ questo il commento del vice presidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, alla notizia del rimprovero di Berlusconi a Calderoli circa la sua fuga in solitaria sul Colle, dove ha presentato a Napolitano le venti pagine della sua bozza sulle riforme. Il Cavaliere ha precisato che al momento opportuno al Quirinale ci andrà lui stesso.”Al di là del fatto specifico, quando i nostri governanti parlano di riforme lo dovrebbero fare in luoghi adatti e non sempre in casa dei leader. Questo potrebbe portare a una minor condivisione delle riforme sia con gli alleati che con l’opposizione. Il risultato elettorale delle ultime Regionali – continua Soldà – ha portato a una pressione sempre più importante della Lega sulla coalizione di governo.” L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ”Il Premier Silvio Berlusconi e i suoi alleati più coscienziosi si dovrebbero mettere una mano sulla coscienza e capire che se vogliono essere il più corretti possibili dovrebbero condividere le decisioni circa le leggi riformiste in Parlamento, in modo tale da arrivare a una quanto più ampia e profonda condivisione dei provvedimenti.”
La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Questi episodi ledono l’immagine femminile, sminuendone il ruolo all’interno della società”
Genova - “La società odierna è piena di vicende come questa che offendono e screditano la donna, calpestandone la dignità e relegandola a un ruolo denigrante e sottomissivo”. Commenta così Patrizia Muratore, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, i dati stilati dal centro antiviolenza di Telefono Donna di Savona, secondo cui sarebbero in aumento le vittime che denunciano. Soltanto ieri a Palazzo di Giustizia si sono svolti tre processi, in cui erano incriminati uomini accusati di minacce, abusi e violenze. Inoltre,diminuisce l’età delle ragazze che chiedono aiuto e protezione per i comportamenti dei loro partner. Dal rapporto emerge che a finire in ospedale sono le meno giovani che hanno un’età compresa tra i 17 e i 19 anni. A queste risultanze si aggiungono quelle relative al reato di stalking, che punisce i crimini persecutori, per cui dalla fine del 2008 all’inizio del 2010 le denunce sono state oltre un centinaio.
Per l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro “prima le violenze venivano denunciate meno perché la lentezza dei processi unita ad alcuni casi di impunità ha agito da disincentivo. Con l’impennata vertiginosa degli episodi si è diffusa una maggiore consapevolezza in merito al fenomeno, anche se le più giovani sono spesso traviate da un’immagine femminile di oggetto veicolata dai media che sta tornando prepotentemente alla ribalta”.
Il vice presidente dell’Italia dei Diritti: “In un paese civile e moderno non possono accadere fatti come questi”
Roma – “Quanto è avvenuto a Chivasso è un fatto increscioso. L’Italia che si reputa civile e tecnologicamente avanzata può avere strutture ospedaliere ridotte così?”. E’ questo l’interrogativo che si pone il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà alla notizia che lunedì i carabinieri del Nas, ispezionando l’ospedale nel torinese, si sono trovati di fronte al cadavere della signora Clorinda Fiorio, 94 anni di San Mauro, ricoverata da venerdì nello stanzone del pronto soccorso. Spirata improvvisamente per un´emorragia celebrale è stata nascosta con un paravento. Ciò che aveva colpito i carabinieri però era il fatto che mentre si accertava la morte dell´anziana agli altri venti degenti ‘parcheggiati’ nei corridoi della struttura sanitaria veniva somministrato il pasto. “Questo episodio testimonia la mancanza di rispetto delle istituzioni ospedaliere per la signora Fiorio, per i suoi parenti e anche per tutti gli altri pazienti ricoverati. Non bastano le eventuali scuse che arriveranno da parte dei dirigenti del nosocomio, - continua Soldà – la struttura deve essere profondamente riorganizzata o, se ciò non fosse possibile, chiusa”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: “Quanto accaduto ci ricorda che la situazione dei reparti ospedalieri presente in Italia alcune volte è da terzo mondo. I parenti della signora fanno molto bene a protestare. Le tasse che i cittadini pagano devono finanziare strutture adeguate ai parametri di un paese tecnologicamente avanzato”.
COMUNICATO STAMPA
Gestione rifiuti in Campania, Soldà commenta consulenze d’oro di Bassolino
Il vice presidente dell’Italia dei Diritti: “L’emergenza vissuta dalla Regione ha turbato tutti, ma ancor più inaccettabili sono gli sprechi di denaro”
Roma –“Indubbiamente la gestione della crisi dei rifiuti in Campania ha turbato tutti. A ciò si è aggiunto lo sgomento nell’apprendere che le consulenze per la risoluzione di tale problema non hanno ricevuto compensi trasparenti.” E’ questo il commento del Vice Presidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà, alla notizia del rinvio a giudizio di Bassolino, presidente uscente della Campania, con l'accusa di peculato al termine dell'udienza preliminare per la vicenda delle cosiddette 'consulenze d'oro' al Commissariato straordinario per la gestione dei rifiuti in Campania. “La vicenda dei rifiuti – continua Soldà - ha sconvolto molte persone sia in Campania che in Italia; è stata vissuta e sofferta da molti anche attraverso le immagini televisive. Ora sapere che per non aver risolto quella situazione tragica sono stati addirittura pagati profumatamente dei consulenti, fa scoraggiare molti.” L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ”I cittadini devono essere sempre essere informati e sicuri delle spese fatte dai loro amministratori: ciò migliora il controllo sui politici. Il risultato delle ultime elezioni non è stato sicuramente favorito dall’amministrazione bassoliniana dell’emergenza dei rifiuti; tale gestione della crisi non è stata molto trasparente.”