La responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “La riforma 3+2 ha danneggiato molti giovani, è ora di cambiarla”
Roma – “Preferisco non dare una valutazione politica della laurea breve. Posso però dire che è stata fallimentare, in particolare perché rimanda ai due anni di specialistica”. Interviene in questo modo la responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, Annalisa Martino, riferendosi alla bocciatura della laurea breve da parte della Corte dei Conti, perché inutile e dannosa. Denunce che fondano le radici nella frammentazione dei corsi di studio, che ha generato lo sprofondo dell’istruzione accademica negli abissi. Accanto a ciò si registra l’aumento del numero di laureati già in possesso del titolo della prima laurea, costretti in seguito a proseguire con la biennale data la difficile probabilità di inserirsi nel mercato del lavoro senza di essa. “Oggigiorno molti studenti optano per percorsi quinquennali già prima di iscriversi all’Università – continua l’esponente del movimento di cui è leader Antonello De Pierro –. Gli interventi attuati nella scuola, fino ad oggi, sono stati più che impopolari. In questo caso particolare è stata fatta una costellazione di saperi scarsamente produttiva ed efficace, sia per la formazione, sia per il lavoro. Per questo motivo mi auguro che il Governo apporti le dovute modifiche migliorative”.