Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“Un fatto gravissimo,l’ informazione è in lutto”
“La decisione del consiglio di amministrazione della Rai rappresenta un fatto gravissimo e mette il bavaglio a quei giornalisti non ancora del tutto asserviti al potere ”.Crudo e senza mezzi termini il commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà presente in via Teulada al sit - in di protesta contro il regolamento che cancella dai palinsesti della Rai i talk show di approfondimento politico per tutta la durata della campagna elettorale. Alla manifestazione davanti agli studi delle trasmissioni “Ballarò” e “Porta a porta”, hanno partecipato, oltre all’Italia dei Diritti, il sindacato della Fnsi e quello dei giornalisti Rai, Usigrai, il Popolo Viola, l’Italia dei Valori, e alcuni esponenti dell’opposizione tra cui il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “La presenza alla manifestazione di tanti comuni cittadini, e non solo di membri della stampa, è il segno tangibile dell’assurdità della scelta della Rai che inibisce la partecipazione di questi alla vita politica a pochi giorni dalle elezioni. Un provvedimento che riporta indietro di anni e che forse – conclude Soldà – non trova un precedente nemmeno nei regimi autoritari dell’ex blocco comunista”.
Il viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti: ”Servizio che prescinde dal riscontro finanziario”
Roma – La soppressione di 12 treni a lunga percorrenza che sino al mese di febbraio hanno collegato Reggio Calabria al nord Italia ha scatenato la reazione dell’Unione Nazionale Consumatori, pronta ad avviare una class action contro la Ferrovie dello Stato S.p.a. per la violazione degli standard minimi qualitativi del servizio. “Mi pare opportuno questo proposito anche al fine di testare la valenza del nuovo strumento di tutela degli utenti”. Questo il commento di Emiliano Varanini, viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti, che aggiunge: “Il trasporto ferroviario rappresenta un’offerta pubblica tutelata dalla Costituzione che prescinde dal riscontro dell’utile finanziario. In funzione di ciò andrebbe valutata la bontà del riassetto attraverso un’attenta lettura della carta dei servizi e – termina l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – un rigoroso ascolto dei bisogni dei cittadini, fondamentale logica gestionale per qualsiasi disposizione tecnica”.
Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Con la salute non si scherza, comprare un farmaco non è come acquistare un gioco”
Roma – La Guardia di Finanza insieme con l’Associazione spezzina titolari di farmacia, da domani daranno il via ad una campagna di sensibilizzazione, rivolta ai ragazzi delle scuole superiori, per dissuadere dall’acquisto di farmaci sul web. L’attenzione è rivolta a quella fetta di mercato legata alle pillole dimagranti e gli integratori che attirano sempre di più i giovani senza informarli delle possibili conseguenze.
A tal proposito il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Manlio Caporale spiega: “Abbiamo in Italia normative che attraverso la rete si possono aggirare. Acquistando i prodotti in questo modo, però, non possiamo sapere dove e come vengono fabbricati, e soprattutto, non sapremo mai cosa contengono veramente. L’educazione è quindi alla base - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – bisognerebbe fare un giro anche nelle palestre, visto che è lì che c’è la maggiore domanda. Un sito internet che vende farmaci, andrebbe oscurato alla stregua di quelli a stampo pedofilo. Non solo il farmaco, ma anche gli integratori hanno delle norme, e necessitano di un dossier per essere assunte. Ci sono infatti quattro classi che vanno dalla bevande ai medicinali, ognuna di queste dettagliatamente regolata. Ben venga questa campagna di sensibilizzazione – conclude Caporale – con la salute non si scherza”
La responsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti: “Risultato di una mentalità vetusta da abbattere”
Roma - ”Purtroppo tutti gli italiani sono già al corrente che i figli dei notai, degli impiegati pubblici, degli operai diverranno sicuramente colleghi dei genitori, ovvero ingranaggi di un sistema tanto ciclico quanto vetusto”. Pamela Aroi, responsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti, commenta così il dato emerso dallo studio dell’Ocse di prossima pubblicazione “A Family Affair”, secondo il quale l’Italia è tra le nazioni industrializzate ove il ricambio sociale permane un’utopia, a fronte di un’inossidabile resistenza delle caste lavorative.
“Ci viene mostrato un quadro agghiacciante – aggiunge l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – nel quale agisce come motrice una mentalità pregna di furbizia e truffaldina strategia, fautrice di ulteriori disservizi tipicamente nostrani, che per questa fattispecie include l’aggravante di avvilire le aspirazioni, i sogni e i sacrosanti diritti di giustizia di tanti giovani.
E’ assolutamente da abbattere – conclude la Aroi – la filosofia secondo la quale alcuni concorsi siano vinti o persi in partenza e, soprattutto, la meritocrazia risulti essere una invalida alternativa al patrimonio genetico delle classi dirigenti”.
La viceresponsabile per il XIII municipio romano dell’Italia dei Diritti: “Ancora una volta la giunta targata centrodestra si conferma refrattaria ad ogni investimento che faccia rima con cultura”
Roma – “È a dir poco scandalosa la latitanza delle istituzioni che in 2 anni hanno mostrato, con la loro inerzia, tutto il disinteresse per la cultura in generale e più in particolare per le sorti di un teatro che ha ospitato eventi e spettacoli di elevato e riconosciuto valore”. È sdegnato il commento di Carmen Rossi, viceresponsabile per il XIII municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, sulla vicenda che ha visto protagonista il teatro “Lido” di Ostia, occupato da residenti di zona e maestranze, a difesa del loro lavoro e di uno spazio utile alla circolazione delle idee e dell’arte. “I cittadini – ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - sono indignati. Nonostante i fondi stanziati da Regione e Provincia per la riapertura del presidio, tutto è fermo a causa di un ‘ostacolo’ umano, che risponde al nome di Oberdan Forlenza, direttore del teatro di Roma, che già da tempo si sarebbe dovuto attivare per la risoluzione di una questione nata con la chiusura di questa importante struttura pubblica, che ha accolto artisti del calibro di Moni Ovadia. Dobbiamo registrare lo stato di degrado all’interno dell’edificio, con abbondanti perdite d’acqua dal soffitto, che sembra smentire le dichiarazioni del municipio che parlano di 300.000 euro investiti per la cura dello stabile. A questo punto sorge spontanea una domanda: è possibile che si sperperi del denaro pubblico in modo così disinvolto e che l’impegno di tante persone venga vanificato dal comportamento di una sola persona, che non si degna nemmeno di dare una risposta chiara ai quesiti che da tempo gli abbiamo sottoposto? Ci batteremo fino alla fine – conclude la Rossi - per la riassunzione dei lavoratori e per la sistematica fruibilità di questo polo culturale periferico”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’ennesimo suicidio dettato dalla disperazione che ci deve indurre a riflettere sull’indifferenza delle istituzioni”
Roma – “Questo tragico episodio ci deve far riflettere. Aumentano i lavoratori che dopo esser stati licenziati o aver perso casa, presi dalla disperazione compiono un gesto così estremo”. Questo è il commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà alla notizia che ha coinvolto un uomo di 46 anni, padre di tre figlie e impiegato presso un mobilificio in provincia di Pordenone che, dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento, si è tolto la vita. “Il dramma ha indubbiamente le sue radici nella crisi economica – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ma sempre più spesso queste persone sono lasciate sole al loro destino e non ricevono il giusto ausilio dalle nostre istituzioni. Non possiamo permetterci di sottovalutare il problema – conclude Soldà – dobbiamo impegnarci seriamente per interrompere quanto prima questa ‘strage’ di innocenti”.
Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Il silenzio assordante dell’amministrazione capitolina rispetto al problema da noi segnalato più volte nel corso degli anni mi spinge a riprendere con maggior determinazione la battaglia sulla proposta di rotazione intermunicipale”
Roma - “Non avendo ricevuto alcuna risposta dagli organi competenti, non possiamo più temporeggiare. È giunto il momento di porre maggiore attenzione rispetto a una problematica che incide negativamente sull’espletamento delle funzioni del pubblico impiego”. Con questa frase Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, ha annunciato una nuova serie di azioni di incatenamento per sensibilizzare sul problema della rotazione intermunicipale dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali romani. La protesta partirà venerdì 5 marzo, interessando diversi luoghi della città ad elevata valenza istituzionale e informativa, tra cui Montecitorio, Palazzo Madama, Palazzo Chigi, Palazzo di Giustizia, il Campidoglio, il Quirinale, il Tribunale di piazzale Clodio, gli studi Rai di via Teulada e Saxa Rubra, l’edificio della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo e le sedi romane dei quotidiani Il Tempo, La Repubblica e Il Messaggero.
Già mesi fa Antonello De Pierro si era incatenato davanti al Comando Generale della Polizia Municipale per protestare contro il silenzio del comandante Angelo Giuliani nei confronti dell’apertura di un tavolo di discussione. Successivamente a tale episodio è avvenuto un incontro con il suo vice Diego Porta, il quale aveva manifestato la disponibilità a valutare un’ipotesi di mobilità degli agenti a livello di quadranti territoriali, e con il capo della segreteria del sindaco Alemanno Marcello Marrocco. Di fronte al reiterato immobilismo dell’amministrazione capitolina, il movimento si è di nuovo fatto sentire con le stesse modalità eclatanti mercoledì 3 giugno scorso davanti agli uffici della Rai di viale Mazzini. Il tutto non ha però portato ad una seria presa in carico del problema, in barba al sostegno di una considerevole fetta di opinione pubblica che ha apposto 30.000 firme a sostegno della battaglia e si è iscritta a un gruppo specifico sul social network Facebook, che conta alla data di oggi quasi 4.000 membri. “Da quando esistiamo, siamo sempre stati in prima linea nella tutela dei diritti dei cittadini – ha continuato De Pierro - e di fronte ad accadimenti che potrebbero lederli e conculcarli, non possiamo assolutamente tacere. Qualora la nostra proposta non venisse presa in considerazione in tempi utili, riterremo, come già precedentemente ribadito, politicamente responsabili i componenti della giunta Alemanno per qualsiasi vicenda relativa a tentate o consumate concussioni e corruzioni che potrebbero vedere protagonisti alcuni dipendenti di questi comparti, molti dei quali, è giusto dirlo, ci appoggiano con convinzione. Non si può fare strame dell’articolo 97 della Costituzione, che parla di imparzialità e trasparenza della pubblica amministrazione. Ci batteremo a difesa dei principi fondamentali del nostro ordinamento, non escludendo il ricorso a forme più estreme di lotta non violenta”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’ennesimo suicidio dettato dalla disperazione che ci deve indurre a riflettere sull’indifferenza delle istituzioni”
Roma – “Questo tragico episodio ci deve far riflettere. Aumentano i lavoratori che dopo esser stati licenziati o aver perso casa, presi dalla disperazione compiono un gesto così estremo”. Questo è il commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà alla notizia che ha coinvolto un uomo di 46 anni, padre di tre figlie e impiegato presso un mobilificio in provincia di Pordenone che, dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento, si è tolto la vita. “Il dramma ha indubbiamente le sue radici nella crisi economica – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ma sempre più spesso queste persone sono lasciate sole al loro destino e non ricevono il giusto ausilio dalle nostre istituzioni. Non possiamo permetterci di sottovalutare il problema – conclude Soldà – dobbiamo impegnarci seriamente per interrompere quanto prima questa ‘strage’ di innocenti”.
Il responsabile per la provincia di Potenza dell’Italia dei Diritti: “Nessuno può permettersi il lusso di dimenticare”
Roma- “Non si può sottovalutare il problema legato alla scarsità di presidi della Magistratura in una regione purtroppo identificata come crocevia tra Campania e Calabria per lo sviluppo della criminalità organizzata”. Queste le parole di Guido Alagia, responsabile per la provincia di Potenza dell’Italia dei Diritti, rilasciate a seguito dell’assemblea tenutasi nel comune di Rivello durante la quale è stata analizzata la situazione della malavita in Basilicata.
“Il numero esiguo di Tribunali nella regione rallenta inevitabilmente i tempi della giustizia – continua Alagia – penalizzando tutte quelle persone che vittime della malavita non hanno ancora ottenuto una giustizia degna di questo nome o aspettano che la stessa faccia il suo corso”.
“Bisogna continuamente tenere alta la guardia contro le associazioni mafiose radicate nel territorio – termina l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ed è per questo motivo che a Lagonegro in data 8 marzo si terrà una conferenza in memoria di tutte le persone vittime della criminalità perché nessuno può permettersi il lusso di dimenticare”.
La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “I cittadini non devono più sottostare a tutto questo”
Napoli – A poche ore dall’acquisizione delle liste per le prossime amministrative, già si riempiono i fascicoli della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, riguardante i futuri candidati. “Il problema è trasversale, come per Angelo Brancaccio, che in passato è stato candidato nelle liste dei Democratici di Sinistra”. Così Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, analizza il fenomeno ormai noto nel territorio.
I riflettori sono puntati sulla provincia di Caserta, che nella competizione elettorale è prima nella lista per il pericolo di infiltrazione mafiosa da parte del clan dei Casalesi, ma riguardano anche la candidatura del sindaco di Villa Literno, Comune reintegrato dal Tar di cui oggi il Consiglio di Stato discuterà il ricorso. “L’Italia dei Diritti auspica in una maggiore attenzione nella scelta dei candidati – continua la vice responsabile del movimento presieduto da Antonello De Pierro – i cittadini non devono sottostare più allo scambio di piaceri tra mafie e classe dirigente. Ci auguriamo, tra le altre cose, che il super potere di Nicola Cosentino, coordinatore regionale del Popolo delle Libertà, venga messo da parte. Cose del genere non devono più accadere. Non abbiamo ancora visto – conclude la Palmentieri – i risultati dei tanti proclami fatti a livello nazionale, sulla pulizia delle liste. La situazione è praticamente rimasta invariata”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Occasione persa a discapito della legalità”
Roma - “Sono favorevole solo in parte verso le decisioni adottate dal Governo per combattere la corruzione e salvaguardare la legalità nel nostro paese”. Queste le parole di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in merito alla stipula del disegno di legge anticorruzione messo a punto dal ministro della Giustizia Angelino Alfano.
“Degli 11 articoli di cui è composta la bozza approvo pienamente quelli relativi agli aumenti di pena ed alle misure di trasparenza che dovranno essere adottate dalle pubbliche amministrazioni nello svolgimento delle loro funzioni. Sono certo che questi controlli, se applicati in maniera serrata - continua Soldà -, motiveranno i numerosi lavoratori onesti e isoleranno, al contrario, coloro che fino ad oggi indisturbati hanno infranto la legge”.
“Di contro, non posso che condannare duramente il passo indietro fatto dall’esecutivo in tema di eleggibilità limitata dei candidati al Parlamento. Per questioni etiche e morali – termina l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, il disegno di legge chiamato anticorruzione, non può permettere la candidatura di chi abbia avuto una condanna definitiva, in qualsiasi tipo di elezione”.