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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Rogo in casa di riposo a Santa Marinella, Celardo chiede giustizia

Rogo in casa di riposo a Santa Marinella, Celardo chiede giustizia

Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “L’assenza di controllo e il non rispetto della legge alla base della tragedia”

“Come movimento esprimiamo tutto il nostro cordoglio ai familiari delle vittime. Spesso ci si rivolge infatti a strutture private perché il sistema pubblico ha delle falle che creano le condizioni a strutture fatiscenti e irregolari di esistere.” Parla così il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti, Carmine Celardo, in merito al dramma accaduto all’Oasi Villa Chiara, una casa di riposo di Santa Marinella dove due anziani, di 91 e 82 anni, hanno perso la vita soffocati dalle esalazioni propagate da un incendio.

Le vittime sembrano state chiuse a chiave in un ripostiglio perché considerati dal personale della residenza “piuttosto irrequieti”. I gestori della casa di riposo, completamente abusiva, sono stati arrestati mentre due dipendenti sono state iscritte nel registro degli indagati della procura di Civitavecchia.“E’ incredibile come nessuno, tra clienti, medici, badanti e vari operatori, si sia mai accorto di nulla. Sarebbe bastata una segnalazione alla Guardia di Finanza per far scattare gli accertamenti – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. La Asl non ha effettuato i controlli dovuti, ci aspettiamo dunque che il sindaco si costituisca parte civile in segno di solidarietà e chiediamo che la magistratura locale sia attivi per verificare se ci siano altre strutture non autorizzate nella zona”.

L’Oasi Villa Chiara (che sulla carta risultava come un "bed and breakfast"), pur non avendo nessuna convenzione con la Asl, era stata controllata un mese fa e aveva tutti i permessi necessari. Ma la "dependance" era sfuggita ai controlli degli ispettori perché secondo i titolari si trattava  di un magazzino. “La sicurezza in Italia viene troppo spesso violata per indifferenza e sciatteria – conclude Celardo –. E’ la mancata applicazione delle norme e dei controlli che ci fa scivolare in condizioni disumane”.

 

Ufficio Stampa Italia dei Diritti

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Valentina Gravina, Andrea Marinangeli

Capo Ufficio Stampa Fabio Bucciarelli

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Celardo contro la chiusura della General Electric di Ferentino

Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Motivazioni vaghe. Un segnale negativo per i lavoratori e per tutta l’industria italiana”

Dopo 34 anni la General Electric, l’impianto che produce sostanze chimiche per il trattamento delle acque e processi associati di Ferentino, in provincia di Frosinone, ha deciso di chiudere. L’Italia dei Diritti si schiera al fianco dei lavoratori che stanno protestando contro questa decisione. Il viceresponsabile regionale del movimento, Carmine Celardo, commenta: “La scelta della General Electric rappresenta un segnale negativo nei confronti dell’industria nostrana e straniera. Una decisione che influisce pesantemente sulla rappresentatività dell’Italia nella scena internazionale ma, soprattutto, che infonde ancora più sfiducia a livello occupazionale”.

I vertici aziendali della GE hanno stabilito che entro l’anno lo stabilimento dovrebbe chiudere, licenziando18 lavoratori, tra impiagati e operatori. La chiusura è stata giustificata in quanto farebbe parte di un piano di riorganizzazione su scala internazionale del comparto produttivo, al fine di migliorare e facilitare la distribuzione dei prodotti. “ Non si capisce come mai abbiano scelto l’unica sede in Italia della multinazionale, considerata il sito migliore in Europa per quantità di certificazioni in sicurezza e qualità – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro. – Bisogna contrastare la fuga di questi grandi marchi, ecco perché il governo deve intervenire per evitare che si diffonda questa sensazione di smobilitazione”.

 

Una politica aziendale che dunque non convince. Infatti, mentre lo stabilimento di Ferentino chiude, continueranno nella loro attività quello francese e belga, con meno certificazioni rispetto a quello ciociaro. I 18 dipendenti potrebbero perdere il lavoro per meri motivi campanilistici. “Il prossimo presidente della Regione Lazio dovrà affrontare anche questi problemi perché andranno ad incidere sull’andamento dell’economia locale. Ma ancor di più – conclude Celardo – peseranno in termini di fiducia da parte dei cittadini. Per questo sollecitiamo le organizziamo sindacali affinché si attivino con immediatezza e risolutezza”.

 

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Quarantott’ore di sangue a Latina, il punto della Nieddu

 

 

La viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti auspica un concreto intervento dello Stato

 

 

Tra la mattina di lunedì 25 e la sera di martedì 26 scorsi Latina è divenuta teatro di una più che probabile faida tra cosche malavitose per il riassetto dell’egemonia sul territorio. Sembrerebbero infatti collegabili all’agguato contro il capo clan Carmine Ciarelli le esecuzioni di Fabio Buonamano e Massimiliano Moro, personaggi legati ai fatti più sanguinosi della cronaca nera locale degli anni 90.

“I delitti di questi giorni devono richiamare immediatamente l’attenzione delle istituzioni affinché diano un apporto sostanziale alle forze dell’ordine”, commenta la viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti Anna Anieddu, che aggiunge: “Polizia e carabinieri, lasciati troppo soli nella lotta alla criminalità, avrebbero bisogno di programmare interventi coordinati di ampio respiro come accade nel resto d’Italia per la lotta alla mafia. Auspico una seria presa di posizione dei rappresentanti eletti, – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – maestri indiscussi nel promettere la sicurezza da mulini a vento piuttosto che nel prevenire il radicamento di fenomeni cancerogeni per la comunità, come nei casi di Fondi e Rosarno”.  

 

 

 

 

Prolungata la linea 246 a Roma, una vittoria dell’Italia dei Diritti

Giuliano Girlando, viceresponsabile per la Capitale del movimento: “Un altro traguardo raggiunto a favore dei cittadini”


Roma, 1 febbraio 2010 – “Sono anni che noi dell’Italia dei Diritti ci battiamo per garantire ai romani una mobilità efficace e sicura. Con questo risultato, ottenuto dopo una lunga battaglia, ogni nostro sforzo è stato ripagato.” C’è grande esultanza nelle parole di Giuliano Girlando, viceresponsabile  per Roma dell’Italia dei Diritti, alla notizia che anche Castel di Guido avrà il suo collegamento diretto con Roma attraverso la linea ATAC 246.

 

La zona, nell'area ovest della Capitale, soffriva infatti della mancanza di una rete urbana che permettesse ai residenti un allacciamento più rapido con la città. L’Italia dei Diritti, attraverso l’impegno di un soddisfatto Franco Leggeri, responsabile per il XVIII municipio di Roma, ha sposato la causa dei cittadini che chiedevano a gran voce un potenziamento in termini di mobilità che potesse agevolare anche il raggiungimento delle strutture presenti nella località stessa, come la ASL, l’Oasi Naturalistica e il nuovo sito cimiteriale di Castel di Guido. “E’ importante informare i cittadini sulle istanze che si portano avanti. Il nostro pensiero va ora alle tante persone che potranno usufruire del servizio, soprattutto nelle periferie dov’è spesso carente”, continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro.

 

Il problema delle periferie urbane è infatti sempre al centro del dibattito pubblico. Spesso sono zone che vivono un grave disagio a causa di una cattiva gestione comunale che tende ad allargare la forbice, in termini di servizi offerti, tra il centro e le zone extraurbane. “Serve un grande piano sulla mobilità a Roma – conclude Girlando - un piano programmatico che riveda le fermate degli autobus e che le renda anche più sicure”.

 

 


Scuole romane sovvenzionate dalle famiglie, sdegno dell’Italia dei Diritti

 

L’intervento di Annalisa Martino, responsabile Scuola e Istruzione del movimento: “Presidi e docenti fanno quello che possono ma i tagli continui danneggiano l’offerta formativa negando di fatto un reale diritto allo studio”

 

 

“La pratica del contributo volontario è molto diffusa, soprattutto nelle scuole superiori. E’ però una vera ingiustizia per le famiglie che vengono ulteriormente tassate in maniera eccessiva a causa delle carenze dello Stato”. Queste le prime parole della responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti Annalisa Martino all’allarme lanciato dai presidi di vari licei romani circa l’insufficienza di fondi che, oltre a penalizzare progetti didattici come i corsi di recupero, non riescono a coprire più neanche le esigenze primarie come i costi delle supplenze, quelli per materiali essenziali quali carta o inchiostro per stampanti. “La responsabilità di questa disastrosa situazione – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -  non è delle scuole. Queste ultime infatti si sono viste ridurre da una parte i contributi dello stato e dall’altra anche quelli degli enti locali. Ad esempio per quanto riguarda le supplenze fino a quindici giorni devono essere coperte dai colleghi e non si convocano docenti esterni. Fino a poco tempo fa ciascun insegnate aveva nel proprio monte ore settimanale due ore ‘libere’ da dedicare alla sostituzione degli assenti in caso di necessità oppure a progetti didattici come corsi di recupero o altri lavori utili all’istituto scolastico. Con la riforma voluta dal ministro Gelmini queste ore devono essere necessariamente ore di cattedra con obbligo di lezione. Di conseguenza – spiega la Martino - se manca un insegnante i colleghi devono lavorare più tempo e i dirigenti devono pagare loro questi straordinari, ecco quindi come aumentano i costi di gestione. Dove trovare questi soldi? Dove possibile vengono effettuati tagli ai progetti didattici anche se ciò porta a una drastica riduzione dell’offerta formativa e di conseguenza alla qualità dell’istruzione. Purtroppo vengono favorite le scuole private a danno di quelle pubbliche, come pure svantaggioso è l’aumento degli alunni nelle classi: siamo arrivati a circa ventisei studenti per aula. I docenti fanno quello che possono, purtroppo non viene considerato adeguatamente il lavoro da loro svolto anche a casa e il surplus di attività che comporta l’insegnamento agli alunni provenienti da famiglie di extracomunitari immigrati nel nostro paese. Gli allievi stranieri sono un prezioso arricchimento per le nostre classi, ma anche i professori più volenterosi non hanno strumenti sufficienti per integrare le lacune linguistiche, soprattutto ora che vengono tagliati i corsi di recupero per mancanza di fondi. Così – conclude la Martino – non si garantisce un reale diritto allo studio, mi auguro che  questa espressione torni ad avere un senso fornendo alla scuola pubblica gli strumenti necessari per formare i cittadini di domani”.

Blocco del traffico a Milano, Ragone critica il provvedimento di Palazzo Marino

Il viceresponsabile milanese dell’Italia dei Diritti: “Non serve a ridimensionare l’inquinamento”.

Milano - Il blocco del traffico a Milano? “E’ soltanto un palliativo che non risolve assolutamente il problema dell’inquinamento atmosferico”. Luca Ragone, viceresponsabile dell’Italia dei Diritti per il capoluogo lombardo, commenta in questo modo la decisione della Giunta Moratti di fermare per un giorno la circolazione veicolare in città al fine di ridurre il livello di polveri sottili nell’aria.

 

“Lo stop forzato delle automobili - continua Ragone - è soltanto una goccia nel mare, vi sono ben altri fattori che influiscono in maniera maggiore sulla qualità dell’aria che respiriamo. In primis il mancato rispetto delle più recenti normative sul risparmio energetico per quel che concerne la stragrande maggioranza degli impianti di riscaldamento installati nelle case dei milanesi. Basti pensare che allo stato attuale dei fatti sono pochissime le famiglie che dispongono di caldaie classe A. Agli Enti locali - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - spetta l’applicazione rigorosa di un sistema di certificazione coerente con i principi normativi in essere in tema di risparmio energetico degli edifici”.

 

 

 

 

Traffico e inquinamento a Ostia Antica, denuncia dell’Italia dei Diritti

 

Carmen Rossi, viceresponsabile per il XIII Municipio di Roma del movimento: “Residenti e zona archeologica da tutelare, servono soluzioni messe a punto da una commissione di esperti”

 

“Quello del traffico intenso che si riversa nel centro di Ostia Antica è un problema annoso che da tempo non trova una soluzione adeguata alle esigenze degli abitanti della zona”. Questa la denuncia della viceresponsabile per il XIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti Carmen Rossi circa la situazione di disagio causata dalla concentrazione di auto private e mezzi pesanti che, oltre al congestionamento della mobilità, all’incremento delle polveri sottili, provocano inquinamento atmosferico e acustico a danno dei residenti. Prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro che, con il suo appello, dà voce alle segnalazioni del Comitato di Quartiere: “Penso che la risposta migliore sia quella di sfoltire il traffico con un consistente rafforzamento del trasporto pubblico. Parallelamente a questo, si potrebbe pensare alla realizzazione di un tunnel visto che c’è un’area archeologica da tutelare. A tale scopo sarebbe necessaria la creazione di una commissione di esperti per studiare la questione con i giusti approfondimenti e per analizzare le soluzioni migliori atte a valorizzare sia il quartiere che il patrimonio culturale. Via dei Romagnoli e la via del Mare – conclude la Rossi - sono strade strette e densamente abitate. Traffico e mobilità sono gravosi e accrescono l’inquinamento acustico e quello dell’aria. E, visto che le costruzioni edilizie sono in costante aumento, il problema è destinato a peggiorare. Mi auguro che si prendano provvedimenti nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini evitando soluzioni basate su logiche economiche e interessi di parte”.

Il sì dell’Udc al legittimo impedimento, il commento di Girlando

Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “No a leggi ad personam, sono altre le priorità del Paese”

“Il legittimo impedimento è di fatto uno strumento per riproporre tematiche già contemplate nel Lodo Alfano”. Queste le parole di Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, in merito al parere favorevole dell’Udc sul legittimo impedimento solo se il Pdl non inserirà nel provvedimento ulteriori "scudi" in favore di ministri e sottosegretari.

 

“Ci troviamo in presenza - continua Girlando - del tentativo di mettere in atto un Lodo Alfano bis. E’ stato lo stesso avvocato Carlo Taormina, in una recente intervista, a confermare che è questo il vero obiettivo del governo. L’Italia dei Diritti ribadisce il proprio secco no a leggi ad personam che abbiano la finalità di garantire l’impunità del presidente del Consiglio. La riforma della Giustizia, cavallo di battaglia di questa maggioranza, sembra essere totalmente volta al raggiungimento di tale obiettivo senza tener conto per nulla dell’interesse della collettività. Mi riferisco - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - al fatto che temi come l’adeguamento e la costruzione di nuove carceri, la mancanza di fondi da investire per i tribunali italiani e per le forze dell’ordine sono problemi che non sono in alcun modo presi in considerazione, da quella che viene spacciata per una riforma della giustizia”.

 

 

 

 


Vedova commenta inchiesta centrale Enel Porto Tolle

Il responsabile Ambiente dell’Italia dei Diritti: “Spero che i tecnici e gli inquirenti possano fare piena luce su un episodio che se venisse confermato sarebbe di una gravità inaudita”

 

 

Roma, 28 gennaio 2010 - “L’inchiesta in questione non è altro che l’ennesima conferma di quanto la centrale di Porto Tolle sia non solo dannosa  per l’ecosistema ma anche per la salute umana”. Così Alberto Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, ha commentato la notizia dell’accertamento tecnico disposto dal sostituto procuratore di Rovigo Manuela Fasolato sulle malattie respiratorie dei bambini dei comuni compresi nel raggio di 25 chilometri dalla centrale Enel di Porto Tolle nel periodo che va dal 2000 al 2006, per verificare se nel corso degli anni vi sia stato un peggioramento delle loro condizioni. Tra gli indagati figurano nuovi e vecchi vertici dell'Enel, nomi del calibro di Fulvio Conti, Franco Tatò e Paolo Scaroni.
“Ambientalisti, cittadini e comitati locali – ha continuato l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - protestano già da anni ma, a quanto pare, la logica imprenditoriale dell’azienda persevera sulle fonti non rinnovabili, inquinanti e insostenibili. Come se non bastasse, il sito sorge all'interno di un parco naturale definito ‘patrimonio dell'Umanità’ dall'Unesco e, secondo il progetto dell'Enel attualmente in fase di autorizzazione, dovrebbe essere convertito a carbone per una potenza di 1.980 Megawatt e con un'emissione di CO2 di oltre 10 milioni di tonnellate l'anno. Se tutto questo avverrà, tra l’altro si avrà un impatto devastante per l’area prossima al delta del Po, con il passaggio di 3.000 chiatte verso l’impianto. Siamo al fianco delle parti offese e attendiamo i risultati dello studio epidemiologico, auspicando che il governo, togliendosi i paraocchi, intraprenda al più presto una strada ecosostenibile per il nostro Paese che ci metta al passo con l’Europa settentrionale”.

Operaio si da fuoco e muore a Bergamo, Criseo lancia l’allarme

Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Serve unità nel paese per trovare la soluzione dell’emergenza occupazionale”

 

“L’ultimo ed ennesimo sacrificio di un lavoratore, che decide di darsi fuoco per la perdita del posto di lavoro, dimostra a che punto siamo arrivati”. Questo è il monito di Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti, in relazione alla vicenda dell’operaio bergamasco che in seguito al licenziamento si è tolto la vita dandosi fuoco.


“Il lavoro - continua Criseo - tra disoccupati, cassintegrati, persone con la casa all’asta perché non possono pagare il mutuo, aziende in crisi per la mancanza di liquidità è ormai una chimera.
La disperazione e la solitudine portano a gesti estremi che vanno evitati con la collaborazione di strutture pubbliche e private. Guai a lasciare solo chi è in difficoltà. In questi casi occorre fare gruppo per trovare le soluzioni, qui si vede lo spessore della classe politica e del movimento sindacale”.


“Per ricevere sussidi e cassa integrazione bisogna attendere mesi. Certo, chi vive con 15 o 20 mila euro di stipendio non può capire tali situazioni! Facciamo appello all’unità di un paese che sta sgretolandosi. Unità - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - nella serietà delle soluzioni e non nei proclami”.

 


Di Mauro su nuovi scontri tra manifestanti e polizia a Ischia

 

 

 

Il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti attacca la fallace politica edilizia, fonte d’esasperazione per la popolazione isolana

 

 

Napoli – Da quando la procura di Napoli ha disposto lo sgombero e la demolizione di diverse abitazioni abusive in seguito a sentenza passata in giudicato, Ischia è divenuta protagonista delle pagine di cronaca per le forti tensioni tra le forze dell’ordine, inviate sull’isola per permettere l’esecuzione del provvedimento, e centinaia di manifestanti. La scorsa notte alcuni dimostranti a volto coperto hanno risposto alla carica della polizia con bastoni e pietre ferendo non gravemente alcuni agenti.

“E’ sempre doveroso condannare la violenza dei cittadini nei confronti dei tutori dell’ordine”, afferma il viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti Angelo Di Mauro, che aggiunge: ”Appaiono evidenti, però, le continue provocazioni degli enti locali nei confronti della popolazione a fronte di un quasi totale disinteresse verso gli ancor più evidenti abusi di potenti imprese che usurpano il territorio per mero lucro. L’iniquità per questi illeciti, impuniti e relativamente tollerati, obbligatoriamente genera nel cuore degli isolani – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – una forte esasperazione, lasciandoli usurpati della giustizia e così tentati a commettere l’errore di ricorrere alle maniere forti per vedere rispettato il diritto ad avere una casa”. 

 

 

 

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