Italia dei Diritti contro la chiusura del tribunale di Lagonegro
Guido Alagia, responsabile del movimento per la provincia di Potenza: “Non si deve eliminare la struttura giudiziaria ma fronteggiare la carenza d’organico responsabile del suo inadeguato funzionamento”
“Il problema della soppressione del tribunale di Lagonegro si ripropone ormai da una decina di anni e le motivazioni sono sempre le stesse: carenza di organico e risorse inadeguate che impediscono di ‘operare correttamente’ sul territorio”. Queste le prime parole del responsabile per la provincia di Potenza dell’Italia dei Diritti Guido Alagia sulla possibile chiusura dei tre tribunali lucani di Melfi, Matera e Lagonegro, il più deficitario in quanto a magistrati. “Logica vorrebbe - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che ci si adoperasse per fornire il tribunale di mezzi e personale sufficienti a garantire un servizio adeguato ai cittadini della zona che vivono in un territorio periferico rispetto alla provincia, in un cuneo situato tra le regioni Campania e Calabria dove, peraltro, le comunicazioni non sono agevoli sia per la conformazione montuosa che per la carenza di collegamenti pubblici tra il capoluogo e i paesi di quest’area. Sarebbe perciò auspicabile – conclude Alagia - un’ intesa tra la Magistratura e chi ha responsabilità politiche a livello nazionale e locale per eliminare non il
tribunale ma l’anomalia del suo inadeguato funzionamento”.Soldà contro la deriva dell’ospedale Pertini di Roma
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Inaudito che manchino strumenti base come le flebo e che i parenti supportino i turni del personale carente in organico, i cittadini devono disporre di servizi adeguati”
“Per quanto concerne la Sanità, nessuna buona nuova: oggi è l’ospedale Pertini, domani può essere un’altra struttura. A parte qualche centro d’eccellenza, in termini qualitativi si registra comunque una situazione di stallo generale”. Questo il duro e amaro commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà riguardo alla denuncia di alcuni parenti di pazienti ricoverati all’ospedale Pertini di Roma che segnalano la mancanza di strumenti essenziali quali termometri, flebo, apparecchiature indispensabili come quelle per la registrazione dei parametri vitali e tanti altri strumenti. In aggiunta a ciò, la carenza d’organico. Il personale presente si sacrifica ma è necessaria la collaborazione dei parenti per alleviare i disagi causati dall’insufficienza di infermieri e ausiliari. Prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Queste carenze strutturali sono divenute ormai croniche, è inaudito che i parenti debbano ritrovarsi ad eseguire il lavoro di coloro che sono addetti alla cura dei pazienti e alla somministrazione delle terapie e dei pasti. E’ necessario che i cittadini, soprattutto nei momenti più difficili della loro vita, dispongano di servizi appropriati. E’ anche un diritto degli operatori sanitari lavorare in condizioni umane fornendo loro un organico sufficiente e la strumentazione adeguata. In tal modo si eviterebbero loro turni massacranti e si assicurerebbero migliori servizi per gli utenti. Mi auguro – conclude Soldà – che vengano presto fornite risposte concrete a tale denuncia perché non è certo questa la Sanità che desiderano i cittadini”.
La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti accoglie con favore la partenza della squadra guidata dal professor Evangelista
In seguito al terremoto che ha causato oltre 100.000 vittime ad Haiti, si è messa in moto la macchina della solidarietà. Tra le città più attive Pisa, il cui gruppo di Chirurgia d’Urgenza diretto dal professor Giuseppe Evangelista è partito stamattina per prestare soccorso ai superstiti del sisma. Un equipe di venti tra chirurghi, anestesisti e infermieri cui Italia dei Diritti, nella persona della responsabile pisana Sara Attanasio, intende plaudere ufficialmente: “Il mio commento non può che essere positivo”, ha affermato la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro. “La Toscana – aggiunge – si è sempre dimostrata molto collaborativa di fronte a catastrofi del genere. Ora non resta che augurare buon lavoro e buona fortuna a tutta la squadra del professor Evangelista. Suppongo ne avranno bisogno”.
La responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “Mi chiedo sinceramente dove finiranno questi alunni in esubero”
Roma – “I dirigenti scolastici si attengono ai provvedimenti del ministro Gelmini, ma la normativa rimane tuttora molto nebulosa. In diversi casi sul territorio è presente una sola sezione per il tempo prolungato dove più si concentrano gli studenti stranieri, perciò, applicando il limite del 30% per ogni classe, ne consegue che vengono a mancare i tempi scuola in proporzione alle richieste delle famiglie, con il risultato finale di escludere gli alunni in esubero. Mi chiedo sinceramente dove finiranno questi ragazzi”. È quanto dichiarato da una preoccupata Annalisa Martino, responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, a proposito delle prime misure, in osservanza del tetto del 30% di alunni stranieri nelle aule italiane, rese vigenti nella scuola romana “Carlo Pisacane” di Torpignattara, quartiere Prenestino, dove è stato deciso che saranno al massimo cinque per classe gli studenti immigrati. “Si tratta dell’ennesima legge discriminante – ha proseguito la Martino –, una misura raffazzonata e demagogica che non indica soluzioni, ma parla di una generica transizione fra plessi scolastici. Presto il problema si presenterà ovunque, soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano dove il fenomeno dell’immigrazione assume dimensioni maggiori”.
L’esponente del movimento extraparlamentare che fa capo ad Antonello De Pierro, facendo ipotesi sull’evolversi della situazione, ha poi aggiunto: “Alla fine il problema ricadrà sugli enti locali che dovranno tamponare le falle di questa legge e trovare le soluzioni più adeguate nei limiti dei loro poteri, considerato che i Comuni non possono nemmeno aumentare il numero delle classi”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Basta proclami, c’è bisogno di un coordinamento”
La Sala Sistema Roma, la cabina di regia atta a coordinare le sale operative degli enti attivi sul territorio comunale, è al centro di un’aspra querelle tra il capo dei vigili urbani Giuliani e il generale Mori, colui che per un anno e mezzo ha lavorato per gettare le basi del progetto. Il sindaco Alemanno starebbe infatti per emettere l’ordinanza che affida a Giuliani il centro operativo, con buona pace dell’ufficiale. Tra scontri diplomatici e ordinanze, della Sala Sistema Roma, la cui inaugurazione era stata annunciata per Natale, non c’è ancora traccia.
“Questo evidenzia quanto questa amministrazione tenda a rimanere impelagata nell’ortodossia amministrativa”, ha commentato Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti. “Del problema sicurezza si è già parlato fin troppo – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –; serve sicuramente un coordinamento ma basta con i proclami perché il tempo per capire e valutare la situazione è trascorso, ora bisogna solo agire in maniera rapida”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Sono necessari impegni seri e una certa autorevolezza politica per dare seguito ai propagandistici annunci”
Roma – “In linea con la strategia dei proclami messi in atto di continuo dall’amministrazione comunale, con tanto di manifesti per la città che inneggiavano ai 600 milioni per Roma Capitale, ora inviterei, per coerenza, ad informare altrettanto alacremente la cittadinanza che quei soldi al momento non ci sono più”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, prende posizione sull’impasse finanziaria del Comune di Roma, che ancora non ha presentato il bilancio 2010 e si è visto bocciare dalla Corte costituzionale il meccanismo previsto in Finanziaria grazie al quale, una volta venuto in possesso degli edifici in disuso del Ministero della Difesa, avrebbe potuto farli confluire in fondi immobiliari da valorizzare a suo piacimento. Senza questi finanziamenti, pari a circa 600 milioni di euro, il Campidoglio non può programmare investimenti per l’anno in corso.
“Ormai – insiste il numero due del movimento fondato da Antonello De Pierro – è abitudine per la giunta Alemanno comportarsi in questo modo. Ma sono necessari impegni seri e una certa autorevolezza politica per dare seguito ai propagandistici annunci che quotidianamente questa amministrazione ci propina”.
La protesta di cinquantamila residenti in Regione trova il sostegno dell’Italia dei Diritti
La discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, continua a far parlare di sé. I comitati di quartiere Malagrotta, Pisana ’64, Bravetta, Massimina e Ponte Galeria stamattina verranno ascoltati dall’assessore Fabio De Lillo in merito alle richieste di monitoraggio ambientale da parte di un ente terzo. I cinquantamila residenti, dopo cinque anni di proroghe, chiederanno inoltre l’indicazione di una data ultima e definitiva per la chiusura della discarica.
Italia dei Diritti, da sempre sensibile alle tematiche ambientali, nella persona del responsabile romano Alessandro Calgani, intende manifestare il proprio sostegno nei confronti dei cittadini del XVI Municipio: “Quando si transita davanti a Malagrotta emerge la comprensione se non addirittura la pena per chi abita in zona”, ha commentato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro. “E' una provocazione – spiega –, forse neanche troppo, ma inviterei tutti coloro che devono decidere le sorti della discarica più grande d'Europa a risiedere per una settimana nei pressi di questo scempio. Quello che vorrei è innanzitutto mettere in piedi un sistema di monitoraggio ambientale con controllo fumi e condotte idriche a tutela dei residenti e individuare collaborativamente, tra organi istituzionali e AMA, un progetto di smaltimento dei rifiuti in altro sito e con politiche di rigenerazione efficienti che non possono prescindere da una raccolta porta a porta. La condivisione ci deve essere – conclude Calgani – così come la disponibilità reciproca degli attori chiamati in causa e non può presentarsi solo quando si regalano all'AMA risorse destinate ai cittadini, quali il complesso del Centro Carni, al fine di risanare un bilancio frutto di una gestione dissennata di un’azienda municipalizzata”.
Lo sdegno congiunto della viceresponsabile campana Licia Palmentieri e del responsabile per la Giustizia Giuliano Girlando: “E’ necessaria una maggiore tutela dei carcerati”
La responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti: “Oltre al problema tecnico c’è quello sociale di quanti hanno difficoltà motorie o handicap gravi”
“E’ una situazione scandalosa che riflette quella in cui verte il nostro Paese, ormai agli ultimi posti per quel che riguarda il contesto europeo”. Così Maruska Piredda, responsabile per i Trasporti dell’Italia dei Diritti, commenta il poco invidiabile record della stazione di Torino Lingotto, la cui scala mobile è ormai fuori uso da 104 giorni, con comprensibili disagi per gli utenti, in particolar modo per i disabili.
“Di fronte a casi di questo tipo – continua la Piredda – non si tratta soltanto di risolvere un problema tecnico, bensì un allarme di ordine sociale, ossia quello di avere delle ditte che lavorino in modo efficiente e in tempi utili. La conseguenza peggiore, poi, è che ci sono persone in condizioni fisiche disagiate che diventano prigioniere perché non hanno possibilità di prendere il treno. Nei paesi del nord Europa non sarebbe mai accaduto. Non ci sono giustificazioni davanti a questa situazione – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – e attendo con ansia che si risalga ai colpevoli”.
Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Le condizioni del manto stradale della città sono disastrose, è ora che si prendano provvedimenti”
Il responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti: “Come al solito la giustizia non è uguale per tutti”
Paolo Berlusconi è stato condannato a quattro mesi e quindici giorni di carcere nell’ambito del processo per gli illeciti sulla discarica di Cerro Maggiore, in provincia di Milano. Dal 1993 al 1995 la società Simec, gestrice del sito, ha emesso fatturazioni false per un totale di 5 miliardi del vecchio conio. I reati però sono coperti da indulto, quindi la pena potrebbe essere condonata.
“Come al solito la giustizia non è uguale per tutti e questo ci fa specie perché se vogliamo un Paese giusto ci dev’essere una giustizia equa”, il commento a caldo di Giuseppe Criseo, responsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti. “Chi approfitta delle leggi ad personam – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – si pone al di sopra della legge e noi non possiamo far altro che denunciare queste situazioni che ledono i diritti dei cittadini tutelandone alcuni meno di altri”.