La vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Serve maggiore attenzione per tutelare l’ambiente e la potenzialità occupazionale che il settore può garantire”
Aquila – “E’ inquietante che una regione, concepita come uno dei polmoni verdi dell’Italia risenta di una situazione così drammatica per la scarsa ricezione di fondi nel settore”. Queste le parole della vice responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, Barbara Del Fallo, circa l’allarme lanciato da Moreno D'Anastasio, segretario generale della Uila-Uil (Unione Italiana Lavoratori Agroalimentari) sullo stallo delle risorse economiche destinate al settore forestale.
Negli ultimi tre anni si sono infatti persi oltre mille posti di lavoro e molti altri potrebbero aggiungersi se l’Abruzzo non si doterà di una nuova legge regionale di riordino del settore. “La tutela ambientale e naturale attraverso il corpo forestale è prioritaria per preservare la ricchezza paesaggistica della zona – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Serve un intervento incisivo delle autorità competenti, sia nella gestione locale del settore sia attraverso l’uso di fondi nazionali ed europei che devono essere sbloccati con un certa incisività”.
Il rischio è di veder scomparire come attività economica il settore forestale e vivaistico della regione. Si chiede dunque di rendere operativo il progetto di legge regionale per rilanciare la forestazione abruzzese, snellendo, nel contempo, la prassi burocratica legata ai bandi. “Non serve una gestione debole e remissiva. Piuttosto – conclude la del Fallo - sapersi esporsi e creare le condizioni economiche per valorizzare una regione che, con le sue riserve e il Parco Nazionale, merita senza dubbio maggiore attenzione, soprattutto dopo le vicende accadute nei mesi scorsi”.Il responsabile per la Sardegna, Federico Gandolfi: “I patti prevedevano il riavvio degli impianti. Bisogna rispettarli”
Cagliari – Sono una cinquantina i lavoratori della Vinyls Italia di Porto Torres che stamani hanno bloccato i cancelli dello stabilimento per manifestare contro il mancato riavvio della produzione. “Esprimiamo solidarietà agli operai della Vinyls la cui rabbia intende unicamente garantire il rispetto dei patti firmati appena il mese scorso”, ha detto il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti, Federico Gandolfi.
I lavoratori si sono riuniti in assemblea per ribadire la richiesta di riprendere le produzioni di pvc e cvm e riassorbire i dipendenti attualmente in cassa integrazione. A novembre era stata firmata l’intesa al ministero dello Sviluppo che prevedeva il riavvio dal 15 dicembre degli impianti di Marghera, Ravenna e Porto Torres, dove sono 140 gli operai in cassa integrazione a rotazione. “Queste persone – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, dimostrano un attaccamento al loro lavoro incomparabile rispetto a dirigenti e manager dell'azienda, come per altro una consapevolezza piena e responsabile dei principi del lavoro garantiti dalla nostra Costituzione”.
Già due giorni fa i lavoratori avevano bloccato l'accesso e 15 di loro si erano anche incatenati ai cancelli impedendo alle autocisterne di arrivare ai serbatoi. Sull’argomento è intervenuto anche il responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, Giuseppe Criseo: “L’Italia sta esplodendo, i lavoratori sono alle strette e la classe politica continua a dividersi, litigare, fare correnti e lottizzazioni. Intanto – prosegue – la gente muore di fame e i nostri politicanti sono immobili. Solo chi vive la drammaticità di un posto di lavoro sottratto o precario - conclude Criseo – può capire di che portata è il disagio di cui stiamo parlando”.
A parlare sono Antonella Silipigni e Cesare De sessa, rispettivamente responsabile cittadina e viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione del movimento, che criticano il sistema
“Oltre a pubblicare notizie sull’improduttività questo è uno di quei casi nei quali bisognerebbe anche penalizzare i soggetti coinvolti”. Questa è stata la dichiarazione di Antonella Silipigni, responsabile per la città di Genova dell’Italia dei Diritti, riguardo alla notizia che il 14% dei docenti universitari del capoluogo ligure risulta improduttivo nel campo della ricerca. Di fatto i 214 insegnanti chiamati in causa, negli ultimi 5 anni, non sarebbero arrivati a pubblicare nemmeno 2 articoli scientifici a testa. “E’ necessario approfondire quali sono le condizioni lavorative – ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - poiché ogni settore accademico è composto da molte persone. E’ troppo semplice dare la colpa ai soli precettori, bisogna anche vedere se sono stati incentivati all’impegno nello studio e questo riporta il discorso ad una accusa più ampia dell’intero sistema scolastico”.Altrettanto duro è Cesare De Sessa, viceresponsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti che ha dichiarato:”La vicenda può forse sorprendere l’opinione pubblica ma non chi conosce l’università dal suo interno e in particolar modo le forme di assunzione dei suddetti luminari. Non rispettando i criteri di meritocrazia nel reclutamento, a lungo termine si genera una condizione tale da formare sacche di incompetenza e ignoranza - conclude - che possono dar luogo soltanto a problemi all’interno del tessuto sociale già logorato dai continui soprusi contro l’istruzione”.
Il viceresponsabile provinciale dell’Italia dei Diritti:”Finalmente un punto di svolta che potrebbe giungere a un degno epilogo”
“Molto condivisibili e apprezzabili le parole di Zingaretti. Finalmente siamo ad un punto di svolta che potrebbe giungere a un degno epilogo”. Questa è la dichiarazione di Tullio Galassetti, viceresponsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti, riguardo all’attribuzione di poteri speciali alla Provincia, da parte della Regione, in campo urbanistico. Questo evento, che ha portato il presidente Nicola Zingaretti ad affermare un entusiastico “pronti alla riforma”, aiuterà il compiersi del decentramento politico auspicato da ormai un ventennio. A gennaio cinque tavoli di lavoro riguardanti infrastrutture, ecologia, agricoltura e turismo porteranno a un documento finale che verrà presentato a maggio, quando dovrebbero iniziare i lavori. “L’innovazione più importante di questo progetto – ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è rinvenibile all’interno del quadro normativo inerente ai poteri speciali che saranno destinati a questo futuro ente amministrativo italiano, rendendolo di fatto protagonista nella competizione mondiale e all’avanguardia nel fronteggiare le attuali sfide sociali ed economiche del millennio. Elementi fondamentali del progetto sono l’integrazione, la sostenibilità e l’innovazione. Questa è la sfida del futuro – conclude Galassetti - questa è la sfida che ci chiama ad essere protagonisti perchè il territorio dove viviamo può essere migliorato solo attraverso la partecipazione che, come diceva Gaber, è libertà, quindi democrazia.
La viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Una svolta fondamentale per il rilancio di siti degradati”
Roma - “Non posso che esprimere tutta la mia soddisfazione per l’intesa raggiunta fra Zètema e Federlazio, è una notizia meravigliosa che va in controtendenza rispetto al disinteresse, oramai appurato, con cui vengono trattati i beni culturali in Italia”.
Con queste parole Anna Nieddu, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, saluta il patto siglato fra Zètema, l’azienda comunale che elabora progetti culturali a Roma, e Federlazio, associazione che riunisce le piccole e medie imprese del Lazio, per il recupero degli spazi culturali abbandonati o in disuso della capitale. L’accordo mira a far entrare le Pmi nel campo dei beni culturali con un contributo di 20 milioni di euro. Fra i progetti previsti: reintroduzione del sistema dei bandi pubblici per eventi culturali, animazione e spettacoli dal vivo nei musei civici, una biennale sulle vie della seta e il potenziamento dei bookshop.
“È vero che l’operato di Zètema non ha riscosso forti consensi nella gestione del patrimonio storico artistico della città di Roma – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – tuttavia, dobbiamo dargli atto degli sforzi condotti per siglare quest’accordo, che porterà nuove risorse finanziarie in un settore che viene considerato l’ultima ruota del carro nel nostro paese”.
COMUNICATO STAMPA
Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Un’iniziativa da sostenere”
TRIESTE – Sconti selvaggi si apprestano ad invadere le città italiane in vista delle festività natalizie. A Trieste sono già numerosi gli esercizi commerciali che propongono ribassi dal 10% fino al 50% per uscire dal novembre nero e rivitalizzare un mercato in crisi.
Gli sconti di Natale sono resi possibili dalla riforma Ciriani che liberalizza le vendite promozionali in qualsiasi momento dell’anno e senza limiti di prezzo.
Valentino Cuccu, responsabile per la provincia di Trieste dell’Italia dei Diritti, ha commentato: “Nel periodo di precariato e imprevisti licenziamenti in cui viviamo gli sconti sono sempre ben accetti. Ritengo che in questo momento dell’anno, specialmente dopo un novembre critico, l’iniziativa di abbassare i prezzi da parte dei commercianti debba essere lodata e possa essere utile per invogliare gli italiani e per aiutare le famiglie in difficoltà ad avere un Natale degno di questo nome”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Chiedo rispetto per le minoranze. Impariamo a vivere civilmente”
Roma - “Il problema della discriminazione nella nostra società sta crescendo ogni giorno di più, ed è arrivato il momento di fare qualcosa di realmente concreto per contrastarlo fino in fondo”. Queste le dichiarazioni rilasciate da Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in merito all’iniziativa promossa dal gruppo provinciale di Sinistra e Libertà.
Nella mattinata di ieri, nelle piazze del centro storico di Roma, alcuni militanti hanno distribuito una guida che consiglia a turisti gay e rom che vengono nella capitale di evitare determinate zone per sottrarsi a pestaggi e insulti di vario genere. Obiettivo dell’iniziativa è stato denunciare la politica dei divieti promossa dal sindaco Alemanno.
“Ciascuna minoranza deve avere il diritto di passeggiare liberamente in qualunque zona di Roma, senza avere il timore di ricorrere in scontri ed offese – sentenzia l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ci vuole più educazione per imparare le regole della comune e reciproca convivenza”.
Il viceresponsabile provinciale dell’Italia dei Diritti contesta il sindaco: “Un amministratore che sta devastando un’intera città nella sua dimensione urbana, sociale e culturale perché facilmente manovrabile da una casta politica poco onesta”
Roma – “Vignali come presidente della Fondazione del Teatro Regio colleziona l’ennesima indecenza della sua amministrazione. Un sindaco incapace catapultato da una classe di politici vergognosi a dilapidare il patrimonio comunale, facendo contratti milionari a consulenti e sovrintendenti che hanno già contribuito al fallimento di altre realtà culturali. Un amministratore che sta devastando un’intera città nella sua dimensione urbana, sociale e culturale, perché facilmente manovrabile da una classe imprenditoriale amorale e da una casta politica poco onesta”. A proferire tali stoccate è il viceresponsabile per la provincia di Parma dell’Italia dei Diritti, Paolo Leporati, che lamenta la cattiva gestione della Fondazione del Teatro Regio cittadino di cui il sindaco parmigiano Pietro Vignali è presidente. In particolare uno dei soci storici dell’istituto artistico, la Fondazione Cariparma, ha negato il finanziamento per la stagione lirica 2009/2010 spiegando che nessun contributo verrà elargito senza la dimostrabilità della correttezza di rendiconto, considerati anche i 2,5 milioni di euro di deficit nel bilancio del Teatro.
“Inoltre – aggiunge Leporati – di recente l’ex sindaco di Parma, Elvio Ubaldi, del quale Vignali può considerarsi il delfino, ha dato un parere positivo su tale bilancio, mostrandosi tuttavia molto critico sulla situazione gestionale creata dall’attuale primo cittadino. Auguriamo alla nostra amata città, che il monito contenuto nella risposta della Fondazione Cariparma sia un forte rintocco per le coscienze ancora sveglie e timorate. Altrimenti, dopo il fallimento del Regio vedremo la bancarotta di Piazza Garibaldi, con conseguente ipoteca sull’intera città”, ha concluso l’esponente territoriale del movimento che fa riferimento ad Antonello De Pierro.
Soddisfatti Massimo Cascone e Manlio Caporale, responsabili del movimento, rispettivamente per l'Emilia Romagna e per la Sanità
Bologna, 16 dicembre 2009 – “Tra le decine di scempi amministrativi ogni tanto si sente anche qualche notizia positiva che giova e porta un fresco respiro alle pesantezze burocratiche”. Questo è il commento di Massimo Cascone, responsabile per l’Emilia Romagna dell’Italia dei Diritti, riguardo al traguardo tecnologico raggiunto dall’amministrazione sanitaria romagnola, che dopo aver creato il Cup (Centro Unificato di Prenotazione sanitaria) in questi giorni sta sperimentando l’utilizzo dell’Fse (Fascicolo Sanitario Elettronico) che servirà a consultare ed aggiornare online la storia clinica dei cittadini. “Un plauso alla sanità Romagnola – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che con questo progetto si porta all’avanguardia sia a livello nazionale che internazionale. Io stesso sto usufruendo di questo collegamento e ne sono soddisfatto, quindi prendiamo atto della miglioria effettuata”. Altrettanto soddisfatto è Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti che ha dichiarato: “Un programma di questo tipo offre delle grandi possibilità, estendendo in modo pratico e veloce l’assistenza territoriale e allo stesso tempo mantenendo la riservatezza. Il paziente si appropria della facoltà di monitorare costantemente il proprio stato di salute migliorando la comunicazione tra medico, farmacia, ospedale e utente finale. Mi auguro – conclude Caporale – che questo sistema venga all’allargato all’intero paese, in modo da portare l’Italia a essere modello per le nazioni di tutto il continente”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà: “Sono contrario alla posizione del sindaco. I cittadini hanno il diritto di manifestare il loro malessere”
ROMA - Rischia di essere rotta la tregua imposta dal sindaco Alemanno per evitare l'inflazione di manifestazioni selvagge nella Capitale e i disagi che ne conseguono.
Ieri circa mille studenti del Liceo Righi sono scesi in strada per protestare contro una mancata autogestione dell'istituto mentre per oggi, nonostante sia stato revocato quello di autobus e tram, è previsto lo sciopero degli Ncc, noleggiatori con conducenti. Il sindaco ha minacciato gli operatori assicurando che se la tregua del periodo natalizio non verrà rispettata la polizia sarà costretta ad intervenire
Roberto Soldà, vicepresidente dell'Italia dei Diritti, ha commentato : “Non si possono evitare le problematiche della società trincerandosi dietro il fatto che si crea un problema alla città. Il diritto di manifestare non può essere negato, specialmente in questi mesi in cui i problemi sono tali e numerosi. Il disagio sociale dei lavoratori e degli studenti deve essere accettato e bisogna stare attenti ad evitare provvedimenti che potrebbero causare delle reazioni inverse. Indubbiamente – conclude Soldà – anche i cittadini romani, i turisti e i commercianti devono poter lavorare e vivere in tranquillità, specialmente durante le feste, ma occorre trovare un compromesso evitando misure drastiche”.