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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Muore al pronto soccorso abbandonato per 48 ore su barella, insorge l’Italia dei Diritti


La reazione di Brunetto Fantauzzi e Luigino Smiroldo, rispettivamente responsabile per la provincia di Roma e viceresponsabile per la Sanità del movimento, in merito alla tragedia avvenuta presso l’ospedale di Albano Laziale

 

 

Roma, 14 dicembre 2009 - E’ deceduto dopo 48 ore di agonia su una barella del pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Albano Laziale Cesare Bellagamba, cinquantenne cardiopatico e diabetico, senza che nessun nosocomio regionale abbia dato disponibilità per un posto per il ricovero. L’incredibile vicenda desta l’indignazione del responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti Brunetto Fantauzzi, che dichiara: “Possibile che non ci fosse neppure un letto libero in medicina o in pneumologia? Negli ultimi tempi ci sono state altre tragedie che hanno interessato i pronto soccorso della provincia capitolina. Il 9 novembre scorso una donna è morta all’Umberto I, il 10 al Pertini un operaio di 50 anni, sempre per la medesima incuria. Ora il caso di Albano: la procura vuole vederci chiaro sul tipo di assistenza data. Quello che sembra sconcertante – continua – è l'affermazione di Esterino Montino in merito ai soldi a disposizione per la costruzione di un nuovo policlinico ai Castelli Romani, nonostante le carenze che affliggono le strutture già esistenti.

Gli fa’ eco il viceresponsabile per la Sanità Luigino Smiroldo, che aggiunge: “Ancora una volta ci arrivano notizie su carenze e disservizi nelle regioni del centro-sud. È inammissibile che una persona debba rimanere per giorni su una portantina in attesa delle cure vitali. Non c’e’ attenuante che tenga perché è stata violata la sacralità della vita e nessuno potrà porre rimedio. Esprimo solidarietà ai familiari e auspico che la giustizia accerti le eventuali responsabilità per quanto accaduto. La mancanza di posti liberi – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - è la più imbarazzante tra le scusanti possibili e soprattutto un insulto gratuito post mortem”.

Galassetti sui ritardi della bonifica della Valle del Sacco


Il viceresponsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti commenta il forte disagio che colpisce gli abitanti delle zone interessate

 

Roma, 14 dicembre 2009 - Nella Valle del Sacco, regione del Lazio meridionale, sorge un grosso distretto industriale che, a causa dell'intensa attività soprattutto chimica, ha prodotto negli ultimi trent’anni un sovraccarico di inquinamento, tale da contaminare i terreni e le falde acquifere della zona, per la quale, già nel 2006, è stato dichiarato lo stato di “emergenza socio – economico - ambientale". L’allarme ecologico interessa anche diversi comuni limitrofi quali Gavignano, Segni, Paliano e Anagni, vittime, secondo le stime, di 60mila tonnellate di rifiuti bruciati che diffondono veleni, pesticidi e diossina. “La politica deve aprire gli occhi e trovare soluzioni concrete”, dichiara Tullio Galassetti, viceresponsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti, e aggiunge: “Studi sul terreno nell'area industriale di Colleferro e parziali quanto insufficienti bonifiche sono state finanziate dalla Regione Lazio. I residenti hanno il sacrosanto diritto di poter vivere dignitosamente e, soprattutto, di essere tutelati. Siamo convinti che prevenire sia meglio che curare e auspichiamo che la prossima amministrazione regionale prenda importanti provvedimenti per giungere alla soluzione. A tal proposito - continua Galassetti - chiediamo due cose agli schieramenti che si confronteranno nella prossima tornata elettorale: spiegarci cosa intendono fare e metterlo per iscritto nei programmi cercando un rapporto di comunicazione costante e continuo con gli abitanti, perché – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - troppe volte e da troppo tempo si chiacchiera e basta. E’ l’ora dei fatti!”.

De Pierro, dopo Bonn per Berlusconi è giunta l’ora di andare a casa

Il presidente dell’Italia dei Diritti “A mio modesto parere egli esterna comportamenti che denotano tratti di personalità non compatibili con il ruolo rivestito

 

Roma, 11 dicembre 2009 – “Credo che il presidente del Consiglio abbia abbondantemente superato i limiti della normale tollerabilità. Ciò che è successo a Bonn è di una gravità inaudita, i presenti al congresso non erano là per sentire le esternazioni private del premier ma per ben altri motivi. Aver avuto la legittimazione popolare non significa affatto che egli possa fare come gli pare. Penso che ormai non ci sia più un problema soltanto di democrazia, ma oggettivamente bisogna chiedersi se Berlusconi è idoneo ad occupare quel posto che, sebbene gli sia stato conferito dalla sovranità popolare, sta dimostrando di essere incapace a rappresentarlo”. Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, stigmatizza pesantemente le gravi accuse lanciate dal premier Silvio Berlusconi contro la Corte costituzionale e i giudici durante il suo intervento al congresso del Ppe a Bonn. Toni forti sia nella sostanza sia nella forma, talvolta colorita, che hanno generato una ridda di reazioni politiche, dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al presidente della Camera, Gianfranco Fini, per concludere con i leader delle opposizioni.

 

“L’Italia ha tanti problemi che la affliggono – prosegue indignato De Pierro – e la gestione dissennata dell’attuale esecutivo sta contribuendo non poco ad aggravarli in tanti comparti del tessuto sociale. Eppure, incredibilmente, le colonne dei quotidiani e le immagini dei telegiornali nella maggior parte dei casi si soffermano a dare spazio a tutto ciò che ruota intorno al premier, sempre pronto a strumentalizzare a suo vantaggio ogni evento. Berlusconi sostiene di essere perseguitato dai giudici e su questa linea il Parlamento, dal 1994 in poi, spesso con l’avallo colpevole di una parte del centrosinistra, ha legiferato soltanto per fronteggiare i suoi guai giudiziari o di chi gli sta intorno. Berlusconi dimentica che in Italia vige l’obbligo dell’azione penale e, quindi, se ai giudici arriva da qualsiasi fonte una notizia di reato non possono far finta di nulla, ma sono obbligati per legge a indagare e a verificarla, e ciò soprattutto a vantaggio della persona coinvolta che, se estranea ai fatti, salvo rari errori giudiziari, normalmente riuscirà a dimostrare la sua non colpevolezza nella vicenda. Tra l’altro – rincara la dose De Pierro –  non dimentichiamo che gran parte dei processi a suo carico sono sempre iniziati prima che egli scendesse in politica e alcuni sono terminati solo per prescrizione, non certo per completa estraneità”.

 

Poi il leader dell’Italia dei Diritti sottolinea un aspetto poco dibattuto sul quale invita a riflettere: “Qui non è più un problema di linea di pensiero, di destra o di sinistra, bensì a questo punto il problema è il premier stesso che non può continuare a ridicolizzare l’Italia all’estero muovendosi più come un clown che come un uomo delle istituzioni. Per raccontare le sue barzellette, che trovo tra l’altro simpatiche, ci sono ben altre platee e non c’è da meravigliarsi che alti esponenti istituzionali quali il Presidente della Repubblica e quello della Camera non condividano siffatti atteggiamenti. Politicamente mi sento in dovere di auspicare per il bene del Paese, e anche di quegli italiani con le coscienze addormentate e i cervelli in esilio che lo hanno votato, che Silvio Berlusconi presenti le sue dimissioni e si ritiri a vita privata; sarebbe opportuno che alcuni tra le file stesse del suo partito, dove tra l’altro sono presenti anche soggetti di grande spessore, accantonino ogni forma di opportunismo e gli chiedano di farsi da parte. A mio modesto parere egli esterna comportamenti che denotano tratti di personalità non compatibili con il ruolo rivestito, oppure semplicemente un carico di stress tale da non permettere la prosecuzione nell’espletamento di un mandato impeccabile”.

 

A conclusione del suo intervento De Pierro riserva al premier la sua polemica stoccata finale:  “Chiudo con una proposta: se il presidente Berlusconi è completamente refrattario a qualsiasi giudizio, che giunga da chicchessia su ogni singolo elemento del suo operato, si sottoponga a test di personalità per chiarirsi le idee con un esame introspettivo in cui il margine di errore è sicuramente molto ridotto e dove il suo stesso comportamento è artefice del risultato finale”.

L’Italia dei Diritti sul fantozziano esordio del Frecciarossa


Il vicepresidente del movimento Roberto Soldà e la responsabile per i Trasporti Maruska Piredda commentano l’ennesima inaugurazione “all’ italiana”

 

Roma, 14 dicembre 2009 – Il nuovo Frecciarossa, fiore all’occhiello di Trenitalia, capace secondo comunicati e dichiarazioni della vigilia di percorrere la tratta Milano - Roma in poco meno di tre ore, ha clamorosamente fallito l’esordio su rotaie nella giornata di ieri, giungendo nella stazione di arrivo con ben 20 minuti di ritardi e generando l’ennesima protesta dei viaggiatori.

“E’ tipica del nostro paese la pioggia di proclami in pompa magna di bellissime iniziative senza che da esse derivino fatti e miglioramenti”, dichiara il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Solda.“Bisogna essere cauti e calcolare bene le eventualità – continua - prima di comunicare l’entrata in scena del treno più veloce del Far West, e magari, evitare di incrementare il costo dei biglietti in momenti così poco indicati, senza che la clientela si accorga delle migliorie promesse.

Rincara la dose Maruska Piredda, responsabile per i Trasporti, che aggiunge: “La super velocità è totalmente fittizia perché nei pressi delle 2 stazioni la motrice è costretto a mantenere un andamento molto basso. Trovo assurdo aumentare le tariffe – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - in funzione di una concorrenza al trasporto aereo che vede l’aspra battaglia combattuta solo sui drammatici difetti gestionali”.

Processo Eternit a Torino, Celardo chiede condanne esemplari

Il viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “I magistrati dovrebbero valutare molto severamente la posizione degli imputati  poiché  è doveroso parlare di strage”


Roma, 11 dicembre 2009 - “Questo è un caso che deve fare scuola nella giurisprudenza europea, poiché vede coinvolta un’azienda che merita di essere condannata per responsabilità oggettiva, in quanto i danni da essa procurati travalicano i confini della sicurezza sul lavoro, avendo colpito la salute non solo dei dipendenti ma anche dei loro familiari e dell’intera cittadinanza”. Così Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, commenta la prima udienza del maxi processo Eternit a Torino, che vede sul banco degli imputati due dirigenti della multinazionale svizzera produttrice di amianto, accusati di “disastro doloso e omissione volontaria di cautele contro le patologie professionali” negli stabilimenti piemontesi, emiliani e campani. Quasi 3 mila le parti lese per le morti legate alla lavorazione dell'amianto, poiché le polveri-killer uccisero non solo gli operai, ma anche chi abitava nei pressi delle fabbriche. Oltre 2 mila le richieste di costituzione di parte civile che chiamano in causa anche il governo e l'Unione europea, colpevoli di scarsa vigilanza.

 

“I magistrati dovrebbero valutare molto severamente la posizione degli imputati – rileva con forza l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro – poiché è doveroso parlare di strage. Se lo si è fatto per le 33 vittime dell’incidente ferroviario di Viareggio, lo si dovrebbe fare anche per questo disastro costato la vita a migliaia di persone. I responsabili della Eternit sapevano bene dei rischi per la salute legati alla lavorazione di questo pericolosissimo materiale, eppure hanno taciuto per meri interessi economici, speculando con indifferenza sulla vita della gente”.

 

Quello di Torino potrebbe trasformarsi nel più grande processo europeo su un simile argomento, come testimoniano anche il numero esorbitante di persone presenti alla prima udienza, contando le  parti offese, gli avvocati e i giornalisti italiani e stranieri. “Come rappresentante dell’Italia dei Diritti – incalza duro Celardo – chiedo alla magistratura di emettere una condanna esemplare per i responsabili, che sia da monito per tanti altri casi italiani di disastro umano e ambientale come le centrali nucleari dismesse o il petrolchimico di Marghera, affinché non si ripetano mai più situazioni del genere. Pretendo che questo processo sia da esempio per la politica internazionale e che non dia l’immagine della solita Italia ‘cenerentola’ della giustizia e dei diritti civili”.

Italia dei Diritti alla festa del XVI Municipio di Roma con i bambini dell’Aquila

All’inaugurazione dell’ Albero delle Luci e dei Desideri il movimento sarà rappresentato dal responsabile locale Gianpaolo Marcucci

 

 

Roma, 14 dicembre 2009 – L’Italia dei Diritti sarà presente venerdì 18 dicembre alle ore 10,30 alla prima giornata dell’evento organizzato dal Comitato di Quartiere Monteverde-QuattroVenti per l’inaugurazione dell’ “Albero delle Luci e dei Desideri”. A rappresentare il movimento presieduto da Antonello De Pierro sarà Gianpaolo Marcucci, responsabile per il XVI Municipio di Roma. Tre le giornate di solidarietà: il 18-19-20 dicembre in piazza della Stazione Quattro Venti a Monteverde. “Sono felice e onorato di presenziare a questa manifestazione – spiega Marcucci – per testimoniare tutta la mia stima al Comitato di quartiere e alle sue numerose iniziative nonostante sia una piccola realtà. Vorrei in particolare sottolineare che venerdì 18 dicembre alle 10,30 gli allievi della scuola elementare  Francesco Crispi addobberanno l’albero con gli alunni di alcune scuole dell’Aquila insieme ai vigili del fuoco di Roma perché si avveri  il desiderio scritto in un libro dai bambini terremotati ‘Voglio tornare a vivere nella mia casa’. L’iniziativa – conclude Marcucci - è patrocinata dalla facoltà di Scienze della Formazione dell’Università dell’Aquila con il Municipio Roma XVI. Saranno presenti docenti  dell’Università del capoluogo abruzzese come i professori Rosella Frasca, Maria Vittoria Isidori, Alessandro Vaccarelli e il presidente del Municipio Fabio Bellini”.  

Soldà furioso per no della Camera ad arresto Cosentino

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Uno schiaffo morale alla giustizia e alla dignità degli italiani”

Roma, 11 dicembre 2009 - Con 360 voti contrari la Camera dei deputati ha respinto la richiesta d'arresto presentata dalla procura di Napoli nei confronti del sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, accusato di concorso esterno in associazione camorristica.  Un risultato che va ben oltre i numeri a disposizione della maggioranza. Sono state rigettate dall’Aula anche le mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni. Duri i commenti provenienti da esponenti di Idv e Pd.

 

“Si tratta di una vera e propria beffa, uno schiaffo morale alla giustizia e alla dignità degli italiani”. Tuona così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, commentando il voto di Montecitorio. “È inconcepibile assistere a questo spettacolo indecoroso in cui si vuole difendere ad oltranza qualcuno sul cui capo pendono gravissimi sospetti di illegalità. Quando si parla di collusioni con la criminalità organizzata da parte di alte personalità governative bisogna sempre fare molta attenzione, lasciando alla giustizia, e non alla politica, il compito di accertare la verità. Questa decisione lede fortemente i principi legali e l’immagine all’estero del nostro Paese. Il signor Cosentino – chiosa polemico il vicepresidente del movimento presieduto da Antonello De Pierro  – dovrebbe essere il primo a fare un passo indietro, dimettendosi dalla sua carica istituzionale e rispondendo delle accuse che gli vengono mosse in sede giudiziaria, come qualsiasi comune cittadino”.

Morte capodogli per licenziamento ricercatori Ispra, sdegno dell’Italia dei Diritti

Giuseppe Criseo e Marco Di Cosmo rispettivamente  responsabili per il Lavoro e l’Occupazione e per la  Tutela degli Animali del movimento si scagliano contro l’operato del Governo

 

 

Roma, 14 dicembre 2009 – “Sulla vicenda dei cetacei morti sulle spiagge pugliesi non possiamo che censurare l’operato del Ministro Prestigiacomo che annunciava l’avvio di una squadra speciale a tal proposito”. Queste le prime parole del responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti Giuseppe Criseo alla notizia del licenziamento dei ricercatori precari dell’Ispra - Istituto per la ricerca ambientale – al ventesimo giorno di protesta sul tetto della sede di via di Casalotti a Roma. Nonostante la lotta hanno fornito tutto il loro contributo e le loro competenze nell’avvistamento degli squali in Sicilia e avevano un piano per salvare i capodogli sulle spiagge pugliesi bloccato dal mancato avvio della task force annunciata dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Incalza così l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Gli intenti e gli annunci non bastano, occorre intervenire concretamente. Gli specialisti esistono e sono coloro che lavorano all’Ispra, ricercatori precari. Dove vogliamo andare se continuiamo su questa strada, senza dare i meriti a chi ha dimostrato il proprio valore sul campo? I ricercatori proseguono la loro lotta e intanto i cetacei muoiono, risultato della politica dell’apparire”. Alle polemiche di Criseo si aggiungono quelle del responsabile per la Tutela degli Animali dell’Italia dei Diritti Marco Di Cosmo: “Mentre i grandi del mondo fanno finta di occuparsi di ambiente a Copenaghen, in Italia i cambiamenti climatici danno già i loro effetti. Ne sono testimonianza i decessi degli ultimi capodogli spiaggiati tre giorni fa lungo il litorale di Foce Varano. Nel frattempo le persone competenti, cioè i ricercatori che ogni giorno si adoperano per monitorare e salvaguardare il più grande patrimonio italiano della biodiversità, vengono bloccate e addirittura licenziate. Ciò avviene perché questo schizofrenico e poco lungimirante Governo, anziché tagliare finalmente gli inutili privilegi della casta politica, preferisce fare economia su tutte quelle attività che consentono di produrre non solo posti di lavoro ma di valorizzare il patrimonio ambientale nazionale. A nome dell’Italia dei Diritti – conclude Di Cosmo - esprimo solidarietà alle proteste dei ricercatori poiché chi ci va realmente di mezzo sono gli animali: oggi è toccato ai cetacei ma la lista delle specie a rischio  di estinzione ogni anno che passa aumenta sempre di più”.

No della Puglia al nucleare, il commento della Bellantuoni

La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Concordo pienamente con la decisione presa dalla Giunta”

Roma, 10 dicembre 2009 – “Sono da sempre contraria alla costruzione di centrali nucleari, che rappresentano senza dubbio un ritorno al passato. Per questo motivo concordo pienamente con la decisione della Regione Puglia”.

Questo il commento di Manuela Bellantuoni, responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti, in merito alla decisione dell’esecutivo regionale di dire no al nucleare con una propria legge per precludere il territorio all’istallazione di nuovi impianti, di fabbricazione del combustibile e di stoccaggio dello stesso, nonché di depositi di materiali e rifiuti radioattivi.

“Bisognerà vedere-prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro- se una simile decisione varrà rispettata o se, al contrario, si dovrà cedere anche stavolta alle ragioni della politica”.

Aggressione Premier, De Pierro solidarizza ma biasima le strumentalizzazioni

Il presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro: “Gesto riprovevole di uno squilibrato, si eviti di sfruttarlo per fini politici”

 

 

Roma, 14 dicembre 2009 – “Esprimo la più ferma condanna per l’esecrabile atto messo in opera nei confronti di Berlusconi. Bisogna però stare molto attenti a non strumentalizzare l’evento, come già sta vergognosamente accadendo, per evitare di gettare benzina sul fuoco in quanto si tratta semplicemente dell’azione isolata di un soggetto psicolabile”. Questo il primo commento del presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro sull’aggressione avvenuta a Milano al premier Silvio Berlusconi. “Certamente – prosegue il leader del movimento - il clima di tensione che purtroppo si è impadronito della politica italiana, e non mi sembra il momento per addossare delle colpe, ha potuto indubbiamente influire sull’orientamento comportamentale di Massimo Tartaglia. L’unica cosa che mi sento di dire visto che Umberto Bossi ha parlato addirittura di attentato terroristico è che proprio la Lega Nord, più volte nel corso degli anni sia in Parlamento che fuori, ha diffuso messaggi di odio e violenza che non sono stati certamente di buon esempio.  Credo quindi che il leader del Carroccio abbia perso una buona occasione per tacere. Al presidente Berlusconi – conclude De Pierro - va la nostra solidarietà e vicinanza e il migliore augurio di una pronta guarigione per poter tornare a un giusto e leale confronto democratico sui temi più importanti improntato sulla dialettica e il civile scambio di opinioni”.

Disattesi gli impegni governativi in Abruzzo, il commento della Del Fallo

La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Le istituzioni avrebbero dovuto mobilitarsi prima e denunciare situazioni poco chiare”

Roma, 10 dicembre 2009 – “Che le promesse e gli impegni del Governo in Abruzzo siano stati disattesi, non è certamente una novità. Gli alloggi distribuiti, edificati soprattutto grazie all’intervento della Croce Rossa Italiana, non sono sufficienti e molte delle reali necessità della popolazione non sono state correttamente interpretate”. Questo il commento di Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, in merito alla mobilitazione permanente delle istituzioni, che rientrerà solamente quando il decreto per l’Aquila annunciato da Bertolaso, che dovrà contenere coperture finanziarie per la Regione, diventerà una realtà.

“Casi eclatanti di disagio non sono stati trattati dalla cronaca per non incidere negativamente sull’immagine del Governo”- prosegue l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro. “Le istituzioni, che avevano il dovere di denunciare situazioni poco chiare e porre i politici nazionali nelle condizioni di garantire provvedimenti certi per fronteggiare le esigenze della popolazione, hanno invece permesso che l’attenzione si spostasse su falsi interventi governativi, avallando una vera e propria operazione mediatica. Considerare il terremoto una catastrofe naturale significa sollevare le parti da quelle che sono invece loro responsabilità ben precise”.

 

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