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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Dopo denuncia Verdi l’Italia dei Diritti ribadisce il suo no al nucleare

L’opinione del vicepresidente Roberto Soldà e del responsabile per l’Ambiente del movimento Alberto Maria Vedova sui costi economici e sociali di una scelta discussa

 

 

Roma, 10 dicembre 2009 -  “Assurdo imporre con la forza una cosa alla quale, vent’anni fa, si è detto di no con un referendum. Il Governo non può ignorare la volontà del popolo”. Questo l’amaro commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà in seguito alla denuncia dei Verdi sull’individuazione dei siti indicati per la costruzione delle nuove centrali nucleari in Italia. Nonostante la smentita dell’Enel circa l’indicazione precisa dei luoghi che ospiteranno le centrali stesse, il movimento presieduto da Antonello De Pierro coglie l’occasione per ribadire la sua ferma opposizione al nucleare. “Inammissibile – prosegue Soldà – che decisioni così importanti vengano prese senza coinvolgere gli enti locali e i comuni, in ogni caso una scelta infausta che ripropone sistemi obsoleti quando la tecnologia offre soluzioni più ecologiche e sicure. In più – chiosa polemico il vicepresidente del movimento – oltre il danno la beffa visto che sembrerebbe che per finanziare la costruzione delle centrali si caricherebbero in modo truffaldino le bollette dei cittadini. Se a pagare dobbiamo essere noi, sarebbe opportuno farlo con il nostro consenso e per energie pulite: saremmo tutti più contenti se i nostri soldi fossero ben spesi”. Alle parole del vicepresidente Soldà si associa il responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti Alberto Maria Vedova che aggiunge: “Proprio mentre a Copenhagen si sta discutendo sulle sorti climatiche del Pianeta, in Italia c'è ancora chi fa finta di non comprendere, o forse davvero non capisce. Il Governo continua a portare avanti l'ipotesi del nucleare senza prendere in considerazione le energie rinnovabili che hanno un enorme potenziale a livello energetico, dal punto di vista economico e per i numerosi posti di lavoro che andrebbero a creare. Il nucleare, oltre ad essere pericoloso per l'ambiente e per la salute, comporta costi aggiuntivi perché saremo noi a pagare i contribuiti per la loro inutile e lunghissima costruzione. L'Italia dei Diritti – conclude Vedova - invita tutti gli Italiani a scendere in piazza e a dire no al nucleare e sì alle energie rinnovabili”.

 

Alta velocità rallenta i treni Roma - Tivoli, la reazione di Fantauzzi

Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti:”Le esigenze dei pendolari vanno rispettate”

 

“Questa è l’ennesima storia all’italiana”. Il commento di Brunetto Fantauzzi, responsabile per la provincia di Roma dell’Italia dei Diritti, si riferisce alla notizia che con l’apertura dell’alta velocità sulla tratta ferroviaria Roma – Milano, i convogli regionali laziali subiranno un ritardo medio di circa 5 minuti. A farne le spese quindi i pendolari della provincia romana che protestano contro la Regione e le Fs. Infatti lo Stato avrebbe stanziato i fondi necessari per potenziare le linee locali, ma invece gli enti non avrebbero fatto nulla. “Le amministrazioni si occupano spesso di dare una buona immagine attraverso opere faraoniche - ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -  dimenticando però gli effetti collaterali che vanno a discapito delle utenze minori spesso più bisognose. Proponiamo quindi la riorganizzazione delle strutture e auspichiamo una comunicazione più efficace tra pubblico e privato per la risoluzione del problema. E’ fondamentale - conclude Fantauzzi – tenere conto di un piano regolatore in grado di garantire le esigenze lavorative di chi ogni giorno usufruisce del trasporto nazionale già sotto gli standard internazionali”.

Crack sanità in Abruzzo, l’opinione della Del Fallo

La viceresponsabile regionale  dell’Italia dei Diritti: “Cause da ricercare nello scandalo Sanitopoli”

 

 

 

L’Aquila - “Già la vicenda Sanitopoli, ben prima del terremoto, aveva messo in grave crisi il sistema sanitario regionale. La chiusura della clinica Villa Pini, la più prestigiosa d’Abruzzo, ha contribuito in maniera determinante al declino delle strutture ospedaliere locali. I cittadini delle altre regioni hanno preferito recarsi altrove per le loro cure mediche. Auspichiamo quindi, che le risorse messe a disposizione dal governo per la ricostruzione della Regione siano in gran parte destinate al risolleva mento della sanità abruzzese”. Queste le dichiarazioni rilasciate da Barbara Del Fallo, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, in merito al buco di 60 milioni delle Asl locali. Le strutture sanitarie devono affrontare i costi di tutti quei cittadini residenti, che a seguito dell’emergenza post terremoto si sono recati in ospedali di altre regioni. Inoltre, dal prossimo anno la Regione dovrà ottemperare al piano di rientro, versando nelle casse dello Stato 150 milioni l’anno.

 

Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, punta l’indice nei confronti della politica del governo: “Lo Stato con una mano dà e con l’altra toglie – sentenzia l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - Questa vicenda è una doppia beffa per la regione Abruzzo. È impensabile che sulla Regione gravino i costi dei residenti che vanno a curarsi nelle regioni limitrofe. Ed è ancora più sconcertante che l’Abruzzo, già duramente martoriato, dovrà far fronte al piano di rientro imposto dal governo. Chiedo che il debito sia immediatamente azzerato”.

 

 

Motocross nel cimitero a Napoli, Soldà indignato

Il vice presidente dell’Italia dei Diritti: “Controlli inesistenti che offendono la dignità dei cittadini”

 

Napoli – “Non c’è più rispetto né per i morti né per la dignità delle persone che si recano al cimitero”. Queste le parole rabbiose di Roberto Soldà, vice presidente del movimento Italia dei Diritti, riguardo all’ennesimo grave episodio avvenuto nell'area cimiteriale di Poggioreale a Napoli dove un ragazzo rom di 17 ani scorrazzava a bordo di una mini moto tra le tombe. È stato il personale del Nucleo Polizia Cimiteri della Polizia Municipale a individuare il colpevole, il quale non era in possesso né di documento che lo abilitasse alla guida né di quelli inerenti il veicolo. I vigili hanno provveduto a multare il ragazzo e a sequestrare il mezzo. I cimiteri di Napoli sono da tempo luogo di ritrovo di molte comunità rom. Mamme e bambini affollano le strutture ospitanti le tombe chiedendo insistentemente la carità alle persone che si recano a trovare o a seppellire i propri cari. “In una struttura come quella cimiteriale – ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro,  è inconcepibile che i controlli non esistano. Mi viene da pensare all’episodio dello stadio San Siro, quando alcuni ultras scaraventarono un motorino dagli spalti. Come è possibile che vicende come questi si possano verificare in luoghi dove la sicurezza dovrebbe essere all’ordine del giorno? –chiede amareggiato Soldà -. Un cimitero dovrebbe essere un luogo di sacro rispetto non una pista per centauri impazziti. Auspichiamo che chi di dovere prenda subito dei provvedimenti in merito affinché i cittadini possano godere di un servizio di controllo costante e efficiente”.

Circuito clandestino sul lungomare di Ostia, De Pierro insorge

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Tragedia sfiorata, chiediamo pene più severe”


Roma – Sono tre le Golf viste sfrecciare a tutta velocità sabato sera sul lungomare Amerigo Vespucci di Ostia. Le auto hanno seminato il panico passando con il rosso e facendo zig zag tra le altre vetture, prima di immettersi nella rotonda, affrontata come fosse una variante di un circuito automobilistico. La segnalazione di un cittadino ha spinto i carabinieri a recarsi sul posto e a fermare, dopo un breve inseguimento, una delle tre auto coinvolte nella folle corsa. Al volante un trentatreenne romeno con un tasso alcolemico triplo rispetto a quello consentito dalla legge.

 

“Mi congratulo con i carabinieri e li ringrazio per essere intervenuti tempestivamente e con un alto senso del dovere evitando così una probabile ennesima tragedia della strada”, ha commentato Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, da sempre vicino alle problematiche del territorio del litorale capitolino. “L’intervento dei militari – aggiunge – assume, tra l’altro, un valore ancora più importante, tenuto conto che il territorio di Ostia purtroppo è puntellato da omissioni e illeciti istituzionali. Se i tre che non esiterei a definire delinquenti avessero investito e ucciso qualcuno saremmo stati lì a commentare con rabbia l’episodio per poi consegnarlo come sempre all’oblio delle cronache ingiallite”.

 

Il presidente dell’Italia dei Diritti intende prendere spunto da quanto accaduto per ribadire con efficacia quanto da sempre sostenuto dal movimento nazionale in tema di sicurezza stradale e guida in stato d’ebbrezza: “Alla luce di questi episodi – affonda De Pierro – emerge con chiarezza quanto sia di primaria importanza l’approvazione di una normativa altamente severa per chi guida in condizioni psicofisiche alterate da alcol o droga, in particolar modo in presenza di un tasso alcolemico che raggiunge parametri elevati di pericolosità. Pene più severe per noi significano arresto immediato in flagranza e revoca definitiva della patente. Comprendo che il nostro governo sia molto impegnato nell’elaborare disegni di legge mirati  a risolvere i guai giudiziari di Silvio Berlusconi – conclude ironicamente il presidente dell’Italia dei Diritti –,  ma i troppi morti che hanno versato il proprio sangue sulle strade italiane impongono che si intervenga senza più indugi con provvedimenti decisi e incisivi”.

Da ragazzi disagiati ortaggi per grande distribuzione a Bari, la Lusi soddisfatta

La vice responsabile per la Puglia dell’Italia dei Diritti: “L’iniziativa è un buon esempio di cooperazione tra istituzioni e enti”

Bari – “Questo progetto è un esempio di come istituzioni pubbliche e enti che si occupano soprattutto di volontariato possono lavorare insieme e produrre buonissimi risultati”. È positivo il commento di Patrizia Lusi, vice responsabile per la Puglia del movimento Italia dei Diritti, riguardo al Progetto Bioorto, un laboratorio di coltivazione di ortaggi biologici finalizzato alla riabilitazione e al reinserimento socio-lavorativo di soggetti portatori di disturbo mentale e grave disagio psico-sociale.
L’iniziativa, avviata a Mola dalla cooperativa sociale “Nuovi Sentieri” in un terreno di proprietà della Asl Bari in contrada Spinazzo con l’ausilio del Csm (Centro di salute mentale), ha riscosso un notevole successo. I prodotti coltivati dai ragazzi portatori di disagio psichico verranno infatti commercializzati dalla catena di supermercati e ipermercati “Coop” presenti nella provincia di Bari.
L’attività ha interessato 10 utenti, seguiti ciascuno da un operatore con competenze socio-educative e funzione di tutor. “L’intervento della Coop e, quindi, della grande distribuzione in esperimenti come questi, affranca l’idea che la grande distribuzione danneggi le piccole comunità territoriali – ha spiegato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, la quale ha precisato - In questi progetti convergono più obiettivi, dal recupero di soggetti svantaggiati all’inserimento di prodotti biologici e locali nella grande distribuzione, fino al coinvolgimento in positivo delle istituzioni. In questo modo non si parla più obbligatoriamente di globalizzazione, ma di localizzazione, vale a dire utilizzo delle vocazioni territoriali all’interno di un progetto che può dare anche dei risultati interessanti dal punto di vista economico”.

Italia dei Diritti presente al No B. Day, per Soldà un successo

Il vicepresidente del movimento nazionale: “Le cifre della questura sono notevolmente sottodimensionate”

Roma – Si è svolta sabato a Roma la manifestazione organizzata autonomamente dal popolo di Internet per affermare il dissenso nei confronti del governo e del suo presidente Silvio Berlusconi. Al “No B. Day” hanno partecipato, secondo gli organizzatori, oltre un milione di persone, mentre dalla questura fanno sapere che i partecipanti non erano più di novantamila.

 

A fare chiarezza a tal riguardo è intervenuto Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, che sabato ha rappresentato il movimento nazionale presieduto da Antonello De Pierro a causa dei problemi di salute che hanno impedito a quest’ultimo di partecipare all’evento: “Eravamo in tantissimi, le cifre della questura sono notevolmente sottodimensionate”, ha dichiarato Soldà. “Insieme con il popolo della rete abbiamo partecipato in massa a quella che è stata una manifestazione ottimamente riuscita”, aggiunge il vicepresidente dell’Italia dei Diritti, che conclude con una punta di sarcasmo: “Si è dato un segnale forte a questo governo e condivido il suggerimento dato al suo presidente di andare prima possibile a Panama”.

Natale senza luci a Genova, l’opinione di Ferraioli

Il responsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Scelta discrezionale”

 

 

Genova, 7 dicembre 2009 - “I commercianti stranieri che possiedono esercizi commerciali in via Cornigliano, indipendentemente dal proprio credo religioso devono comprendere che il Natale così come noi oggi lo intendiamo non ha niente a che vedere con la questione religiosa, si tratta piuttosto di una festa del consumismo. Di conseguenza montare luminarie e addobbi natalizi sulle botteghe di sicuro può giovare agli affari dei negozianti chiamati in causa”. Queste le parole con cui Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, smorza le polemiche suscitate dalla scelta di alcuni esercenti extracomunitari della famosa via genovese di non installare alcun tipo di addobbo natalizio, facendo perdere a via Cornigliano quel fascino che aveva acquisito negli anni passati.

 

“Occorre comunque comprendere che viviamo in un forte periodo di crisi – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – quindi, la scelta se porre o no addobbi natalizi e luminarie sui propri esercizi commerciali è assolutamente personale. Non tutti possono permettersi di affrontare tali spese”.

Arrestati 56 falsi invalidi a Napoli, lo sdegno di D’Auria

Il responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti: “Spero che l’attenzione di cui non devono godere questi truffatori venga prestata a chi ha realmente bisogno”


Napoli – Sono 56 le persone arrestate la scorsa notte a Napoli dai carabinieri per la riscossione illegittima e reiterata di pensioni di invalidità. Gli arrestati, per la maggior parte di sesso femminile, dovranno rispondere a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danno dello Stato, contraffazione di pubblici sigilli e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici. Gli inquirenti, al termine di un’indagine avviata tre anni fa, avevano notato un’altissima percentuale di invalidi a Pallonetto di Santa Lucia, alcuni dei quali, dichiaratisi non vedenti, guidavano tranquillamente le auto o leggevano il giornale mentre erano in fila all'ufficio postale.

 

“Fa piacere che i carabinieri abbiano concluso quest’indagine arrestando i colpevoli di quelle che sono vere e proprie truffe”, ha dichiarato Antonio D’Auria, responsabile regionale dell’Italia dei Diritti. “Spero che questi arresti – continua – facilitino l’evolversi della situazione nei confronti di chi ha relmente bisogno e che quotidianamente deve battersi contro una burocrazia che non finisce mai per vedere riconosciuti i propri diritti. Spero che l’attenzione di cui non devono godere questi truffatori venga data a chi ne ha effettivamente bisogno – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – e ringrazio pubblicamente i carabinieri per il lavoro svolto”.

Emergenza case popolari a La Spezia, parla Ferraioli

Il responsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Conseguenza della scarsa attenzione del governo allo sviluppo di un’edilizia popolare efficiente”

 

 

 

La Spezia - “La carenza dell’edilizia popolare nella provincia di La Spezia è palese, e noi dell’Italia dei Diritti ci siamo sempre compattati per far fronte a tale problematica. Purtroppo esiste un problema di fondo, derivato da alcune mancanze legislative in materia, che pongono limiti nei controlli nei confronti di chi perde i requisiti a vivere in una casa popolare, allungando notevolmente i tempi per la successiva riallocazione dell’abitazione a chi ne ha realmente bisogno”. Così Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, ha commentato il problema della carenza di alloggi che interessa migliaia di famiglie spezzine. Ad oggi sono state presentate 1.600 domande per case popolari di risulta, a fronte di una disponibilità pari ad 80 unità abitative. Preoccupanti anche i dati che riguardono gli sfratti per morosità nello stesso comune ligure, saliti al 90%.

 

“La difficoltà a reperire un alloggio va a creare una situazione paradossale di razzismo, che mette contro le fasce più deboli della popolazione – fa notare l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – occorrono più controlli e l’adozione di una graduatoria per l’assegnazione delle case che tenga conto del reddito del gruppo familiare, da quante persone sia composto e se comprende persone disabili”.

Senza conto in banca non gli cambiano gli assegni, Marinelli commenta

La vicenda ha avuto luogo in una banca di San Giovanni Valdarno. Il responsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti: “Questo episodio dimostra la pressante esigenza di una riforma legislativa”

 

Roma – “È necessario che le prepotenze delle banche vengano finalmente codificate, così tanti poveri illusi smetteranno di pensare che l’unica moneta avente il valore legale in Italia e nel mondo sia quella dello Stato”. Ha commentato così Vittorio Marinelli, responsabile per la Tutela dei Consumatori del movimento Italia dei Diritti, la vicenda che avrebbe per  protagonista un abitante di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo. Alessandro Caini, questo il suo nome, si sarebbe infatti visto rifiutare il cambio di un assegno dalla Banca del Valdarno Credito Cooperativo perché non correntista. In una segnalazione al nostro movimento Caini ha spiegato come da anni ormai il suo principale gli paghi lo stipendio tramite assegno della suddetta banca dove quest’ultimo avrebbe il conto. Da sempre si reca in quella stessa filiale per riscuotere l'assegno e ogni volta dichiara di esserne uscito con i con i contanti. Da 6 mesi la banca avrebbe introdotto una commissione di cambio assegno di 3,00 euro (poi passata a 5,00 euro) per chi non sarebbe titolare di un conto. Pochi giorni fa Caini, a suo dire, sarebbe stato mandato via dallo sportello perché non correntista e, dopo aver parlato con il vicedirettore di filiale, sarebbe stato semplicemente liquidato con la spiegazione che ogni banca può mettere delle sue regole e che con quello che spendeva di commissione poteva aprire un conto. Di fronte alla richiesta di una dichiarazione scritta e firmata su questa nuova disposizione, il vice direttore si è rifiutato. “Le banche fanno ormai il buono e il cattivo tempo- ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. Norme quali quelle contenute nella legge sugli assegni per le quali sarebbe sufficiente l’esibizione del titolo per ottenere il pagamento in dobloni sonanti fanno ridere addirittura i polli, diventati ormai colleghi dei tanti italiani bombardati di continuo da messaggi pubblicitari irreali e demenziali che non si accorgono come al potere dello Stato si è sostituito quello dei banchieri. Forse occorrerebbe una causa pilota se non addirittura una class action nelle quali i prenditori di assegni dovrebbero rifiutare questi ultimi come mezzo di pagamento avendo efficacia liberatoria nei confronti del traente. Probabilmente però interverrebbe la giustizia a dare soddisfazione ai nuovi impuniti padroni”.

 

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