Il viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “I magistrati dovrebbero valutare molto severamente la posizione degli imputati poiché è doveroso parlare di strage”
Roma, 11 dicembre 2009 - “Questo è un caso che deve fare scuola nella giurisprudenza europea, poiché vede coinvolta un’azienda che merita di essere condannata per responsabilità oggettiva, in quanto i danni da essa procurati travalicano i confini della sicurezza sul lavoro, avendo colpito la salute non solo dei dipendenti ma anche dei loro familiari e dell’intera cittadinanza”. Così Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, commenta la prima udienza del maxi processo Eternit a Torino, che vede sul banco degli imputati due dirigenti della multinazionale svizzera produttrice di amianto, accusati di “disastro doloso e omissione volontaria di cautele contro le patologie professionali” negli stabilimenti piemontesi, emiliani e campani. Quasi 3 mila le parti lese per le morti legate alla lavorazione dell'amianto, poiché le polveri-killer uccisero non solo gli operai, ma anche chi abitava nei pressi delle fabbriche. Oltre 2 mila le richieste di costituzione di parte civile che chiamano in causa anche il governo e l'Unione europea, colpevoli di scarsa vigilanza.
“I magistrati dovrebbero valutare molto severamente la posizione degli imputati – rileva con forza l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro – poiché è doveroso parlare di strage. Se lo si è fatto per le 33 vittime dell’incidente ferroviario di Viareggio, lo si dovrebbe fare anche per questo disastro costato la vita a migliaia di persone. I responsabili della Eternit sapevano bene dei rischi per la salute legati alla lavorazione di questo pericolosissimo materiale, eppure hanno taciuto per meri interessi economici, speculando con indifferenza sulla vita della gente”.
Quello di Torino potrebbe trasformarsi nel più grande processo europeo su un simile argomento, come testimoniano anche il numero esorbitante di persone presenti alla prima udienza, contando le parti offese, gli avvocati e i giornalisti italiani e stranieri. “Come rappresentante dell’Italia dei Diritti – incalza duro Celardo – chiedo alla magistratura di emettere una condanna esemplare per i responsabili, che sia da monito per tanti altri casi italiani di disastro umano e ambientale come le centrali nucleari dismesse o il petrolchimico di Marghera, affinché non si ripetano mai più situazioni del genere. Pretendo che questo processo sia da esempio per la politica internazionale e che non dia l’immagine della solita Italia ‘cenerentola’ della giustizia e dei diritti civili”.