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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Allarme elettromagnetismo a Ostia per rimozione centraline, la Rossi indignata

La viceresponsabile per il XIII municipio di Roma dell’Italia dei Diritti: “Persiste un immotivato quanto deplorevole silenzio nonostante le promesse di ripristino”

 

Roma – Da diversi mesi ormai il territorio di Ostia è privo delle centraline per la verifica strumentale dei livelli delle onde elettromagnetiche emesse dalle antenne per la diffusione del segnale di telefonia mobile.

I residenti, in disaccordo con i rappresentanti politici locali e per nulla convinti della buona fede dei proprietari dei ripetitori nell’autoregolamentarsi, non hanno mai cessato di manifestare la loro indignazione nei confronti del sindaco Gianni Alemanno e del presidente del XIII Municipio Giacomo Vizzani, rei di ignorare la tutela dell’integrità fisica dei loro elettori.

Sensibile agli interessi della popolazione e indignata dall’andazzo della solita politica, Carmen Rossi, viceresponsabile dell’Italia dei Diritti per il XIII municipio di Roma, commenta: “Le istituzioni devono svolgere i loro doverosi controlli, restituendo il "maltolto" cioè il diritto alla salute, alla sicurezza e alla tranquillità. Il fatto che le antenne siano solo 9 non può tranquillizzare. La rimozione delle centraline rende certamente inevitabili comportamenti non ligi alle norme di legge e autorizza a pensar male, visto che nulla vieta d'immaginare che sia possibile compensare l'esiguità del numero degli impianti con una regolazione più elevata delle onde pericolose. Gli abitanti del quartiere – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -  sono chiaramente scandalizzati per il mancato rispetto degli accordi presi con il primo cittadino, il quale aveva assicurato il suo personale impegno per la riattivazione degli strumenti di vigilanza. Il tempo è trascorso nell'attesa che quelle promesse si concretizzassero. A tutt'oggi – conclude la Rossi - persiste un immotivato quanto deplorevole silenzio.”

 

Ancora furti all’Oasi di Castel di Guido, Calgani condanna

Il responsabile per Roma dell’Italia dei Diritti: ”Abbandonare queste iniziative genera un disagio sociale”

 

 

 

Roma – La notte del 15 gennaio scorso l’Oasi Lipu di Castel di Guido ha subito il furto delle assi di legno necessarie per la costruzione del locale “Accoglienza”. Quello di 3 giorni fa è purtroppo l’ennesimo atto doloso ai danni della struttura diretta dalla dottoressa Alessia De Lorenzis. Dell’accaduto si è interessato Franco Leggeri, responsabile dell’Italia dei Diritti per il XVIII Municipio attivando il responsabile romano Alessandro Calgani, che ha dichiarato: “Un atto del genere va condannato a prescindere. Quando il rappresentante di zona mi ha segnalato il grave fatto ho provato forte rabbia perché ha mietuto come vittime soggetti che si sacrificano per una giusta passione, portandola avanti con le solite difficoltà nel reperire i fondi necessari.

Dobbiamo stare attenti – ha aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - perché abbandonare queste iniziative genera un disagio sociale e formativo. Una voce di bilancio ampliata a favore di analoghe associazioni sarebbe più che opportuna e consentirebbe un valido supporto a scuole e organizzazioni ambientaliste nonché scientifiche”, ha concluso Calgani.

Problemi di bilancio in Campidoglio, per Soldà i cittadini devono sapere

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Sono necessari impegni seri e una certa autorevolezza politica per dare seguito ai propagandistici annunci”


Roma – “In linea con la strategia dei proclami messi in atto di continuo dall’amministrazione comunale, con tanto di manifesti per la città che inneggiavano ai 600 milioni per Roma Capitale, ora inviterei, per coerenza, ad informare altrettanto alacremente la cittadinanza che quei soldi al momento non ci sono più”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, prende posizione sull’impasse finanziaria del Comune di Roma, che ancora non ha presentato il bilancio 2010 e si è visto bocciare dalla Corte costituzionale il meccanismo previsto in Finanziaria grazie al quale, una volta venuto in possesso degli edifici in disuso del Ministero della Difesa, avrebbe potuto farli confluire in fondi immobiliari da valorizzare a suo piacimento. Senza questi finanziamenti, pari a circa 600 milioni di euro, il Campidoglio non può programmare investimenti per l’anno in corso.

 

“Ormai – insiste il numero due del movimento fondato da Antonello De Pierro – è abitudine per la giunta Alemanno comportarsi in questo modo. Ma sono necessari impegni seri e una certa autorevolezza politica per dare seguito ai propagandistici annunci che quotidianamente questa amministrazione ci propina”.

Stop del tribunale su cessione ramo aziendale da Eutelia ad Agile, Criseo con i lavoratori

Stop del tribunale su cessione ramo aziendale da Eutelia ad Agile, Criseo con i lavoratori

 

Il responsabile Lavoro e Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Sostegno a chi è in difficoltà e ai precari invisibili, nonostante questa vittoria sull’emergenza lavoro il paese attende ancora risposte”

 

 

“In questo paese, in cui ci si scontra sul colore dei calzini di un magistrato facendo finta che la crisi sia finita mentre ci sono lavoratori sui tetti a protestare, altri fanno lo sciopero della fame, sarebbe opportuno che la politica, quella con la P maiuscola, facesse la propria parte”. Queste le aspre dichiarazioni del responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti Giuseppe Criseo sulla vicenda dei lavoratori dell’ex Eutelia che hanno vinto una prima battaglia ottenendo dal tribunale la bocciatura della cessione del ramo aziendale IT alla società Agile. La Magistratura ha infatti giudicato antisindacale la condotta di Eutelia e ha stabilito la rimozione degli effetti di tale passaggio di proprietà. Nonostante la vittoria di questa prima lotta, madre di tante altre e simbolo della crisi, prosegue con toni duri l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Gli scontri sono su altro, mentre i lavoratori assistono alla chiusura dei loro posti di lavoro oppure sono in cassa integrazione. Ci sono poi casi in cui il tribunale ha dato ragione ai dipendenti, vedi  vicenda Eutelia, bocciando la cessione del ramo d'azienda. Ci vorrebbe un intervento legislativo serio in materia, non le leggi ‘ad personam’ per non andare in galera. Nel frattempo – conclude Criseo - incoraggiamo e sosteniamo coloro che sono veramente in difficoltà, senza stipendio e prospettiva, i precari che non hanno visibilità: è di questi che occorre parlare, il paese attende risposte”.

Carcere di Poggioreale, Italia dei Diritti chiede intervento istituzionale

Lo sdegno congiunto della viceresponsabile campana Licia Palmentieri e del responsabile per la Giustizia Giuliano Girlando: “E’ necessaria una maggiore tutela dei carcerati”


Col raggiungimento del poco invidiabile primato di 2.680 reclusi, la situazione del carcere di Poggioreale, il più vecchio del capoluogo campano, ha assunto ormai i tratti di un’emergenza. Condizioni fatiscenti, un sovraffollamento stimato nell’ordine di mille unità oltre la capienza massima prevista, celle ospitanti fino a nove detenuti ognuna, condizioni igieniche precarie e un numero di agenti penitenziari ormai fermo dal 2001. Uno scenario che ha spinto l’Italia dei Diritti, nelle persone della viceresponsabile campana Licia Palmentieri e del responsabile per la Giustizia Giuliano Girlando, a invocare a piena voce un intervento istituzionale: “Alfano ha appena ottenuto l’approvazione di un decreto speciale per la costruzione di nuove carceri – ha commentato la Palmentieri – ma per me è solo una ‘boutade’ elettorale che non avrà seguito, perché serviranno circa 15 anni per costruire nuove strutture, mentre si potrebbero attuare soluzioni più rapide, penso all’adattamento di edifici dismessi, che potrebbero senza dubbio accelerare i tempi. Garantire un’esistenza più umana ai detenuti è doveroso – incalza la viceresponsabile campana dell’Italia dei Diritti – perché il carcere deve essere sì punitivo, ma anche finalizzato a un recupero sociale dell’individuo. Si dovrebbe prestare più attenzione al tema, anche in conseguenza del caso Cucchi, che ha una certa correlazione con il quadro carcerario italiano. Ci auguriamo, pertanto – conclude –, che lo Stato prenda a cuore quelli che appaiono sempre come i soliti dimenticati”. La corrispondenza tra la morte di Stefano Cucchi e il tema del sovraffollamento delle carceri è stata ribadita anche da Giuliano Girlando, responsabile per la Giustizia del movimento nazionale: “La tutela dei carcerati – spiega – è un obiettivo primario che le istituzioni devono impegnarsi a raggiungere perché, come abbiamo visto nel caso Cucchi, c’è stata una violazione dei diritti del detenuto ed è evidente che è un aspetto che viaggia di pari passo col sovraffollamento. Oltre questo, il governo deve fare chiarezza sulla presenza di fondi per nuove strutture carcerarie, magari stanziandone una parte per incrementare il numero delle forze dell’ordine, polizia penitenziaria compresa. L’aspetto più importante, però – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, è la riapertura delle carceri già esistenti, come quelle di Pianosa e dell’Asinara, soprattutto per quei reati per i quali il 41 bis appare necessario”.

Italia dei Diritti contro la chiusura del tribunale di Lagonegro

Italia dei Diritti contro la chiusura del tribunale di Lagonegro

 

Guido Alagia, responsabile del movimento per la provincia di Potenza: “Non si deve eliminare la struttura giudiziaria ma fronteggiare la carenza d’organico responsabile del suo inadeguato funzionamento”

 

 

“Il problema della soppressione del tribunale di Lagonegro si ripropone ormai da una decina di anni e le motivazioni sono sempre le stesse: carenza di organico e risorse inadeguate che impediscono di ‘operare correttamente’ sul territorio”.  Queste le prime parole del responsabile per la provincia di Potenza dell’Italia dei Diritti Guido Alagia sulla possibile chiusura dei tre tribunali lucani di Melfi, Matera e Lagonegro, il più deficitario in quanto a magistrati. “Logica vorrebbe  - prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che ci si adoperasse per fornire il tribunale di mezzi e personale sufficienti a garantire un servizio adeguato ai cittadini della zona che vivono in un territorio periferico rispetto alla provincia, in un cuneo situato tra le regioni Campania e Calabria dove, peraltro, le comunicazioni non sono agevoli sia per la conformazione montuosa che per la carenza di collegamenti pubblici tra il capoluogo e i paesi di quest’area. Sarebbe perciò auspicabile – conclude Alagia -  un’ intesa tra la Magistratura e chi ha responsabilità politiche a livello nazionale e locale per eliminare non  il

tribunale ma l’anomalia del suo inadeguato funzionamento”.         

Disabile cade in una buca a Viterbo, Anselmi lancia l’allarme

Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Le condizioni del manto stradale della città sono disastrose, è ora che si prendano provvedimenti”


Sono l’incubo dei motociclisti ma stavolta è stato un disabile a farne le spese. All’Ellera, frazione di Viterbo, una buca ha causato la caduta di un cinquantottenne in carrozzina, il quale ha riportato diverse escoriazioni, alcune delle quali suturate con dei punti in ospedale. Il Comune, appena appresa la notizia, ha provveduto subito a colmare la buca, un gesto che al responsabile locale dell’Italia dei Diritti Gualdo Anselmi appare una misura quantomeno tardiva: “Le strade – ha commentato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – andrebbero messe in sicurezza per tempo, senza attendere episodi così drammatici. La situazione del manto stradale nella città di Viterbo è disastrosa, così come in altre cittadine della provincia. Bisogna prendere dei provvedimenti più efficaci – conclude Anselmi – dal momento che le strade non sono sicure per veicoli e pedoni, figuriamoci per le persone con handicap”.

Soldà contro la deriva dell’ospedale Pertini di Roma

Soldà contro la deriva dell’ospedale Pertini di Roma

 

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Inaudito che manchino strumenti base come le flebo e che i parenti supportino i turni del personale carente in organico, i cittadini devono disporre di servizi adeguati”

 

“Per quanto concerne la Sanità, nessuna buona nuova: oggi è l’ospedale Pertini, domani può essere un’altra struttura. A parte qualche centro d’eccellenza, in termini qualitativi si registra comunque una situazione di stallo generale”. Questo il duro e amaro commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà riguardo alla denuncia di alcuni parenti di pazienti ricoverati all’ospedale Pertini di Roma che segnalano la mancanza di strumenti essenziali quali termometri, flebo, apparecchiature indispensabili come quelle per la registrazione dei parametri vitali e tanti altri strumenti. In aggiunta a ciò, la carenza d’organico. Il personale presente si sacrifica ma è necessaria la collaborazione dei parenti per alleviare i disagi causati dall’insufficienza di infermieri e ausiliari. Prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Queste carenze strutturali sono divenute ormai croniche, è inaudito che i parenti debbano ritrovarsi ad eseguire il lavoro di coloro che sono addetti alla cura dei pazienti e alla somministrazione delle terapie e dei pasti. E’ necessario che i cittadini, soprattutto nei momenti più difficili della loro vita, dispongano di servizi appropriati. E’ anche un diritto degli operatori sanitari lavorare in condizioni umane  fornendo loro un organico sufficiente e la strumentazione adeguata. In tal modo si eviterebbero loro turni massacranti e si assicurerebbero migliori servizi per gli utenti. Mi auguro – conclude Soldà – che vengano presto fornite risposte concrete a tale denuncia perché non è certo questa la Sanità che desiderano i cittadini”. 

Pisa invia equipe di medici ad Haiti, il plauso della Attanasio

La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti accoglie con favore la partenza della squadra guidata dal professor Evangelista


In seguito al terremoto che ha causato oltre 100.000 vittime ad Haiti, si è messa in moto la macchina della solidarietà. Tra le città più attive Pisa, il cui gruppo di Chirurgia d’Urgenza diretto dal professor Giuseppe Evangelista è partito stamattina per prestare soccorso ai superstiti del sisma. Un equipe di venti tra chirurghi, anestesisti e infermieri cui Italia dei Diritti, nella persona della responsabile pisana Sara Attanasio, intende plaudere ufficialmente: “Il mio commento non può che essere positivo”, ha affermato la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro. “La Toscana – aggiunge – si è sempre dimostrata molto collaborativa di fronte a catastrofi del genere. Ora non resta che augurare buon lavoro e buona fortuna a tutta la squadra del professor Evangelista. Suppongo ne avranno bisogno”.

Tetto stranieri nelle scuole di Roma, la Martino critica la legge

La responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti: “Mi chiedo sinceramente dove finiranno questi alunni in esubero”


Roma – “I dirigenti scolastici si attengono ai provvedimenti del ministro Gelmini, ma la normativa rimane tuttora molto nebulosa. In diversi casi sul territorio è presente una sola sezione per il tempo prolungato dove più si concentrano gli studenti stranieri, perciò, applicando il limite del 30% per ogni classe, ne consegue che vengono a mancare i tempi scuola in proporzione alle richieste delle famiglie, con il risultato finale di escludere gli alunni in esubero. Mi chiedo sinceramente dove finiranno questi ragazzi”. È quanto dichiarato da una preoccupata Annalisa Martino, responsabile per la Scuola e l’Istruzione dell’Italia dei Diritti, a proposito delle prime misure, in osservanza del tetto del 30% di alunni stranieri nelle aule italiane, rese vigenti nella scuola romana “Carlo Pisacane” di Torpignattara, quartiere Prenestino, dove è stato deciso che saranno al massimo cinque per classe gli studenti immigrati. “Si tratta dell’ennesima legge discriminante – ha proseguito la Martino –, una misura raffazzonata e demagogica che non indica soluzioni, ma parla di una generica transizione fra plessi scolastici. Presto il problema si presenterà ovunque, soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano dove il fenomeno dell’immigrazione assume dimensioni maggiori”.

 

L’esponente del movimento extraparlamentare che fa capo ad Antonello De Pierro, facendo ipotesi sull’evolversi della situazione, ha poi aggiunto: “Alla fine il problema ricadrà sugli enti locali che dovranno tamponare le falle di questa legge e trovare le soluzioni più adeguate nei limiti dei loro poteri, considerato che i Comuni non possono nemmeno aumentare il numero delle classi”.

 

Scontro Giuliani-Mori sulla sicurezza a Roma, il commento di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Basta proclami, c’è bisogno di un coordinamento”


La Sala Sistema Roma, la cabina di regia atta a coordinare le sale operative degli enti attivi sul territorio comunale, è al centro di un’aspra querelle tra il capo dei vigili urbani Giuliani e il generale Mori, colui che per un anno e mezzo ha lavorato per gettare le basi del progetto. Il sindaco Alemanno starebbe infatti per emettere l’ordinanza che affida a Giuliani il centro operativo, con buona pace dell’ufficiale. Tra scontri diplomatici e ordinanze, della Sala Sistema Roma, la cui inaugurazione era stata annunciata per Natale, non c’è ancora traccia.

 

“Questo evidenzia quanto questa amministrazione tenda a rimanere impelagata nell’ortodossia amministrativa”, ha commentato Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti. “Del problema sicurezza si è già parlato fin troppo – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –; serve sicuramente un coordinamento ma basta con i proclami perché il tempo per capire e valutare la situazione è trascorso, ora bisogna solo agire in maniera rapida”.

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