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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Camorra e amministrative in Campania, il punto di Licia Palmentieri

La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “I cittadini non devono più sottostare a tutto questo”

 

Napoli – A poche ore dall’acquisizione delle liste per le prossime amministrative, già si riempiono i fascicoli della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, riguardante i futuri candidati. “Il problema è trasversale, come per Angelo Brancaccio, che in passato è stato candidato nelle liste dei Democratici di Sinistra”. Così Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, analizza il fenomeno ormai noto nel territorio.

 

I riflettori sono puntati sulla provincia di Caserta, che nella competizione elettorale è prima nella lista per il pericolo di infiltrazione mafiosa da parte del clan dei Casalesi, ma riguardano anche la candidatura del sindaco di Villa Literno, Comune reintegrato dal Tar di cui oggi il Consiglio di Stato discuterà il ricorso. “L’Italia dei Diritti auspica in una maggiore attenzione nella scelta dei candidati – continua la vice responsabile del movimento presieduto da Antonello De Pierro – i cittadini non devono sottostare più allo scambio di piaceri tra mafie e classe dirigente. Ci auguriamo, tra le altre cose, che il super potere di Nicola Cosentino, coordinatore regionale del Popolo delle Libertà, venga messo da parte. Cose del genere non devono più accadere. Non abbiamo ancora visto – conclude la Palmentieri – i risultati dei tanti proclami fatti a livello nazionale, sulla pulizia delle liste. La situazione è praticamente rimasta invariata”.

Compravendita di farmaci online, il parere di Caporale

Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Con la salute non si scherza, comprare un farmaco non è come acquistare un gioco”

 

Roma – La Guardia di Finanza insieme con l’Associazione spezzina titolari di farmacia, da domani daranno il via ad una campagna di sensibilizzazione, rivolta ai ragazzi delle scuole superiori, per dissuadere dall’acquisto di farmaci sul web. L’attenzione è rivolta a quella fetta di mercato legata alle pillole dimagranti e gli integratori che attirano sempre di più i giovani senza informarli delle possibili conseguenze.

A tal proposito il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, Manlio Caporale spiega: “Abbiamo in Italia normative che attraverso la rete si possono aggirare. Acquistando i prodotti in questo modo, però,  non possiamo sapere dove e come vengono fabbricati, e soprattutto, non sapremo mai cosa contengono veramente. L’educazione è quindi alla base - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – bisognerebbe fare un giro anche nelle palestre, visto che è lì che c’è la maggiore domanda. Un sito internet che vende farmaci, andrebbe oscurato alla stregua di quelli a stampo pedofilo. Non solo il farmaco, ma anche gli integratori hanno delle norme, e necessitano di un dossier per essere assunte. Ci sono infatti quattro classi che vanno dalla bevande ai medicinali, ognuna di queste dettagliatamente regolata. Ben venga questa campagna di sensibilizzazione – conclude Caporale – con la salute non si scherza”

Aumento dei 5 in condotta, il punto della Martino

La responsabile per la Scuola dell’Italia dei Diritti: “Gli insegnanti non sono in condizione di motivare i ragazzi”


Roma- “Il 5 in condotta è il frutto di un insuccesso annunciato”. Commenta così, Annalisa Martino, responsabile per la Scuola dell’Italia dei Diritti, il rapporto del ministero dell'Istruzione secondo cui nel primo quadrimestre le insufficienze in condotta degli studenti italiani sarebbero aumentate rispetto allo scorso anno. “Il 5 in condotta - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – è uno strumento nelle mani di insegnanti esasperati per l’assoluta mancanza di politiche scolastiche degne di un paese come l’Italia. Da parte del ministro Gelmini ascoltiamo sempre e soltanto parole demagogiche, ci parla di attenzione alla meritocrazia e poi non fa nulla in questo senso nel reclutamento degli insegnanti. Né tanto meno si pensa a migliorare le condizioni di vita nelle nostre classi, spesso sovraffollate. Siamo in una situazione talmente deficitaria che non è possibile infondere motivazione nei ragazzi. Tutto ciò da origine a situazioni border line e in questo contesto l’unica arma nelle mani degli insegnanti è il 5 in condotta. Di questo passo - conclude la Martino - la scuola italiana andrà sempre peggiorando”.

Occupazione teatro “Lido” di Ostia, il commento della Rossi

La viceresponsabile per il XIII municipio romano  dell’Italia dei Diritti: “Ancora una volta la giunta targata centrodestra si conferma refrattaria ad ogni investimento che faccia rima con cultura”

Roma – “È a dir poco scandalosa la latitanza delle istituzioni che in 2 anni hanno mostrato, con la loro inerzia, tutto il disinteresse per la cultura in generale e più in particolare per le sorti di un teatro che ha ospitato eventi e spettacoli di elevato e riconosciuto valore”. È sdegnato il commento di Carmen Rossi, viceresponsabile per il XIII municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, sulla vicenda che ha visto protagonista il teatro “Lido” di Ostia, occupato da residenti di zona e maestranze, a difesa del loro lavoro e di uno spazio utile alla circolazione delle idee e dell’arte.                     “I cittadini – ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - sono indignati. Nonostante i fondi stanziati da Regione e Provincia per la riapertura del presidio, tutto è fermo a causa di un ‘ostacolo’ umano, che risponde al nome di Oberdan Forlenza, direttore del teatro di Roma, che già da tempo si sarebbe dovuto attivare per la risoluzione di una questione nata con la chiusura di questa importante struttura pubblica, che ha accolto artisti del calibro di Moni Ovadia. Dobbiamo registrare lo stato di degrado all’interno dell’edificio, con abbondanti  perdite d’acqua dal soffitto, che sembra smentire le dichiarazioni del municipio che parlano di 300.000 euro investiti per la cura dello stabile. A questo punto sorge spontanea una domanda: è possibile che si sperperi del denaro pubblico in modo così disinvolto e che l’impegno di tante persone venga vanificato dal comportamento di una sola persona, che non si degna nemmeno di dare una risposta chiara ai quesiti che da tempo gli abbiamo sottoposto? Ci batteremo fino alla fine – conclude la Rossi -  per la riassunzione dei lavoratori e per la sistematica fruibilità di questo polo culturale periferico”.

 



Il leghista Zecca indagato per truffa allo stato, il commento di Guazzi

Il responsabile per la provincia di Pavia dell’Italia dei Diritti: “Il malcostume grava sulle tasche dei cittadini più di furti e scippi”


Milano- “Credo che ai pavesi dispiaccia e non poco di essere considerati portatori di malcostume e scandalo”. E’ il commento di Andrea Guazzi, responsabile dell’Italia dei Diritti per la provincia di Pavia, relativo all’indagine per truffa allo stato nei confronti del bergamasco Franco Zecca, ex vicepresidente dell’Aler di Bergamo in quota Lega Nord ed ora presidente a Pavia. Nel mirino dei Carabinieri sono finiti i rimborsi chiesti da Zecca per le spese relative ai suoi spostamenti. Il dubbio, sollevato anche da alcuni esposti inviati in Procura, riguarderebbe la possibilità che questi viaggi non venissero compiuti. “Nel contesto attuale - continua Guazzi - scandali del genere possono sembrare delle sciocchezze agli occhi di una parte di cittadini, in realtà gli sperperi di denaro pubblico gravano sulle tasche della popolazione molto di più degli scippi o dei fatti di criminalità comune. Sono convinto che i pavesi si aspettino la massima chiarezza possibile sulla vicenda. Come Italia dei Diritti - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – non auspichiamo la galera a priori per nessuno, ma se emergerà una cattiva gestione del denaro pubblico, vogliamo che i responsabili vadano a casa”.

De Pierro annuncia nuovi incatenamenti contro corruzione vigili a Roma

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Il silenzio assordante dell’amministrazione capitolina rispetto al problema da noi segnalato più volte nel corso degli anni mi spinge a riprendere con maggior determinazione la battaglia sulla proposta di rotazione intermunicipale”

 

Roma - “Non avendo ricevuto alcuna risposta dagli organi competenti, non possiamo più temporeggiare. È giunto il momento di porre maggiore attenzione rispetto a una problematica che incide negativamente sull’espletamento delle funzioni del pubblico impiego”. Con questa frase Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti,  ha annunciato una nuova serie di azioni di incatenamento per sensibilizzare sul problema della rotazione intermunicipale dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali romani. La protesta partirà venerdì 5 marzo, interessando diversi luoghi della città ad elevata valenza istituzionale e informativa, tra cui Montecitorio, Palazzo Madama, Palazzo Chigi, Palazzo di Giustizia, il Campidoglio, il Quirinale, il Tribunale di piazzale Clodio, gli studi Rai di via Teulada e Saxa Rubra, l’edificio della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo e le sedi romane dei quotidiani Il Tempo, La Repubblica e Il Messaggero.

Già mesi fa Antonello De Pierro si era incatenato davanti al Comando Generale della Polizia Municipale per protestare contro il silenzio del comandante Angelo Giuliani nei confronti dell’apertura di un tavolo di discussione. Successivamente a tale episodio è avvenuto un incontro con il suo vice Diego Porta, il quale aveva manifestato la disponibilità a valutare un’ipotesi di mobilità degli agenti a livello di quadranti territoriali, e con il capo della segreteria del sindaco Alemanno Marcello Marrocco. Di fronte al reiterato immobilismo dell’amministrazione capitolina, il movimento si è di nuovo fatto sentire con le stesse modalità eclatanti mercoledì 3 giugno scorso davanti agli uffici della Rai di viale Mazzini. Il tutto non ha però portato ad una seria presa in carico del problema, in barba al sostegno di una considerevole fetta di opinione pubblica che ha apposto 30.000 firme a sostegno della battaglia e si è iscritta a un gruppo specifico sul social network Facebook, che conta alla data di oggi quasi 4.000 membri. “Da quando esistiamo, siamo sempre stati in prima linea nella tutela dei diritti dei cittadini – ha continuato De Pierro - e di fronte ad accadimenti che potrebbero lederli e conculcarli, non possiamo assolutamente tacere. Qualora la nostra proposta non venisse presa in considerazione in tempi utili, riterremo, come già precedentemente ribadito, politicamente responsabili i componenti della giunta Alemanno per qualsiasi vicenda relativa a tentate o consumate concussioni e corruzioni che potrebbero vedere protagonisti alcuni dipendenti di questi comparti, molti dei quali, è giusto dirlo, ci appoggiano con convinzione. Non si può fare strame dell’articolo 97 della Costituzione, che parla di imparzialità e trasparenza della pubblica amministrazione. Ci batteremo a difesa dei principi fondamentali del nostro ordinamento, non escludendo il ricorso a forme più estreme di lotta non violenta”.

 

 

Sciopero degli immigrati, il commento di Zagbla

 

Il responsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti: “Agli stranieri vanno garantiti i diritti previsti dalla Carta Costituzionale ”


Roma-  “Non siamo di fronte ad uno sciopero qualsiasi, ma ad una grande manifestazione, indetta per richiamare l’attenzione sui dettami costituzionali”. E’ il primo commento di Emmanuel Zagbla, responsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei Diritti, relativo allo sciopero nazionale degli stranieri, proclamato per rendere visibili gli immigrati che vivono e lavorano in Italia e per lottare contro il razzismo. “Gli stranieri, come gli italiani - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - sono garantiti dalla Costituzione, che riconosce loro diritti e doveri. Ricordiamoci che queste persone non sono qui soltanto per lavorare, ma soprattutto per vivere in questo paese. Tra l’altro, non dobbiamo dimenticare che la stragrande maggioranza di essi, lavorando, contribuisce pesantemente a tenere in piedi il sistema pensionistico italiano. Per questi motivi - conclude Zagbla - ben vengano iniziative, come quella odierna, tese ad ottenere una maggiore apertura delle istituzioni verso i cinque milioni di immigrati che lavorano e vivono in Italia”.

Allarme criminalità nel Lagonegrese, il punto di Alagia

Il responsabile per la provincia di Potenza dell’Italia dei Diritti: “Nessuno può permettersi il lusso di dimenticare”

 

Roma- “Non si può sottovalutare il problema legato alla scarsità di presidi della Magistratura in una regione purtroppo identificata come crocevia tra Campania e Calabria per lo sviluppo della criminalità organizzata”. Queste le parole di Guido Alagia, responsabile per la provincia di Potenza dell’Italia dei Diritti, rilasciate a seguito dell’assemblea tenutasi nel comune di Rivello durante la quale è stata analizzata la situazione della malavita in Basilicata.

 

 

“Il numero esiguo di Tribunali nella regione rallenta inevitabilmente i tempi della giustizia – continua Alagia – penalizzando tutte quelle persone che vittime della malavita non hanno ancora ottenuto una giustizia degna di questo nome o aspettano che la stessa faccia il suo corso”.

 

 

“Bisogna continuamente tenere alta la guardia contro le associazioni mafiose radicate nel territorio – termina l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ed è per questo motivo che a Lagonegro in data 8 marzo si terrà una conferenza in memoria di tutte le persone vittime della criminalità perché nessuno può permettersi il lusso di dimenticare”.

De Pierro, anche io aggredito a bastonate come Fragalà

Il presidente dell’Italia dei Diritti esprime cordoglio e rivela un episodio simile di cui è stato vittima circa tre anni fa a Ostia


Roma – “Provo orrore di fronte all’efferato omicidio dell’avvocato Fragalà. Esprimendo vicinanza ai suoi familiari mi auguro che chi si è macchiato di un delitto così grave venga assicurato al più presto alla giustizia”. Così Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, manifesta il suo cordoglio e la sua vicinanza ai familiari di Enzo Fragalà, l’avvocato penalista e consigliere comunale del PdL a Palermo, morto venerdì scorso nell’ospedale del capoluogo siciliano in seguito alla vile aggressione di uno sconosciuto che lo aveva ripetutamente colpito con una mazza di legno.

 

“Purtroppo – sottolinea amaramente De Pierro – tale evento nefasto mi coinvolge anche a livello personale, in quanto mi riporta alla mente un episodio di cui sono stato vittima circa tre anni fa quando, dopo aver denunciato degli abusi edilizi con palesi coperture da parte di alcuni vigili urbani e dipendenti dell’ufficio tecnico del XIII municipio, sono stato aggredito, in località Infernetto, da un noto pregiudicato della malavita del litorale romano e dall’autore degli abusi denunciati, allo scopo di indurmi al silenzio”. In quel frangente il leader dell’Italia dei Diritti riportò fortunatamente lesioni guaribili in sei giorni, riuscendo a trarsi in salvo solo grazie al pronto intervento del fratello, esperto di arti marziali, che fu capace di bloccare la furia aggressiva a colpi di bastone del balordo, riportando a sua volta lesioni.

 

“Pur non essendo intenzionato a demordere nella mia lotta contro l’illegalità – prosegue De Pierro – da allora vivo nella paura, in particolar modo per il fatto che tutta la vicenda è costellata di particolari quantomeno strani e che danno adito a dubbi, a iniziare dal fatto che gli agenti di polizia intervenuti sul posto si sono rifiutati di sequestrare il bastone con cui eravamo stati colpiti”. Probabilmente senza l’intervento decisivo del familiare, le conseguenze per De Pierro sarebbero state molto più gravi, con risvolti tragici come quelli che hanno riguardato Fragalà. Rimane oscuro il fatto che, nonostante la presenza di un’arma, e quindi di un reato con procedibilità d’ufficio e in tribunale, i due aggressori sono attualmente solo imputati di lesioni lievi e rinviati a giudizio presso l’ufficio del Giudice di Pace Penale di Ostia. A ciò vano aggiunti anche altri casi di intimidazione subiti dal massimo esponente dell’Italia dei Diritti, compresi tentativi di investimento, danneggiamento dell’automobile e ulteriori atti vandalici.

Ddl anticorruzione, il punto di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Occasione persa a discapito della legalità”

 

Roma - “Sono favorevole solo in parte verso le decisioni adottate dal Governo per combattere la corruzione e salvaguardare la legalità nel nostro paese”. Queste le parole di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in merito alla stipula del disegno di legge anticorruzione messo a punto dal ministro della Giustizia Angelino Alfano.

 

 

“Degli 11 articoli di cui è composta la bozza approvo pienamente quelli relativi agli aumenti di pena ed alle misure di trasparenza che dovranno essere adottate dalle pubbliche amministrazioni nello svolgimento delle loro funzioni. Sono certo che questi controlli, se applicati in maniera serrata - continua Soldà -, motiveranno i numerosi lavoratori onesti e isoleranno, al contrario, coloro che fino ad oggi indisturbati hanno infranto la legge”.

 

 

“Di contro, non posso che condannare duramente il passo indietro fatto dall’esecutivo in tema di eleggibilità limitata dei candidati al Parlamento. Per questioni etiche e morali – termina l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, il disegno di legge chiamato anticorruzione, non può permettere la candidatura di chi abbia avuto una condanna definitiva, in qualsiasi tipo di elezione”.

Il Tg1 “assolve” Mills, De Pierro contro Minzolini

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Il diritto a essere informati è fondamentale per i cittadini e un giornalista genuflesso al potere politico non può sedere sugli scranni più alti dell’informazione pubblica”


Roma – A seguito delle polemiche sorte dopo le edizioni del Tg1 del 26 febbraio scorso, durante le quali è stato detto più volte che per David Mills, imputato nel processo Berlusconi-Mondadori, la Corte di cassazione ha sentenziato l’assoluzione, invece che la prescrizione di un reato compiuto e sanzionato, Antonello De Pierro è intervenuto a commentare l’episodio. “Abbiamo assistito per l’ennesima volta – afferma il presidente dell’Italia dei Diritti – a una mistificazione della notizia da parte del Tg1 diretto da Augusto Minzolini. Il sentimento che meglio esprime il mio stato d’animo attuale di fronte a una nuova mortificazione della libertà di stampa è quello del disgusto, perché non si può essere altro che disgustati davanti al sistematico impegno disinformativo da parte del telegiornale ammiraglio delle rete pubblica. È arrivato il momento di dire basta – insiste stizzito De Pierro –. Minzolini deve fare le valige e andare a casa, e mi auguro che anche l’Ordine dei giornalisti prenda dei provvedimenti in merito”.

 

Il presidente del movimento nazionale a tutela della legalità e della giustizia difende a spada tratta il bisogno che tutti i cittadini hanno di una corretta ed equilibrata informazione, specie se proveniente da un servizio pubblico: “Il diritto ad essere informati – dice – è fondamentale per i cittadini e un giornalista asservito e genuflesso al potere politico non deve assolutamente posare le sue terga sugli scranni più alti dell’informazione pubblica. Nel caso in cui, invece, non si fosse trattato di mistificazione, ma di ignoranza giuridica, poiché cosa ben diversa è una assoluzione da una prescrizione, allora verrebbe meno il presupposto di competenza professionale, e quindi anche in questo caso l’invito a preparare le valige è l’unico praticabile”.

 

Infine, De Pierro fa sapere che, se questo atteggiamento deprecabile del primo telegiornale nazionale e il palese assoggettamento agli ordini padronali da parte di Minzolini dovessero continuare, l’Italia dei Diritti indirà una manifestazione di protesta chiamata “No Tg1 day”.

 




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