Main menu

Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Corruzione vigili urbani a Roma, De Pierro si incatena davanti a “La Repubblica”

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Andremo avanti con gli altri incatenamenti annunciati in caso di persistenza del silenzio di Alemanno”

 

Roma, 5 Marzo 2010 – Come preannunciato nei giorni scorsi, è iniziata questa mattina davanti alla sede romana del quotidiano “La Repubblica”, la serie di incatenamenti di protesta da parte del presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro. Motivo dell’eclatante gesto del fondatore e leader del movimento, la campagna contro la corruzione di alcuni, tra membri del Corpo della Polizia Municipale e dipendenti degli uffici tecnici comunali del Comune  di Roma. Una problematica, sulla quale da tempo il movimento a difesa del cittadino interroga le istituzioni, chiedendo la rotazione intermunicipale dei vigili urbani e degli impiegati delle U.O.T. dei Municipi. Duro l’attacco di De Pierro alla giunta capitolina:” Occorre prestare più attenzione nei confronti di un problema che oltre a ledere i diritti dei cittadini, minaccia l’imparzialità e la trasparenza nell’espletamento delle funzioni della Pubblica Amministrazione, principi sanciti costituzionalmente dall’articolo 97”. Numerose le iniziative portate avanti dall’Italia dei Diritti di fronte al reiterato silenzio del sindaco Gianni Alemanno e alla mancata convocazione di un tavolo di discussione con le istituzioni. Trentamila le firme raccolte a sostegno della battaglia, mentre un apposito gruppo sul social network Facebook ha raggiunto circa quattromila iscrizioni. Ma il presidente De Pierro annuncia altri incatenamenti nelle prossime settimane, davanti a siti istituzionali e sedi di altri giornali e televisioni, non escludendo in caso di persistenza di silenzio e immobilismo da parte delle autorità competenti “il ricorso a forme più radicali di lotta non violenta, per sradicare questo malcostume”.  

 

 

Ufficio Stampa Italia dei Diritti

Addetti Stampa

Andrea Caruso – Daniele Cardarelli

Capo Ufficio Stampa

Fabio Bucciarelli

Via Virginia Agnelli, 89 – 00151 Roma

tel. 06-97606564 - 347/7463784

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

sito web www.italymedia.it/italiadeidiritti

 

 

Coltivazione patata Ogm, ferma opposizione dell’Italia dei Diritti

Vittorio Marinelli, responsabile per la Tutela dei Consumatori del movimento: “La rintracciabilità? Una presa in giro: se tali alimenti vengono usati come cibo per animali le sostanze dannose entrano nella catena alimentare”

 

 

“Lo stratega degli Ogm ha più di 2.500 anni e davvero non li dimostra. E’ stato infatti Ulisse con il cavallo di Troia a buggerare i troiani in modo analogo a quanto oggi fanno le multinazionali hi-tech”. Questo il primo sarcastico commento del responsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli alla notizia dell’autorizzazione della Commissione europea alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora e il suo utilizzo per uso industriale e come mangime per animali. Tale patata conterrebbe un gene che dà resistenza agli antibiotici e quindi sarebbe pericoloso per la salute umana. Approvate anche le colture di nuove varietà di mais Ogm. Chiosa sdegnato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Stupisce, ma neanche tanto se magari si approfondiscono gli interessi economici sottesi, che proprio chi a parole declama ai quattro venti la sacralità della vita - il Vaticano – si schieri con chi scardina il delicato equilibrio in ultima analisi della vita stessa. Simultaneamente la stessa Chiesa è contro le cellule staminali che non servono per aumentare i profitti delle multinazionali ma a guarire i malati. Allo stesso tempo viene da pensare inoltre che a nulla è valsa la terribile lezione impartita proprio da ultimo dalla natura con le alluvioni in Francia e in Nord Europa. Alcuni scienziati avevano elaborato la teoria del cosiddetto battito delle ali di una farfalla che avrebbe avuto ripercussioni a duemila chilometri di distanza. Qui invece si avverte il ticchettio dei contatori di cassa delle multinazionali impegnate per l’ennesima volta a utilizzare i consumatori come cavie: amianto, inquinamento elettromagnetico, Ogm, farmaci pericolosi, mucca pazza, influenza aviaria sono tutte manifestazioni dell’applicazione immediata finalizzata al profitto delle cosiddette invenzioni senza rispettare il principio precauzionale che dovrebbe invece dettare legge”. Marinelli pone anche l’accento sulle difficoltà relative all’identificazione dei prodotti industriali animali e vegetali che adoperano derivati della patata Amflora o del mais Ogm e spiega: “La rintracciabilità inoltre è una presa in giro perché nel momento in cui il granturco e domani anche la  patata vengono utilizzati per l’alimentazione animale, le sostanze dannose alla salute entrano subito nella catena alimentare con impossibilità pratica d’etichettatura o similari. Allo stesso tempo – conclude Marinelli - c’è il concreto rischio della contaminazione ricordando come queste piante sono spesso dominanti rispetto a quelle selezionate in natura. E’ vero che i Maya avevano previsto l’apocalisse nel 2012 ma non sembra proprio il caso che Ulisse acceleri ancora di più detta data”.

Soppressi dodici treni a lunga percorrenza, il punto di Varanini

 

 

Il viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti: ”Servizio che prescinde dal riscontro finanziario”

 

 

 

Roma  – La soppressione di 12 treni a lunga percorrenza che sino al mese di febbraio hanno collegato Reggio Calabria al nord Italia ha scatenato la reazione dell’Unione Nazionale Consumatori, pronta ad avviare una class action contro la Ferrovie dello Stato S.p.a. per la violazione degli standard minimi qualitativi del servizio. “Mi pare opportuno questo proposito anche al fine di testare la valenza del nuovo strumento di tutela degli utenti”. Questo il commento di Emiliano Varanini, viceresponsabile per la Tutela dei Consumatori dell’Italia dei Diritti, che aggiunge: “Il trasporto ferroviario rappresenta un’offerta pubblica tutelata dalla Costituzione che prescinde dal riscontro dell’utile finanziario. In funzione di ciò andrebbe valutata la bontà del riassetto attraverso un’attenta lettura della carta dei servizi e – termina l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – un rigoroso ascolto dei bisogni dei cittadini, fondamentale logica gestionale per qualsiasi disposizione tecnica”.

 

Pronta legge contro lavoratori e articolo 18, l’attacco di Criseo

Il responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Duro colpo allo Statuto, normativa scavalcata se a decidere sui licenziamenti saranno gli arbitri e non più i giudici”

 

 

“L’arbitrato è una soluzione che potrebbe funzionare in un paese normale ma qui di regolare non c’è più nulla, le norme vengono applicate e cambiate ad uso e consumo del Principe. Il giudizio sarà secondo equità e non secondo le norme del codice civile, questo è il nocciolo del problema. La legge verrà bypassata dall’arbitro”. Queste le prime amare parole del responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti Giuseppe Criseo alla notizia dell’ormai prossima approvazione del disegno di legge 1167-B che, modificando l’articolo 412 del codice di procedura civile, consentirebbe la risoluzione delle controversie tra datore di lavoro e dipendente tramite un arbitro evitando così il ricorso al giudice del lavoro. L’arbitro deciderebbe secondo il suo principio di equità e non secondo la legislazione, inoltre si parla di aggiramento dell’articolo 18 poiché già nella stipula dell’atto di assunzione, in barba ai contratti collettivi, potrebbe essere stabilito con quale procedura risolvere le controversie future. Tuona sdegnato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Questo è un duro attacco ai lavoratori e alla Magistratura. Il Governo non si fida degli organi di giurisdizione e propone gli arbitri. Così però si va incontro alle aziende e non ai lavoratori. Le sentenze lasciano una traccia indelebile e possono essere impugnate dai dipendenti, la stessa cosa non può avvenire per le controversie risolte dai mediatori che così restano questioni isolate e private tra datore di lavoro e personale subordinato. In tal modo si va a svuotare di fatto il potere del lavoratore perché non interviene più la legge. Oltre che ai dipendenti – conclude Criseo -, questo rappresenta un duro attacco alla Magistratura che non può disporre dei suoi strumenti e operare in un campo di sua stretta competenza perché di fatto tale compito viene svolto da altri senza preparazione né dispositivi a tutela delle persone”.

 

In Italia lavoro più ereditario che meritocratico, l’analisi della Aroi

 

 

La responsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti: “Risultato di una mentalità vetusta da abbattere”

 

 

 

Roma - ”Purtroppo tutti gli italiani sono già al corrente che i figli dei notai, degli impiegati pubblici, degli operai diverranno sicuramente colleghi dei genitori, ovvero ingranaggi di un sistema tanto ciclico quanto vetusto”. Pamela Aroi, responsabile per le Politiche Sociali dell’Italia dei Diritti, commenta così il dato emerso dallo studio dell’Ocse di prossima pubblicazione “A Family Affair”, secondo il quale l’Italia è tra le nazioni industrializzate ove il ricambio sociale permane un’utopia, a fronte di un’inossidabile resistenza delle caste lavorative.

“Ci viene mostrato un quadro agghiacciante – aggiunge l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – nel quale agisce come motrice una mentalità pregna di furbizia e truffaldina strategia, fautrice di ulteriori disservizi tipicamente nostrani, che per questa fattispecie include l’aggravante di avvilire le aspirazioni, i sogni e i sacrosanti diritti di giustizia di tanti giovani.

E’ assolutamente da abbattere – conclude la Aroi – la filosofia secondo la quale alcuni concorsi siano vinti o persi in partenza e, soprattutto, la meritocrazia risulti essere  una invalida alternativa al patrimonio genetico delle classi dirigenti”.

 

 

 

 

Riapertura ufficio postale all’VIII Municipio di Roma, trionfo della Aprile

La responsabile locale dell’Italia dei Diritti: “Soddisfatta dell’esito della vicenda, Poste Italiane ha finalmente dato ascolto ai cittadini”

 

 

La battaglia caparbiamente sostenuta da Antonella Aprile, responsabile per l’VIII Municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, è stata vinta. Infatti dal primo marzo, in Piazza Erasmo Piaggio, è attiva la sede temporanea della filiale numero 120 dell’ufficio postale di Villaggio Breda fortemente voluta dai residenti, contrari al suo spostamento, a causa dei numerosi disagi che avrebbe provocato per le persone con più difficoltà di locomozione come ad esempio gli anziani. Sottolinea appagata l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Mettere le persone al primo posto vuol dire costruire un’azienda capace di sostenere i bisogni di tutti e questo Poste Italiane l’ha intuito. Esprimo soddisfazione per l’esito positivo dell’intera vicenda che ho sostenuto assieme ai cittadini, al Comitato di quartiere e ad alcune forze politiche del Municipio”. Ottima la sinergia e la collaborazione dei residenti visto che non occorrerà neanche trovare un’altra sede definitiva poiché l’ente Poste entro tre mesi ristrutturerà i vecchi uffici e ne amplierà i locali grazie alla disponibilità del gestore del bar confinante che trasferirà la propria attività poco lontana, sempre nella stessa piazza. Antonella Aprile, fiera dell’unità e della collaborazione dimostrata dai cittadini, lancia un ultimo sentito appello: “Proporrei di intitolare l’ufficio postale ristrutturato ad Annamaria Bombelli, sessant’ anni, che il 30 dicembre era anche lei in strada a protestare contro la chiusura nonostante un tumore l’avesse relegata su una sedia a rotelle. Il mese dopo Annamaria non c’era più. Sarebbe un bel modo per ricordare una battaglia legittima per la difesa dei diritti essenziali”.

 

A Pordenone perde il lavoro e si uccide, la costernazione di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’ennesimo suicidio dettato dalla disperazione che ci deve indurre a riflettere sull’indifferenza delle istituzioni”

Roma – “Questo tragico episodio ci deve far riflettere. Aumentano i lavoratori che dopo esser stati licenziati o aver perso casa, presi dalla disperazione compiono un gesto così estremo”. Questo è il  commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà alla notizia che ha coinvolto un uomo di 46 anni, padre di tre figlie e impiegato presso un mobilificio in provincia di Pordenone che, dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento, si è tolto la vita. “Il dramma ha indubbiamente le sue radici nella crisi economica – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ma sempre più spesso queste persone sono lasciate sole al loro destino e non ricevono il giusto ausilio dalle nostre istituzioni. Non possiamo permetterci di sottovalutare il problema – conclude Soldà – dobbiamo impegnarci seriamente per interrompere quanto prima questa ‘strage’ di innocenti”.

Accolto ricorso dell’Italia sul crocefisso in aula, il parere di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Bisogna dare a tutti la possibilità di esprimere la propria fede”

 

“Uno Stato laico come l’Italia deve permettere a tutti di professare ed esprimere liberamente la propria fede”. Questo il parere del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà in riferimento all’accoglimento, da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, del ricorso presentato dall’Italia contro la sentenza che giudicava contraria alla libertà di religione la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche. In attesa che la Grande Camera della Corte di Strasburgo stabilisca in maniera definitiva se tale simbolo religioso può restare nelle classi o deve essere rimosso, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro analizza i risvolti della vicenda. “La questione – evidenzia Soldà - mette a nudo l’incapacità della politica di raccogliere gli input dalla società civile e fornire poi delle risposte idonee. Non si tratta di voler togliere aprioristicamente il crocifisso ma di contemperare le necessità e le rivendicazioni derivanti dall’avere classi scolastiche con bambini di culture e religioni diverse. La politica – conclude Soldà – deve essere in grado di raccogliere la sfida dell’integrazione e fornire soluzioni adeguate”.

 

A Pordenone perde il lavoro e si uccide, la costernazione di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “L’ennesimo suicidio dettato dalla disperazione che ci deve indurre a riflettere sull’indifferenza delle istituzioni”

Roma – “Questo tragico episodio ci deve far riflettere. Aumentano i lavoratori che dopo esser stati licenziati o aver perso casa, presi dalla disperazione compiono un gesto così estremo”. Questo è il  commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà alla notizia che ha coinvolto un uomo di 46 anni, padre di tre figlie e impiegato presso un mobilificio in provincia di Pordenone che, dopo aver ricevuto la lettera di licenziamento, si è tolto la vita. “Il dramma ha indubbiamente le sue radici nella crisi economica – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ma sempre più spesso queste persone sono lasciate sole al loro destino e non ricevono il giusto ausilio dalle nostre istituzioni. Non possiamo permetterci di sottovalutare il problema – conclude Soldà – dobbiamo impegnarci seriamente per interrompere quanto prima questa ‘strage’ di innocenti”.

Sit - in contro il bavaglio ai talk show, duro attacco di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:“Un fatto gravissimo,l’ informazione è in lutto”

 

“La decisione del consiglio di amministrazione della Rai rappresenta un fatto gravissimo e mette il bavaglio a quei giornalisti non ancora del tutto asserviti al potere ”.Crudo e senza mezzi termini il commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà presente in via Teulada al sit - in di protesta contro il regolamento che cancella dai palinsesti della Rai i talk show di approfondimento politico per tutta la durata della campagna elettorale. Alla manifestazione davanti agli studi delle trasmissioni “Ballarò”  e “Porta a porta”, hanno partecipato, oltre all’Italia dei Diritti, il sindacato della Fnsi e quello dei giornalisti Rai, Usigrai, il Popolo Viola, l’Italia dei Valori, e alcuni esponenti dell’opposizione tra cui il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “La presenza alla manifestazione di tanti comuni cittadini, e non solo di membri della stampa, è il segno tangibile dell’assurdità della scelta della Rai che inibisce la partecipazione di questi alla vita politica a pochi giorni dalle elezioni. Un provvedimento che riporta indietro di anni e che forse – conclude Soldà – non trova un precedente nemmeno nei regimi autoritari dell’ex blocco comunista”.

 

 

 

 

 

Camorra e amministrative in Campania, il punto di Licia Palmentieri

La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “I cittadini non devono più sottostare a tutto questo”

 

Napoli – A poche ore dall’acquisizione delle liste per le prossime amministrative, già si riempiono i fascicoli della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, riguardante i futuri candidati. “Il problema è trasversale, come per Angelo Brancaccio, che in passato è stato candidato nelle liste dei Democratici di Sinistra”. Così Licia Palmentieri, viceresponsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, analizza il fenomeno ormai noto nel territorio.

 

I riflettori sono puntati sulla provincia di Caserta, che nella competizione elettorale è prima nella lista per il pericolo di infiltrazione mafiosa da parte del clan dei Casalesi, ma riguardano anche la candidatura del sindaco di Villa Literno, Comune reintegrato dal Tar di cui oggi il Consiglio di Stato discuterà il ricorso. “L’Italia dei Diritti auspica in una maggiore attenzione nella scelta dei candidati – continua la vice responsabile del movimento presieduto da Antonello De Pierro – i cittadini non devono sottostare più allo scambio di piaceri tra mafie e classe dirigente. Ci auguriamo, tra le altre cose, che il super potere di Nicola Cosentino, coordinatore regionale del Popolo delle Libertà, venga messo da parte. Cose del genere non devono più accadere. Non abbiamo ancora visto – conclude la Palmentieri – i risultati dei tanti proclami fatti a livello nazionale, sulla pulizia delle liste. La situazione è praticamente rimasta invariata”.

FacebookTwitter