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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Operazione anti-camorra nel casertano, il punto di D’Auria


Il responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti si congratula con le forze dell’ordine per il lavoro svolto

 

Napoli - “Un sincero plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura”. Così Antonio D’Auria, responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, commenta l’operazione di polizia che ha visto l’esecuzione di 30 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti esponenti del clan Farina – Martino, organizzazione criminale operante nel comune casertano di Maddaloni.

“Con immenso piacere apprendo che la lotta alla criminalità continua con vigore e intransigenza e nutro la comune speranza – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che si giunga a concreti risultati. Per una regione che estremamente necessita di regole universalmente rispettate e che ripetutamente diviene protagonista della cronaca più nera – conclude D’Auria – questa vittoria della legalità non può che essere vista come una rigenerante boccata d’ossigeno”.

 

A Genova alcol gratis ai minorenni, lo sdegno di Ferraioli

Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Al di là delle logiche promozionali, un locale non dovrebbe incentivare i clienti a bere”


Genova – Dopo aver verificato la somministrazione gratuita di cocktails alcolici a minorenni, i carabinieri della compagnia San Martino di Genova hanno denunciato il titolare e un barista del locale Albikokka, sito in zona Quarto, presso cui sabato scorso ha avuto luogo il “leggings party”, una serata a tema durante la quale le ragazze che si fossero presentate con i pantaloni aderenti tanto in voga avrebbero potuto usufruire di un omaggio alcolico. L’evento, pubblicizzato attraverso Facebook e per mezzo di volantini distribuiti davanti ai licei, ha visto la partecipazione di diverse adolescenti di età inferiore ai sedici anni, violando così la legge relativa alla somministrazione di alcol, nonché quella che vieta ai locali di ammettere minori di sedici anni in discoteca di notte.


“E’ evidente che la promozione commerciale di un evento o di un’attività non può non tener conto delle vigenti leggi in materia di distribuzione di bevande alcoliche”, ha commentato Maurizio Ferraioli, responsabile ligure dell’Italia dei Diritti. “Non trovo nulla di strano riguardo a serate che promuovono un determinato tipo di abbigliamento – continua – ma diverso è se queste incitano al consumo di alcol, a maggior ragione se si sa che tali eventi, adeguatamente pubblicizzati attraverso la rete, si indirizzano verso gli adolescenti, cui per legge ne è precluso il consumo. Chiediamo all’autorità giudiziaria – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che siano accertate le responsabilità del barista e del proprietario del locale, al quale ci sentiamo di suggerire di trovare promozioni differenti, che possibilmente evitino di incentivare il consumo di bevande alcoliche”.

Celori regala calendari col duce, Soldà indignato

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Il gesto del consigliere offende la dignità di tutti coloro che hanno patito la dittatura fascista”

 

 

Roma – “Gli anni passano, ma Celori sembra che sia rimasto nel passato. L’intera vicenda assume contorni ancora più inquietanti se pensiamo che ci troviamo nel bel mezzo di una campagna elettorale, e non vorrei che il candidato del Pdl alla regione Lazio con la sua trovata voglia procurarsi i voti di quella nicchia di persone che ancora ricordano il duce come un profeta per l’Italia”.

 

Con queste dichiarazioni Roberto Soldà,  commenta l’operato di Luigi Celori, consigliere regionale,  che durante i suoi comizi elettorali ha provveduto a distribuire ai partecipanti un calendario che riporta l’effige di Benito Mussolini.

Celore ha smentito il fatto, dichiarando che il calendario è stata una trovata dei suoi sostenitori per festeggiare il settantesimo compleanno della fondazione della città di Pomezia.

 

“Nel gesto – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – vedo gli estremi di reato per apologia del fascismo”.

A Genova redditi da provincia, la spiegazione della Muratore

La viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Sono stati persi tanti posti di lavoro senza una riconversione degli stessi”


Genova – Secondo i dati forniti dal Ministero delle Finanze circa il reddito pro capite medio dichiarato nei 119 capoluoghi di provincia italiani, al primo posto spicca Milano con oltre 30.000 euro medi di reddito, seguita da altre tre città lombarde: Bergamo, Monza e Pavia. Sorprende vedere Genova slittare in trentaseiesima posizione, con 21.277 euro di reddito medio dichiarato, dietro a capoluoghi di provincia come Treviso (settima), Siena (ottava), o Modena (quindicesima).

 

“Genova, secondo un recente sondaggio, ha perso moltissimo in questi anni anche in termini di qualità della vita”, ha commentato Patrizia Muratore, viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti, che spiega: “Sono stati persi tantissimi posti di lavoro, credo che anche la percentuale di disoccupazione in Liguria sia notevolmente più alta rispetto a quella di molte altre regioni. Genova era un polo industriale ma non ha saputo recuperare i posti perduti con una riconversione e questo è ovvio che abbassi il reddito. Sono stati persi 800 posti di lavoro nel campo dell’edilizia e su questo hanno battuto molto le associazioni costruttori quando è stato proposto il piano casa, che non deve dare risposte con la cementificazione ma con la riqualificazione delle periferie”.

 

La rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro non ha dubbi sugli interventi da attuare per ovviare a una situazione che si fa sempre più preoccupante: “Bisogna sicuramente muoversi da subito con quello che si ha – spiega la Muratore –; parlano tutti di infrastrutture, che sono certamente necessarie, ma assieme a esse dobbiamo assolutamente avviare un circolo virtuoso con le cose che abbiamo. Le responsabilità di questo immobilismo vanno divise tra tutti, ma credo che sia veramente giunto il momento di riavviare in sinergia la ruota, perché questa regione merita sicuramente di più”.

Mobility Bus a Genova, cauto ottimismo della Muratore

La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Iniziativa lodevole, ma chiedo maggiori impegni alla Amt”

 

 

Genova – “Sostengo che il progetto Mobility Bus offerto da Amt sia un’iniziativa più che apprezzabile, tuttavia tenendo conto dei tagli effettuati dal Comune, che hanno sottratto il servizio di scuola bus ai bambini disabili, due soli automezzi siano relativamente pochi. Per questo invito l’azienda di trasporti genovese ad effettuare ulteriori sforzi su questo fronte”.

 

Questa è la dichiarazione di Patrizia Muratore, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti,  rilasciata a margine della presentazione di Amt di due bus allestiti dei servizi necessari per ovviare alla mobilità dei cittadini diversamente abili della città di Genova.

Il servizio è a chiamata e si svolge su percorsi a richiesta, salvo iscrizione ad apposite liste gestite dall’Assessorato ai Servizi Sociali del comune ligure.

 

 

“Con questa offerta Amt colma una piccola lacuna, ma sono ancora molti i servizi che l’azienda di trasporti è chiamata a migliorare. Non è possibile che nella sesta città d’Italia per numero di abitanti, nelle ore di punta ci voglia un tempo di attesa medio di venticinque minuti prima di poter salire su un bus, è indecente – tuona l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –  Voglio far presente che ogni mattina circa 500 ragazzi sono costretti a percorrere a piedi il tratto di due kilometri compreso fra la stazione FS di Busalla e la scuola Primo Levi, proprio per il disservizio di Amt, che non provvede ad istituire una linea di bus per gli studenti che provengono dai paesi limitrofi e dalla stessa Genova. Auspico – conclude la Muratore – che Amt si sforzi per allestire finalmente un servizio decoroso per i suoi utenti”.

Soldà lancia allarme buche a Roma

Il vicepresidente  dell’Italia dei Diritti: “Non basta accertare i cattivi lavori stradali, bisogna punire chi li fa”

 

 

Roma – “I lavori di ripristino del manto stradale non devono essere pagati se non sono svolti bene”. Queste le prime parole di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, viste le innumerevoli voragini presenti lungo le strade romane.

Il problema in questione è affrontato dal sindaco della città, Gianni Alemanno, con due provvedimenti: il primo consiste nell’intervento dei tecnici comunali che devono prima verificare e poi sanzionare le violazioni delle ditte che eseguono lavori stradali. Il secondo provvedimento prevede che, in caso di buche, le società di pubblici servizi rifacciano l’intera carreggiata o la singola corsia di marcia, se le dimensioni della strada lo permettono.

“Già in passato non sarebbero dovuti mancare controlli sulle opere di Acea, Telecom, Italgas – continua il vicepresidente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ed inoltre oggi l’ispettore  comunale non dovrebbe remunerare chi rattoppa la strada piuttosto che rifarla, perché un lavoro fatto male produce solo danni ai cittadini che si spostano in auto o moto e al Comune che poi deve pagarli”.

Detenuto rom non può incassare risarcimento di 400 mila euro, Marinelli disgustato

Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Si ripresenta per l’ennesima volta il problema dello strapotere delle banche”

 

 

Roma – “È incredibile come le banche riescano ad imporre le proprie regole. Lo stato abdica al proprio ruolo, permettendo a queste entità di fare il loro comodo senza nessun correttivo. Allo stato attuale non esiste segmento della popolazione che non sia oggetto delle attenzioni degli esperti di marketing delle banche”.

 

È con queste parole che Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, tuona contro alcuni istituti di credito, rei di non aver accettato come proprio cliente un detenuto di origine rom.

Il soggetto in questione non può versare un bonifico di 400 mila euro, derivato da una causa intentata all’Ater, poiché non può aprire un conto corrente intestato a suo nome.

Banche importanti, come la stessa Unicredit che lo ha anche messo per iscritto, hanno definito l’uomo carcerato quale cliente indesiderato.

 

“Stante il famoso adagio di nota memoria (vedi Vespasiano) per il quale il denaro non puzza, mi stupisco del fatto che un signore con 400 mila euro non sia desiderato. Si ricorda che l’unico mezzo di pagamento avente valore legale nel Regno Pontificio, del quale anche la provincia di Viterbo fa parte, è la moneta sonante  – ironizza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – per cui sarebbe sufficiente pretendere il pagamento in tale moneta da depositare successivamente sul conto corrente intestato alla casa circondariale di Viterbo. Se fossimo un paese serio – conclude Marinelli – il problema sarebbe facilmente risolvibile, ma fra chiese varie, mafie e banche, non si capisce chi detta le regole. E mentre discutiamo, i detenuti continuano a perdere giorno dopo giorno la propria umanità”.

Vigili urbani nei seggi elettorali, il parere di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti chiede maggiori garanzie per il personale impiegato nelle prossime consultazioni elettorali

 

Roma - “Non si può continuare in questo modo, il problema va risolto, anche alla luce delle elezioni politiche del 2013”. Interviene così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in seguito alla denuncia di Alessandro Marchetti del Sulpm. Il segretario del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale, infatti, ha riferito che il sindaco Gianni Alemanno avrebbe precettato cinquecento agenti della polizia municipale per ricoprire i ruoli di presidenti, scrutatori e segretari di seggio alle prossime elezioni regionali. Compiti che, anche all’interno dello stesso comune, sempre meno persone intendono svolgere a causa della scarsa retribuzione, che per giunta arriva in tempi molto lunghi. “La rinuncia da parte di queste persone è comprensibile a fronte della grande responsabilità, competenza e precisione richieste che spesso non vengono ricompensate in modo adeguato, soprattutto nei seggi elettorali più grandi. Inoltre – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, il corpo dei vigili urbani troppo spesso viene utilizzato per far fronte ad evenienze di qualsiasi tipo”. Considerando che la decisione di Alemanno si scontrerebbe con la legge che impedisce anche alle forze dell’ordine di portare armi dentro i seggi, Soldà incalza: “Non si può agire in modo approssimativo, poiché così gli agenti non saprebbero dove lasciare le loro armi. In ogni caso – conclude Soldà – stiamo parlando di mansioni che richiedono molta professionalità, per questo le istituzioni dovrebbero impegnarsi al fine di garantire al personale presente nei seggi le migliori condizioni per assolvere i compiti richiesti”.

Scuola contaminata dall’amianto a Roma, l’appello della Dinnella

La viceresponsabile per il  II municipio di Roma dell’Italia dei Diritti: “Sono tre anni che il Comune promette interventi, ma intanto i bambini della Contardo Ferrini sono esposti a rischi di salute tutti i giorni”

 

 

Roma - “È assolutamente vergognoso, è dal 2006 che il comitato dei genitori sta portando avanti questa battaglia. La scuola Statale Primaria e dell’Infanzia, Contardo Ferrini, ha ottenuto la certificazione della presenza di amianto nei tre padiglioni di cui è composta, ma dopo mille promesse ad oggi non si vede nessun risultato concreto. Inoltre vorrei far presente che dal mese di novembre 2009, oltre mille bambini non possono giocare liberamente per i giardini della scuola per il pericolo della caduta delle pigne dai pini che ne circondano il perimetro. Cosa ci vuole ad effettuare una semplice operazione di potatura dei pini? Aspettiamo invano l’arrivo dei potatori della Multiservizi”.

 

È attraverso queste parole che Luigina Dinnella, viceresponsabile per il II municipio di Roma dell’Italia dei Diritti, lancia il suo appello affinché il caso della Contardo Ferrini venga affrontato in maniera decisiva.

Nel 2007 il Comune ha finanziato l'abbattimento immediato e la ricostruzione del primo padiglione che conteneva amianto ovunque, l'immediata sostituzione del tetto del secondo edificio ed il confinamento dell'amianto contenuto nelle pareti del terzo come misura temporanea. Il Comune  ha stanziato nel bilancio 2008 i fondi necessari alla demolizione e la successiva ricostruzione del terzo padiglione. Nel frattempo il municipio, ha deciso di abbattere e ricostruire il secondo fabbricato, ma il Comune ha cancellato dal bilancio 2009  proprio i fondi stanziati per il terzo.

Sono ora in corso i lavori sul secondo padiglione, mentre il terzo resta lì, in attesa di interventi definitivi. A tale scopo se ne sollecita la previsione a bilancio 2010.

Nel dicembre 2009 i genitori hanno ottenuto visione di una comunicazione dell’attuale responsabile del Rischio Amianto che dichiarava l'assenza di pericoli e rischi potenziali. Affermazioni che non hanno tranquillizzato il comitato.

I genitori sollecitano le autorità competenti a confermare i precedenti impegni materiali ed economici nel bilancio comunale 2010 per arrivare alla definitiva eliminazione dell’amianto dalla scuola.

 

“È imminente un incontro tra i rappresentanti del comitato genitori ed il responsabile per i Lavori Pubblici del Comune, dal quale spero escano impegni seri e decisi e non le solite promesse – fa notare l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – è incredibile come un problema semplice e banale nel nostro paese rischia di diventare una pratica insormontabile”.

Comune di Roma e privatizzazione Acea, Soldà con la Bonino

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Il Campidoglio non può decidere da solo. È necessario coinvolgere tutti gli organi competenti con la massima trasparenza”


Roma - “L’Acea è una società storica, da anni quotata in borsa. Ciò implica che, senza entrare nel merito del discorso sulla privatizzazione, il Comune assicuri la massima trasparenza nella vendita delle azioni, rispettando al tempo stesso le esigenze dei cittadini che usufruiscono dei servizi offerti”. A dirlo è Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, condividendo le recenti dichiarazioni di Emma Bonino in merito alla questione della privatizzazione dell’Acea da parte del Comune di Roma. La candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio ha infatti spiegato che il Campidoglio non può decidere autonomamente, poiché esiste un problema di competenze che, per quanto riguarda l’acqua e i rifiuti, coinvolge rispettivamente la Provincia e la Regione. Inoltre, la Bonino ha avanzato l’idea di creare una “authority” volta a garantire un servizio di monitoraggio per la gestione economica dell’azienda capitolina.

 

Quanto alla vicenda delle competenze istituzionali in materia, il numero due del movimento che ha in Antonello De Pierro il suo leader sottolinea: “La situazione dell’Acea richiede necessariamente un discorso di coerenza, in modo tale da coinvolgere tutti gli organi competenti nella maniera più cristallina possibile, specie se dietro questi giochi finanziari a ‘scatole cinesi’ ci sono comunque i soldi dei pubblici contribuenti”.

Docenti a mezzo servizio all’università di Genova, la Muratore scandalizzata

La viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Vicenda vergognosa che denota un malcostume nazionale oramai radicato. Che ci siano controlli più seri”

 

 

Genova – “Rimango esterrefatta dinnanzi a notizie del genere, stiamo assistendo sempre più al fenomeno di impoverimento della cultura del servizio. Abbiamo imparato a monetizzare qualsiasi cosa e alla fine siamo arrivati a farlo anche con le coscienze”.

Con queste parole, Patrizia Muratore, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti, esprime il proprio rammarico sulla questione dei professori assenteisti o part-time all’Università degli Studi di Genova.

L’ultimo caso emerso riguarda un docente della facoltà di ingegneria, che pur percependo uno stipendio annuo lordo di 97 mila euro, presta un servizio ridotto alla cattedra a cui è stato assegnato a causa delle sue attività lavorative parallele.

 

“Allo stato attuale delle cose posso affermare con tutta serenità che esiste una mancanza totale di controlli all’interno della pubblica amministrazione – nota l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – il ministro Brunetta potrà continuare a dare tutte le direttive che vuole, ma se non mette seriamente a rischio le poltrone di questi signori che abusano della propria posizione a danno dell’intera collettività, allora non risolviamo nulla. Invito il professore in questione a vergognarsi, questo sistema perverso che ha contribuito a creare ha tolto la speranza ai nostri figli di un futuro migliore”.

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