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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Razzismo all’ospedale di Ravenna, lo sdegno di Cascone

Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Questo episodio non fa che denotare la decadenza totale della nostra società. Mi auguro che si faccia giustizia”


Bologna – Malasanità unita a razzismo. Quanto di più negativo la società italiana possa produrre ha fatto la sua comparsa all’ospedale di Ravenna, dove una famiglia di Afragola trasferitasi da anni a Cervia avrebbe sentito pronunciare da un dipendente in camice “soliti meridionali piagnoni” per la sola colpa di nutrire preoccupazione per la figlia di tre anni portata nella struttura ospedaliera con febbre alta e sangue che le usciva dalla bocca. I medici avrebbero scambiato un grave malore per una tonsillite, col risultato che la piccola Luigia è deceduta a causa dell’ennesimo caso di malasanità. I genitori della bimba hanno presentato un esposto in procura a Ravenna e il pm ha già disposto l’autopsia.

 

“E’ un fatto gravissimo – ha commentato, indignato, Massimo Cascone, responsabile regionale dell’Italia dei Diritti –, sia per la frase che cela un’intolleranza a sfondo razzista, sia per la cattiva diagnosi del problema sanitario. Non mi sentirei di fare di tutta un’erba un fascio, ma l’autorità giudiziaria dovrà essere quanto più dura e severa possibile, perché è un episodio deplorevole. Indubbiamente negli ultimi anni, e questo è un fatto, si è andata accentuando anche in Emilia Romagna una forma di razzismo che prima non c’era, e ciò è sintomo di un clima di intolleranza preoccupante. Questo ulteriore episodio – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – non fa altro che denotare la decadenza totale della nostra società. Mi auguro che si faccia giustizia”.

Stuprata per un alloggio in ex scuola a Roma, Soldà interviene


Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: ”Ennesimo fatto increscioso commesso in una nicchia di società ove latitano legalità, Stato e regole”

 

Roma - “E’ purtroppo l’ennesimo fatto increscioso”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, commenta la triste vicenda di una donna di 40 anni stuprata e picchiata perché non sarebbe stata consenziente alle richieste sessuali di uno degli occupanti dell’ex scuola in via dell’Impruneta, zona Magliana, il quale avrebbe preteso la prestazione in cambio del permesso di alloggio nello stabile. “Questa è una notizia dal duplice risvolto: da una parte l’infamia della violenza sulla dignità di una donna, dall’altro, se realmente avvenuto per il motivo denunciato alle forze dell’ordine, l’efferata fotografia del malaffare compiuto in una nicchia della società dove la legalità, lo Stato e le regole latitano”, conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro.

Soldà lancia allarme buche a Roma

Il vicepresidente  dell’Italia dei Diritti: “Non basta accertare i cattivi lavori stradali, bisogna punire chi li fa”

 

 

Roma – “I lavori di ripristino del manto stradale non devono essere pagati se non sono svolti bene”. Queste le prime parole di Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, viste le innumerevoli voragini presenti lungo le strade romane.

Il problema in questione è affrontato dal sindaco della città, Gianni Alemanno, con due provvedimenti: il primo consiste nell’intervento dei tecnici comunali che devono prima verificare e poi sanzionare le violazioni delle ditte che eseguono lavori stradali. Il secondo provvedimento prevede che, in caso di buche, le società di pubblici servizi rifacciano l’intera carreggiata o la singola corsia di marcia, se le dimensioni della strada lo permettono.

“Già in passato non sarebbero dovuti mancare controlli sulle opere di Acea, Telecom, Italgas – continua il vicepresidente del movimento guidato da Antonello De Pierro – ed inoltre oggi l’ispettore  comunale non dovrebbe remunerare chi rattoppa la strada piuttosto che rifarla, perché un lavoro fatto male produce solo danni ai cittadini che si spostano in auto o moto e al Comune che poi deve pagarli”.

La Alfieri su «Protesta delle chiavi» all’Aquila


La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti solidale con la popolazione insorta


L’Aquila - “Un grido unanime e compatto scaturito da una situazione intollerabile”. Così Concetta Alfieri, viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, commenta la protesta di un migliaio di cittadini aquilani che, dopo aver varcato la zona rossa del capoluogo devastato dal sisma del 6 aprile, ha appeso le chiavi degli appartamenti ancora in fase di ristrutturazione su alcune transenne. Lo sdegno degli abitanti ha assunto poi maggiore concretezza una volta entrati in contatto con una troupe del Tg1 presente per uno speciale, rea di avere in cura solo i risvolti propagandistici sulla tragica vicenda. “L’Aquila è una gemma che stenta a rifiorire per colpa di politiche di recupero a dir poco superficiali. E’ stata vergognosamente abbandonata e – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - probabilmente verranno abbattuti palazzi storici del centro piuttosto che salvaguardarli attraverso doverosi lavori di ripristino. Non trovo francamente deprecabile neanche la rabbia dei manifestanti, - conclude la Alfieri – alla luce dello scandalo che ha coinvolto la tanto lodata Protezione Civile”.

Vigili urbani nei seggi elettorali, il parere di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti chiede maggiori garanzie per il personale impiegato nelle prossime consultazioni elettorali

 

Roma - “Non si può continuare in questo modo, il problema va risolto, anche alla luce delle elezioni politiche del 2013”. Interviene così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, in seguito alla denuncia di Alessandro Marchetti del Sulpm. Il segretario del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale, infatti, ha riferito che il sindaco Gianni Alemanno avrebbe precettato cinquecento agenti della polizia municipale per ricoprire i ruoli di presidenti, scrutatori e segretari di seggio alle prossime elezioni regionali. Compiti che, anche all’interno dello stesso comune, sempre meno persone intendono svolgere a causa della scarsa retribuzione, che per giunta arriva in tempi molto lunghi. “La rinuncia da parte di queste persone è comprensibile a fronte della grande responsabilità, competenza e precisione richieste che spesso non vengono ricompensate in modo adeguato, soprattutto nei seggi elettorali più grandi. Inoltre – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, il corpo dei vigili urbani troppo spesso viene utilizzato per far fronte ad evenienze di qualsiasi tipo”. Considerando che la decisione di Alemanno si scontrerebbe con la legge che impedisce anche alle forze dell’ordine di portare armi dentro i seggi, Soldà incalza: “Non si può agire in modo approssimativo, poiché così gli agenti non saprebbero dove lasciare le loro armi. In ogni caso – conclude Soldà – stiamo parlando di mansioni che richiedono molta professionalità, per questo le istituzioni dovrebbero impegnarsi al fine di garantire al personale presente nei seggi le migliori condizioni per assolvere i compiti richiesti”.

Operazione anti-camorra nel casertano, il punto di D’Auria


Il responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti si congratula con le forze dell’ordine per il lavoro svolto

 

Napoli - “Un sincero plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura”. Così Antonio D’Auria, responsabile per la Campania dell’Italia dei Diritti, commenta l’operazione di polizia che ha visto l’esecuzione di 30 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti esponenti del clan Farina – Martino, organizzazione criminale operante nel comune casertano di Maddaloni.

“Con immenso piacere apprendo che la lotta alla criminalità continua con vigore e intransigenza e nutro la comune speranza – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che si giunga a concreti risultati. Per una regione che estremamente necessita di regole universalmente rispettate e che ripetutamente diviene protagonista della cronaca più nera – conclude D’Auria – questa vittoria della legalità non può che essere vista come una rigenerante boccata d’ossigeno”.

 

Comune di Roma e privatizzazione Acea, Soldà con la Bonino

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Il Campidoglio non può decidere da solo. È necessario coinvolgere tutti gli organi competenti con la massima trasparenza”


Roma - “L’Acea è una società storica, da anni quotata in borsa. Ciò implica che, senza entrare nel merito del discorso sulla privatizzazione, il Comune assicuri la massima trasparenza nella vendita delle azioni, rispettando al tempo stesso le esigenze dei cittadini che usufruiscono dei servizi offerti”. A dirlo è Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, condividendo le recenti dichiarazioni di Emma Bonino in merito alla questione della privatizzazione dell’Acea da parte del Comune di Roma. La candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio ha infatti spiegato che il Campidoglio non può decidere autonomamente, poiché esiste un problema di competenze che, per quanto riguarda l’acqua e i rifiuti, coinvolge rispettivamente la Provincia e la Regione. Inoltre, la Bonino ha avanzato l’idea di creare una “authority” volta a garantire un servizio di monitoraggio per la gestione economica dell’azienda capitolina.

 

Quanto alla vicenda delle competenze istituzionali in materia, il numero due del movimento che ha in Antonello De Pierro il suo leader sottolinea: “La situazione dell’Acea richiede necessariamente un discorso di coerenza, in modo tale da coinvolgere tutti gli organi competenti nella maniera più cristallina possibile, specie se dietro questi giochi finanziari a ‘scatole cinesi’ ci sono comunque i soldi dei pubblici contribuenti”.

A Genova alcol gratis ai minorenni, lo sdegno di Ferraioli

Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Al di là delle logiche promozionali, un locale non dovrebbe incentivare i clienti a bere”


Genova – Dopo aver verificato la somministrazione gratuita di cocktails alcolici a minorenni, i carabinieri della compagnia San Martino di Genova hanno denunciato il titolare e un barista del locale Albikokka, sito in zona Quarto, presso cui sabato scorso ha avuto luogo il “leggings party”, una serata a tema durante la quale le ragazze che si fossero presentate con i pantaloni aderenti tanto in voga avrebbero potuto usufruire di un omaggio alcolico. L’evento, pubblicizzato attraverso Facebook e per mezzo di volantini distribuiti davanti ai licei, ha visto la partecipazione di diverse adolescenti di età inferiore ai sedici anni, violando così la legge relativa alla somministrazione di alcol, nonché quella che vieta ai locali di ammettere minori di sedici anni in discoteca di notte.


“E’ evidente che la promozione commerciale di un evento o di un’attività non può non tener conto delle vigenti leggi in materia di distribuzione di bevande alcoliche”, ha commentato Maurizio Ferraioli, responsabile ligure dell’Italia dei Diritti. “Non trovo nulla di strano riguardo a serate che promuovono un determinato tipo di abbigliamento – continua – ma diverso è se queste incitano al consumo di alcol, a maggior ragione se si sa che tali eventi, adeguatamente pubblicizzati attraverso la rete, si indirizzano verso gli adolescenti, cui per legge ne è precluso il consumo. Chiediamo all’autorità giudiziaria – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che siano accertate le responsabilità del barista e del proprietario del locale, al quale ci sentiamo di suggerire di trovare promozioni differenti, che possibilmente evitino di incentivare il consumo di bevande alcoliche”.

Celori regala calendari col duce, Soldà indignato

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Il gesto del consigliere offende la dignità di tutti coloro che hanno patito la dittatura fascista”

 

 

Roma – “Gli anni passano, ma Celori sembra che sia rimasto nel passato. L’intera vicenda assume contorni ancora più inquietanti se pensiamo che ci troviamo nel bel mezzo di una campagna elettorale, e non vorrei che il candidato del Pdl alla regione Lazio con la sua trovata voglia procurarsi i voti di quella nicchia di persone che ancora ricordano il duce come un profeta per l’Italia”.

 

Con queste dichiarazioni Roberto Soldà,  commenta l’operato di Luigi Celori, consigliere regionale,  che durante i suoi comizi elettorali ha provveduto a distribuire ai partecipanti un calendario che riporta l’effige di Benito Mussolini.

Celore ha smentito il fatto, dichiarando che il calendario è stata una trovata dei suoi sostenitori per festeggiare il settantesimo compleanno della fondazione della città di Pomezia.

 

“Nel gesto – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – vedo gli estremi di reato per apologia del fascismo”.

A Genova redditi da provincia, la spiegazione della Muratore

La viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Sono stati persi tanti posti di lavoro senza una riconversione degli stessi”


Genova – Secondo i dati forniti dal Ministero delle Finanze circa il reddito pro capite medio dichiarato nei 119 capoluoghi di provincia italiani, al primo posto spicca Milano con oltre 30.000 euro medi di reddito, seguita da altre tre città lombarde: Bergamo, Monza e Pavia. Sorprende vedere Genova slittare in trentaseiesima posizione, con 21.277 euro di reddito medio dichiarato, dietro a capoluoghi di provincia come Treviso (settima), Siena (ottava), o Modena (quindicesima).

 

“Genova, secondo un recente sondaggio, ha perso moltissimo in questi anni anche in termini di qualità della vita”, ha commentato Patrizia Muratore, viceresponsabile ligure dell’Italia dei Diritti, che spiega: “Sono stati persi tantissimi posti di lavoro, credo che anche la percentuale di disoccupazione in Liguria sia notevolmente più alta rispetto a quella di molte altre regioni. Genova era un polo industriale ma non ha saputo recuperare i posti perduti con una riconversione e questo è ovvio che abbassi il reddito. Sono stati persi 800 posti di lavoro nel campo dell’edilizia e su questo hanno battuto molto le associazioni costruttori quando è stato proposto il piano casa, che non deve dare risposte con la cementificazione ma con la riqualificazione delle periferie”.

 

La rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro non ha dubbi sugli interventi da attuare per ovviare a una situazione che si fa sempre più preoccupante: “Bisogna sicuramente muoversi da subito con quello che si ha – spiega la Muratore –; parlano tutti di infrastrutture, che sono certamente necessarie, ma assieme a esse dobbiamo assolutamente avviare un circolo virtuoso con le cose che abbiamo. Le responsabilità di questo immobilismo vanno divise tra tutti, ma credo che sia veramente giunto il momento di riavviare in sinergia la ruota, perché questa regione merita sicuramente di più”.

Mobility Bus a Genova, cauto ottimismo della Muratore

La viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Iniziativa lodevole, ma chiedo maggiori impegni alla Amt”

 

 

Genova – “Sostengo che il progetto Mobility Bus offerto da Amt sia un’iniziativa più che apprezzabile, tuttavia tenendo conto dei tagli effettuati dal Comune, che hanno sottratto il servizio di scuola bus ai bambini disabili, due soli automezzi siano relativamente pochi. Per questo invito l’azienda di trasporti genovese ad effettuare ulteriori sforzi su questo fronte”.

 

Questa è la dichiarazione di Patrizia Muratore, viceresponsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti,  rilasciata a margine della presentazione di Amt di due bus allestiti dei servizi necessari per ovviare alla mobilità dei cittadini diversamente abili della città di Genova.

Il servizio è a chiamata e si svolge su percorsi a richiesta, salvo iscrizione ad apposite liste gestite dall’Assessorato ai Servizi Sociali del comune ligure.

 

 

“Con questa offerta Amt colma una piccola lacuna, ma sono ancora molti i servizi che l’azienda di trasporti è chiamata a migliorare. Non è possibile che nella sesta città d’Italia per numero di abitanti, nelle ore di punta ci voglia un tempo di attesa medio di venticinque minuti prima di poter salire su un bus, è indecente – tuona l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –  Voglio far presente che ogni mattina circa 500 ragazzi sono costretti a percorrere a piedi il tratto di due kilometri compreso fra la stazione FS di Busalla e la scuola Primo Levi, proprio per il disservizio di Amt, che non provvede ad istituire una linea di bus per gli studenti che provengono dai paesi limitrofi e dalla stessa Genova. Auspico – conclude la Muratore – che Amt si sforzi per allestire finalmente un servizio decoroso per i suoi utenti”.

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