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Sevel nega cassa integrazione ad operai abruzzesi, la Alfieri indignata

La viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: “Lo stop alla produzione non dipende dai lavoratori, ingiusto che siano loro a rimetterci”

 

 

“E’ assurdo che dopo quasi un anno si parla ancora di riedificazione, sono fermamente contraria alla politica del presidente della Regione Abruzzo Chiodi, ora anche nuovo Commissario Acta per la ricostruzione, perché fino ad ora è stato fatto troppo poco, si lavori per fornire soluzioni concrete e immediate per i problemi dei cittadini, soprattutto in tema di occupazione visto che secondo un’indagine della UIL l’Abruzzo è al secondo posto nella scala nazionale per la per perdita di posti di lavoro”. Queste le prime parole della viceresponsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti Concetta Alfieri in merito alla critica situazione descritta dalla UIL nel terzo rapporto su ‘Il disagio occupazionale nel paese’. Spiega l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Nell’azienda Sevel che produce furgoni Fiat ci sono molti cassaintegrati. La produzione sembra essere ricominciata ma ci sono state delle sospensioni in alcuni giorni e gli operai sono rimasti inattivi perché non arrivavano pezzi poiché pare che la Sevel sia insolvente verso alcuni fornitori. Ma la cosa più grave è che per queste interruzioni l’azienda non farà ricorso alla cassa integrazione: ai lavoratori verranno scalate le ore dai permessi mentre quelli che non ne hanno più a disposizione non verranno pagati. Ovviamente i dipendenti non ci stanno. La Sevel – conclude la Alfieri - dovrebbe garantire a tutti la cassa integrazione. Se le assenze e lo stop alla produzione non dipendono da loro non è giusto che ci rimettano i lavoratori. Tutto ciò non deriva né dagli operai, né dalla crisi, il governo regionale faccia qualcosa di concreto per risolvere questi problemi”.

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