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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

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Soldà sui ricorsi per nozze gay respinti dalla Consulta


Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: ”I legislatori rispettino bisogni dei cittadini”


Roma – “Lo stallo che limita il riconoscimento dei diritti a un’importante fetta della popolazione è il risultato della tendenza, tipica della politica nostrana, a posticipare la risoluzione delle urgenze”. Questo è il commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà circa il respingimento dei ricorsi sul riconoscimento delle nozze gay da parte della Consulta e il rinvio dello studio della materia al Parlamento. “Siamo purtroppo abituati a sopportare il disinteresse delle istituzioni persino per questioni più semplici come l’istituzione del registro delle coppie di fatto – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che coinvolge trasversalmente gli italiani tutti. Abbiamo fortemente bisogno di legislatori che rispettino i bisogni di tutti i cittadini e non confondano il peccato con l’illecito”, termina Soldà.

 

 

Soldà sui ricorsi per nozze gay respinti dalla Consulta


Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: ”I legislatori rispettino bisogni dei cittadini”


Roma – “Lo stallo che limita il riconoscimento dei diritti a un’importante fetta della popolazione è il risultato della tendenza, tipica della politica nostrana, a posticipare la risoluzione delle urgenze”. Questo è il commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà circa il respingimento dei ricorsi sul riconoscimento delle nozze gay da parte della Consulta e il rinvio dello studio della materia al Parlamento. “Siamo purtroppo abituati a sopportare il disinteresse delle istituzioni persino per questioni più semplici come l’istituzione del registro delle coppie di fatto – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che coinvolge trasversalmente gli italiani tutti. Abbiamo fortemente bisogno di legislatori che rispettino i bisogni di tutti i cittadini e non confondano il peccato con l’illecito”, termina Soldà.

 

 

Condanna esemplare per il comandante dei Ros, Girlando indignato

Il responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Carabinieri fuori controllo, è ora di prendere seri provvedimenti”

 

Roma – “L’operato della magistratura deve andare avanti e chiarire definitivamente il ruolo e le responsabilità dell’Arma dei carabinieri”. Questo il commento del responsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, Giuliano Girlando, in merito alla richiesta di condanna a ventisette anni di reclusione per il generale dei carabinieri Giampaolo Ganzer, comandante del Ros, avanzata dalla procura di Milano. Associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, falso e peculato sono tra le accuse rivolte a Ganzer. Le indagini sono state condotte relativamente ad alcune operazioni antidroga eseguite tra il 1991 e il 1997 da un piccolo gruppo all'interno reparto speciale dell'Arma, e che l’alto ufficiale avrebbe diretto e organizzato. “Dopo il caso del generale Mori ancora un nuovo scandalo per i Ros – afferma l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che non fa altro che avvalorare le dichiarazioni dell’ex ministro della Giustizia, Claudio Martelli, sugli abusi di ruolo di questo reparto. Oramai appare chiaro come all’interno dell’Arma ci siano persone fuori controllo e senza rispetto della divisa che portano, che gettano fango anche su quanti si adoperano per svolgere correttamente il proprio lavoro. È necessario – conclude Girlando – prendere seri provvedimenti per ostacolare questi inammissibili soprusi e portare avanti una maggiore attività di vigilanza sull’operato dei carabinieri”.

Cade la giunta di Latina, il commento della Di Marcantonio


La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: ”Un atto doveroso ma isolato”

 

Roma – “Un atto doveroso ma isolato”. Questo il commento di Camelia Di Marcantonio, responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti, circa le dimissioni in blocco dei 22 consiglieri comunali e la conseguente caduta dell’oramai ex primo cittadino Vincenzo Zaccheo, protagonista del tragicomico incontro con la neoeletta governatrice del Lazio Renata Polverini trasmesso da «Striscia la Notizia».

“E’ spiacevole constatare che la stessa prontezza di reazione non sia stata riscontrata in episodi più gravi che hanno coinvolto esponenti dello stesso schieramento della vecchia maggioranza – spiega l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – a differenza di quanto accaduto nei casi cha hanno riguardato politici del centro-sinistra. La vicenda nel suo insieme propone la triste conferma sull’esistenza del sistema clientelare che strozza il regolare gioco democratico e riduce le elezioni a una gara per ottenere la possibilità di scegliere a quale parente, amico, complice affidare potere e privilegi. Gli elettori meritano una classe dirigente – conclude la Di Marcantonio – che a nepotismo, scambi di favore e retorica spicciola preferisca l’interessi dei cittadini”.

 

 

Video vergogna Polverini-Zaccheo, per Marinelli finto scoop

Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Mi stupisco dell’ingenuità degli italiani che ancora credono che Striscia la notizia e la neo governatrice siano indipendenti e liberi”

Roma – “Il primo pensiero al riguardo mi riporta ad una storica casa discografica chiamata ‘La voce del padrone’: stupisce l’ingenuità degli italiani che ancora credono che Striscia la notizia così come la Polverini siano indipendenti e liberi di dire quello che gli pare e piace”. Con queste parole il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Vittorio Marinelli, commenta la notizia relativa al video mandato in onda dal programma satirico di Antonio Ricci, riguardante il dialogo intercorso tra la neo presidente del Lazio, Renata Polverini, e il sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo. Nel corso della conversazione rubata dalla telecamere di Striscia, Zaccheo sembra screditare agli occhi della Polverini il collega e senatore Claudio Fazzone del Pdl, e incoraggiare la governatrice ad inserire tra i suoi nuovi impegni anche quello di raccomandare le figlie dello stesso sindaco.

“Appare palese – continua con sarcasmo l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – come la ‘neo governatrice di Palazzo Grazioli’ vada a prendere dal datore di lavoro la lista delle pulizie da fare come ogni brava governante di casa. Allo stesso tempo il padrone, ossia Silvio, chiama i suoi dipendenti lautamente stipendiati, incaricandoli di far capire chi comanda nel Lazio, questo nel caso in cui l’ex compare Gianfranco, inizi a credere un po’ troppo alle sue eccessive esternazioni. In conclusione – afferma Marinelli – rimane quindi il problema pericoloso di uno strumento solo apparentemente innocuo come una trasmissione satirica che svolge invece il compito di killeraggio del nemico di turno, in mezzo all’ingenuità degli italiani che ridono beati dell’ultimo bagno di sangue”.

Ancora più lusso per i voli degli eurodeputati, Soldà sdegnato



Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Se proprio non riescono a mettere una mano nel loro portafoglio, almeno la mettano sulla coscienza”.

 

Roma – “Se proprio non riescono a mettere una mano nel loro portafoglio, almeno la mettano sulla coscienza”. Questo il commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà circa i costi esorbitanti dei jet privati scelti dagli eurodeputati italiani per raggiungere il seggio a Bruxelles. Dopo l’estate, con il cambio della normativa sui rimborsi spese che non prevede più un indennizzo forfettario ma l’esatta restituzione del costo del viaggio, la tendenza dei rappresentanti italiani è di usufruire del trasporto più esoso per le tasche pubbliche, malgrado le tariffe low-cost continuino a esistere.

“Purtroppo lo Stato, e quindi i cittadini, non risparmiano su nulla – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – viste le innumerevoli pretese. E’ impressionante notare come la nostra classe dirigente sia così abile nell’attendere il momento giusto per tornare a sfruttare le risorse pubbliche dopo che il clamore scaturito da «La Casta» si è definitivamente esaurito”, termina Soldà.

 

Dipendenti comunali Roma, Soldà commenta dati su assenteismo

Il vicepresidente dell'Italia dei Diritti: "Il dato delle sole presenze non è sufficiente per poter dare un giudizio sulla produttività di un dipartimento"



Roma - Resi pubblici sul sito del Comune di Roma i dati relativi alle presenze e alle assenze dei lavoratori nei dipartimenti dell'amministrazione comunale. Gli uffici più produttivi sono stati quelli dell'Istituzione Biblioteche, mentre la maglia nera è andata al dipartimento Urbanistica. Tra i municipi il più virtuoso è risultato il XIX (Aurelio, Trionfale, Primavalle), mentre quello in cui si sono registrate le maggiori assenze è stato il XIII (Ostia e Acilia). "Mi sembra di poter dire - ha commentato Roberto Soldà, vicepresidente dell'Italia dei Diritti - che siamo di fronte ad un indicatore piuttosto generico che andrebbe analizzato più nel dettaglio. Il dato delle sole presenze non è sufficiente per poter dare un giudizio sulla produttività di un dipartimento o per capire se un ufficio è efficiente oppure no".



L'operazione trasparenza, voluta dal Campidoglio per dare seguito alle direttive anti-fannulloni del ministro Brunetta, rende pubblici i dati relativi alle presenze dei lavoratori comunali di dipartimenti, uffici, municipi e gruppi dei vigili urbani, consentendo di avere un indice generale sul livello di produttività dell'amministrazione: "Quando parliamo di settore pubblico - ha concluso il rappresentante del movimento guidato da Antonello De Pierro - dobbiamo tener conto di più elementi per calcolare la produttività di un ente e non solo delle volte in cui viene timbrato il cartellino, non è tutto oro quello che luccica".



Discarica e rifiuti tossici nell’ex macello milanese, Italia dei Diritti sdegnata

Il viceresponsabile meneghino del movimento Filippo Monteleone: “Sogemi e Comune andrebbero denunciati per crimini verso la salute pubblica”

 

 

“L'unico commento che posso fare riguardo a questa situazione di grande degrado e rischio per la salute dei cittadini, ignari dei pericoli a causa della mancanza di una comunicazione trasparente che vada al di là dei soliti slogan, è la speranza che ci sia una parte dell'opinione pubblica che apra gli occhi di fronte a quelli che possono essere considerati dei veri e propri crimini contro la tanto strombazzata legalità e soprattutto verso la salute pubblica”.  Queste le prime parole del viceresponsabile per Milano dell’Italia dei Diritti Filippo Monteleone alla notizia del grave stato di degrado in cui versa l’ex macello comunale di via Lombroso a Milano. Nei capannoni dell’ex mattatoio carcasse di automobili e montagne di rifiuti, molti dei quali tossici e cancerogeni. La Sogemi, società a capitale comunale che dovrebbe occuparsi dell’area fino al 2040, afferma di non avere i fondi necessari alla bonifica e così anche il progetto per la creazione della ‘Cittadella del gusto e della salute’ presentato dalla Giunta Moratti e previsto per il 2015, è fermo. Vergognoso visto che il Comune paga a alla Sogemi anche un affitto per lasciare le auto sequestrate dalla polizia locale. Duro l’affondo dell’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “La fantomatica Sogemi, foraggiata dal Comune, nonché l’amministrazione stessa, andrebbero denunciate alla Asl e a tutti gli uffici competenti. Invece di continuare a distruggere zone agricole e naturali per la costruzione di nuovi complessi residenziali, sarebbe anche ora che iniziasse una seria politica di riedificazione di tutte quelle aree dismesse come questa, abbandonate a sé stesse, che si trovano in pieno centro città”.

Flavi sulla protesta dei poliziotti nel carcere di Frosinone

 

 

Il responsabile cittadino dell'Italia dei Diritti: "Siamo molto preoccupati ed esprimiamo la massima solidarietà agli agenti penitenziari"

 

Roma - Prosegue la protesta nel carcere di Frosinone. Dopo i sindacati, autori nei giorni scorsi di un sit-in fuori dai cancelli della struttura penitenziaria, a mobilitarsi questa volta sono stati gli agenti carcerari che hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la carenza di personale. "Come Italia dei Diritti - ha dichiarato il responsabile per Frosinone del movimento, Giancarlo Flavi - siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo. È da tempo che questa situazione va avanti ed ora potrebbe esplodere in tutta la sua gravità, rischiando di coinvolgere anche gli altri istituti ciociari di Cassino e Paliano".

 

La casa circondariale in questione è in grado di ospitare circa 300 detenuti mentre nello stato attuale i carcerati sono ben 516, a fronte di 216 unità di polizia penitenziaria che non sono nelle condizioni di poter svolgere il loro lavoro al meglio. "Per quanto ci riguarda - prosegue il responsabile del movimento guidato da Antonello De Pierro - diamo la massima solidarietà ai poliziotti che vivono sulla loro pelle una situazione difficile e chiediamo al ministro Alfano di occuparsi di questa vicenda. È venuto il momento di risolvere una situazione che non è più sostenibile e che rischia di diventare ogni giorno sempre più esplosiva".

Violenza domestica a Viterbo, la condanna di Anselmi

Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Esprimo solidarietà per una donna così coraggiosa e disappunto per la mancanza di strutture di ausilio”

Roma – “Esprimo la mia solidarietà nei confronti di questa donna così coraggiosa che ha sopportato per anni le violenze del marito e che solo da poco è riuscita a denunciare l’accaduto alle autorità competenti”. Così il responsabile per la provincia di Viterbo dell’Italia dei Diritti, Gualdo Anselmi, commenta la notizia riguardante l’accusa avviata da una donna residente in un comune nella provincia viterbese, contro i continui abusi del coniuge di cui era vittima. “A volte è la stessa mentalità chiusa di alcune persone che giudicano insensatamente le stesse donne che vengono aggredite ad alimentare le loro paure. Inoltre – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, condanno apertamente la mancanza nella nostra città di strutture adeguate in grado di garantire aiuto e protezione alle vittime di violenza all’interno del proprio nucleo familiare. È ora che la nostra amministrazione faccia qualcosa al riguardo”.

Solo il 13% di donne tra i neo consiglieri regionali, la Scoleri stizzita

La viceresponsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti: “In uno Stato dove il presidente del Consiglio si permette di offendere una candidata del partito d’opposizione non credo ci si possa aspettare molto in materia di uguaglianza tra i sessi”


Roma –“È un’analisi sconfortante e questo è fuor di dubbio, perché le pari opportunità sembrano molto lontane dalla realtà che emerge tanto dagli ultimi risultati elettorali quanto dalla società. Il punto è che la sfida non è mai equilibrata, quindi affrontare il tema appare ridicolo”. Francesca Scoleri, viceresponsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti, critica così la scarsa rappresentanza femminile tra gli eletti ai Consigli regionali, come confermano i dati delle ultime consultazioni: su 697 consiglieri nominati nelle 13 regioni chiamate al voto lo scorso marzo, sono appena 93 le donne, un misero 13,3% sul totale. Il problema delle quote rose nelle istituzioni e nella società viene spesso invocato dagli esponenti politici e altrettanto spesso disatteso. Alcuni numeri sono allarmanti: in Lombardia su 80 posti disponibili la partecipazione femminile deve accontentarsi di sole 7 poltrone, in Puglia di appena 5 su 78 eletti; le cose vanno un pochino meglio in Piemonte, Emilia Romagna e Campania; nessuna donna è presente invece nei Consigli regionali di Calabria e Basilicata.

 

Poi, l’esponente del movimento per la legalità e la giustizia che fa capo ad Antonello De Pierro ammonisce: “Per ogni donna a cui è stata offerta la candidatura troviamo almeno venti uomini, che sicuramente non hanno dovuto dividere il tempo della campagna elettorale con impegni di altro genere, uomini che non hanno certo subìto l’umiliazione di pregiudizi che mettessero in dubbio le loro capacità sul campo in questione, la politica appunto, uomini che hanno trovato con più facilità appoggi e investimenti. L’attivismo delle donne in politica – prosegue la vicetitolare del dipartimento per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti – è una fonte di grande beneficio per il Paese, ma le possibilità di trattamento egualitario tra i sessi dovrebbero nascere a monte, nelle regole che stabiliscono il gioco, affinché la presenza femminile nei consigli sia certa e non affidata al caso. In uno Stato dove il presidente del Consiglio si permette di offendere una candidata del partito d’opposizione, come è successo nei confronti di Mercedes Bresso, credo ci si possa aspettare ben poco dalla volontà delle istituzioni di dare valore alle pari opportunità”.

 

“In Italia la considerazione per le donne sta scendendo a livelli scandalosi e dalle istituzioni arrivano solo propositi campati per aria e offese”, termina irritata la Scoleri.

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