La viceresponsabile per le pari opportunità dell’Italia dei Diritti: “Le compatriote del passato possono e devono ispirare le donne che hanno a cuore il presente e il futuro della nazione”
Milano - “Le riforme tanto auspicate dai nostri governanti, non prevedono passi avanti nel sostentamento alle famiglie italiane, fortemente piegate dal perdurare della crisi economica. La scuola è stata la prima vittima di tagli e provvedimenti che la stanno rendendo accessibile a pochi privilegiati. Perché nella scuola c'è il ‘sapere’ tanto ostile a chi arde di spadroneggiare con metodi dittatoriali”. Queste le parole di Francesca Scoleri la viceresponsabile per le pari opportunità dell’Italia dei Diritti a commento della riforma della legge sulle intercettazioni che prevede in modo ignobile l'ennesimo bavaglio all'informazione.“Mi rivolgo allora alle donne - continua la Scoleri - alle madri, alle coraggiose della nazione, perché non possono non avere a cuore il presente e il futuro con maggiore sensibilità ed attenzione. Un tempo che sembrava lontano, le nostre valorose italiane, hanno avuto un ruolo importante nella resistenza antifascista. E’, infatti, un’esigenza civile e un dovere ricordare le nostre compatriote impegnate nella Resistenza, la loro partecipazione e il loro coraggio. Oggi non dobbiamo impugnare armi, ma dobbiamo affidarci solo alla giustizia, perché venga dato un nuovo volto alle donne, perché di pari opportunità, presso questo modo di governare non ne troveremo così come non troveremo uguaglianza, ne per noi, ne per i nostri figli. Siano le donne - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - ad alzare per prime la testa e dire basta a tutte le censure e a tutte le prepotenze. Questo è l'appello che si rende necessario per ribellarsi dall‘attuale condizione che ci impone di vivere sotto regime”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Colpire le officine che operano modifiche su questi mezzi”
Roma – Le minicar, le auto in voga tra i sedicenni di tutta Italia, tornano al centro delle cronache per un nuovo incidente a distanza di pochi giorni da quelli che sono costati la vita a due adolescenti della Capitale. Stavolta l’episodio è accaduto in zona Massa Giuliano, dove un bimbo di cinque anni e sua zia sono stati travolti da una Ligier guidata da un nomade minorenne con assicurazione scaduta. La macchinetta, probabilmente modificata per superare il limite di legge fissato a 45 km/h, ha perso il controllo e si è ribaltata, finendo sui due che camminavano sul marciapiede. A bordo del quadriciclo anche la fidanzata minorenne del nomade, nonostante per i guidatori di età inferiore ai diciotto anni sia vietato trasportare passeggeri. Il bimbo e sua zia, ricoverati presso l’ospedale Pertini, non sono gravi e dovrebbero tornare a casa nel giro di una settimana.
“Quello delle minicar – commenta Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti – è un problema da risolvere quantoprima perché mettono in pericolo la vita non solo di chi guida ma anche di chi, come in questo caso, si trova a passeggiare tranquillamente per strada e può venire travolto da vetture che, pensate per andare a 45 km/h, spesso per le modifiche apportate da officine senza scrupoli si vedono schizzare a più del doppio della velocità. Bisogna innanzitutto far rispettare i limiti imposti a questi quadricicli – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, e ciò può essere ottenuto solo colpendo i meccanici che operano interventi fuorilegge su questi mezzi”.
Il viceresponsabile per la sanità dell’Italia dei Diritti: “Dopo mesi di polemiche e dibattiti nelle strutture sanitarie mancano spazi sufficienti”
Torino - “Una struttura sanitaria degna di questo nome per esercitare seriamente l‘attività per la quale è preposta deve possedere i requisiti minimi per l‘assistenza ai pazienti”. Queste le dure parole di Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la sanità dell’Italia dei Diritti in merito alla polemica sulla mancanza di posti letto all’ospedale Sant’Anna di Torino dove ieri per la prima volta è stata somministrata la pillola abortiva. “Dopo mesi di polemiche e dibattiti sulla Ru486 - continua Smiroldo - non c‘è stata una sufficiente organizzazione sul piano pratico. La necessità di posti letti riservati alla donne che decidono di sottoporsi all’aborto chirurgico è prioritaria negli ospedali, viste le possibili complicazioni che potrebbero subire le pazienti che decidono di sottoporsi a questo trattamento. La legge - conclude il rappresentante del movimento guidato da Antonello De Pierro - pur consentendo a chiunque di firmare ed andare a casa sotto la propria responsabilità, deve in primis tutelare quelle donne, aventi diritto, che richiedono e necessitano del ricovero”.
La responsabile Economia e Finanze dell’Italia dei Diritti:” La dimensione economica non è la sola ad essere chiamata in causa dalla crisi, e il suo impatto dovrà necessariamente valutarsi nel tempo”
Roma – Dopo la chiusura della quasi totalità degli aeroporti europei dovuta all’eruzione del vulcano islandese, l’attività aerea nel vecchio continente sta ritornando ormai alla normalità, anche se i danni che la crisi ha prodotto nel tessuto economico dell’Europa sembrano essere assai consistenti.“La crisi provocata dalla nube sprigionata dal vulcano islandese- ha detto Lilia Infelise responsabile per le Economie e le Finanze dell’Italia dei Diritti - ha messo in luce in modo drammatico il forte grado di interdipendenza insito nella così detta globalizzazione, così come ha messo in evidenza il peso della variabile ambientale sull’economia mondiale. Il blocco dei voli ha provocato una catena di impatti sul piano territoriale, dei settori produttivi e dei cittadini, con rilievo di tipo locale, nazionale e internazionale. Migliaia di persone non sono andate al lavoro e le grosse imprese come BMW hanno sospeso la produzione in alcune fabbriche per l’interruzione dei flussi di fornitura. Ma non solo la realtà imprenditoriale europea è stata ferita dalla crisi vulcanica, anche i paesi del Terzo mondo stanno pagando il loro prezzo”.
L’impatto nel breve periodo dunque si sommerà a quello di medio e lungo periodo, e per una stima più accurata del danno economico occorrerà un’analisi più approfondita che tenga in considerazione le molteplici implicazioni causate dal blocco dei voli in Europa. Solo ad oggi la IATA ( International Air Transport Association) ha stimato in 1,7 mld di dollari la perdita per le compagnie aeree. “La dimensione economica - ha concluso l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - non è la sola ad essere chiamata in causa da questa crisi. Un rilevante impatto, infatti, si è avuto anche nella regolazione dei diritti, basti pensare ai titolari di visti per soggiorno di breve durata e ai passeggeri in transito, bloccati nel territorio dell’Unione Europea”.
Il viceresponsabile cittadino dell’Italia dei Diritti: “Le scelte del Governo penalizzano i nostri ragazzi che rappresentano il futuro del paese”
Milano- “La scuola pubblica è un diritto costituzionale che deve essere garantito e difeso e invece continua a subire tagli”. Queste le parole di Luca Ragone, viceresponsabile milanese dell’Italia dei Diritti in merito alle costanti riduzioni inflitte alla scuola pubblica dalla riforma Gelmini. Per il prossimo anno sono previsti in tutta la regione duemila alunni e un ulteriore ridimensionamento del personale che porterà i presidi a rivedere l’orario e far ruotare i docenti fra le classi. “Non solo - continua Ragone - il modello didattico del maestro unico, tanto voluto dal Ministro dell’Istruzione, non è stato adottato da alcuna famiglia lombarda, ma paradossalmente i numerosi tagli da parte dell’esecutivo e la diminuzione delle ore tra i docenti rimasti in servizio porteranno a un continuo spostamento degli insegnanti da una classe all‘altra. Il governo deve rendersi conto che queste scelte continuano a penalizzare i nostri ragazzi. Il cambio repentino degli insegnanti - conclude il rappresentante territoriale del movimento guidato da Antonello De Pierro - disorienterà i bambini e la riduzione dell’organico porterà ad un notevole aumento del numero di alunni per classe danneggiando ed impoverendo l‘istruzione dei singoli”.
Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Va bene il ravvedimento, ma basta con queste strumentalizzazioni”
Roma – “Accogliamo con piacere il ravvedimento del sindaco leghista, ma è ora di finirla con le strumentalizzazioni. Prima di dare libero sfogo a certe esternazioni sarebbe meglio contare fino a cento”. Interviene così Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, sulla notizia del ripensamento del primo cittadino di Mogliano Veneto Giovanni Azzolini: l’amministratore del Carroccio aveva, infatti, intenzione di impedire alla banda comunale l’esecuzione di «Bella Ciao» in occasione del giorno della Liberazione, imponendo in alternativa «La Canzone del Piave». L’iniziativa aveva suscitato lo sdegno dell’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, che ha protestato contro la direttiva del primo cittadino, sottolineando l’importanza per la collettività del motivo popolare. Di qui, la marcia indietro di Azzolini. “Crediamo - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che i rappresentanti della Lega Nord debbano smetterla di suscitare il malcontento popolare con azioni scellerate”.
La responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti: “Inutile parlare ora, alla politica spetta il compito di prevenire”
Roma - “Sono davvero sconcertata di fronte a quanto è accaduto e all’assoluta incapacità del potere politico di preservare l’incolumità dei cittadini”. E’ la prima reazione di Camelia Di Marcantonio, responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti, alle parole di alcuni consiglieri comunali dell’isola pontina, secondo i quali, i lavori di sistemazione della rete viaria, eseguiti nel 2005 senza alcuno studio di fattibilità, avrebbero aggravato il dissesto idrogeologico della zona costiera. “Credo - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che non sia giusto giungere a conclusioni affrettate nelle ore immediatamente successive ad una tragedia immane come quella in cui hanno trovato la morte due quattordicenni. Certo che nel nostro paese non si contano più le mancanze nella gestione del territorio della classe politica. Possibile che i nostri governanti non abbiano ancora chiaro il concetto di prevenzione? E’ evidente che le pareti di tufo sono assai friabili, mi chiedo come mai nessuno abbia pensato, prima che ci scappasse il morto, all’installazione delle reti di contenimento”.
Il viceresponsabile per la Sardegna dell’Italia dei Diritti: “Il tema della sicurezza sul lavoro va affrontato con serietà”
Cagliari – “Commentare accadimenti così drammatici in cui si perdono vite è sempre difficile perché all’oggettività dei fatti si aggiungono disagi e dissapori dovuti alla sensibilità umana”. E’ il primo commento di Franco Carta, viceresponsabile per la Sardegna dell’Italia dei Diritti, alla notizia della morte di un operaio, schiacciato da una ruspa in movimento a Santa Maria Coghinas nel comune di Santa Teresa di Gallura. “Purtroppo - continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - viviamo una fase storica in cui incidenti del genere capitano sin troppo spesso. Le motivazioni, sebbene la prassi più consueta sia addossare istintivamente la totalità delle colpe ai datori di lavoro, son sempre molteplici, svariate e tutte dovute agli stessi motivi, quali la mancanza di regole, di rispetto delle regole e di garanzia del rispetto delle regole. E’ tutto il sistema a vivere di escamotage, se chi di dovere non si pone l’obiettivo di affrontare ogni singolo ingranaggio che non funziona, limitandosi ogni volta a incriminare colui che apparentemente possa avere le maggiori colpe, il problema non arriverà mai alla soluzione. Se l’intenzione generale persiste nel voler toccar sempre superficialmente queste problematiche – conclude Carta - tanto vale entrare nell’ottica che le vittime del lavoro fanno parte degli ‘inconvenienti’ da mettere in preventivo come un qualsiasi fattore di rischio, sperando che mai succedano”.
La viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti:”Sono parole gravi da parte di un consigliere regionale pagato con i soldi di tutti gli italiani”
Renzo Bossi, figlio del leader della Lega Nord Umberto, e neoeletto al Consiglio regionale della Lombardia, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al settimanale Vanity Fair che ai prossimi Mondiali di calcio in Sudafrica non tiferà per l’Italia, che il tricolore per lui rappresenta solo un sentimento di cinquant’anni fa e di non essere mai sceso a sud di Roma.
“Francamente – ha commentato Maruska Piredda viceresponsabile per la Lombardia dell’Italia dei Diritti – non so se prendere le dichiarazioni di Renzo Bossi come delle provocazioni o piuttosto come segno di ignoranza, nel senso etimologico del termine. Credo non si possano dare giudizi su quello che non si conosce e per questo le sue affermazioni sono doppiamente fuori luogo. È grave poi che una persona eletta al Consiglio regionale della Lombardia, pagato da tutti gli italiani si lasci andare a simili esternazioni”.
Le frasi di Bossi junior hanno suscitato numerose polemiche, sia nel mondo della politica che in quello dello sport:”Mi rammarica - ha proseguito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che siano parole di un ragazzo giovane, che può permettersi questa libertà di espressione anche grazie al contributo che tanti meridionali hanno dato alla lotta di resistenza. Stiamo vivendo tempi difficili in cui gli italiani più che in passato hanno bisogno di sentirsi uniti e solidali gli uni con gli altri, per cui credo che non si dovrebbe dare spazio a certe affermazioni che non meritano nessuna pubblicità”.