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Italia dei Diritti

Movimento politico nazionale
per la difesa dei diritti dei cittadini.

Chi Siamo Aderisci

Truffa dei semafori a Parma, Damalio alza la voce

Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Penso a tutte quelle persone che hanno pagato multe ingiuste e che difficilmente rivedranno i propri soldi”


Bologna – “La cosa che più lascia esterrefatti è vedere come questi personaggi dell’amministrazione pubblica vengano soltanto trasferiti da un ufficio all’altro, senza subire mai un licenziamento”. Così Alessandro Damalio, responsabile per la Provincia di Parma dell’Italia dei Diritti, commenta l’iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Milano di Claudio Malvasi, il comandante dei vigili delle Terre Verdiane che avrebbe accettato mazzette da Raoul Cairoli, l’imprenditore dei tristemente noti T-Red, e Andrea Lamoretti, amministratore della Comeser, al fine di piazzare semafori truccati in punti strategici di maggiore “resa”.

“Cairoli non sembra certamente un personaggio affidabile visti i suoi capi d’imputazione”, spiega Damalio, che ricorda le indagini in corso nell’ambito dell’alterazione dei semafori da parte dell’imprenditore. “Spero solo che non si risolva tutto con il solito lassismo – prosegue il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – perché penso a tutte quelle persone che hanno pagato multe ingiuste e che difficilmente recupereranno i propri soldi. D’altra parte l’Italia è un paese che sembra sempre più a due correnti: chi deve pagare e chi non deve assolutamente”.

Duro attacco della Sassone contro il nuovo Ddl lavoro

La viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti: “I soli rilievi del Colle non saranno tuttavia sufficienti a dotare il Paese di una riforma del lavoro giusta se poi anche i sindacati non faranno la loro parte

 

Roma – L’Italia dei Dritti, il movimento per la legalità, la trasparenza e la giustizia presieduto da Antonello De Pierro, prende posizione nella vicenda del Ddl sul lavoro che di recente il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha deciso di rinviare alla Camera. In una nota, il Quirinale ha spiegato che tale decisione è dovuta “all’estrema eterogeneità della legge e in particolare alla complessità e problematicità di alcune disposizioni – con specifico riguardo agli articoli 31 e 20 – che disciplinano temi, attinenti alla tutela del lavoro, di indubbia delicatezza sul piano sociale”.

 

Antonella Sassone, viceresponsabile per il Lavoro e l’Occupazione del movimento sottolinea: “I temi  trattati dagli articoli 31, commi da 1 a 9, disciplinano il nuovo arbitrato nelle controversie di lavoro, e l’articolo 20, limita la responsabilità per le infezioni da amianto subite dal personale che presta la sua opera sul naviglio di Stato. Chiedere ai lavoratori – prosegue la Sassone –, al momento dell’assunzione, di optare per l’arbitrato obbligatorio significa sottoporre un cittadino, peraltro in un momento di recessione economica profonda, di fronte alla scelta tra l’avere un posto di lavoro senza la possibilità di adire un giudice in caso di controversie e non avere affatto un posto di lavoro. Com’è facilmente intuibile i lavoratori che ne faranno una questione di principio saranno pochi, così vanificandosi la ratio che sta alla base della legislazione giuslavoristica che ha come obiettivo quello di colmare lo squilibrio contrattuale tra lavoratori e datori di lavori, i quali rappresentano ovviamente la parte contrattuale più forte”.

 

Entrando nello specifico del provvedimento, il cosiddetto “Collegato lavoro” approvato il 3 marzo 2010 dal Parlamento e che Napolitano ha deciso di non firmare, l’esponente dell’Italia dei Diritti fa notare: “Ci sono spunti di approfondimento che meritano una riflessione storicamente orientata: ripensare il ruolo del sindacato e della contrattazione collettiva, così come il modello conflittuale che vede nello scontro sociale l’unico strumento di tutela dei lavoratori. Se la sola Cgil resiste al di fuori delle logiche governative significa che quantomeno gli altri sindacati hanno di fatto modificato il ruolo e il significato dell’attività sindacale. Qual è il fine di un sindacato che stringe accordi con il governo a scapito dei lavoratori? E che valore possono avere i diversi accordi e contratti collettivi nazionali che scaturiscono da questo accordo anomalo e viziato? I soli rilievi del Colle – osserva in conclusione la Sassone – non saranno sufficienti a dotare il Paese di una riforma del lavoro giusta se per primi i sindacati non ripenseranno al loro ruolo con profonda onestà”.

Scontri post derby a Roma, le riflessioni della Muratore

La responsabile Sicurezza e Ordine Pubblico dell’Italia dei Diritti: “Occorre avviare una riflessione sul calcio per riportarlo agli antichi fasti di un sano e coinvolgente agonismo”

 

 

Roma - “Non credo, alla luce di questi eventi, si possa ancora parlare di civiltà nel nostro Paese”. È  di grande sconcerto la reazione di Patrizia Muratore, responsabile per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico dell’Italia dei Diritti, a seguito degli scontri accaduti a Roma nella serata di ieri fuori dallo stadio Olimpico, al termine del derby tra le due squadre capitoline. Un gruppo di ultras ha incendiato un’auto con una donna nigeriana e i suoi figli a bordo, salvati poi grazie all’intervento dei vigili del fuoco. Quattro tifosi accoltellati, di cui uno trasportato in codice rosso al Policlinico Gemelli, sette arresti e cinque agenti contusi, senza contare i cocci di bottiglie e i cassonetti divelti. “Un preoccupante bilancio  - ha aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che mi suggerisce tre imperativi categorici: migliorare la gestione della sicurezza, potenziare i controlli e inasprire le pene. Manca la deterrenza, l’effetto scoraggiamento indotto dalla certezza di una pena esemplare. Occorrerebbe aprire poi una seria riflessione sul calcio, su quanto sia un fenomeno mediatico e quanto poco ormai sia distante dall’ambito sportivo. Riesce a canalizzare e far esplodere frustrazioni, ansie represse, insoddisfazioni e campanilismi pre-risorgimentali. Vorrei che ridivenisse una sana e spettacolare competizione, con quel portato di lealtà,  agonismo, amore per il gesto atletico e accettazione della sconfitta che una volta gli si accompagnava. Tutti concetti che, passando attraverso il tubo catodico, sono sfumati e ne hanno compromesso la natura originaria”.

Deregulation edile per il parco Vernavola a Pavia, Guazzi interviene


Il responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Una volgare speculazione edilizia”


Milano – “Si tratta di una volgare speculazione edilizia”. Questo il commento del responsabile per la provincia di Pavia dell’Italia dei Diritti Andrea Guazzi circa il probabile ok del consiglio comunale al “progetto Greenway”, attraverso il quale sarà avviato la costruzione di palazzine e villette su terreni privati, sinora non edificabili, nel parco della Vernavola, zona di Montemaino.

“Sarebbe bene far sapere – aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che il cambiamento promesso dall’attuale giunta e votato in buona fede dall’elettorato prevede la mera attuazione degli interessi di pochi privilegiati. Manifesto il pieno appoggio nei confronti di Paolo Ferloni di Insieme per Pavia e Vincenzo Vigna dell’Idv, unici consiglieri d’opposizione contrari a questo brutto esempio di trasversalità politica”, termina Guazzi.

 

 

 

Condizione delle donne e femminismo, l’analisi della Scoleri

 

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Soddisfatto dell’appoggio di un gruppo così attivo nel XIII Municipio, ora Alemanno dia risposte alle nostre proposte”

 

 

L’Italia dei Diritti prende positivamente atto dell’appoggio dell’associazione ‘Ostia che cammina’ alla battaglia che il movimento porta avanti tramite il suo presidente Antonello De Pierro. Infatti egli da tempo si batte per assicurare la trasparenza nella pubblica amministrazione proponendo la rotazione dei vigili urbani e degli impiegati delle U.O.T. dei Municipi romani. A tale scopo sono noti i suoi incatenamenti in Campidoglio e presso altre sedi istituzionali e di organi d’informazione della Capitale. “Accolgo con grande favore – afferma fiero De Pierro - il sostegno che ci viene offerto dall’associazione ‘Ostia che cammina’ che ritengo certamente la più attiva realtà associativa sul territorio del XIII Municipio. Un gruppo spinto da assoluta passione civile che da anni opera in maniera ineccepibile nell’affrontare i problemi della zona al contrario di altri che si muovono in modo decisamente strumentale rispetto al potere politico di turno. E’ con orgoglio che vengo a sapere con l’occasione che già l’indimenticato e compianto Claudio Zolesi, figura esemplare di grande spessore etico e morale, già nel 2006 aveva ipotizzato una rotazione intermunicipale dei vigili urbani. Non rivendichiamo esclusive ma crediamo che, con l’impegno di  tutto l’associazionismo territoriale sano, si possa vincere questa battaglia a favore dei cittadini e dell’immagine stessa del corpo di Polizia Municipale e di tutto l’apparato amministrativo comunale”. Il presidente dell’Italia dei Diritti punta poi il dito sul silenzio seguito alle numerose proteste: “ ‘Ostia che cammina' si sofferma sull’atteggiamento ostativo tenuto spesso dagli amministratori verso le richieste di confronto avanzate dai residenti riguardo a problematiche di assoluto interesse collettivo. Effettivamente – conclude De Pierro - ritengo totalmente inopportuno l’atteggiamento tenuto dal sindaco Alemanno di fronte alla nostra richiesta e alle nostre manifestazioni di dissenso che, tengo  a precisare, non si fermeranno di fronte all’inspiegabile indifferenza istituzionale”.

Bergamo, la Scoleri su attacco Pd a Giuseppe Epis per tagli alla sicurezza


La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti: “Difendere gli elettori dai mulini a vento è una tipica furbata di successo in prossimità delle elezioni”

 

 

Milano -“I tagli alla pubblica sicurezza sono l'anticamera di una tutela della popolazione comicamente interpretata e vagliata dall'attuale governo”. Questo il commento della responsabile per la provincia di Bergamo dell’Italia dei Diritti Francesca Scoleri circa l’attacco dei consiglieri Pd al presidente della seconda circoscrizione della città lombarda, il leghista Giuseppe Epis, reo di essersi lamentato per la mancanza di risorse per la sicurezza senza puntare il dito contro gli effettivi autori dei tagli, ossia i leader del suo partito che occupano le poltrone dell’esecutivo.

“Richiamare gli esponenti del «Carroccio» alla coerenza è piuttosto inutile – incalza sarcastica la rappresentante territoriale del movimento guidato da Antonello De Pierro – poiché il termine non rientra nel loro ristretto dizionario. Difendere gli elettori dai mulini a vento è una tipica furbata di successo in prossimità delle votazioni, condita da violenti minacce e slogan razzisti ma scevra di una minima strategia fruttuosa”, termina la Scoleri.

 

 

 

Allarme sicurezza all’ospedale Spallanzani di Roma, Del Greco indignata

 

La viceresponsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti: “Oltre alle  norme antisismiche violato anche l’articolo 32 della Costituzione sul diritto alla salute”

 

 

“Questa è l’ennesima inchiesta che ci lascia senza parole e che non può che farci inorridire. Soprattutto perché molte delle irregolarità oggi contestate erano state già denunciate nel 2007 dall’allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Un fenomeno deprecabile che testimonia le onnipresenti collusioni tra politici, imprenditori e dipendenti della pubblica amministrazione che generano attività criminose come corruzione e concussione”. Queste le risentite parole della viceresponsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti Lea Del Greco all’allarme sicurezza lanciato dal settimanale L’espresso in seguito a un’inchiesta che avrebbe messo in evidenza importanti violazioni rilevate dopo la ristrutturazione dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, centro di riferimento italiano per le nuove epidemie, la coltivazione di virus letali e, soprattutto, per  le misure contro il bioterrorismo poiché tra gli agenti patogeni presenti nei suoi reparti ce ne sono alcuni tremendamente distruttivi come il tristemente noto virus Ebola. Proprio nei laboratori di massimo rischio non sarebbero state rispettate le norme antisismiche, obbligatorie per legge. Per di più molti edifici utilizzati da personale e pazienti non hanno mai ricevuto il verbale di collaudo definitivo sulle opere in cemento armato. E su di esse mancherebbe anche la valutazione più generale di collaudo tecnico e amministrativo sugli impianti, sulle procedure eseguite e sulle spese fatturate durante i lavori. Secondo lo Spallanzani, è tuttora senza verbale di collaudo perfino il padiglione Del Vecchio che contiene i laboratori a più alto rischio di contaminazione. A peggiorare la già critica situazione della ristrutturazione gestita da Bertolaso, capo della Protezione Civile, insieme con Balducci e con l’imprenditore Anemone, cedimenti del sottosuolo e tracce d’umidità. Attacca duramente sdegnata l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Ancora una volta al centro degli di scandali c’è  la Sanità che è l’ambito dove più proliferano le associazioni a delinquere - ricordando che vengono definiti in tal modo gruppi di ogni tipo, non necessariamente legati alla mafia, ma con scopi palesemente illeciti - e i fenomeni di connivenza tra stato e mafia. Quello che più indigna è che, coinvolti in questa vicenda, siano gli stessi soggetti nei confronti dei quali sono già in corso plurime indagini legate ad altre inchieste come la Maddalena e il terremoto in Abruzzo. Ciò che ci spinge a condannare fermamente questi individui se le accuse verranno confermate, è che si tratta di persone che hanno speculato da prima non solo su vere e proprie tragedie umane come il terremoto ma ora anche sul diritto alla salute che, ai sensi dell’articolo 32 della Costituzione, ‘la Repubblica tutela come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività’. Il fatto – conclude la Del Greco - che per  questioni di interesse personale, favorite dalla concentrazione di potere che alcuni soggetti detengono, si metta a rischio l’incolumità pubblica ci obbliga moralmente ed eticamente ad andare a fondo su questa inchiesta e a seguire gli ulteriori sviluppi di questa vicenda”.

Cassintegrato suicida nel bolognese, Criseo allarmato

Il responsabile Lavoro e Occupazione dell’Italia dei Diritti: “Si ponga fine ai giochetti di Palazzo e si affrontino con decisione e incisività le emergenze sociali”

 

Roma - “Purtroppo questi episodi si stanno verificando con una frequenza spaventosa e chiamano la classe politica e gli amministratori pubblici a un sussulto di dignità”. È  costernata la reazione di Giuseppe Criseo, responsabile per il Lavoro e l’Occupazione dell’Italia dei Diritti, di fronte al dramma occorso a Molinella, piccolo centro felsineo, assurto agli onori delle cronache per il suicidio di un operaio in cassa integrazione. Il quarantaquatrenne di origini lucane, con moglie e due figlie, a causa della crisi dell‘azienda in cui da anni prestava la sua opera, percepiva un assegno di settecento euro mensili, a cui aggiungeva qualche spicciolo cantando nei locali dei paesi vicini. Troppo pochi per tirare avanti. È stato rinvenuto dal suo vicino e collega impiccato con una corda al soffitto del garage. Ironia della sorte, poco dopo il folle gesto, una società della zona ha tentato di contattarlo per un colloquio di lavoro. “Nelle scorse settimane - ha continuato l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - a Padova anche alcuni piccoli imprenditori hanno deciso di togliersi la vita, pressati dal calo degli ordinativi e dal rischio di dover licenziare i lori dipendenti. La paura di non farcela conduce all’isolamento e alla depressione. Occorrerebbe varare un piano nazionale per l’occupazione, garantendo la ricollocazione degli esuberi. Tengo però a precisare - ha concluso Criseo - che i corsi di formazione devono essere adeguati alla realtà e non generici e costruiti su misura per spillare fondi all’Unione Europea. Sarebbe bene che si lasciassero da parte le finte emergenze, vedi legge elettorale o legittimi impedimenti, per stilare un’agenda di priorità che veda sindacato e politica in prima linea per combattere questa piaga”.

 

De Pierro saluta sostegno di Ostia che cammina a lotta contro corruzione vigili

 

Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Soddisfatto dell’appoggio di un gruppo così attivo nel XIII Municipio, ora Alemanno dia risposte alle nostre proposte”

 

 

L’Italia dei Diritti prende positivamente atto dell’appoggio dell’associazione ‘Ostia che cammina’ alla battaglia che il movimento porta avanti tramite il suo presidente Antonello De Pierro. Infatti egli da tempo si batte per assicurare la trasparenza nella pubblica amministrazione proponendo la rotazione dei vigili urbani e degli impiegati delle U.O.T. dei Municipi romani. A tale scopo sono noti i suoi incatenamenti in Campidoglio e presso altre sedi istituzionali e di organi d’informazione della Capitale. “Accolgo con grande favore – afferma fiero De Pierro - il sostegno che ci viene offerto dall’associazione ‘Ostia che cammina’ che ritengo certamente la più attiva realtà associativa sul territorio del XIII Municipio. Un gruppo spinto da assoluta passione civile che da anni opera in maniera ineccepibile nell’affrontare i problemi della zona al contrario di altri che si muovono in modo decisamente strumentale rispetto al potere politico di turno. E’ con orgoglio che vengo a sapere con l’occasione che già l’indimenticato e compianto Claudio Zolesi, figura esemplare di grande spessore etico e morale, già nel 2006 aveva ipotizzato una rotazione intermunicipale dei vigili urbani. Non rivendichiamo esclusive ma crediamo che, con l’impegno di  tutto l’associazionismo territoriale sano, si possa vincere questa battaglia a favore dei cittadini e dell’immagine stessa del corpo di Polizia Municipale e di tutto l’apparato amministrativo comunale”. Il presidente dell’Italia dei Diritti punta poi il dito sul silenzio seguito alle numerose proteste: “ ‘Ostia che cammina' si sofferma sull’atteggiamento ostativo tenuto spesso dagli amministratori verso le richieste di confronto avanzate dai residenti riguardo a problematiche di assoluto interesse collettivo. Effettivamente – conclude De Pierro - ritengo totalmente inopportuno l’atteggiamento tenuto dal sindaco Alemanno di fronte alla nostra richiesta e alle nostre manifestazioni di dissenso che, tengo  a precisare, non si fermeranno di fronte all’inspiegabile indifferenza istituzionale”.

Aeroporti italiani nel caos per nube vulcanica, l’opinione di Soldà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Si lavori per migliorare l’informazione e la comunicazione verso i viaggiatori”

 

 

 

Roma - “Un fenomeno naturale sta mettendo in ginocchio i principali hub, con grave nocumento dei viaggiatori che spesso non hanno potuto contare su un’informazione tempestiva e corretta”. Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, ha espresso la sua preoccupazione per i disagi che i passeggeri italiani stanno vivendo a causa dell’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajokull, che con la sua la gigantesca nube ha paralizzato gli aeroporti di tutta Europa. Il bilancio della serata di ieri nello scalo romano “Leonardo da Vinci” era di 485 collegamenti soppressi tra arrivi e partenze, con tutto il corollario che ne consegue: assalto ai treni, agli autonoleggi e notti passate nei terminal sulle brandine approntate dalla protezione civile, in attesa della riapertura degli spazi aerei. “Non voglio in alcun modo - ha aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - puntare l’indice contro qualcuno, ma non posso fare a meno di notare che si sono verificate alcune falle nel sistema. Non è pensabile che si possa restare per otto ore in attesa che compaia qualcuno a dare delucidazioni e suggerimenti. Molte persone hanno lamentato questo tipo di incuria e non credo sia giusto ignorare delle legittime recriminazioni”.

 

 

Tagli alla scuola più aspri in Molise, l’analisi della Aurisano

 

La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “La conseguenza è un’offerta didattica più povera, necessaria un’organizzazione diversificata e competitiva di livello europeo”

 

“La variazione negativa del 5 per cento degli insegnanti e la riduzione del numero degli alunni del 2,2 per cento in Molise per l’anno scolastico 2010/2011 costituisce una proiezione scontata e un effetto facilmente prevedibile nella politica dei tagli prevista dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e dal Ministero della Pubblica Istruzione nel triennio precedente. Pertanto, la riduzione dei costi della scuola attuata dal Governo ha inciso profondamente sulla qualità dell'offerta didattico-formativa”. Questa la prima analisi della responsabile per il Molise dell’Italia dei Diritti Anna Aurisano al drammatico dato sul calo degli insegnanti, le cifre circa l’aumento dell’abbandono degli studi e il totale stato terminale del sistema scuola che nel Molise sembra essere più accentuato che altrove. Su questi punti l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro esprime tutta la sua preoccupazione: “Con la soppressione delle classi i corsi attuali, soprattutto nelle scuole superiori, sono stati ridimensionati e soppressi. Quindi il percorso curricolare è stato sconvolto. Le ragioni della permanenza in una scuola sono venute meno. Il risultato prevedibile è quello dell'innescarsi di una deriva verso un graduale abbandono e, negli istituti superiori, di una mancanza di iscrizioni. Si tratta di dinamiche negative che caratterizzano sempre più la vita delle scuole di aree interne, come quella della realtà molisana, ricca di piccoli comuni sparsi nel territorio”.  L’affondo della Aurisano è critico sulle recenti proposte in materia: “Anziché stanziare un milione di euro per la spesa scolastica destinata alle famiglie molisane, come ventilato dall’assessore all’Istruzione Filoteo Di Sandro, occorre invece invertire la rotta e creare  una buona scuola migliorandone le condizioni organizzative. Bisognerebbe – conclude la Aurisano - predisporre una piattaforma formativa unica del Molise, partendo dal dato concreto della popolazione scolastica, dal bisogno di una formazione corrispondente al nuovo contesto europeo nell’ottica del Trattato di Lisbona, dall'opportunità di creare un'offerta diversificata, e soprattutto di qualità, capace di offrire ai ragazzi un'istruzione pubblica e una formazione più rispondente alle attitudini di ciascuno e propizia per lo sviluppo del Molise”. 

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