Il responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “Occorre rendere consapevoli della sessualità e non criminalizzarla”
Roma – “ Gli studi sulle abitudini sessuali degli adolescenti non fanno che confermare l’ignoranza dei ragazzi derivante da cattiva o inesistente educazione”. Mancanza di prevenzione e un velo di ipocrisia e pudore sono le cause che per Manlio Caporale, responsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, sono alla base dei dati allarmanti che emergono da un sondaggio della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) su 600 adolescenti milanesi. Una teenager su sei perde la verginità a 14 anni e troppo spesso i ragazzi non usano il preservativo, aumentando il rischio di infezione da malattie sessualmente trasmissibili. Prevenzione ed educazione. Questa la semplice ricetta che suggerisce l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Prevenire attraverso la sensibilizzazione e l’informazione è essenziale per ridurre i rischi di malattie come l’Hiv e i casi di aborto, purtroppo a quell’età frequenti”. Un compito che secondo Caporale non può essere svolto solo dai genitori, “ma soprattutto dalle scuole, dove si deve insegnare l’educazione sessuale senza tabù e pudori perché il sesso è una cosa naturale e non va criminalizzato. I rischi – conclude il responsabile per la Sanità – possono essere ridotti solo se si combattono l’ignoranza e la cattiva conoscenza”.
Il responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti: “Intervenire subito o tante persone continueranno a morire”
Roma – “L'Italia dei Diritti chiede a voce alta che si provveda immediatamente a identificare siti per lo smaltimento di amianto in tutta Italia, senza più mietere altre vittime”. Questo l’appello accorato rivolto da Alberto Maria Vedova, responsabile per l’Ambiente dell’Italia dei Diritti, in seguito alla pubblicazione da parte di Legambiente di un preoccupante dossier riguardante la presenza di amianto in Lombardia. 81 milioni di metri quadrati di materiale sarebbero contaminati dalla pericolosa sostanza, divisi tra 4200 edifici pubblici e più di 23000 alloggi privati. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro si dice “per nulla sorpreso dalla notizia” in quanto nel nostro paese, “nonostante la nota pericolosità dell’amianto più volte segnalata, nessuno agisce o intende farlo in maniera seria e sistematica. Il diabolico intreccio di interessi economici e mala-amministrazione – prosegue Vedova – è la causa dei mancati interventi strutturali per identificare i siti contaminati e stanziare fondi per rimozioni e bonifiche. Tante persone continuano silenziosamente a morire per colpa dell’amianto – conclude amaramente il responsabile per l’Ambiente – ma pare che gli amministratori competenti non siano affatto interessati a questi dati”.
La Responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti:”Mi chiedo quanto sia esteso il livello di malavita sul territorio e dove vadano a finire i soldi che vengono sequestrati”.
Latina – La Polizia di Stato di Latina ha effettuato una maxi operazione di sequestro nei confronti del clan Ciarelli, famiglia rom di origine italiana che ha fatto del riciclaggio di denaro, usura e estorsione il fondamento dei suoi affari delinquenziali.”Non è la prima volta – ha dichiarato Camelia Di Marcantonio Responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti – che le forze di polizia mettono a segno operazioni contro i clan del nostro territorio. Mi chiedo quanto sia esteso il livello di delinquenza e soprattutto dove vadano a finire le enormi somme di denaro sequestrate”.
L’operazione ha portato al sequestro di beni immobili, mobili e conti bancari per un valore di circa 8 milioni di euro. “Sarebbe bene – ha proseguito la responsabile del movimento guidato da Antonello De Pierro – che questi soldi venissero riutilizzati nella giustizia, che a mio avviso ne avrebbe fortemente bisogno vista la scarsità di mezzi in cui sono chiamate ad operare le forze dell’ordine. Se non si farà questo, per via anche della prescrizione, i delinquenti che oggi vengono arrestati nel giro di qualche tempo saranno di nuovo fuori a commettere reati e a portare avanti i loro affari malavitosi”.
La responsabile molisana dell’Italia dei Diritti: “Basta pregiudiziali e chiusure precostituite”
Campobasso – È di oggi la notizia che in Puglia su quattordici consiglieri regionali ben sette saranno donne. Un dato del 50% che promuove la Regione governata da Nichi Vendola come esempio da imitare riguardo le cosiddette “quote rosa”. Altrettanto non si può dire per il Molise, ancora avulso da una logica paritaria tra i sessi, come denunciato dalla responsabile regionale dell’Italia dei Diritti Anna Aurisano: “Lo scorso dicembre il Tar regionale ha dichiarato l’illegittimità del Decreto del presidente della Provincia di Isernia nella parte in cui escludeva di fatto dall’organo di governo la rappresentanza femminile – spiega la Aurisano – ma se la Provincia di Isernia da poco si è adeguata, a tutt’oggi quella di Campobasso non presenta quote rosa nel relativo direttivo. Il presidente D’Ascanio sostiene di aver istituito corsi di formazione politica da destinare alle donne, dacché la loro impreparazione sarebbe l’unica ragione per la quale non si trovano all’interno delle istituzioni, ma io non posso credere che non si riescano a trovare in tutto il Molise delle persone di sesso femminile che abbiano un curriculum professionale e politico adeguato a poter ricoprire l'agognato incarico. È curioso – incalza ironicamente la Aurisano – come gli uomini, al contrario, sembrerebbero avere, per così dire, una capacità politica innata, visto che non credo che i presidenti delle province molisane abbiano frequentato un corso di formazione specifica per diventare tali. In realtà – conclude la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – occorrerebbe che le donne siano messe in condizione di fare politica in maniera adeguata, senza pregiudiziali e chiusure precostituite”.
La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “La cattura di determinati soggetti dà un senso di sicurezza che fa riprendere anche fiducia nella giustizia”
Reggio Calabria – “Notizie di questo genere sono sintomatiche del fatto che il meccanismo della giustizia è sempre più attento e grazie a ciò ottiene eccellenti risultati”. Questo il commento di Pamela Aroi, responsabile calabrese dell’Italia dei Diritti, all’arresto di Rocco Morabito, figlio del boss Giuseppe, sfuggito alla cattura nell’operazione “Reale” del 22 aprile. “Sicuramente una nota positiva va fatta verso le forze dell’ordine – continua la Aroi –, a cui va un ringraziamento per l’ottimo lavoro che stanno svolgendo, come conferma un’altra cattura illustre avvenuta in queste ore ai danni di un latitante appartenente alla famiglia Tegano. Sapere che determinati soggetti vengono arrestati – conclude la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – dà un senso di sicurezza che fa riprendere anche fiducia nei confronti di una giustizia di cui spesso vengono sottolineate solo lungaggini e brutture”.
La Responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti:”Vendola ha fortemente voluto la presenza di sette donne nella sua squadra. Condivido la sua scelta, i partiti si dovranno adeguare”
Roma – Saranno ben sette, stando alle indiscrezioni di queste ore, le donne che faranno parte della giunta della Regione Puglia guidata da Nichi Vendola. Il neorieletto governatore rappresenta in questo senso un caso unico nel panorama italiano, visto che la Regione da lui guidata sarebbe l’unica in cui gli assessorati sarebbero egualmente distribuiti tra uomini e donne. “Il presidente Vendola – ha detto Patrizia Lusi Responsabile per le Pari Opportunità dell’Italia dei Diritti – ha voluto fortemente che nella sua giunta fosse rispettata la parità di genere tra uomini e donne, combattendo anche contro il volere dei partiti che si sono opposti alla sua volontà. È una scelta che condivido e che ritengo giusta”.
“D’altronde – ha proseguito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - Vendola ha ricevuto la sua investitura direttamente dalla gente, a lui spetta la responsabilità politica della scelta degli assessori, e i partiti devono necessariamente fare un passo indietro ed accettare la sua volontà”.
Il responsabile ligure dell’Italia dei Diritti: “Tali forme di reato sono aggravate dalla speculazione morale data dalla crisi che si avverte a livello occupazionale”
Genova - Un lavoro in cambio di sesso. È ciò che prometteva un trentenne del quartiere genovese del Legaccio a coloro che rispondevano all’annuncio per un posto da telefonista. Le donne, attirate nell’appartamento dell’uomo con la scusa di un colloquio, sarebbero state ricattate con la scusa del lavoro per ottenere un rapporto sessuale, rigorosamente filmato. La procura sta ancora indagando e i video delle oltre cinquanta persone coinvolte sono stati sequestrati nell’abitazione dell’uomo.
“Episodi del genere – ha commentato Maurizio Ferraioli, responsabile ligure dell’Italia dei Diritti – mostrano come l’attuale crisi porti le persone a sottoporsi a vessazioni e umiliazioni di ogni tipo, perché dover subire avances sessuali durante un colloquio di lavoro è una mortificazione per chi è alla ricerca affannosa di un posto che garantisca un misero stipendio per il sostentamento del proprio nucleo familiare. Auspichiamo, come Italia dei Diritti, che l’intervento della magistratura finalizzato ad accertare la verità e punire tali atteggiamenti sia esemplare, perché tali forme di reato sono sicuramente aggravate dalla speculazione morale data dalla crisi che si avverte a livello occupazionale. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a quelle donne che hanno subìto queste umiliazioni – conclude il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro –, ribadendo che saremo al loro fianco anche durante l’eventuale vicenda processuale”.
Il Vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà:”Berlusconi padre padrone, non si può continuare a decidere senza avere considerazione della volontà dei cittadini”.
Roma – Nel giro di tre anni, dunque entro la fine della legislatura, il Governo inizierà i lavori di costruzione della prima centrale nucleare sul territorio italiano. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al termine dell’incontro bilaterale con il premier russo Vladimir Putin.”Siamo di fronte – ha dichiarato Roberto Soldà Vicepresidente dell’Italia dei Diritti – all’ennesima decisione presa da un padre padrone che impone la sua volontà senza curarsi minimamente delle persone e degli interessi della popolazione”.
Il programma del governo italiano è ambizioso e non sarà privo di difficoltà, viste le già annunciate proteste dei cittadini che nutrono per il nucleare una comprensibile diffidenza.”Mentre tutti si muovono in direzioni della tutela dell’ambiente e a favore delle energie rinnovabili – ha proseguito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – Berlusconi ancora una volta decide il da farsi passando sopra le teste delle persone, in aperto contrasto con la dialettica politica e senza avere il minimo rispetto per la partecipazione popolare”.
Il Vicepresidente dell’Italia dei Diritti:”Operazioni come questa rendono soddisfazione alle forze di polizia e danno forza ai cittadini onesti che lavorano”.
Roma – I carabinieri e i finanzieri dei comandi provinciali di Caltanissetta, nell’ambito dell’operazione denominata “Doppio colpo”, hanno tratto in arresto 14 persone tra i vertici di Cosa Nostra e quelli della Calcestruzzi spa di Bergamo. Le forze dell’ordine hanno anche posto sotto sequestro sette aziende siciliane operanti nel settore del movimento terra. “Da sempre la mafia – ha commentato Roberto Soldà Vicepresidente dell’Italia dei Diritti – è presente nei gangli dell’economia di questo paese e l’operazione di Caltanissetta rappresenta un segnale importate nella lotta contro la criminalità organizzata, oltreché una decisa boccata d’ossigeno. Credo sia necessario abbattere i vertici del potere mafioso e contrastare la malavita in maniera energica e senza alcun reticenza”.
L’accusa contestata ai boss è quella di associazione mafiosa e illecita concorrenza con violenza e minaccia, mentre, per i dirigenti dell’azienda bergamasca, l’ipotesi di reato riguarda l’associazione per delinquere e la frode in pubbliche forniture.”Operazioni come questa – ha concluso l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – danno soddisfazione alle forze dell’ordine che ogni giorno mettono tutto il loro impegno per combattere l’illegalità e danno forza a tutti i cittadini e alle persone oneste che lavorano”.