Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Intollerabile che in un’ area così depressa economicamente la politica faccia di tutto per allontanarsi dai cittadini”
Roma – “Siamo di fronte ad un caso di legge del contrappasso per contrasto ed è del tutto assurdo che non si ponga rimedio a quella che definire ingiustizia è un eufemismo”. Con questa frase Roberto Soldà, vicepresidente dell’Italia dei Diritti, ha commentato le risultanze dell’inchiesta del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno sugli stipendi dei consiglieri regionali e dei manager dell’ente. Stando ai dati, i redditi relativi all’anno 2008 varierebbero da un minimo di 80 mila euro a un massimo di 311mila. Per quanto riguarda le proprietà, molti sarebbero gli appartamenti e le auto intestate a questi facoltosi signori. Il tutto in una realtà territoriale caratterizzata da una percentuale di famiglie povere pari al 24,5%, seconda solo alla Sicilia.
“ Sarebbe auspicabile – ha continuato l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che chi ricopre incarichi di vertice venisse retribuito in proporzione al suo lavoro ma in modo tale da non risultare un privilegiato. Aumentando la forbice tra ricchi e poveri si contribuisce a gettare discredito sulla politica e sull’attività di direzione della pubblica amministrazione. Da troppo tempo le richieste di sobrietà e di efficienza dei servizi rimangono inevase e credo sia giunto il momento di dare una risposta chiara a queste legittime rivendicazioni”.