Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Va bene l’avvicinamento al PD, ma prima Bersani si liberi delle zavorre”.
“Un evento importante nell’attuale panorama politico del nostro paese”. E’ il commento di Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, all’indomani della conclusione del primo congresso nazionale dell’Italia dei Valori. “Una forza di opposizione - sostiene De Pierro - che in pochi anni ha compiuto il miracolo della moltiplicazione esponenziale dei consensi, raggiungendo un grado di maturità politica che la pone come punto di riferimento per una larga fetta di italiani”. La riconferma di Antonio di Pietro alla guida del partito è salutata con soddisfazione da De Pierro. “Come Italia dei Diritti - dice - ci riconosciamo in larga parte nella mozione che ha portato il leader storico dell’IdV ad essere acclamato nuovamente presidente del partito con un rinnovo di fiducia totale. In un’era - continua De Pierro - in cui gli steccati ideologici sono stati abbattuti, bisogna pensare soprattutto ad un governo del paese volto a migliorare le condizioni di vita della popolazione. Ormai, d’altronde, i recinti dell’ideologia di destra, di sinistra o di centro che sia servono solo strumentalmente alla casta per orientare i consensi, facendo leva sulle corde emotive di chi crede nel valore delle idee. Riconosciamo all’IdV il grande merito di aver tenuto accesi i riflettori sulla questione morale da sempre ignorata da un nutrito gruppo di politicanti che cercano di occupare il potere politico o i vertici istituzionali per interessi propri e non certo per quelli del paese”. Il plauso all’Italia dei Valori per le battaglie condotte in questi anni è al centro del ragionamento di De Pierro: “L’IdV - prosegue - è riuscito a contrastare la martellante disinformazione che poneva i magistrati come carnefici e gli artefici del malaffare come teneri agnellini sacrificali. Come dire che la colpa è di chi scopre l’illecito e non di chi lo commette. La presenza del partito di Di Pietro, bisogna riconoscerlo, ha fatto sì che alcune menti libere, rimaste immuni all’anestetico informativo, sprigionato dalla mistificazione delle notizie, abbiano potuto risvegliare da un lungo torpore una buona parte di cittadini, che a loro volta sono riusciti ad elaborare quel sentimento reattivo meglio conosciuto con il nome di resistenza. Auspichiamo - puntualizza De Pierro - che quanto emerso dal congresso e cioè la consapevolezza di una nuova forza che si possa candidare con tutti i crismi alla guida del paese avvenga il prima possibile per spazzare via non solo il premier Silvio Berlusconi, ma, soprattutto, quel virus invasivo che va sotto il nome di berlusconismo e che ha fatto passare il concetto dell’inconsistenza di reati gravi contro la pubblica amministrazione tra leggi ‘ad personam’ e provvedimenti vari per impedire a qualcuno di farsi processare. Il tutto con l’umiliazione continua dell’Articolo 3 della Costituzione italiana che recita, ormai solo in teoria, che la legge è uguale per tutti. Condividiamo il fatto che per poter governare il paese c’è bisogno di un’alleanza con il PD, ma bisogna puntare a far sì che il partito di Bersani si liberi da alcune zavorre interne, legate ad una politica clientelare e di interessi soggettivi”. L’ultimo pensiero di De Pierro è rivolto alle prossime consultazioni elettorali. “Qualche perplessità la nutriamo sulla scelta di appoggiare la candidatura a presidente della Regione Campania dell’attuale sindaco di Salerno Vincenzo De Luca al quale, essendo imputato in diversi processi, potrebbe essere chiesto di dimettersi in caso di condanna definitiva. Non dimentichiamo che eventuali dimissioni significherebbero elezioni anticipate e quindi denaro pubblico sperperato. Pur augurando a De Luca di essere assolto nei procedimenti giudiziari che lo riguardano - conclude il presidente dell’Italia dei Diritti - per noi sarebbe più giusto non rischiare e magari convincere a candidarsi Luigi De Magistris che certamente porterebbe ad una regione con gravi problemi una ventata moralizzatrice e legalitaria”.