Il viceresponsabile per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti: “Proposta puramente demagogica, servono politiche tangibili anche se drastiche
Roma – Lunedì prossimo si voterà alla camera il provvedimento che ridurrà di 1000 euro lo stipendio dei deputati e già le interpretazioni critiche non mancano. “Questa è pura demagogia,– èil commento lapidario di Andrea Guazzi, vicesegretario per la Pubblica Amministrazione dell’Italia dei Diritti – la decenza presuppone un altro modus operandi”.
L’esponente del movimento extraparlamentare presieduto da Antonello De Pierro fa ricorso ad una rapida relazione matematica per decretare l’effettiva inconsistenza del previsto taglio: “Su 12.000 euro mensili, il taglio di 1000 equivale ad una sforbiciata velleitaria. Gli occhi della popolazione, tuttavia, sono chiusi e assuefatti a queste politiche di facciata. La attuale crisi finanziaria e lavorativa presuppone tagli e strategie sostanziali.
sulla possibilità che a far le spese del taglio fossero i portaborse Guazzi sottolinea che anche se viene stralciato un cespite d’entrata, il montante complessivo delle entrate è comunque nelle mani del singolo parlamentare che potrebbe decidere di compensare la supposta perdita al collaboratore, o meno. “C’è da notare, - continua – che spesso questi aiutanti sono ingaggiati in nero, aprendo la via ad un comportamento illegale incoerente con la carica di deputato e la sfuggevolezza delle relative paghe al controllo fiscale”. In parole semplici, non essendo regolarizzate queste somme non potranno mai essere valutate e messe in relazione, effettivamente con la riduzione di indennità del parlamentare.