Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Auguriamoci che non si trasformi in una seconda Duisburg”
Roma – Spaventosa la situazione vissuta quotidianamente dai passeggeri della metropolitana Termini. Nei sotterranei dello snodo di scambio romano, tra la linea A e la B, a causa dei lavori di ristrutturazione iniziati il 10 aprile 2010 e con fine prevista per il 2012, i corridoi sono superaffollati e ci si stringe ad imbuto tra le recinzioni che delimitano i cantieri, in precarie situazioni di sicurezza.
Sulla questione è intervenuto Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Valutando con l’occhio critico dell’esperto di sicurezza del lavoro e prevenzione incendi, ritengo estremamente grave la scelta tecnica delle imprese preposte ai lavori di ristrutturazione sia dei tunnel sia dei trasporti e sollevamento interne al nodo Termini della metro pur condividendo la necessità di sottoporre a profondo aggiornamento impianti e sistemi che hanno parecchi anni di servizio sulle spalle. Critichiamo e non condividiamo la scelta di concentrare i lavori in un arco di tempo di 2 anni obbligando le imprese esecutrici ad una limitazione importante degli spazi e delle aree di transito. Costringendo così gli utenti a delle vere e proprie corse ad ostacoli tra corridoi angusti, percorsi che cambiano frequentemente e che costringono ad incrociare i flussi di traffico pedonale in entrata e in uscita dai vagoni”.
A peggiorare le cose sono infatti anche alcune scale mobili ferme che obbligano quanti debbono spostarsi da una linea all’altra ad imbattersi in chi arriva dall’esterno o chi deve uscire fuori all’altezza del Forum Termini. “Siamo seriamente preoccupati – continua Celardo – per la riapertura settembrina di scuole e di uffici che porteranno il volume dei viaggiatori a triplicarsi nel giro di pochi giorni e ciò metterà chiaramente in grave affanno tutto il sistema. La domanda nostra è la seguente: se oggi, con un volume di passeggeri pari ad un terzo dello standard dei servizi, abbiamo gravi casi di malore da colpo di calore, da sovraffollamento, da sindrome claustrofobica, cosa ci dovremo aspettare nei primi giorni di riapertura di tutte le attività?”.
Difficoltoso ma per molti obbligatorio, spostarsi in metropolitana, sebbene ad oggi transitando nei sotterranei della stazione, visti gli spazi ristretti, basterebbe una qualsiasi emergenza o un incendio per scatenare il panico. L’analisi del viceresponsabile laziale su quest’aspetto è nitida: “Gravemente critica è l’ insufficienza di personale di sorveglianza e soccorso all’emergenza, visto che ci risultano essere permanentemente in servizio ai tornelli da 4 a 6 vigliantes e 2 vigili del fuoco per turno, numero largamente inferiore alle necessita di soccorso in caso di fuga per panico, incendio o disastro. Chiediamo immediato ed urgente intervento del nuovo questore di Roma Tagliente sul cui capo pende questa spada di Damocle, vorremmo attraverso la convocazione di un tavolo la verifica del rispetto delle condizioni minime di sicurezza attualmente impiegate e applicate, dei tempi di esecuzione delle opere e soprattutto dei criteri in base ai quali sono stati affidati dei lavori in contemporanea a più ditte creando punti critici che aumentano esponenzialmente i rischi. Numerosi passeggeri sbagliano con una certa frequenza i percorsi perché la segnaletica non è delle più chiare, andando indietro sovente si scontrano, dato il flusso della massa, e questo potrà prima o poi dare luogo a qualche incidente serio. Augurandoci – chiosa l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro – che il tunnel di Termini non si trasformi in un secondo tunnel di Duisburg”.