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Tagli al trasporto pubblico di Genova, il commento di Ferraioli

Il responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Tutelare i 300  dipendenti a rischio esubero”

Genova, Un vero e proprio disastro potrebbe abbattersi sul trasporto pubblico di Genova: secondo i tecnici dell’Amt (Azienda mobilità e trasporti) se verranno confermati i tagli previsti nella manovra finanziaria, la società rischierebbe il taglio di un quinto del servizio. Centocinquanta autobus dismessi, la riduzione alla metà dei mezzi pubblici diurni sulle linee di periferia, un calo significativo al minimo e percorrenza solo nelle vie di maggiore afflusso per le linee notturne. Preoccupazione crescente per i conseguenti posti di lavoro a rischio esubero, calcolati in trecento dipendenti. “Il caso degli eventuali tagli previsti dalla Finanziaria – interviene Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti –  anche sul settore trasporti, nella fattispecie per quanto riguarda l’Amt genovese che dovrebbe tagliare anche trecento lavoratori, è l’ennesima dimostrazione che la Manovra è stata esclusivamente effettuata tenendo conto di elementi ragionieristici, sottovalutando totalmente i risvolti sociali che la stessa avrebbe avuto. Indipendentemente dal fatto che la diminuzione della frequenza di mezzi pubblici o l'eliminazione di eventuali tratte comporta sicuramente un disagio alla totalità della cittadinanza, viene da porsi una domanda importante su come verrà risolta dal governo l’eventuale collocazione a riposo dei trecento cosiddetti ‘esuberi’”.

 

Le previsioni per i cittadini non sono confortanti: prevedibile un aumento dell’inquinamento a seguito delle migliaia di auto usate in più ogni giorno, strade maggiormente trafficate visto che si sposterà lo stesso numero di persone, ma lo farà con mezzi privati provocando code e inquinamento, e un presumibile rincaro del costo del biglietto, per il servizio pubblico ancora attivo.

“In un momento di crisi emergente, –  prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – probabilmente in precedenza sottovalutata dal governo in carica, queste azioni non fanno altro che aumentare il disagio e la tensione sociale, fatti non certo positivi per la crescita di una società che si definisce civile. Noi come Italia dei Diritti – conclude Ferraioli - auspichiamo che innanzitutto vengano tutelati i trecento posti di lavoro di questi dipendenti della Amt che rappresentano trecento famiglie che si troverebbero nella totale tragedia economica”.

Nella prossima settimana, probabilmente crescerà la protesta delle aziende di trasporto pubblico, che sperano in una revisione delle misure governative.



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