Il responsabile per l’Immigrazione dell’Italia dei diritti: “Esistono tipologie diverse di irregolari, serve un’Italia meno miope”
Roma, 11 giugno 2010 – E’ di ieri la decisione con la quale la Corte Costituzionale ha bocciato l’aggravante di clandestinità (pene aumentate di un terzo se a compiere un reato è un irregolare) prevista dal primo pacchetto sicurezza del governo, valutandola illegittima ai sensi degli artt. Cost. 3 e 25. Il via libera, invece, viene concesso al mero reato di immigrazione clandestina. Il responsabile per l’Immigrazione dell'Italia dei Diritti, Emmanuel Zagbla coglie l’opportunità fornita da questa decisione della Consulta per far luce su aspetti molte volte ignorati dal dibattito politico.
“Ritrovarsi senza documenti in un paese straniero rappresenta una violazione alle leggi di per sé, per cui ogni ulteriore reato va ad inserirsi in un quadro complessivo di irregolarità ab origine, ed è su questo che dobbiamo lavorare. Esistono due principali fattispecie di immigrazione irregolare – puntualizza Zagbla -, una in cui il clandestino fugge da paesi non rispettosi dei diritti umani oppure in stato di guerra ed un’altra in cui la persona proviene da nazioni in condizioni meno drammatiche” In base a questo presupposto, l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, auspica la previsione, di una distinzione tra clandestinità lieve ed una grave, la prima, appunto prevista per chi proviene da stati come il Sudan o l’Afghanistan che non hanno stipulato al momento patti di riconoscimento con l’Italia, o che non abbiano ambasciate.
“Conseguentemente alla bocciatura, si attende dall’Esecutivo italiano il varo di una politica immigratoria meno miope e che porti intrinseca la distinzione tra le diverse tipologie umane che attraversano i nostri confini”, questo l’augurio di Zagbla. “L’Italia dei Diritti prende atto della decisione della Consulta e attende che la normativa nazionale si adegui”.