Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:”Siamo di fronte ad una pagina poco chiara della storia politica romana e laziale. Storace dovrebbe dimettersi”
Roma – Al termine di un processo durato circa tre anni, l’ex governatore del Lazio Francesco Storace è stato condannato ad 1 anno e 6 mesi di reclusione per aver violato il sistema informatico del comune di Roma al fine di interferire sullo svolgimento delle elezioni regionali del 2005, e penalizzare il movimento di Alternativa Sociale guidato da Alessandra Mussolini. “Siamo di fronte – ha dichiarato Roberto Soldà il vicepresidente dell’Italia dei Diritti – ad una pagina poco chiara avvenuta tra l’altro in periodo elettorale, dunque in uno dei momenti più alti della democrazia. Premesso che siamo ancora al primo grado di giudizio, e che tutti sono innocenti fino a che l’iter della giustizia non si compie per intero, questa non è una bella pagina della storia politica romana e laziale”.
Secondo la ricostruzione fatta dai magistrati romani l’incursione nel sistema informatico sarebbe stata fatta da Nicolò Accame, ex portavoce di Storace, condannato a due anni, da Mirko Maceri, ex direttore di Laziomatica e da Nicola Santoro, militante di An. Storace, che all’epoca in cui partì l’indagine era ministro della Salute (incarico da cui fu costretto a dimettersi), è stato giudicato promotore e istigatore dell’iniziativa illecita. “È un duro colpo per i cittadini - ha concluso l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - che vorrebbero amministratori coscienziosi ed illibati e che invece scoprono in continuazione storie torbide e poco chiare. Mi aspetto che Storace faccia un passo indietro e rassegni le dimissioni”.