Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti:”Siamo di fronte all’ennesimo episodio di non trasparenza che mina la fiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni”.
Roma – Continuano le turbolenze all’interno Popolo della Libertà. Dopo le dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, infatti, è arrivata l’iscrizione sul registro degli indagati della procura di Roma per Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali del partito. Per il parlamentare del Pdl l’ipotesi di reato è quella di corruzione. “Ogni qual volta si è in tempo di elezioni – ha dichiarato Roberto Soldà vicepresidente dell’Italia dei Diritti – ci si meraviglia del forte numero di cittadini che disertano le urne. Ecco, notizie come questa ci aiutano a capire il perché di certi fenomeni. Prima Scajola e adesso Verdini. Sono tutti segnali di non trasparenza che minano la fiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni”.
Secondo l’accusa Verdini avrebbe fatto parte di un comitato di affari che avrebbe favorito, attraverso appoggi e promesse, imprenditori amici per l’aggiudica mento di appalti pubblici tra cui figurano i progetti per l’eolico in Sardegna. “Non è possibile – ha proseguito l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – che si continui ad andare avanti in questo modo. Il minimo che si chiede a politici e ministri che hanno responsabilità è che si dimettano e che si presentino davanti ai pm per dare spiegazione del loro comportamento. Gli italiani hanno il bisogno e il diritto di risollevarsi dalla crisi, e questi accadimenti non gli rendono giustizia”.