La viceresponsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti auspica un intervento concreto della politica per il riassetto del sistema carcerario
Roma - “Finché non ci sarà un intervento comune di tutte le forze politiche la grave situazione delle carcere italiane rimarrà un problema senza sbocchi”. Così Lea Del Greco, viceresponsabile per la Giustizia dell’Italia dei Diritti, commenta lo sciopero della fame e la permanenza a oltranza negli istituti di detenzione di Piemonte e Lazio decisi dall’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma della polizia penitenziaria) per protestare contro le condizioni di lavoro all’interno delle case circondariali. A fornire il dato statistico che certifica il disagio dei lavoratori insorti ci ha pensato la Comunità di Sant’Egidio: le galere italiane contengono 67mila detenuti in spazi per soli 42mila.
“Il sovraffollamento delle celle genera una dannosa reazione a catena che colpisce in prima istanza i detenuti, non garantendo loro né il senso di umanità alla base della pena da scontare, né l’effettiva rieducazione per il rientro nella società, in violazione dell’articolo 27 comma 3 della Costituzione - aggiunge l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e in seconda gli agenti lasciati in balia della disorganizzazione logistica delle strutture. Il riassetto del sistema penitenziario dovrebbe avere come presupposto una depenalizzazione effettiva di diversi reati e, soprattutto, – conclude la Del Greco – l’erogazione di risorse, economiche e non, sinora non concesse ma estremamente fondamentali”.