La viceresponsabile romana dell’Italia dei Diritti: “Nel 2010 si parla ancora di barriere architettoniche nella Capitale, è evidente che qualcosa non ha funzionato”
Roma – “I dati emersi dall'indagine condotta da Cittadinanzattiva mostrano le contraddizioni di una città antica che vuole guardare al futuro, che vuole preoccuparsi della salute e delle esigenze dei suoi cittadini ma che è improntata a uno stile di vita frenetico e di fatto scarsamente rispettoso dei bisogni e dei ritmi dei portatori di handicap”. Queste le parole espresse dalla viceresponsabile per Roma dell’Italia dei Diritti Antonella Sassone in merito al monitoraggio condotto dall'Agenzia per il Controllo e la qualità dei servizi del Campidoglio, in collaborazione con l'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic) e l'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (Uic). L’indagine è stata effettuata per verificare il grado di efficienza delle metropolitana di Roma nel rispondere alle esigenze dei diversamente abili. Dai dati emerge che se per la linea B sono stati fatti passi avanti, la linea A risulta pressoché inadeguata per quanto riguarda l'accessibilità alle stazioni. A determinare il livello di giudizio “mediocre” è la mancanza di servizi igienici adatti, di ascensori, di parcheggi riservati e l'inadeguatezza dei percorsi necessari alla mobilità dei disabili.
“La stazione Termini e le altre fermate metro, i marciapiedi, gli autobus e i tram privi dei requisiti necessari, sono la vita quotidiana di queste persone e delle rispettive famiglie – afferma l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – e di certo costituiscono un aggravamento alle loro condizioni di vita e un ostacolo alla lotta quotidiana per la normalità. Se nel 2010 si parla ancora di barriere architettoniche è evidente che qualcosa non ha funzionato e che Roma deve percorrere molta strada prima di diventare una capitale moderna e rispettosa dei suoi cittadini. Auspico – conclude la Sassone – uno sforzo congiunto da parte delle amministrazioni che vada al di là delle mode, degli spot elettorali e del colore politico. L'attenzione ai disabili ci deve coinvolgere tutti, prima di ogni altra cosa in quanto cittadini”.