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Italia dei Diritti

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Ricostruzione all’Aquila a imprese non abruzzesi, lo sdegno di D’Alessandro

Il responsabile regionale  dell’Italia dei Diritti: “Occorre fare chiarezza sulle gare d’appalto e appurare come è stato possibile scartare i lavoratori edili locali”


Roma, 23 febbraio 2010 – “Sarebbe interessante sapere come sono avvenute le gare d’appalto relative ai lavori nel capoluogo abruzzese, anche alla luce delle vicende recenti che hanno coinvolto la Protezione Civile. Da parte mia c’è profondo sdegno per la poca attenzione rivolta a queste situazioni dell’Abruzzo. Mi chiedo se si tratti di totale assenza di controllo oppure se c’è una volontà precisa, magari a vantaggio dei soliti noti. La mia vuole essere una denuncia sulla denuncia”. È quanto dichiarato dal responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti, Emiliano D’Alessandro, che ha espresso tutto il suo disappunto verso il problema, segnalato dal segretario regionale della Filca Cisl, Pietro Di Natale, in merito all’esplosione della cassa integrazione nel settore edile della provincia aquilana che, a fine 2009, è aumentata del 62%. E così, mentre per il ‘progetto case’ e la ricostruzione le imprese edili non del posto hanno impiegato soprattutto manodopera straniera o proveniente da altre regioni, gli operai aquilani sono a casa e con lo stipendio ridotto.

 

“Bisogna fare chiarezza su questa vicenda – ammonisce il rappresentante territoriale del movimento capeggiato da Antonello De Pierro –. È necessario indagare sulle varie modalità di acquisizione dei lavori di ristrutturazione e appurare come è stato possibile che i dipendenti edili locali siano stati scartati. Il governo Berlusconi continua a spacciare come grandissima la ricostruzione dell’Aquila, ma poi, se si va a parlare con la cittadinanza, ci si accorge che tutto ciò non è avvenuto e permangono ancora profondi disagi”.

 

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