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Donazione organi indicata su carta d’identità, Smiroldo disapprova

Il viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti: “I dati sensibili di ogni cittadino possono essere letti solo sotto autorizzazione”

 

Roma – “La carta d’identità è un documento di riconoscimento, non può contenere i voleri sensibili di una persona, altrimenti viene meno il rispetto della privacy”. Questa la dichiarazione di Luigino Smiroldo, viceresponsabile per la Sanità dell’Italia dei Diritti, a seguito della norma inserita nel “Milleproroghe” secondo cui si deve indicare sulla carta d’identità se si vuole essere o meno donatori di organi in caso di morte.

Ieri, 10 febbraio, il governo ha posto la fiducia su quanto previsto ed oggi si riunisce la conferenza dei capigruppo del Senato per deciderne i tempi del voto.

“Non sono d’accordo perché questo non è un dato anagrafico ma personale e non è possibile che anche un poliziotto possa sapere il mio volere – continua il rappresentante del  movimento fondato da Antonello De Pierro –. Se intendono scriverlo sulla carta d’identità devono farlo anche sul passaporto, sulla patente di guida, sulla tessera sanitaria, sulla tessera ferroviaria – ironizza Smiroldo –. Insomma queste sono informazioni protette e per poterle leggere bisogna essere autorizzati”.

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